La Uil mette in guardia: i dati degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, ASPI, Mini ASPI e disoccupazione), che secondo il Rapporto dell’Ufficio Politiche del Lavoro, nell’ultimo anno (2014) sono costati tra indennità e contributi figurativi 23,9 miliardi di euro, in aumento del 3,6% rispetto al 2013 (825 milioni di euro in più), risentono degli ultime riforme in tema di lavoro. Pertanto prima di vedere gli effetti delle novità del Jobs act relative alla cassa integrazione (operative dal 24 settembre scorso), bisogna tenere conto dei precedenti interventi legislativi.
“Il punto di partenza per noi in Basilicata – spiega il segretario regionale Carmine Vaccaro – è la sottoscrizione ad ottobre scorso di un addendum sull’Accordo Quadro regionale degli ammortizzatori sociali in deroga 2015. Un accordo che prevede di erogare i trattamenti di mobilità in deroga nel modo seguente: pagare le mensilità residue per l’anno 2014 ai lavoratori che alla data di decorrenza del trattamento abbiano già beneficiato di prestazioni di mobilità in deroga per un periodo inferiore a tre anni, al fine di dare continuità ai trattamenti di mobilità in deroga per il biennio 2015-2016 e poi pagare fino ad un massimo di 2 mensilità, e comunque nei limiti delle risorse disponibili, ai lavoratori che alla data di decorrenza del trattamento abbiano già beneficiato di prestazioni di mobilità in deroga per almeno tre anni, anche non continuativi. Ma attenzione perché Il calo della cassa in deroga – ricorda il sindacalista – è legato anche al cambio delle regole nel 2015, che prevedono un massimo di cinque mesi per azienda. Una volta scaduto il limite temporale le imprese non possono più fare richiesta dell’ammortizzatore. E così il calo non significa che le aziende sono uscite da situazioni di difficoltà, ma semplicemente che non possono più ricorrere alla cassa. Occorre prudenza anche nell’analisi dei numeri sui sussidi di disoccupazione. Con il passaggio alla Naspi c’è stata molta confusione nell’autorizzazione e nel versamento dei pagamenti da parte dell’Inps. Non è un dato affidabile. Non a caso, anche l’Inps avverte: “Sulla contrazione delle domande presentate ad agosto 2015 incide il fatto che il numero di domande di Naspi è ancora parziale, trattandosi dei primi mesi di entrata in vigore della nuova prestazione”.
Per la Uil dunque anche se continua la crescita della nostra economia, l’ISTAT- così come accaduto alcuni giorni fa con i dati sull’occupazione- sottolinea che è una crescita moderata fatto purtroppo di “zero virgola”. Pur non essendo iscritti al “partito dei gufi”, i dati diffusi, soprattutto quelli riferiti al rallentamento della produzione – dice Vaccaro – non autorizzano a “pensare positivo”. La nostra economia ha bisogno di una mano ferma perché la strada per rilanciare il benessere economico, sociale e occupazionale è ancora molto lunga e di riforme, quelle vere e che servono al Paese, ne occorrono molte e non come quelle messe in campo finora dal Governo. Occorre rimettere in moto il sistema delle imprese con una nuova linea di indirizzo di politiche industriali, investimenti in opere pubbliche spendendo presto e bene le risorse sia nazionali sia europee, ridurre sensibilmente il carico fiscale su lavoratori e pensionati senza aspettare il 2018.
Feb 06