Non si sottovaluti lo scontro in atto tra Governo Italiano ed Ue sulla cosiddetta “flessibilità” e l’ “allentamento dei vincoli di spesa” perché dal suo esito dipendono le risorse finanziarie per il Patto Basilicata-Masterplan Sud. A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza richiamando l’attenzione politica e dei parlamentari lucani. Secondo alcuni analisti e alcune fonti giornalistiche – precisa – sarebbero sette i miliardi che il Governo Renzi avrebbe destinato al Masterplan da reperire attraverso la manovra di accelerazione di spesa in conto capitale contro la quale si oppongono sinora gli organismi dell’Ue.Con la Legge di Stabilità 2016 il Governo, spiega il segretario Dc, ha attivato in sede europea la clausola investimenti che mette a disposizione nel 2016 uno spazio di bilancio di 5 miliardi di euro utilizzabili per spendere le risorse nazionali destinate a cofinanziamento dei Fondi strutturali o di investimenti nelle reti di rilevanza europea o di investimenti supportati dal Piano Juncker: l’effetto leva potenziale è in grado di mettere in gioco nel solo 2016 investimenti per oltre 11 miliardi di euro, di cui almeno 7 per interventi nel Mezzogiorno.
E’ ovvio che senza certezza di risorse e di tempi altrettanto certi per il trasferimento dei fondi Ue alle Regioni del Sud firmatarie dei Patti, tra cui la nostra, itre punti individuati dal Presidente Pittella alla base del Patto per la Basilicata – infrastrutturazione materiale e immateriale del territorio, riqualificazione e deindustrializzazione delle aree industriali, sostenibilità ambientale e sicurezza del territorio – non possono trovare alcuna soluzione. Non c’è alcun bisogno – afferma Potenza – né di parteggiare per chi gufa contro l’operato di Renzi e di Pittella e né per chi parteggia a favore. C’è da tenere nervi saldi, occhi aperti e posizioni ferme in difesa delle esigenze delle comunità meridionali e lucana che possono contare come ultima chance solo sui Fondi strutturali europei 2014-2020 e sul piano da 95 miliardi di euro, da qui al 2023, per il Mezzogiorno (Masterplan).Se non cresce il Sud, infatti, è l’Italia che non cresce come potrebbe invece fare: se il Sud non coglie le occasioni, è l’intero Paese che è destinato a perderle.Questa esigenza va evidentemente oltre le buone pratiche e le eccellenze, che è giusto ricordare ma che poco aggiungono a uno scenario macroeconomico e sociale che ci restituisce un’emergenza sociale di cui tutta la classe politica e dirigente della nostra regione, di maggioranza e di opposizione, ha il dovere di farsi carico. Il primo elemento di responsabilità – conclude – riguarda l’impegno a spendere bene, senza disperdere in mille rivoli, e in fretta.
Feb 09