La Giunta regionale ha approvato il disegno di legge che porterà all’esame del Consiglio l’istituzione del “Parco Naturale Regionale del Vulture”. Prosegue così un iter già intrapreso nel 2003 e interrotto nel 2007 in seguito alla conclusione della legislatura regionale.
La macchina burocratica è ripartita l’anno scorso grazie all’input dell’Associazione Ambientalista Legambiente Basilicata e l’Area Programma Vulture Alto Bradano che hanno proposto di riavviare il processo di istituzione dell’Area Naturale Protetta del Vulture. La riserva interesserà l’area nord della regione con ambiti di elevato valore naturalistico e paesaggistico, ma non ancora tutelata come l’area sud dove, in passato, sono stati istituiti due Parchi Regionali e due Nazionali.
La legge quadro 394/91 che disciplina dall’art. 22 l’istituzione e la gestione di Aree Protette Regionali, è stata recepita dalla Regione Basilicata con L.R. 28/94 denominata “Individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree naturali protette in Basilicata”. All’art. 9 essa prevede che le aree naturali protette siano istituite con apposita legge regionale in cui si stabilisca la perimetrazione delle stesse, le misure di salvaguardia, gli indirizzi e strumenti per il funzionamento dell’Ente Parco: il Piano del Parco, il Piano pluriennale economico e sociale, nonché i principi e le procedure per l’adozione dello Statuto e del Regolamento del Parco. La stessa norma all’art. 10 individua le aree protette della Basilicata da istituire, tra le quali il “Parco Vulture – Grotticelle”.
La bozza di DDL e l’ipotesi di perimetrazione sono stati sottoposti già all’attenzione del Comitato Scientifico Regionale per l’Ambiente che ha espresso parere favorevole all’istituzione dell’Area Protetta la quale comprenderà i comuni di Melfi, Rionero in Vulture, Rapolla, Barile, Ripacandida, Ginestra, San Fele, Atella e Ruvo del Monte. Nella concertazione tra le amministrazioni comunali e gli altri enti interessati (Provincia di Potenza ed Area Programma Vulture Alto Bradano), per la definizione della norma e della perimetrazione, ha avuto un ruolo determinante l’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata.
Numerose sono le valenze naturalistiche, geologiche, storico, antropologiche presenti nell’area interessata che giustificano e finalizzano l’istituzione del Parco. La perimetrazione proposta è caratterizzata da un’area centrale ad elevato livello di tutela coincidente con la ZSC/ZPS “Monte Vulture” (ai sensi della “Direttiva Habitat” 92/43/CE e della “Direttiva Uccelli” 147/2009/CE), da un’area più estesa da cui si diramano corridoi ecologici e zone a macchia di leopardo. Si coniuga in tal modo il principio di area protetta concepita come tutela e conservazione, con il concetto di rete ecologica formata da diversi elementi di rilevante pregio come le cores areas, grandi aree di elevato valore ecologico.
“Portato a compimento un iter durato anni. Finisce l’epoca dell’abusivismo e dell’abbandono. Il Parco dovrà fare tutela ma anche valorizzazione. I laghi di Monticchio sono una risorsa straordinaria e così il resto del territorio, dobbiamo proteggerli ma anche attrarre turismo e fare sviluppo economico green”, ha affermato l’assessore regionale all’Ambiente Aldo Berlinguer.
Il Parco del Vulture infatti sarà lo strumento per preservare e conservare i sistemi naturali e la biodiversità di uno dei territori più importanti della Basilicata, ma anche per porre le condizioni di uno sviluppo economico dell’area con nuove attività legate alla valorizzazione delle peculiarità ambientali, paesaggistiche e storico-culturali. In tal modo si eleverà il potenziale competitivo del territorio rispetto ai settori strategici dell’economia montana, quali l’agricoltura di qualità, il turismo, le produzioni tipiche, la manutenzione del patrimonio forestale.
“Troppi enti non coordinati tra loro significano burocrazia e paralisi. Domani il Parco avrà il compito di coordinare politiche e regolamentazione, facendo in modo che il Vulture diventi un attrattore turistico primario. Saremo vigili su governance e personale, evitando sovraccarichi inutili e ottimizzando la spesa pubblica. Il Parco deve essere struttura snella e operativa, non refugium peccatorum”, ha detto Berlinguer.