Regione Basilicata, Eni, sindacati e Confindustria hanno avviato una discussione costruttiva sulle varie tematiche riguardanti l’attività estrattiva in Val d’Agri, a partire dalla sicurezza e dalla salute dei lavoratori
Una serie di dati statistici rassicuranti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori – supportati da uno studio commissionato da Eni ad un team di consulenti del mondo accademico e della sanità – sono stati presentati questa mattina nel corso di un incontro che si è tenuto a Potenza, in un clima di grande collaborazione e di interesse.
A dirigere i lavori, in rappresentanza dell’ente Regione, il capo di Gabinetto della Presidenza della Giunta, Gerardo Travaglio. Tra i presenti, i rappresentanti e consulenti di Eni, le parti datoriali (Confindustria) e le organizzazioni di categoria (Cgil-Cisl e Uil), che si sono dati appuntamento nella sala Verrastro della Regione Basilicata per entrare nel merito delle questioni attinenti il Centro Olio della Val d’Agri (Cova), dopo che a dicembre, nel corso del Tavolo della Trasparenza, si era stabilito di istituire i Tavoli tecnici sulla sicurezza del lavoro e sulla sicurezza degli impianti.
La prima parte dell’incontro è stata dedicata al tema della sicurezza e della salute dei lavoratori del Cova di Viggiano. I rappresentanti di Eni hanno illustrato il sistema di gestione integrato, adottato dalla società e improntato al miglioramento continuo dei processi di tutela delle persone che operano negli impianti, attraverso un protocollo sanitario molto rigoroso, certificato OHSAS 18001, cui sono sottoposti tutti i dipendenti Eni e che prevede indagini di laboratorio, strumentali e specialistiche. E’ emerso un dato di grande valenza: nel 2014, fra tutti i dipendenti del Cova sottoposti a controllo sanitario (223 di cui circa il 70 per cento residenti in Basilicata), non sono stati registrati casi di patologie correlate alle attività lavorative – dato stabile dal 2000. Ancora più indicativi – si è detto nel corso della riunione – sono stati i risultati dello studio realizzato dal team di consulenti di Eni sulle cartelle cliniche di 854 persone che dal 1999 al 2015 hanno lavorato in Val d’Agri (605 dipendenti del Cova, 83 lavoratori destinati ai pozzi e 166 saltuari): in tutti i casi, infatti, non sono state riscontrate patologie neoplastiche correlabili all’attività lavorativa.
Nella seconda parte della riunione – in cui è iniziata la discussone sui sistemi di sicurezza degli impianti, che continuerà in un nuovo appuntamento che si terrà tra due settimane circa – è stata evidenziata la forte diminuzione degli infortuni, che a fronte di un incremento del triplo delle ore lavorate (oltre 6 milioni di ore nel 2015) si sono ridotti dal 5,71 per milione di ore lavorate allo 0,16. Sono state, infine, illustrate le caratteristiche del sistema di sicurezza del Cova, un sistema che rende l’impianto sicuro e in cui la fiaccola costituisce uno dei principali dispositivi di sicurezza.
In chiusura, il capo di Gabinetto della Presidenza della giunta, Gerardo Travaglio, nel giudicare “positiva ed utile la discussione tra le parti su argomenti particolarmente importanti” ha detto che gli spunti e i suggerimenti, sollevati dalle organizzazioni di categoria – fra cui il coinvolgimento nel prossimo incontro di una rappresentanza dei sindaci delle aree interessate, e la possibilità di estendere il Protocollo Sanitario adottato da Eni, ritenuto da tutte le Parti presenti un’eccellenza, insieme anche ai sistemi di controllo sanitario e agli studi statistici sulla salute dei lavoratori, alle aziende dell’indotto – saranno valutati dai componenti dei due tavoli tecnici.