Gaspare L’Episcopia. consigliere comunale lista civica Cambiamo Matera, in una nota spiega le motivazioni per cui contesta la scelta di modificare il logo che ha permesso a Matera di conquistare il titolo di capitale europea della cultura nel 2019.
Quell’attimo, quell’istante lungo una eternità… poi il silenzio seguito da un boato assordante, un urlo liberatorio che ha cambiato per sempre la storia, la nostra storia. Io ero lì quel pomeriggio del 17 ottobre insieme a tanti miei concittadini, in trepidante attesa, davanti al maxi schermo di piazza San Giovanni. Poi le tante sperate e desiderate parole del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini “la città Capitale Europea della Cultura 2019 è la città di Matera”….fu in quel momento, tra la folla festante, tra abbracci sconosciuti ma indimenticabili che realizzai la portata di questa importante designazione. In quel preciso istante decisi che non sarei rimasto inerme, che non sarei rimasto impassibile e che mi sarei messo a disposizione della città per rendere concreto il sogno Matera. Ora a distanza di un anno e mezzo, apprendo dagli organi di stampa che la Fondazione Matera 2019 vuole privarci della tanto bramata conquista, vuole cancellare il simbolo che ha contraddistinto e scolpito ogni singolo battito della nostra vittoria, della nostra ritrovata identità. Il comunicato con il quale la fondazione spiega le ragioni di tale scelta recita “Ma ora è necessario un cambio di marcia: il logo deve diventare fruibile sia dalle istituzioni che dai privati con modalità più chiare, deve essere un bene che consente di costruire percorsi di sponsorship che hanno regole ferree, senza per questo venire meno al suo ruolo di bandiera che possa sventolare sulla casa di ogni cittadino” . Poche parole per sdoganare quello che rappresenta per noi il logo di Matera 2019 “la pianta di un complesso rupestre, lo schema dei vicinati, tutti i vuoti e tutti i pieni che rendono unica e inimitabile una città […] un simbolo in cui è concentrata tutta l’architettura per sottrazione dei Sassi” come scriveva una nostra concittadina in un blog qualche anno fa. Bene io non ci sto. Questo arbitrario modo di agire non può contraddistinguere questa città. Non può la decisione di pochi cancellare quelle linee così familiari, su cui si è costruita una storia di riscatto, di apertura al mondo, di condivisione, di futuro e innovazione. Inoltre non condivido questa incalzante e sottile impostazione che vuole superare il concetto di Matera Capitale della cultura 2019 con lo slogan Matera-Basilicata 2019 come la fondazione nel suo comunicato ci ricorda. È innegabile che la nostra città abbisogna di una concreta sinergia tra le istituzioni regionali e locali ma questa cooperazione non può tramutarsi nell’assegnazione di un ruolo da comprimario, questa partnership invece,deve rappresentare una proficua collaborazione tra le comunità lucane per accompagnare l’attore principale, Matera, in questa difficile sfida che è la capitale della cultura 2019. Quindi con forza chiedo che il bando di gara venga immediatamente ritirato dalla Fondazione e che si smetta, sotto ogni punto di vista, di stravolgere il contenuto della “tavoletta” di Steve Green. Infine non me ne vogliano gli amici d’oltre Basentana ma questa volta il carro lo vogliamo tirare noi per evitare che durante il tragitto qualcosa vada storto e che il nostro cammino, come le Ferrovie dello Stato ogni giorno ci ricordano, si fermi ad Eboli o a Ferrandina a seconda delle epoche di riferimento.
Feb 17
se questi sono i problemi che interessano i consiglieri, stiamo freschi! dimostano la scarso livello qualitativo della composizione del consiglio ma anche della città che li elegge= abitante culturale, bah!.
Perché tu non sei tra quelli?