La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) esprime soddisfazione per
la “bocciatura” – e conseguente archiviazione del 16 febbraio 2016, da
parte del ministero dell’Ambiente – degli elettrodotti facenti parte
della rete di trasmissione nazionale a 380/220/150 KV nell’area del
Parco nazionale del Pollino. Un parco che, invece, in data 29 maggio
2015 aveva espresso parere favorevole al progetto di Terna spa.
Contro la realizzazione del programma di Terna – evidenzia la nostra
Organizzazione – si era espressa la Commissione ministeriale VIA/AIA in
data 10 luglio 2015, poiché incompatibile con l’area protetta. La
società aveva eccepito la “bocciatura” della Commissione VIA/VAS del
ministero dell’Ambiente, in quanto – secondo la stessa Terna – “basate
su valutazioni in parte non corrette, frutto di considerazioni non
obbiettive e, relativamente al contesto elettrico, fuori dal quadro di
competenza proprie della stessa Commissione”, chiedendo la revisione del
parere che in data 6 novembre 2015 la Commissione tecnica VIA ha invece
confermato, “bocciando” per la seconda volta il progetto Terna e
confermando il precedente parere del 10 luglio (n.1833 ). Pertanto, in
data 10 febbraio 2016, Terna ha ritirato l’istanza di Valutazione
d’impatto ambientale comunicando la volontà di presentare un nuovo
progetto, onde evitare l’archiviazione definitiva del progetto in
itinere da parte del ministero dell’Ambiente.
Per la Ola questa vicenda fa emergere vistose incongruenze e incapacità
da parte degli organi di gestione del Parco nazionale del Pollino, di
cui si chiede nuovamente il commissariamento da parte del ministero
dell’Ambiente, anche in considerazione dell’analoga vicenda che
interessa la lunga storia della centrale Enel del Mercure, strettamente
connessa a quella degli elettrodotti nel parco, anche per il
collegamento elettrico previsto da Terna con la centrale Enel.
Sul progetto degli elettrodotti nel parco avevamo fin da subito
manifestato forti dubbi, con osservazioni/opposizioni presentate
formalmente dall’Associazione calabrese Acanta che aveva evidenziato
impatti significativi di nuovi tratti di elettrodotto con gli ecosistemi
tutelati del Parco e della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea, senza
che la società garantisse la dismissione di reti di trasmissione
esistenti dichiarati.