Ancora un tentativo di suicidio in Basilicata ed ancora una volta è la Polizia Penitenziaria a trarre in salvo la vita ad un detenuto da morte certa.
E’ successo ieri sera intorno alle ore 20,30, questa volta nel carcere di Melfi, un detenuto italiano ultrasessantenne, che sta scontando una pena per associazione mafiosa con fine pena 2023, che preso da un momento di sconforto ha tentato di suicidarsi annodando un asciugamano alle inferriate della finestra della propria cella e solo grazie all’intuizione ed alla prontezza operativa del personale di Polizia Penitenziaria in servizio, si è riusciti a scongiurare l’ennesimo drammatico evento critico nelle carceri lucane.
A darne notizia e’ Saverio Brienza, Segretario Regionale del S.A.P.Pe. , Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, il primo e più rappresentativo dei “Baschi Azzurri”, il quale ritorna a ricordare ancora una volta le difficili condizioni degli istituti penitenziarie della Basilicata e che esprime soddisfazione e plaude il personale di Polizia Penitenziaria che ha scongiurato che l’insano gesto venisse portato a compimento.
Strutture che non sono assolutamente conformi alla normativa vigente, detenuti che non vengono impegnati in attività lavorative come dovrebbero, detenuti che nonostante stiano fuori dalla cella dalle 8 alle 10 ore al giorno è altrettanto vero che essi scontano la propria pena nell’ozio più totale, senza far nulla, lontani dalle proprie famiglie ed anche per tali ragioni accadono gli episodi più incresciosi, come possono essere anche queste le motivazioni di un malessere per dire basta alla propria vita.
Dalle statistiche , sostiene Brienza, si registra un esponenziale innalzamento degli eventi critici, soprattutto da quando sono stati introdotti sistemi detentivi come la “vigilanza dinamica” e “regime penitenziario aperto” , in pratica ogni giorno accadono eventi dove l’ unica istituzione che vive in prima linea le drammaticità di un sistema discutibile, è la meritoria attività degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria, così come è accaduto ieri a Melfi e così come accade in tutta Italia, dove i poliziotti continuano ogni giorno a salvare i detenuti dai tentativi di suicidio, così come sventano ogni giorno l’introduzione di droga e telefonini, così come affrontano le aggressioni da parte dei reclusi , evitando ogni giorno il rischio di lasciarci la pelle.
In sostanza, la Polizia Penitenziaria di Melfi, come quella di Potenza e Matera, oltre ad essere gravemente sotto organico, vive condizioni di lavoro assurde ed inconcepibili che non dovrebbero esserci in uno Stato civile come il nostro e pare che poco si vuol fare per risolvere realmente i problemi che attanagliano il sistema carcere.
I baschi Azzurri affrontano ogni giorno le drammaticità dei detenuti e le criticità strutturali ed economiche dell’Amministrazione, con automezzi che versano in condizioni disperate e con centinaia e centinaia di chilometri e con scarsa manutenzione, senza strumenti che possano garantire la necessaria sicurezza delle strutture e senza il necessario personale che possa assicurare tutti i servizi sia di sicurezza che quelli amministrativi.
Insomma, conclude il Segretario Regionale, l’Italia vanta una legislazione penitenziaria all’avanguardia ma che di fatto non riesce a darne corretta esecuzione, sia a causa di problemi economici che per incapacità gestionali, per tali ragioni viene costantemente sanzionata dagli organismi di controllo dell’Unione Europea.
Noi del S.A.P.Pe. sosteniamo che per far funzionare le circa duecento carceri italiane bisogna necessariamente apportare delle sostanziali modifiche sulle strutture, sulla gestione dei detenuti, e cosa fondamentale assumere il personale di Polizia Penitenziaria, tra l’altro la legge consente delle rapide assunzioni anche attraverso lo scorrimento delle graduatorie relative agli idonei dei concorsi precedenti, senza dover mettere mano ad ulteriori risorse economiche per procedere a nuovi e dispendiosi concorsi.
Feb 19