Risonanze magnetiche della colonna e delle articolazioni, tac, oltre che esami di laboratorio e genetici, test allergici, sono alcune delle 208 prestazioni a maggior rischio inappropriatezza, e quindi di spreco, individuate dal ministero della Salute. A Matera in occasione dall’evento medico-scientifico organizzato dalla Radiologia dell’Ospedale Madonna delle Grazie, in collaborazione con Asm e il patrocinio della Sirm – la società dei medici radiologi , circa 10mila soci, una delle principali società scientifiche italiane – si lancia la “scommessa” : rendere gli esami più efficaci in termini diagnostici. Dalla capitale europea della Cultura 2019, per due giorni diventata la capitale della cultura medica, si rilancia il progetto ‘Fare di più non significa fare meglio’. Si tratta della versione italiana di ‘Choosing Wisely’ (Scegliere Saggiamente), campagna attuata negli Stati Uniti per scoraggiare il ricorso a esami e procedimenti medici inutili da parte dei cittadini. Un’attenta valutazione dell’appropriatezza delle indagini – sintetizza il prof. Roberto Grassi (Sirm) di Napoli – diventa fondamentale per abbattere i costi, senza per questo pregiudicare la qualità e l’innovazione di attrezzature sempre più sofisticate, ma anche per evitare di sottoporre i pazienti a una superflua esposizione alle radiazioni. Per vincere la “scommessa” entrano in campo le nuove apparecchiature della diagnostica per immagine le cosiddette macchine ibride così chiamate poiché ciascuna rappresenta la fusione di almeno due diverse apparecchiature ( la TC con la PET, l’acceleratore lineare con la RM, gli ultrasuoni focalizzati con l’ecografia o l’RM e altre ancora), in una più efficace sinergia pubblico-privato. Per il Dr. Michele Nardella UO Radiologia Ospedale Madonne Delle Grazie Matera la diagnostica per immagini ha visto, nell’ultimo decennio, un progressivo sviluppo delle metodiche che integrano gli aspetti morfologici e funzionali dei processi patologici. Ciò è particolarmente vero in campo oncologico, dove il confine tra questi diviene sempre meno demarcato, da un lato per la sempre più forte caratterizzazione in senso funzionale della risonanza magnetica, e dall’altro per l’evoluzione delle macchine ibride in diagnostica radioisotopica. Questo incontro si propone, attraverso la trattazione di alcuni temi di natura oncologica, di mettere a confronto ed evidenziare le possibili sinergie che le metodiche di imaging attuale possono fornire al clinico oncologo. In proposito Giuseppe Demarzio, che ha curato con Elviro Cesarano la segreteria tecnica dell’evento, insiste sulla stretta collaborazione tra pubblico e privato, di cui gli eventi Imaging nei Sassi sono un esempio virtuoso. Nessuna competizione o concorrenzialtà tra strutture sanitarie private accreditate e pubbliche ma – aggiunge Demarzio – il privato è sopratutto necessario a superare le liste di attesa e nel caso di Matera ad attrarre utenti provenienti da altre province limitrofe. E in questo il privato può contribuire a ridurre se non abbattere la spesa dell’emigrazione sanitaria.Nella prima giornata, caratterizzata da numerose relazioni tecnico-scientifiche, tra gli interventi Rosa Gentile, vice presidente nazionale di Confartigianato con delega al Mezzogiorno, ha presentato iniziative della rete di volontariato come quella della “stanza del sorriso” che coinvolge il Crob di Rionero, gli ospedali di Matera e di Policoro dove il visagista-oncologo si occupa della “bellezza” delle donne che hanno malattie oncologiche. Il presidente dell’ordine dei medici della provincia di Matera Raffaele Tataranni ha riferito dell’intesa con l’Asm finalizzata ad individuare un percorso di appropriatezza per ridurre gli sprechi e non i diritti di cura del cittadino. La radiologia di fatto incide per il 15% sulla spesa sanitaria complessiva e se si considera che il costo per ogni esame, a seconda delle metodiche impiegate (si va dai 20 euro di un semplice esame radiologico ai 150-200 euro di una risonanza magnetica) si comprende meglio la posta della “scommessa materana”.
Feb 19