“A distanza di un anno dalla morte di Raffaele Dinardo, conserviamo intatto un sentimento forte di riconoscenza per un uomo che con la sua umiltà, ma al tempo stesso con la passione che ne ha caratterizzato l’impegno istituzionale, ci ha ricordato quanto grande sia la missione pubblica e quanto alto sia l’onore di veder coincidere il proprio lavoro con il bene comune di una intera Regione.
La Basilicata deve molto a colui che, come ho avuto modo di ricordare all’indomani della sua morte, è stato l’uomo della “pacificazione”, in uno dei momenti storici più drammatici della vita politica nazionale e regionale.
Con la sobrietà che era propria del suo carattere, ma al tempo stesso con la fermezza e il rigore che caratterizzarono gli anni del suo governo, Raffaele Dinardo, ha fatto da collante tra la cultura del popolarismo e del cattolicesimo democratico, da un lato, e del movimento operaio e della sinistra laica e riformista, dall’altro.
Egli ebbe il merito di accompagnare una nuova classe dirigente, per la quale svolse il ruolo di “garante”, accreditandola con generosità e passione civile, forte della sua cultura di “maestro”.
Quale suo successore, sia pure a molti anni di distanza, alla guida della Regione Basilicata, oltre che a nome dei tanti lucani che hanno fatto tesoro della sua lezione di vita, proporrò ai colleghi consiglieri regionali di intitolare un luogo simbolo del Palazzo regionale a Raffaele Dinardo, per tenere sempre vivo il ricordo del suo insegnamento”.
Marcello Pittella