La vertenza dei 56 lavoratori del CUP di Matera (Centro Unico Prenotazione) che da settimane vede impegnati i sindacati e l’associazione datoriale CONFAPI con incontri presso la Direzione Territoriale del Ministero del Lavoro e la stessa Prefettura sarà discussa nella prossima seduta del Consiglio comunale di Matera convocata nella sala della Provincia per il 1° marzo alle ore 17,30. Questa è la decisione assunta all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo ieri sera a seguito della presentazione da parte dei consiglieri del centrosinistra di un ordine del giorno con il quale “si impegna il Sindaco di Matera, anche nella sua veste di Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ASM di Matera, a porre in essere ogni utile iniziativa nei confronti dell’Azienda sanitaria e della Regione Basilicata per salvaguardare i 56 lavoratori del servizio CUP (Centro unificato di prenotazione) in particolare per quanto attiene sia ai livelli retributivi maturati che alle ore lavorative facendo in modo che eventuali riduzioni di ore siano equamente distribuite evitando odiose differenziazioni che danneggerebbero il clima di serenità necessaria in un settore, quello sanitario, particolarmente sensibile anche per il tipo di utenza ad esso afferente”.
I consiglieri comunali del centrosinistra ricordano che “a seguito di procedura aperta per l’affidamento del servizio di gestione e supporto tecnico-operativo del Centro Unificato di Prenotazione (CUP) dell’Azienda Sanitaria Locale di Matera (ASM), la Direzione ha proceduto all’affidamento del servizio e alla stipula del contratto alla società risultata vincitrice , e cioè il RTI coop. EDP La Traccia – Traccia Hi Tech – GSI srl. A decorrere dal 1° febbraio 2016 la nuova società sarebbe subentrata nella gestione dell’appalto del servizio di gestione e supporto tecnico-operativo del Centro Unificato di Prenotazione (CUP) dell’Azienda Sanitaria Locale di Matera (ASM) che comprende sia il servizio CUP precedentemente affidato a RTI coop. EDP La Traccia – Traccia Hi Tech (53 lavoratori) che il servizio di risonanza magnetica precedentemente affidato alla società Alliance Medical (3 lavoratori).
Nei giorni scorsi le Organizzazioni Sindacali hanno evidenziato la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali garantendo il passaggio di tutti i 56 dipendenti alle stesse condizioni fino ad oggi maturate presso le ditte cessanti, con l’invarianza del trattamento economico complessivo maturato. Anche in considerazione del fatto che precedentemente i lavoratori sono stati già interessati da un contratto di solidarietà nella misura del 18% circa delle ore contrattuali e quindi hanno già subito una riduzione di reddito. La nuova società appaltante ha rappresentato l’impossibilità, viste le condizioni dell’appalto, di garantire a tutti i 56 lavoratori l’invarianza del trattamento economico complessivo ed in particolare del numero di ore lavorative”.
“Si tratta – aggiungono i consiglieri comunali – di assicurare a tutti i dipendenti lo stesso trattamento e di evitare decisioni discriminatorie proprio per evitare contraccolpi negativi tra i lavoratori”.
Confapi Matera su vertenza Cup ASM: “Prevalga buon senso e non toni esasperati”
Riteniamo esagerata l’esasperazione che i Sindacati hanno dato alla vertenza CUP dell’ASM, anche perché basata su notizie poco precise diffuse a mezzo stampa, che in questa sede è opportuno chiarire nell’interesse della collettività, dei lavoratori interessati e del Raggruppamento Temporaneo di Imprese che Confapi Matera rappresenta.
Il RTI, assistito dall’Associazione, non si è mai sottratto al confronto sindacale per cercare la soluzione più indolore possibile a un problema creato da un bando a sua volta frutto delle politiche nazionali di riduzione della spesa. Ricordiamo, infatti, che il bando ha previsto una riduzione del servizio e del compenso di circa il 25% rispetto agli appalti precedenti relativi alla gestione del CUP e della Risonanza Magnetica.
Del resto le aziende del Gruppo La Traccia si sono distinte negli anni per la qualità dei rapporti con i lavoratori, sempre improntati al rispetto dei diritti e della dignità delle persone.
Venendo al merito della questione, precisiamo che, secondo la legge, i contratti nazionali e la giurisprudenza costante, quindi in linea generale, la clausola sociale di cui parlano i Sindacati garantisce soltanto la conservazione del posto di lavoro e non anche il trattamento economico. Pertanto, come ribadito dal Tar Lazio pochissimi giorni fa, negli appalti pubblici di servizi non si può imporre alle imprese concorrenti l’applicazione di un determinato contratto collettivo per i dipendenti.
Il raggruppamento aggiudicatario dell’appalto ha rispettato in pieno la clausola sociale che impone di riassumere i dipendenti dell’impresa uscente, applicando il contratto collettivo nazionale già applicato da una delle aziende costituenti il raggruppamento e dichiarato in fase di gara.
Per quanto riguarda il taglio delle ore, si precisa che Il Raggruppamento d’Imprese:
• ha previsto nell’offerta tecnica presentata notevoli migliorie e innovazioni che permettono di gestire il servizio in maniera più efficiente e di ridurre i tempi di attesa agli sportelli del CUP;
• ha assunto il personale con un numero ore maggiore del 15%, rispetto a quello necessario per erogare il servizio, caricandosi di costi, attualmente superiori ai ricavi, nella speranza di incrementare i servizi.
Alla clausola sociale, dunque, si contrappone la diversa organizzazione imprenditoriale del subentrante, il quale ha distribuito la riduzione di orario in maniera funzionale all’organizzazione del lavoro e comunque in maniera sostenibile, considerato che si parla di piccole differenze.
È chiaro che per un lavoratore che già lavorava poche ore alla settimana, un’ulteriore riduzione, per quanto percentualmente piccola, diventa penalizzante in termini assoluti, ma questo non può essere addebitato all’impresa subentrante che, comunque, ha concesso ai lavoratori una differenza retributiva chiamata superminimo assorbibile, cioè distribuito nel tempo.
Del resto, operando diversamente, cioè applicando il superminimo non assorbibile come chiedono i Sindacati, per superare in un colpo solo la differenza retributiva rispetto al contratto collettivo, verrebbe falsata l’offerta economica presentata dal raggruppamento in sede di gara, rendendo l’offerta, e quindi l’aggiudicazione, non più economicamente sostenibile e mettendo a rischio non solo 2 ore di lavoro a settimana per 4 lavoratori ma 56 posti di lavoro.
L’azienda, dunque, contrariamente a quello che è stato detto e scritto, non ha applicato un contratto penalizzante per i lavoratori, ma ha applicato il proprio contratto, nel pieno rispetto della legge e del bando di gara. Anzi, durante la trattativa sindacale condotta presso la sede di Confapi Matera, l’azienda ha accettato di concedere un superminimo assorbibile ai lavoratori per colmare la differenza retributiva.
In conclusione, Confapi Matera fa appello al buon senso e alla sensibilità di tutti perché non siano esasperati gli animi e continui il dialogo fra le parti. Probabilmente una tempistica più ampia per il subentro, che è dovuto avvenire in tempi brevissimi, avrebbe fornito maggiori occasioni di dialogo e di confronto.