“Le fughe in avanti di qualche presunta rappresentante della Fondazione, enunciate di recente a Bruxelles, bruciano sulla pelle della stessa protagonista”. Così il sindaco Raffaello de Ruggieri, risponde alle dichiarazioni di Ilaria D’Auria, aggiungendo: “Più che testimone di fatti e di azioni, si tratta di una incauta e corrosiva dichiarazione non autorizzata e non vera.
Non è – prosegue il sindaco – l’attuale gestione politica che ha inquinato la Fondazione, secondo la versione di Ilaria D’Auria, bensì il livello di illegittimità dello Statuto approvato nel settembre 2014.
Può un presidente, che ha registrato la propria incompatibilità assoluta, procedere nell’attività di indirizzo e di responsabilità senza avere qualche necessaria remora?
La Fondazione Matera-Basilicata 2019 – prosegue il sindaco – ha vissuto di un peccato d’origine poiché ha designato proprio presidente un soggetto giuridicamente incompatibile.
E’ strano che Ilaria D’Auria che è stat ispiratrice e attrice di quella fase costituente, ignori che i registrati tempi morti siano figli della antigiuridicità di quel tempo. Per questo occorre chiudere questa pagina sclerotica della Fondazione e procedere nuovamente alla lievitazione e alla responsabilizzazione delle energie vive e partecipanti della comunità.
L’operata modifica statutaria e la ipotizzata nuova organizzazione dell’ente favoriranno questo rinvigorito processo partecipativo che, come ho già riferito, dovrà partire dalla associazione Matera 2019 perché riconosciuta sorgente civica dell’ottenuto riconoscimento europeo.
La gratuita denuncia di fallimento di Matera 2019 è partita, quindi, dalla voce stizzita di un personaggio che ha ignorato le sue precise responsabilità nella costruzione di uno statuto privo di operatività giuridica. Ma come è noto – conclude il sindaco – nella comune valutazione dei fatti, il tempo sarà galantuomo”.
Di seguito il post di Ilaria d’Auria scritto sul suo profilo facebook in cui esprime alcune valutazioni sul lavoro portato avanti per Matera 2019 dopo la vittoria ottenuta il 17 ottobre 2014 dalla città dei Sassi.
Le sfumature fanno la differenza.
In inglese ce n’è una, significativa, tra “failure” e “unFailure”, il tema della quattro giorni organizzata da Edgeryders per riflettere e discutere sulle “unFailures” personali o professionali ed imparare dai propri errori.
C’erano diverse sessioni (il programma è online), e una di questa è stata organizzata da Noemi Salantiu sul tema delle Capitali europee della Cultura. Bob Palmer, che ha lavorato con 20 delle 60 città che hanno ottenuto il titolo fino ad oggi, ci ha raccontato delle difficoltà e degli errori che incontrano tutte le città nel rapportarsi a un programma cosi complesso come quello delle ECoC. I partecipanti, seduti in cerchio, hanno condiviso la loro fiducia nella cultura come strumento per il cambiamento, cosi come le loro preoccupazioni nel vederla sempre più messa in secondo piano rispetto ad altre politiche pubbliche. Bob Palmer ha raccontato di come la Commissione ha prima cambiato e poi prolungato la manifestazione ECoC, spiegandoci le motivazioni.
E stato molto interessante ascoltare con umiltà ciò che i colleghi di Galway 2020 e di Bucharest 2021 stanno attraversando e condividere con loro la mia esperienza personale iniziata con l’Associazione Matera 2019, nel lontano 2009. Hanno raccontato la frammentazione del mondo culturale nelle loro città, hanno parlato della complessità di far capire ai cittadini il senso di questa manifestazione, hanno chiesto esempi di successi e insuccessi riconosciuti nella storia delle ECoC per poter appunto imparare da oltre 25 anni di storia della manifestazione.
Abbiamo discusso del boost che dà il fatto di entrare in shortlist, e di come da quel momento in poi tutto sembra possibile. Hanno ascoltato la storia del coinvolgimento dei cittadini di tante città vincitrici, tra cui anche Matera e la Basilicata, della sensazione di appartenenza collettiva e di desiderio di protagonismo. Abbiamo condiviso le difficoltà di mettere insieme le ambizioni divergenti del settore culturale, cercando di imparare dalle storie che Bob ci ha raccontato di altre EcoC.
Abbiamo capito che ogni storia di ECoC è singolare, e viene scritta nelle sue diverse fasi da protagonisti diversi, ma è rimasta la convinzione che la complessità di questo percorso è qualcosa di potente, che può generare cittadinanza come anche tanta frammentazione. Il punto della sessione non era quello di valutare o giudicare le città, ma di parlare della propria esperienza personale all’interno di un processo complesso come quello delle ECoC.
Il fatto che io abbia iniziato, accanto a Francesco Salvatore, Vito Epifania, Francesco Porpora, Antonio Biscaglia Giovanni Pompeo e Maria Rosaria Salvatore ed altri questa avventura, che abbia difeso la città di Matera alle due audizioni al Ministero, e che abbia contribuito allo sviluppo di un programma culturale che è solo in parte contenuto all’interno del dossier di candidatura, mi dà di fatto una visuale temporale profonda che mi permette di esprimere un’opinione personale sulle cose. Spero che questo sia ancora consentito. Mi ricordo, d’altronde, quando andai con Maria Rosaria Salvatore ad una conferenza a Bruxelles come Associazione Matera 2019 e allora si scateno’ una polemica sul fatto che non avevamo nessun mandato per rappresentare la città (cosa che per altro non avevamo fatto).
Non lavoro più per il Comitato Matera 2019 da quando abbiamo raggiunto l’obiettivo, ovvero da quando Matera ha vinto il titolo di Capitale europea della Cultura. Mi sono fatta da parte e sono andata avanti per il mio percorso, fiduciosa che con questo titolo diventato oramai patrimonio comune della città e della Regione, si poteva proseguire con l’implementazione di un percorso suggellato da una Giuria internazionale. Il fatto che, a un anno e mezzo dalla nomina, non siano ancora partiti i programmi di capacity-building (2015-2016) è sotto gli occhi di tutti. Per questo credo che oggi sia più utile utilizzare il poco tempo a disposizione per governare la realizzazione di un programma complesso.
Le domande da porre sono altre, ad altre persone e spero che la comunità di Matera dimostri che quando qualcuno indica la luna, si può anche non guardare il dito.
In bocca al lupo a chi dovrà portare avanti questo prezioso incarico, titolo della città e bene comune europeo.
Ilaria D’Auria
Di seguito anche un post pubblicato da Ilaria D’Auria sul suo profilo facebook in lingua inglese, post che ha provocato la reazione del sindaco De Ruggieri
la cosa sta divento stucchevole: al primo intervento mi ero trattenuto oggi lo pubblico.Comunque, meno chiacchiere e produciamo ma con TRASPARENZA. mettiamo i conti in tavola
COMMENTO a buon intenditor da tammuriata nera:Meh dillo a mamma meh
meh dillo pure a me
conta ‘o fatto comm’è ghiuto
Ciccio, ‘Ntuono, Peppe, Ciro
chillo ‘o fatto è niro niro, niro niro comm’a che…
Seh ‘na guardata seh
seh ‘na ‘mprissione seh
và truvanno mò chi è stato
c’ha cugliuto buono ‘o tiro
chillo ‘o fatto è niro niro, niro niro comm’a cche…
il Sindaco è ancora Presidente della Fondazione Zetema ? La Fondazione Zetema riceve finanziamenti Pubblici ? La Presidenza della Fondazione era compatibile con la éresidnza dell’Associazione Zetema?…