A spingere la deflazione a febbraio è il calo dell’11% dei prezzi delle verdure che sta provocando effetti devastanti nelle campagne. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat sull’inflazione sulla base dei dati Ismea a febbraio 2016.
Ma la situazione attuale dei prezzi all’origine dei prodotti ortofrutticoli è complessivamente negativa. La Coldiretti nel Metapontino ha fatto un’analisi precisa sugli andamenti di mercato e gli effetti climatici.
“La riduzione dei prezzi al consumo” sottolinea Giuseppe Abbatepaolo, Presidente della Coldiretti sezionale di Bernalda “si amplifica nelle campagne dove gli ortaggi evidenziano cali molto pesanti nei prezzi all’origine, rispetto allo stesso periodo del 2015, tra il 20 e il 69%. La frutta vede situazioni negative per i kiwi, le arance ed i mandarini”.
Da valutare la situazione delle fragole che non sono partite bene, sono cresciute nella seconda settimana di commercializzazione e probabilmente stanno scontando anche un anticipo di maturazione, con un consumo non ancora pronto.
Secondo Vincenzo Padula, Presidente sezionale Coldiretti di Policoro “L’effetto congiunto dell’andamento climatico anomalo, le speculazioni e distorsioni lungo la filiera hanno allargato la forbice dei prezzi dal campo alla tavola. In Basilicata è il Metapontino a risentirne particolarmente. Tutto ciò vale anche per gli altri comparti, dove maggiormente tale comportamento è reso possibile dai ritardi nella legislazione comunitaria e nazionale che non obbliga ad indicare la provenienza delle materie prime in etichetta che è anonima anche per i formaggi e i salumi”.
Per Piergiorgio Quarto, Presidente Regionale Coldiretti Basilicata “Le misure che attualmente possono essere ipotizzate vanno in due direzioni. In primo luogo, occorre aumentare la pressione sull’UE perché si ricomponga la frattura con la Russia in modo da vedere rimuovere l’embargo nei confronti dei prodotti UE. La ripresa delle spedizioni di ortofrutta verso la Russia potrebbe direttamente o indirettamente migliorare le condizioni di mercato. Purtroppo però i tempi necessari perché ciò possa avvenire si collocano nel medio/lungo periodo”. In parallelo” conclude Quarto “si deve lavorare perché siano assegnati nuovi quantitativi per il ritiro dei prodotti ortofrutticoli ai diversi stati membri, nonché spingere affinché la legislazione comunitaria preveda l’indicazione obbligatoria in etichetta di tutte le materie prime”.