Il Dipartimento regionale Politiche della Persona, insieme alle Segreterie Regionali di CGIL CISL UIL Basilicata congiuntamente alle Categorie di SPI FNP UILP, hanno raggiunto un’importante intesa il 26 febbraioper la definizione del Piano regionale degli indirizzi alla pianificazione intercomunale dei servizi sociali e sociosanitari.
Il documento, che l’Assessore competente Flavia Franconi proporrà alla Giunta Regionale in tempi stretti, è stato elaborato e condiviso in una serrata e proficua sessione del tavolo di confronto: un’esperienza inedita e significativa di miglioramento delle relazioni istituzionali e sindacali per la definizione della nuova progettualità socialevalevole dal 2016 al 2018
Si tratta di un documento di importanza strategica in quanto delinea la futura governance territoriale dei servizi socio sanitari e le direttrici del welfare regionale,recuperando ritardi e rilanciando le politiche di protezione sociale essenziali per un nuovo sviluppo regionale sostenibile e coeso.
Il Dipartimento regionale e le parti sindacali sono pervenute ad una comune visione del Piano sociale regionale. Un piano-processo e cornice dei Piani intercomunali che fa risaltare le istanze della comunità, delle risorse umane, professionali, territoriali e privilegia il ruolo della Conferenza di ambito .
Il Piano parte da una lettura critica della situazione sociale della regione,da una prima descrizione delle risorse e dei nuovi bisogni e prefigura le chiavi interpretative per modificare l’offerta dei servizi, delineando un disegno da sottoporre alla discussione degli ‘ambiti zonali’.
Il Piano gioca le sue sfide con l’affermazione delle seguenti priorità integrate:
1. L’attenzione ai nuovi bisogni della popolazione, al fine di migliorare l’inclusione e la coesione sociale ed il recupero di fragilità;
2. La promozione di azioni che sostengano e tutelino le giovani generazioni, con una distinzione tra la progettualità rivolta all’infanzia, agli adolescenti , ai giovani adulti ed ai generi;
3. Il sostegno delle persone in condizioni di fragilità e di vulnerabilità al fine di ridurre il rischio di scivolamento verso le forme di povertà estrema e, in particolar modo, le famiglie a forte disagio economico e sociale;
4. Il sostegno delle persone non autosufficienti o in disabilita e delle loro famiglie, intervenendo sia sul versante delle persone con disabilità giovani, adulte e minori, sia su quello delle persone anziane, anche al fine di favorirne la permanenza nel proprio domicilio, attraverso una applicazione incisiva e consistente delle misure del POR FSE 2014/20;
Questi progetti-obiettivo sono traducibili in azioni virtuose e visibili sul territorio attraverso essenziali snodi di attuazione .
Il Piano è impostato, con la regia della Struttura regionale di raccordo,applicando la metodologia della progettazione partecipata nelle sue diverse fasi di formazione,implementazione e monitoraggio .
Al lavoro di Piano ed alla Struttura regionale di regia sono associate le organizzazioni sindacali e le rappresentanze degli interessi e del terzo settore.
Importante è la continuità e lo sviluppo delle funzioni di innovazione organizzativa degli uffici di piano del sociale per il cui consolidamento si riconosce la preminenza di rapporti di lavoro stabile nell’attivazione di nuove funzioni e strutture.
Per realizzare concretamente i principi della integrazione socio-sanitaria si prevede l’adozione diun apposito protocollo d’intesa tra le Aziende Sanitarie e i Comuni, recante le linee e le misure organizzative unitarie definite nei Piani di Ambito, nonché la disponibilità in ogni Ufficio di Piano di una figura professionale dell’Azienda Sanitaria competente .
La fruizione dell’offerta di prestazioni sociali previste nel Piano sarà assicurata attraverso la costruzione di un sistema di garanzia effettiva dei livelli essenziali ed appropriati distinti in sette macro-aree con una dotazione minima territoriale.
Altro snodo qualificante è la previsione di una profonda innovazione,anche con un atto di pianificazione generale, del sistema di relazioni sociali tra soggetti pubblici e privati per l’erogazione dei servizi,secondo criteri che privilegino oltre che l’economicità la qualità e la appropriatezza nell’accreditamento.
La sfida del Piano sociale è nuova e produttiva di cambiamenti significativi per la Regione e gli EE.LL.; la realizzazione delle fasi del Piano il complesso dei Piani intercomunali, una rinnovata funzione programmatoria, anche coordinando livelli di piano ed interventi integrati in ambiti collegati al sociale quali l’istruzione, il lavoro,l’agricoltura sociale ,il manifatturiero .
La sfida vale anche per le OO.SS., a cui viene conferito uno straordinario ruolo di attori della programmazione e delle nuove politiche di welfare regionale.Anche con la partecipazione a diverse istanze di impostazione e di attuazione del Piano sociale.Il modello è quello di una partecipazione coessenziale con le parti pubbliche per irrobustire e sostenere insieme i processi di cambiamento sociale.
Le Segreterie Regionali CGIL-SPI, CISL-FNP e UIL-UILP