Con il rafforzamento del sistema museale di Matera e del Metapontino si deve puntare con maggiore determinazione e di conseguenza attraverso “pacchetti” specifici di soggiorni ed itinerari a rafforzare l’offerta di ospitalità e servizi per accrescere la presenza e gli arrivi per Matera 2019. E’ il commento del Centro Studi Turistici Thalia in merito all’Accordo Operativo Attuativo (AOA) tra la Regione Basilicata e il Mibact ai fini dell’attuazione della strategia di valorizzazione delle aree di attrazione culturale nell’ambito del Pon ‘Cultura e sviluppo 2014-2020’. Nella nota si ricorda che tra gli undici attrattori lucani figurano il museo nazionale Domenico Ridola e il Museo nazionale d’arte medievale e moderna di Matera, il museo nazionale della Siritide e il parco archeologico di Herakleia di Policoro, museo archeologico nazionale di Metaponto, il parco archeologico dell’area urbana, il tempio delle tavole palatine. Il dato di partenza che deve orientare amministratori pubblici ed operatori privati: in Basilicata con i 17 luoghi della cultura statali nel 2015, gli ingressi sono aumentati del 13% rispetto al 2014 con un totale 256.770 visitatori, ma da una analisi del Centro Studi Turistici Thalia, il numero complessivo è minore rispetto a quello dei visitatori di Paestum o a quanti sono i visitatori in soli tre giorni a Pompei. Altro dato fortemente negativo è quello della permanenza media del turista a Matera che non supera i 2 giorni. Cifre che stonano rispetto ad un target specifico, il turista culturale, che – sottolineano gli operatori del Thalia – è più propenso a spendere 52 euro al giorno per l’alloggio, in media, e 85 euro per spese extra, contro i 47 euro per alloggio e 75 per gli extra di chi viaggia per ragioni non culturali. Ma dal Mibac non vengono solo buone notizie. C’è infatti una ferita ancora aperta che va rimarginata rapidamente. Nelle nuove decisioni del Ministro Franceschini di riorganizzazione degli uffici periferici del Mibac, tra cui la nuova articolazione territoriale delle Soprintendenze, una sola Soprintendenza per la Basilicata con sede a Potenza di fatto penalizza Matera. Anche i Consigli Regionale e Comunale di Matera se ne sono occupati. Nello specifico il capogruppo di Cd Nicola Benedetto ha presentato una mozione nella quale lamenta che il decreto del 25 gennaio 2016 a firma del Ministro Franceschini, che modifica il precedente decreto ministeriale 23 dicembre 2014, recante “organizzazione e funzionamento dei musei statali”, prevede l’accorpamento al Polo museale della Basilicata del Castello di Lagopesole, della Chiesa del Cristo flagellato ed ex ospedale di San Rocco di Matera, del Palazzo De Lieto di Maratea. Tenuto conto che il trasferimento al Mibac delle tre strutture culturali di fatto ne impedisce l’utilizzo come accaduto sinora come location per iniziative ed attività per convegni, incontri di studio e l’allestimento di mostre, Benedetto ha sollecitato un’iniziativa per ridefinire con il Ministro Franceschini i contenuti del decreto che penalizza l’utilizzo di rilevanti beni culturali. Si tratta – spiega Benedetto – di affermare il principio della piena programmazione del nostro patrimonio culturale e quindi della sua migliore e più efficace fruizione. La valutazione da fare è quella di estendere l’utilizzo dei contenitori culturali che soprattutto a Matera sono da tempo location scelte per molte iniziative di prestigio e non certo quella di sottoporli a rigidi regolamenti ministeriali che ne riducono l’impiego. Pensiamo che i programmi di Matera 2019 non possono permetterselo e che quindi la Giunta Regionale debba far prevalere le proprie prerogative di programmazione nei settori della cultura e del turismo culturale. Ci aiuta in proposito la cosiddetta “mozione di Paestum” lanciata nell’ultima edizione della Borsa del Turismo Archeologico di Paestum: il documento evidenzia quanto i territori del Mezzogiorno esprimano una propria forza economica anche attraverso l’elevata qualità del proprio patrimonio culturale diffuso e dei paesaggi, le cui straordinarie potenzialità sono ampiamente inespresse. “Per le regioni del Sud – recita la mozione – il patrimonio culturale ed il paesaggio sono, infatti, non solo elementi fondanti della propria identità, ma anche potenziali potenti strumenti di miglioramento della qualità dello sviluppo economico sostenibile e per la creazione di opportunità di lavoro qualificato in particolare per i tanti professionisti dei beni culturali, formati nelle nostre Università. Tuttavia – constata il documento – ad oggi tali potenzialità non si sono ancora pienamente dispiegate in termini di sviluppo socio-economico, occupazione, benessere diffuso”. Per sviluppare tali potenzialità nel Mezzogiorno Benedetto invita il Governo ad avviare percorsi di valorizzazione del patrimonio culturale in connubio con la tutela, auspica la rapida adozione nelle regioni del Sud dei Piani Paesaggistici Territoriali, sollecita lo sviluppo di conoscenze pluridisciplinari, invita il MiBACT a incentivare percorsi di collaborazione con altri soggetti istituzionali e a proseguire nel percorso avviato per la migliore gestione delle risorse del Programma Operativo Nazionale cultura, anche in connessione con i Programmi Operativi Regionali delle Regioni del Sud.
Mar 04