390 dipendenti di Datacontact rischiano di perdere il posto di lavoro a fine mese. Di seguito la nota inviata alla nostra redazione dall’Ugl Matera.
“Dura e incalzante è la nostra ferma posizione sulla vertenza Datacontact dove abbiamo sempre e fortemente chiesto e ritenuto che da Telecom, Regione Basilicata e Mise ci fosse il prosieguo di un confronto ‘a bocce ferme’ per avviare una trattativa per mantenere i posti di lavoro, tutti”.
Lo gridano a voce alta il segretario dell’Ugl Matera Pino Giordano e Brunella Filotico segretario provinciale della federazione per i quali, “stiamo assistendo inermi ad una scelta unilaterale e scellerata di Telecom Italia in merito alla sua volontà di non proseguire il rapporto di collaborazione in essere per la gestione del servizio 119 TIM, nella sede di Matera. Tante sono le vertenze occupazionali che seguiamo in Basilicata – proseguono i segretari Ugl – ma uno scenario assente di confronto e di relazioni sindacali non si è mai visto negli anni. Dal 1° Gennaio a.c. sembrerebbe che ci siano stati incontri tra Mise, Telecom, Regione Basilicata, Datacontact e nuovi probabili gestori ma sia al sindacato che ai lavoratori, non è stata concessa la minima possibilità di informazione e confronto bensì, ricevendo esclusivamente notizie infondate e confuse da ‘corridoio’. Allora – proseguono Filotico e Giordano – ci si batterà manifestando, in tutte le sedi e con il supporto già concretamente manifestato dei lavoratori, verso le Istituzioni locali e nazionali che a parer dell’Ugl, sembrano voler assistere e nascondere inermi un dramma che sta’ depauperando questo patrimonio intangibile di grande valore e che non può essere svenduto. Difendere l’occupazione è prioritario, Telecom in qualità di principale committente di servizi di Contact Center dell’azienda di Matera unitamente alle Istituzioni, unilateralmente non decidano di giocare sul destino dei lavoratori, ricordando a tutti che per l’attività di commessa Telecom, trovano impiego un numero di dipendenti pari a circa 400 unità, tutte collocate presso la sede di Matera, su un totale aziendale di 1.303 e dove l’età media dei dipendenti è di 35 anni, giovani con famiglie a carico e dipendenti prettamente di sesso femminile. Non consentiamo di abbassare la guarda e di considerare chiusa la vicenda anzi, non conoscendo ad oggi posizioni, l’Ugl si dice ancora pronta a dialogare, a valutare proposte che dovessero arrivare da imprenditori e dal territorio. E a conferma che le incertezze sulla vicenda restano ci dichiariamo esplicitamente insoddisfatti su come la vertenza Datacontact venga gestita benché la stessa, se trattata, doveva essere utile per definire il terreno preliminare a individuare le soluzioni. Non possiamo dire a questo punto che ci sia chiarezza come elemento che contraddistingua la questione relativa e su 400 lavoratori della sede di Matera che rischiano la perdita del posto di lavoro. Abbiamo chiesto allora che la Regione obblighi e urgentemente tutti a sedersi in un imminente tavolo istituzionale e approfondisca la problematica evitando, che si arrivi al 31 marzo p.v. con un nulla di fatto. L’Ugl dà la disponibilità costruttiva a 360° per un confronto su una vicenda che non sembra avere una soluzione a portata di mano anzi, intravedendo una sostanziale preoccupazione dei lavoratori che rischiano di fatto di essere le principali ‘vittime’ di questa particolare situazione. Fin d’ora l’Ugl sarà disposta a mettere in campo tutte le forme pacifiche e democratiche di protesta affinché le Istituzioni comprendano che altre famiglie stanno perdendo il posto di lavoro e la politica Lucana intervenga per la Città dei Sassi dove la ricorda solo per il titolo Matera 2019. L’Ugl – concludono i segretari – si batterà affinché dal territorio materano non si perda neppure un solo posto di lavoro”.
VERTENZA DATACONTACT: CASTELLUCCIO (FI), GESTIONE AMPIAMENTE INADEGUATA
“Condivido la valutazione dei dirigenti dell’Ugl Filotico e Giordano: la vertenza Datacontact registra una gestione istituzionale, anche per responsabilità della Regione, ampiamente inadeguata rispetto agli interessi in campo che riguardano circa 400 posti di lavoro oltre a servizi di pubblica utilità”. Ad affermarlo è il consigliere regionale Paolo Castelluccio (Fi) secondo cui “l’assessore Liberali non si può limitare a dichiarare che l’ultima parola spetta a Telecom e quindi a promuovere tavoli solo per rispondere alle sollecitazioni di sindacati e lavoratori, come se si trattasse di incontri formali. Nessuno chiede forzature in processi aziendali ma – aggiunge – bisogna pur ricordare a Telecom gli impegni assunti nei confronti dei lavoratori addetti come più in generale per garantire prestazioni importanti per l’intera utenza che paga le stesse prestazioni. L’esigenza prioritaria è quella di assicurare la continuità di svolgimento della commessa a Matera e su questo il Governo, attraverso il Mise, è chiamato a svolgere un ruolo di primo piano. Pertanto il confronto tra le parti deve riprendere su basi diverse mettendo il management di Telecom in condizioni di mostrare al tavolo le carte, vale a dire di far conoscere in dettaglio il proprio disegno senza ricorrere a sotterfugi e a dilazioni. La scadenza ravvicinata del 31 marzo – dice ancora Castelluccio – impone tempestività, idee chiare e nervi salti, tutte doti che non sembrano appartenere all’assessore Liberali a differenza dei sindacati, come l’Ugl, che ha dato prova di grande responsabilità con la piena disponibilità a discutere alla luce del sole di ogni progetto, non per questo abbassando la guardia sull’impegno in difesa dei posti di lavoro. Prima di tutto si pone la necessità di mettere fine alle tante e differenti ipotesi che circolano ufficiosamente e di ristabilire serenità tra i lavoratori interessati che equivalgono ad altrettante famiglie e che coinvolgono anche gli altri 900 dipendenti della Datacontact, per un numero complessivo di posti di lavoro che per la realtà materana ha lo stesso “peso” della Fca di Melfi. Trovarsi a fine mese di fronte al “fatto compiuto” – conclude il consigliere di Fi – è l’evenienza da scongiurare”.