In attesa dell’assemblea che dovrebbe definire il ritiro in settimana del bando per il nuovo logo di Matera 2019, l’associazione Città Plurale in una nota esprime alcune valutazioni dopo le nomine stabilite all’interno del CDA, che hanno portato all’elezione del presidente Aurelia Sole e del vice presidente Angelo Tortorelli. In particolare Città Plurale si occupa dei rumors sul restyling della Fondazione che prevedono l’ingresso di nuove figure e della posizione di Paolo Verri. Di seguito la nota integrale.
Città Plurale “Matera 2019: prove tecniche Fondazione”
Da mesi ormai si rincorrevano le voci sul nuovo assetto della Fondazione Matera 2019; dopo le dimissioni, peraltro dovute, del sindaco De Ruggieri, si parlava di nuovi organigrammi, di compensi, di ruoli e circolavano nomi più o meno convincenti di possibili designati.
Finalmente, il nuovo CdA ha designato Aurelia Sole, rettrice dell’Università di Basilicata, come presidente e Angelo Tortorelli come vice presidente. Scelte obbligate, viste le incompatibilità degli altri componenti del CdA. In questa vicenda, ognuno ha recitato la sua parte; tutti gli addetti ai lavori sapevano, ma tutti fingevano di non sapere, orchestrando perfino contrasti e finte scaramucce.
Non possiamo che prendere atto che i giochi sono fatti, ma ci sia permesso di esprimere qualche considerazione sulla questione. La Fondazione è un organismo fondamentale per guidare il percorso verso il 2019 ed è dunque necessario che i soggetti a vario titolo in esso coinvolti siano il più possibile informati e partecipi dei passi che vengono compiuti o devono compiersi per l’attuazione di tale progetto. Pensiamo in primo luogo alle istituzioni- Comune e Regione, che tra l’altro sono tra i finanziatori di Matera 2019; il Consiglio Comunale si è occupato della questione la settimana scorsa; sarebbe stato opportuno che anche il Consiglio Regionale avesse fatto altrettanto. Ma anche noi cittadini non avremmo avuto il diritto di essere informati su quello che stava accadendo e di capirne le motivazioni? E non abbiamo il diritto di sapere quello che bolle in pentola? I rumors sul restyling della Fondazione parlano dell’ingresso di nuove figure, nuovi direttori con specifici incarichi. Non vorremmo che anche questi nuovi ruoli siano un’ennesima variazione del balletto per la spartizione di poltrone appetibili. Se Paolo Verri ha bisogno di collaboratori, bene: si facciano pure gli acquisti necessari sul mercato e si crei una squadra qualificata, affiatata e vincente, e non si corra il rischio di dar vita ad un mostro policefalo, magari collerico e litigioso, solo per rispondere alle solite logiche spartitorie, o per tenere a freno quelle che qualcuno giudica tendenze troppo autocratiche del Direttore Verri.
Ed è forse questo il momento per chiarire definitivamente la posizione di Verri e stabilire se questo “condominio” con la Puglia sta bene a tutti e, soprattutto, se gli consente di portare a termine il lavoro intrapreso senza inciampi e conflitti di interesse. Da bravi cittadini volenterosi e partecipi, a cui sta a cuore il bene comune, chiederemmo, infine, di essere informati anche sull’intera struttura della Fondazione e sulla sua organizzazione, non solo sui suoi vertici; in particolare, vorremmo che fossero resi pubblici i criteri con cui si intende attribuire gli incarichi, ad intra e ad extra. E’ in arrivo un fiume di denaro pubblico e la trasparenza è l’unica garanzia contro i tentacoli della corruzione che può infiltrarsi ad ogni livello, inquinando irrimediabilmente l’avventura di Matera Capitale europea della cultura. E proprio nell’ottica della trasparenza e della partecipazione, chiediamo ancora una volta la pubblicazione del bilancio del Comitato del 2014, con l’indicazione analitica delle voci di spesa, i nomi di coloro che hanno fornito i servizi e le modalità di assegnazione degli appalti. Qualcuno ritiene inutili o speciose queste richieste, o pensa che i richiedenti siano afflitti da manie vessatorie o da sindromi complottistiche? Niente di tutto questo: è puro e semplice esercizio di democrazia. Finché avremo una Costituzione che ce lo consente…