Annamaria Dubla (Ambiente e Legalità): “Gestione rifiuti il Comune di Matera ha perso la bussola…”. Di seguito la nota integrale.
Com’era prevedibile l’impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati sito a La Martella è stato bloccato, per inadempienze alle prescrizioni AIA, dalla Regione Basilicata, ed il Sindaco De Ruggieri che fa?
Preso dal panico e mal consigliato (non si può pensare altro) emette un’ordinanza con la quale sceglie di “mettere in riserva”, in un impianto autorizzato in procedura semplificata dalla Provincia di Matera, i rifiuti indifferenziati prodotti dalla città di Matera dalla data del blocco dell’impianto fino ad una Ordinanza Regionale o Provinciale che indichi altra destinazione.
Sembrerebbe tutto normale, si fa per dire, ma, a ben guardare tanto normale non è ,se si pensa che le 50 tonnellate giornaliere “messe in riserva” dovranno comunque andare in un centro di recupero autorizzato alle operazioni in R (Recupero) e non già in impianto come lo stesso di La Martella autorizzato in D cioè per operazioni di smaltimento.
Allora ci si chiede: perché questo inutile e costosissimo passaggio in un impianto che non può trattare quei rifiuti? Non sarebbe stato più economico, per le stesse ragioni di urgenza ed emergenza, inviarli direttamente ad un centro di recupero?
Quest’ultimo avendo l’autorizzazione, in semplificata, per la messa in riserva (R 13) di rifiuti indifferenziati, per un quantitativo annuo di 7000 tonnellate, è fornito di un impianto di raccolta di percolato che necessariamente i rifiuti indifferenziati producono? Certamente si, però sarebbe opportuno controllare!
Venendo all’impianto di trattamento di La Martella chiuso a seguito di provvedimento di diffida del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, nell’atto regionale si legge di inadempienze ed inosservanze francamente desolanti. Come la presenza, perdurante, di percolato nel quinto settore della discarica, la presenza di sovrabanco di rifiuti, sempre nel quinto settore, come la mancanza di depressione della fossa di raccolta dei rifiuti e dei locali destinati alla biostabilizzazione, in quanto le serrande dei varchi, ormai obsolete, non sono funzionali a consentire la chiusura ed apertura ripetuta pressa idraulica per imballggio del sopravaglio fatiscente, quindi inservibile, reattori di biostabilizzazione fatiscenti, impianto elettrico anch’esso fatiscente.
Domanda: dato che il fatiscente e l’obsoleto presuppongono un tempo cronologico piu’ prossimo al passato remoto che prossimo, come è stato possibile dare avvio, nel novembre 2015, a tale impianto di trattamento?
Per regalare a De Ruggieri l’utopia di una Matera degna del 2019? Capiamo che ad una certa età le delusioni ed il disincanto possono seriamente nuocere, ci dispiace , ma ai detrattori delle precenti amministrazioni, non farà piacere questo tipo di “continuità amministrativa”.
Annamaria Dubia, Ambiente e Legalità