Gloria Polo, la dentista di Caracas che ha sperimentato il mortale colpo di fulmine, ha raggiunto la città dei Sassi per raccontare la sua testimonianza nell’auditorium della Parrocchia San Giuseppe Artigiano di Matera e incontrare i fedeli nella Chiesa in compagnia di Don Nicola Gurrado. Un incontro particolmente gradito dalla comunità materana e che è stato realizzato con la presenza di un traduttore simultaneo che ha permesso al pubblico di comprendere la relazione esposta in lingua madre da Gloria Polo. Per favorire la partecipazione di un pubblico più ampio è stato inoltre installato un maxi-schermo all’esterno della chiesa materana.
Al termine del suo intervento è stata offerta al pubblico presente la possibilità di acquistare le sue ultime due pubblicazioni: “Illusione o realtà, studio critico sulla testimonianza della dottoressa Gloria Polo e le esperienze di premorte” e “Sono stata alle porte del cielo e dell’inferno, nuova testimonianza della dottoressa Gloria Polo”, entrambi a cura di Flaviano Patrizi.
Gloria Polo ha ricordato che nelle sue pubblicazioni “non si trova niente di più e niente di meno di quello che si trova nella Sacra Scrittura: eppure, dal momento che tanti non riescono a vedere la verità del post-morte, Dio fece sperimentare e vivere a qualcuno questo ‘di più’, di cui parla la Bibbia. Questo qualcuno si chiama Gloria Polo, che ritornando in questa vita divenne come il faro di una realtà che riguarda tutti. Se qualcuno ha dubbi o pensa che Dio non esiste, che l’Aldilà sia cosa da film, o che con la morte tutto finisce non esiti a leggere questa testimonianza. Ma la legga dall’inizio alla fine. Sicuramente la sua opinione, fosse anche la più scettica, cambierà. Si tratta di un fatto realmente accaduto. Gloria Polo, una donna che ‘morì’, passò all’altro mondo e ritornò proprio per dare la sua testimonianza agli increduli. Dio ci dà molte prove, ma noi continuiamo a negare la sua esistenza”.
E’ doveroso precisare che dopo l’abrogazione dei canoni 1399 e 2318 del Codice di Diritto
Canonico, ad opera di Paolo VI in AAS 58 (1966), gli scritti riguardanti nuove apparizioni, manifestazioni o miracoli possono essere divulgati e letti dai fedeli anche senza autorizzazione esplicita da parte dell’autorità ecclesiastica, purché i contenuti osservino in tutto la morale cristiana.
In accordo con il decreto di Urbano VIII ai fatti narrati o presentati, non si dà ufficialmente alcun valore soprannaturale, fino a quando l’Autorità Ecclesiastica non abbia espresso il suo giudizio.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro a Matera con Gloria Polo e di seguito il testo integrale della testimonianza di Gloria Polo
Se qualcuno ha dubbi, o pensa che Dio non esiste, che l’Aldilà sia cosa da film, o che con la morte tutto finisce, faccia il favore di leggere questa testimonianza! Ma legga dall’inizio alla fine! Sicuramente la sua opinione, fosse anche la più scettica, cambierà! Si tratta di un fatto realmente accaduto! Gloria Polo è una donna che “morì”, passò all’altro mondo e ritornò proprio per dare la sua testimonianza agli increduli. Dio ci dà molte prove, ma noi neghiamo sempre la sua esistenza.
Gloria Polo vive attualmente in Colombia, continua ad esercitare la stessa professione che aveva prima dell’accaduto. E’ rimasta con enormi cicatrici, ma ha una vita normale; la differenza è che adesso è una donna con molta fede! Viaggia molto, per dare la sua testimonianza a migliaia di persone, compiendo la missione che Dio le ha affidato (ha l’autorizzazione da parte della Chiesa per questo).
Questa è la trascrizione di una sua testimonianza, data in una chiesa di Caracas (Venezuela), il 5 maggio del 2005, e che traduciamo dallo spagnolo. E’ autentico! non è finzione.
TESTIMONIANZA DI GLORIA POLO
Buon giorno, fratelli. E’ meraviglioso per me essere qui, per condividere con voi questo regalo così bello che il Signore mi fece.
Quello che sto per raccontarvi, accadde il 5 Maggio 1995, all’Università Nazionale di Bogotà, a partire dalle ore 16.30.
Sono dentista. Io e mio cugino di 23 anni, anch’egli dentista, stavamo studiando per prendere la specializzazione. In quel giorno, che era di venerdì, intorno alle 16.30 h, camminavamo insieme con mio marito verso la Facoltà di Odontoiatria, per cercare alcuni libri di cui avevamo bisogno. Con mio cugino camminavo sotto un piccolo ombrello, mentre mio marito indossava un impermeabile e per ripararsi meglio camminava lungo la parete della Biblioteca Generale. Noi due saltavamo da una parte all’altra per evitare le pozzanghere, avvicinandoci così agli alberi: mentre ne saltavamo una piuttosto grande, ci cadde addosso un fulmine, che ci lasciò carbonizzati.
Mio cugino morì sul colpo. Il fulmine entrò da dietro, bruciandolo dentro completamente, e uscì dal piede, lasciandolo intatto all’esterno. Nonostante la sua giovane età, era un ragazzo molto religioso. Aveva una gran devozione per Gesù Bambino e ne portava sempre al collo una Sua immagine: si trattava di un cristallo di quarzo tipo medaglia. Le autorità dissero che fu il quarzo ad attirare il fulmine su mio cugino, perché entrò nel cuore bruciandolo tutto…
Rimanendo intatto esternamente, ebbe subito un arresto cardiaco che non rispose ai tentativi rianimazione fatti dai medici, e morì sul posto.
Quanto a me, il fulmine mi entrò dal braccio, bruciando spaventosamente tutto il corpo, sia fuori che dentro: in pratica sparì la mia carne; così anche i seni, specialmente il sinistro, al posto del quale rimase un buco. Fece sparire la carne del mio ventre, delle gambe, delle costole, carbonizzò il fegato, bruciò gravemente i reni, i polmoni, le ovaie… e uscì dal piede destro.
Per la mia contraccezione, facevo uso della spirale, (un dispositivo intra-uterino a forma di T), e poiché il materiale di cui è fatto (il rame) è un buon conduttore elettrico, il fulmine carbonizzò e polverizzò anche le ovaie, che diventarono come due acini d’uva passa.
Rimasi in arresto cardiaco, praticamente senza vita, con il corpo che saltava a causa dell’elettricità ancora presente in quel luogo.
Questo corpo che voi vedete qui, adesso, questo corpo ricostruito, è frutto della misericordia di Nostro Signore.
L’ALTRO MONDO
Ma questa è solo la parte fisica… Il bello è che, mentre il mio corpo rimaneva lì carbonizzato, in quello stesso istante io mi ritrovai dentro un bellissimo tunnel bianco di luce, una luce meravigliosa, che mi faceva sentire una gioia, una pace, una felicità che non ho parole per descrivere la grandezza di quel momento. Fu una vera estasi. Guardai, e nel fondo di questo tunnel vidi una luce bianca, come un sole, una luce bellissima…Dico bianca per dirvi un colore, ma si tratta di colori che non si possono paragonare a quelli che esistono sulla terra. Era una luce stupenda: sentii attraverso di essa come una fonte di pace, di amore, di luce…
Quando salii per questo tunnel verso la luce, mi dissi: “Caramba, sono morta !”
Allora pensai ai miei figli e sospirai: “Ahimé, mio Dio, i miei figliolini! Che cosa diranno i miei figli? Questa madre così occupata, che mai aveva tempo per loro…”.
Infatti, uscivo al mattino presto tutti i giorni, e non rientravo prima delle 11 di notte.
Allora vidi la realtà della mia vita, e sentii molta tristezza. Ero uscita di casa decisa a conquistare il mondo, ma a che prezzo! …Mettendo al secondo posto la mia casa e i miei figli! …In quell’istante di vuoto per l’assenza dei miei figli, senza sentire più il mio corpo, né la dimensione del tempo e dello spazio, guardai, e vidi qualcosa di molto bello: vidi tutte le persone della mia vita… In un unico istante, nel medesimo momento, tutte le persone, quelle vive e quelle defunte. Potei abbracciare i miei bisnonni, i nonni, i genitori (che erano morti)…tutti! Fu un momento di pienezza, meraviglioso. Compresi allora di essermi ingannata con la storia della reincarnazione:
mi avevano detto che mia nonna si era reincarnata, ma senza dirmi dove. Poiché l’informazione mi costava troppi soldi, lasciai stare e non approfondii le ricerche per sapere in chi si fosse reincarnata. Sapete, io difendevo la teoria della reincarnazione… E adesso, lì, avevo appena abbracciato la mia nonna, la bisnonna…
Le abbracciai bene, come potei fare con tutte le persone che conoscevo, vivi e defunti. E tutto in un unico istante. Mia figlia, quando l’abbracciai, si spaventò: aveva 9 anni, e sentì il mio abbraccio, perché io potevo abbracciare anche i vivi (solo che, normalmente, non sentiamo quest’abbraccio).
Quasi non mi resi conto del passare del tempo, durante quel momento così bello.
E poi, ora che non avevo più il corpo, era stupendo vedere le persone in un modo del tutto nuovo. Prima, infatti, sapevo solo criticare: se uno era grasso, magro, brutto, elegante, non elegante, ecc.
Quando parlavo degli altri, dovevo sempre fare qualche critica. Adesso no: adesso vedevo le persone dal di dentro, e com’era bello… Mentre li abbracciavo, vedevo i loro pensieri, i loro sentimenti…
Così continuavo ad avanzare, piena di pace, felice; e quanto più salivo, tanto più sentivo che stavo per vedere qualcosa di molto bello. Infatti, verso il fondo, avvistai un lago bellissimo…si! Vedo un lago stupendo, alberi così belli, ma così belli, meravigliosi… E fiori bellissimi, di tutti i colori, con un profumo delizioso, così diverso da quelli dei nostri fiori… Tutto era talmente bello in quel giardino stupendo, così meraviglioso… Non esistono parole per descriverlo, tutto era amore.
C’erano due alberi, ai lati di qualcosa che sembrava essere un’entrata. E’ tutto così diverso da quello che noi conosciamo quaggiù: non si trovano al mondo colori simili, lassù è tutto talmente bello! …Fu in quel momento che mio cugino entrò in quel meraviglioso giardino.
…Io sapevo! Sentivo che non dovevo, non potevo entrare lì…
IL PRIMO RITORNO
In quello stesso istante sento la voce di mio marito. Si lamenta e piange con un sentimento profondo, e grida: “Gloria!!! Gloria! Per favore, non lasciarmi! Guarda i tuoi bambini, i tuoi figli hanno bisogno di te! Gloria, torna indietro! Torna indietro! Non essere vigliacca! Ritorna!”
Io sentii tutto, e lo vidi piangere con tanto dolore… Ahimé, in quel momento Nostro Signore mi concede il ritorno… Ma io non volevo tornare! Quella pace, quella gioia di cui ero avvolta, mi affascinavano! Ma, poco a poco, cominciai a ridiscendere verso il mio corpo, che trovai senza vita. Lo vidi esanime in una barella dell’Università Nazionale di Infermeria. Vidi i medici che davano scosse elettriche al mio cuore, per togliermi dall’arresto cardiaco. Io e mio cugino eravamo rimasti più di 2 ore stesi per terra, perché i nostri corpi emanavano scariche elettriche, e non potevano essere toccati.
Solo quando l’elettricità si scaricò completamente, poterono soccorrerci. Allora cominciarono i tentativi di rianimazione su di me.
Guardai, e poggiai i piedi della mia anima (anche l’anima ha forma umana), la mia testa fece una scintilla e con violenza entrai, perché il corpo sembrava risucchiarmi dentro. Fu un dolore immenso entrare: uscivano scintille da tutte le parti ed io mi sentivo incastrare dentro qualcosa di molto piccolo (il mio corpo). Era come se il mio corpo, con questo peso e questa statura, entrasse improvvisamente in un vestito da bambino, ma di ferro. Era una sofferenza terribile, sentivo il dolore intenso della mia carne bruciata, il corpo tutto ustionato mi procurava un dolore indescrivibile, ardeva terribilmente e sprigionava fumo e vapore… Udii i medici gridare: “Torna in sé! Torna in sé!”
Loro erano felicissimi, ma la mia sofferenza era indescrivibile! Le gambe erano spaventosamente nere, il corpo e le braccia erano rimaste con la carne viva! Il problema delle gambe si complicò quando si considerò la possibilità di amputarle!
Ma per me c’era un altro dolore terribile: la vanità di una donna mondana, la donna intraprendente, intellettuale, la studentessa… Schiava del corpo, della bellezza, della moda, dedicavo 4 ore ogni giorno all’aerobica; schiavizzata per avere un bel corpo, mi sottoponevo a massaggi, diete, iniezioni… Insomma, tutto quello che potete immaginare. Questa era la mia vita, una routine di schiavitù per avere un bel corpo.
Dicevo sempre: se ho un bel seno, è per mostrarlo; perché nasconderlo?
Lo stesso dicevo delle mie gambe, perché sapevo di avere delle gambe spettacolari, e buoni addominali… Ma in un istante, vidi con orrore come tutta la mia vita era stata solo una continua e inutile cura del corpo… Perché questo era il centro della mia vita: l’amore al mio corpo. E adesso, non avevo più un corpo! Al posto del seno avevo due buchi impressionanti, soprattutto il sinistro, che era praticamente sparito. Le gambe erano terribili a vedersi, come a brandelli, senza carne, nere come il carbone. Notate: le parti del corpo che più curavo e stimavo, furono quelle che rimasero completamente bruciate e letteralmente senza carne.
ALL’OSPEDALE
In seguito mi portarono all’Ospedale del “Seguro Social”, dove mi operarono immediatamente, e cominciarono ad asportare tutti i tessuti bruciati. Mentre mi anestetizzavano, uscii nuovamente dal corpo, preoccupata per le mie gambe, quando all’improvviso, in quello stesso momento, terribile e orribile…
Ma prima devo dirvi una cosa, fratelli: io ero una “cattolica dietetica”, lo fui per tutta la vita, perché la mia relazione con Dio si risolveva in una Messa di 25 minuti alla Domenica, e basta. Andavo alla Messa dove il sacerdote parlava meno, perché mi stancavo! Che angoscia sentivo, con quei sacerdoti che parlavano molto! Questa era la mia relazione con Dio! Per questo tutte le correnti del mondo mi trascinavano: mi mancò la protezione della preghiera fatta con fede, anche nella Messa! Un giorno, quando stavo studiando per la specializzazione, udii un sacerdote affermare che non esiste l’inferno, e nemmeno i demoni! Era proprio quello che volevo sentirmi dire! Subito pensai fra me: se non esistono i demoni, e l’inferno non c’è, allora andiamo tutti in Cielo! E perciò, cos’ho da temere?!
Ciò che più mi rattrista ora, e che vi confesso con grande vergogna, è che l’unico legame che ancora mi manteneva nella Chiesa, era la paura del diavolo. Quando sentii che l’inferno non esiste, dissi immediatamente: benissimo, se tutti andiamo in Cielo, non importa quello che siamo o quello che facciamo!
Questo determinò il mio allontanamento totale dal Signore. Mi allontanai dalla Chiesa e cominciai a parlare male, con parolacce, ecc. Non avevo più paura del peccato, e cominciai a guastare la mia relazione con Dio. Iniziai a dire a tutti che i demoni non esistono, che sono invenzioni dei preti, che sono manipolazioni da parte della Chiesa, e infine… Arrivai a dire ai miei colleghi dell’Università che Dio non esisteva, che eravamo un prodotto dell’evoluzione, ecc. ecc., riuscendo a influenzare molta gente!
Torniamo adesso nella sala operatoria: quando mi vedo in quella situazione, che spavento terribile! Vedevo finalmente che i demoni esistono eccome, e venivano a cercare proprio me! Venivano a presentarmi il conto, per così dire, poiché avevo accettato le loro offerte di peccato! E queste offerte non sono gratis! Si pagano!! I miei peccati avevano le loro conseguenze…
In quel momento, dunque, cominciai a veder uscire, dalla parete della sala operatoria, tantissime persone, apparentemente comuni, normali, ma con uno sguardo pieno d’odio, diabolico, spaventoso, che fece tremare la mia anima: percepii immediatamente che si trattava di demoni. Avevo in me come una consapevolezza speciale: comprendevo infatti che a ciascuno di essi dovevo qualcosa, che il peccato non è gratuito, e che la principale menzogna del demonio è quella di dire che non esiste: questa è la sua migliore strategia per poter lavorare a piacere con noi. Mi resi conto che sì, esiste, e che veniva per accerchiarmi, per cercarmi! Immaginatevi lo spavento, il terrore!!
La mia mente scientifica e intellettuale, adesso non mi serviva a niente. Giravo qua e là nella stanza, cercavo di rientrare nel mio corpo, ma questa mia carne non mi riceveva, e lo spavento era terribile! Finii col fuggire di corsa, attraversai non so come la parete della sala operatoria, sperando di potermi nascondere tra le corsie dell’ospedale, ma quando passai il muro… Giù! Feci un salto nel vuoto…! Mi diressi dentro una quantità di tunnel che scendevano verso il basso. Al principio c’era ancora un po’ di luce, ed erano come alveari in cui si trovava tantissima gente: giovani, vecchi, uomini, donne, che piangevano, e con urla spaventose stridevano i denti… Ed io, sempre più atterrita, continuavo a scendere, cercando di uscire da lì, mentre la luce andava via via perdendosi… Rimasi a vagare per quei tunnel in un buio spaventoso, finché arrivai ad un’oscurità che non si può paragonare a niente altro… Posso solo dire che, in confronto, l’oscurità più buia della terra non è neppure paragonabile al pieno sole di mezzogiorno.
Laggiù, quella stessa oscurità genera dolore, orrore, vergogna, e puzza terribilmente. E’ un’oscurità vivente, sì, è viva: là niente è morto o inerte. Alla fine della mia discesa, correndo lungo tutti questi tunnel, arrivai ad un luogo pianeggiante. Ero disperata, con una volontà di ferro di uscire da lì: la stessa volontà che avevo di salire nella vita, ma che ora non mi serviva a niente, perché lì stavo e lì rimanevo. Ad un certo punto vidi il suolo aprirsi, come una grande bocca, enorme! Era viva! Viva! Sentii il mio corpo vuoto, vuoto in un modo impressionante, e sotto di me un abisso incredibilmente spaventoso, orribile; ciò che più agghiacciava era che, da lì in giù, non si sentiva nemmeno un po’ d’Amor di Dio, neanche una gocciolina di speranza.
Quella voragine aveva come qualcosa che mi risucchiava dentro. Io gridavo come una pazza, terrorizzata, sentendo l’orrore di non poter evitare quella discesa, perché avvertivo di scivolare irrimediabilmente dentro… Sapevo che, se fossi entrata, non sarei affatto rimasta là, ma avrei continuato a scendere, senza poter mai più risalire. Era, questa, la morte spirituale per la mia anima.
La morte spirituale dell’anima: ero irrimediabilmente perduta per sempre. Ma in quest’orrore così grande, proprio mentre sto per entrare, S. Michele Arcangelo mi afferra per i piedi… Il mio corpo entrò in quell’ abisso, ma i piedi rimanevano presi in alto. Fu un momento terribile e veramente doloroso. Quando arrivai lì, la luce che ancora restava nel mio spirito infastidì quei demoni; tutti gli orripilanti esseri immondi che abitano là, immediatamente si attaccarono a me. Quelli esseri orribili erano come larve, come sanguisughe che cercavano di tappare la luce. Immaginatevi l’orrore nel vedermi coperta da tali creature… Io gridavo, gridavo come una pazza! Quelle cose bruciavano! Fratelli, sono tenebre vive, è un odio che brucia, che ci divora, ci mette a nudo. Non ci sono parole per descrivere quell’orrore!
LE ANIME DEL PURGATORIO
Notate che io ero atea, ma lì cominciai a gridare: “Anime del Purgatorio! Per favore, tiratemi fuori di qui! Vi supplico, aiutatemi!”
Mentre gridavo, cominciai a sentir piangere migliaia e migliaia di persone, giovani… Sì, soprattutto giovani, con tanta, tanta sofferenza! Percepii che lì, in quel luogo terribile, in quel pantano d’odio e di sofferenza, stridevano i denti, con urla e lamenti che mi riempivano di compassione e che mai più potrò dimenticare… (Sono già passati 10 anni, ma ancora piango e soffro, quando ricordo la sofferenza di tutte quelle persone)…
Dicevo, compresi che lì si trovavano tutte quelle persone che, in un attimo di disperazione, si erano suicidate… Adesso stavano in quei tormenti, con quegli esseri orribili vicino a loro, circondate da demoni che le tormentavano. Ma il più crudele di questi tormenti era l’assenza di Dio, perché là non si sente Dio. Compresi che, coloro che in un momento di disperazione si erano tolti la vita, dovevano rimanere lì, fra quei tormenti, fino a che sulla terra non fossero trascorsi tutti gli anni che avrebbero avuto ancora da vivere: perché tutti quelli che si suicidano, escono dall’Ordine Divino.
Quelle povere persone, soprattutto tanti giovani, tanti, tanti… Piangono e soffrono molto… Se l’uomo sapesse la sofferenza che lo aspetta, mai nessuno prenderebbe la decisione di togliersi la vita!
Sapete qual è il maggior tormento, là?
E’ vedere come i propri genitori, o i familiari, che sono vivi, stanno piangendo e soffrendo con tremendi sensi di colpa: se io l’avessi castigato, o se non l’avessi castigato, se io gli avessi detto, o non glielo avessi detto, se avessi fatto questo o quello… Alla fine, questi rimorsi così terribili, -un vero inferno per quelli che li amano e restano in questa vita-, sono ciò che più li fa soffrire. E’ il tormento maggiore per loro, ed è qui che i demoni infieriscono, mostrando queste scene:
“Guarda come piange tua madre, guarda come soffre, guarda come soffre tuo padre, guarda come sono disperati, come sono angosciati, come s’incolpano e discutono, accusandosi a vicenda, guarda tutta la sofferenza che hai procurato loro. Guarda come si ribellano contro Dio. Guarda la tua famiglia… Tutto questo per colpa tua!”
Ciò di cui queste povere anime hanno bisogno, è che quanti restano quaggiù comincino un cammino di conversione, che cambino vita, che facciano opere di carità, che visitino i malati… E che offrano Messe in suffragio dell’anima del defunto.
Queste anime beneficiano enormemente di tutto ciò. Infatti, le anime che si trovano in Purgatorio non possono più fare niente per se stesse. Niente! Ma Dio sì, attraverso la
Messa. Anche noi dobbiamo aiutarle in questo modo.
Compresi dunque che quelle povere anime non potevano aiutarmi, e in questa sofferenza, in questa angoscia, cominciai nuovamente a gridare: “Ma qui c’è un errore!
Guardate che io sono una santa! Io non ho mai rubato! Non ho mai ucciso! Non facevo male a nessuno! Anzi, prima di andare in fallimento, importavo i migliori prodotti dalla Svizzera, toglievo e aggiustavo i denti, e molte volte non facevo pagare se i clienti non potevano permetterselo! Io facevo la spesa e la donavo ai poveri! Che ci faccio qui?!…”
Rivendicavo i miei diritti! Io, che ero così buona, che sarei dovuta andare dritta in Cielo, che cosa ci facevo lì?!
Andavo tutte le Domeniche a Messa, nonostante mi considerassi atea e non dessi attenzione a ciò che il sacerdote diceva; non mancavo mai. Se mancai alla Messa della Domenica 5 volte in tutta la mia vita, era tanto! Cos’è che ci facevo lì?!
“Ma che ci faccio io, qui? Tiratemi fuori di qui! Tiratemi fuori di qui!”. Continuai a gridare atterrita, con quegli esseri orribili appiccicati a me!
“Io sono cattolica! Io sono cattolica, per favore, tiratemi fuori da qui!”
VIDI I MIEI GENITORI
Quando gridavo che ero cattolica, vidi una piccola luce: e guardate che una lucina pur piccola, in quelle tenebre, è il massimo, è il più gran regalo che si possa ricevere.
Vedo dei gradini in cima a questa voragine, e vedo mio padre (che era morto 5 anni prima) quasi all’entrata dell’abisso. Aveva un pochino più di luce; e quattro gradini più su vidi mia madre, con moltissima più luce e in una posizione così, come in preghiera.
Appena li vidi, ebbi una gioia così grande che cominciai a gridare: “Papà! Mamma! Che gioia! Venite a prendermi! Venite a togliermi da qui! Papà, mamma, per favore, tiratemi fuori di qui! Vi supplico, portatemi via da qui! Portatemi via!!”
Mentre succedeva tutto questo, il mio corpo si trovava in coma profondo: ero intubata, collegata alle macchine, e agonizzante. L’aria non entrava più nei polmoni, i reni non funzionavano… Se rimanevo collegata ai macchinari, era soltanto perché mia sorella, che è medico, aveva insistito con i suoi colleghi, adducendo il motivo che loro non erano Dio. Infatti, pensavano che non valesse la pena tenermi in vita, e parlarono in questi termini ai miei familiari: dissero che non era il caso di accanirsi, che era meglio lasciarmi morire tranquilla, perché ormai mi trovavo in agonia. Ma mia sorella insistette così tanto, che essi…
Sapete l’incoerenza? Io difendevo l’eutanasia, il diritto a morire dignitosamente!
I medici non lasciavano entrare nessuno dove stavo io, se non questa mia sorella medico, che rimaneva continuamente accanto a me.
Quando la mia anima, che si trovava nell’aldilà, vide i miei genitori, mia sorella, che stava vicino al mio corpo in coma, mi udì chiaramente gridare a loro, tutta contenta, che mi venissero a prendere.
Forse a qualcuno di voi sarà capitato di sentire una persona in stato d’incoscienza gridare, o pronunciare delle parole: è quello che successe con me. Feci quasi morire di
spavento mia sorella! Infatti, cominciai a gridare di gioia quando li vidi, chiedendo loro di venire a prendermi; allora mia sorella, che udì tutto, urlò: “Adesso sì che è morta, mia sorella! Mia madre e mio padre sono venuti a prendersela! Andate via, non prendetela!
Và via, mamma, per favore; và via, papà, per favore: non prendetela! Guardate che ha i figli piccolini! Non portatevela via! Non portatevela via!”
I medici dovettero tirarla fuori di là, pensando che la mia povera sorella stesse delirando, che fosse in stato di shock; il che sarebbe stato normale, perché non era cosa da poco quello che stava passando: la morte di mio cugino, andare a prendere il cadavere all’obitorio, la sorella che muore, non muore, ma non supererà le 24 ore, secondo il parere dei medici… Era ormai da tre giorni che andava avanti con quest’angoscia, e per giunta senza dormire. Non meraviglia che la credessero esaurita e in preda alle allucinazioni…
Quanto a me, immaginatevi che gioia quando vedo i miei genitori! In quel luogo, in quella situazione così orribile nella quale mi trovavo, vedo i miei genitori!
Quando guardarono verso di me e mi videro lì, non potete immaginare che dolore immenso rivelarono i loro volti. Poiché là percepiamo e vediamo i sentimenti degli altri, io vidi il dolore che essi sentirono, quella loro sofferenza così grande. Mio padre cominciò a piangere tanto, tanto, e gridò: “Mia figlia! Oh, no! Mio Dio, mia figlia no! Mio Dio, la mia fogliolina no!”
Mia madre pregava, e quando guardò verso di me io vidi il dolore nei suoi occhi, ma nello stesso tempo niente le toglieva la pace e la dolcezza del volto, nemmeno una lacrima! Invece di piangere, alzò gli occhi, poi tornò a guardare verso di me. Compresi con orrore che essi non potevano tirarmi fuori di lì! Questo aumentò la mia sofferenza, vedendoli lì a condividere il mio dolore ma senza poter fare niente per me! Compresi pure che erano lì per rendere conto al Signore dell’educazione che mi avevano dato. Essi erano i tutori, ai quali era stato affidato il compito di custodire i talenti che Dio mi aveva dato. Con la loro vita e la loro testimonianza, dovevano proteggermi dagli attacchi di satana. E dovevano alimentare le grazie, che Dio aveva posto in me attraverso il Battesimo. Tutti i genitori sono i custodi dei talenti che Dio dà ai figli.
Quando vidi la loro sofferenza, soprattutto quella di mio padre, gridai nuovamente, disperata: “Toglietemi da qui! Toglietemi da qui! Io non ho colpa di stare qui, perché sono cattolica! Io sono cattolica! Tiratemi fuori di qui!”
IL MIO GIUDIZIO
Quando urlai di nuovo che ero cattolica, fratelli, udii una Voce, così dolce, ma così dolce… Così bella, che riempì tutto di pace e d’amore, e fece sussultare la mia anima. Quelle orribili creature che mi stavano appiccicate, all’udirla, si prostrarono immediatamente in adorazione, e chiesero licenza di ritirarsi, perché non resistevano alla dolcezza di quella Voce: allora si aprì qualcosa, come una bocca verso il basso, ed essi fuggirono impauriti. Immaginatevi! Quando vedo quegli esseri, quei demoni orripilanti, prostrati lì… Al solo udire la Voce del Signore, (nonostante l’orgoglio di satana, per cui sentono la cosa come molto spiacevole), si buttarono in ginocchio!
Quindi, vidi la Vergine Santissima prostrata, quando il sacerdote elevò Nostro Signore nell’Ostia, durante la Messa che veniva celebrata per l’anima di mio cugino. La Vergine Maria intercedeva per me! Prostrata ai piedi di Nostro Signore, raccoglieva tutte le preghiere che il popolo della mia terra faceva per me, e le Gliele consegnava.
Sapete, al momento dell’elevazione, quando il sacerdote alza l’Ostia, la presenza di Gesù si sente, tutti si prostrano in ginocchio, perfino i demoni! …E io, che andavo a Messa senza un minimo di rispetto, senza dare alcuna attenzione, con la gomma da masticare in bocca, a volte sonnecchiando, guardando da una parte, persa in mille pensieri banali…! E poi avevo anche la faccia tosta di lamentarmi, piena di superbia, che Dio non mi ascoltava quando Gli chiedevo qualcosa!
Credetemi, era sconvolgente vedere come, al passare di Nostro Signore, tutte quelle creature, tutti quegli esseri spaventosi, si gettavano per terra, in un’adorazione impressionante.
Vidi la Vergine Maria, graziosamente prostrata ai piedi del Signore, pregare per me, in adorazione davanti a Lui. …E io, peccatrice, con la mia immondizia, a trattarLo senza alcun rispetto, e dicendo che ero stata buona… Sì, buona miserabile! Rinnegando e maledicendo il Signore!
Immaginate che peccatrice ero, quando perfino i demoni si prostravano a terra, al passaggio del Signore Gesù Cristo…!
Quella Voce così bella mi dice: “Molto bene, se tu sei cattolica, dimmi quali sono i comandamenti della Legge di Dio!”
Pensate lo spavento! …Quella domanda proprio non me l’aspettavo! Io sapevo solo che erano 10! E poi… niente più!
“E adesso, come me la cavo?”, pensavo afflitta. Mi ricordai allora che mia madre diceva che il primo comandamento era l’amore, ne parlava sempre… L’amore a Dio e l’amore al prossimo. Alla fine, i discorsi di mia madre erano serviti a qualche cosa, mi dissi. Così scelsi questa risposta, sperando che bastasse e che non si notasse il resto…!
Pensavo di cavarmela così, come sempre facevo quand’ero in vita: infatti, avevo sempre la risposta pronta, la risposta perfetta, riuscivo sempre a giustificarmi e a difendermi in modo tale, che nessuno scopriva quello che non sapevo. Adesso pensavo di cavarmela nello stesso modo. E cominciai a dire: “Il primo comandamento è: amare Dio sopra ogni cosa, e… il prossimo come me stesso.”
“Molto bene: – mi disse – e tu l’hai fatto? Hai amato?
Tutta confusa, risposi: “Io…sì! Sì, io sì. Sì!”
Ma quella Voce meravigliosa disse: “No!!!”
Vi assicuro che quando mi disse: “No!”, allora sì che sentii il colpo del fulmine! Infatti, ancora non avevo sentito da che parte mi avesse colpito…Ma quando udii quel “No!”, il dolore del fulmine lo sentii tutto!… Mi sentii nuda, caddero tutte le mie maschere, e rimasi allo scoperto.
Quella Voce soave continuò a dirmi: “No!!! Tu non hai amato il tuo Signore sopra ogni cosa, e tanto meno hai amato il tuo prossimo come te stessa! Tu ti sei fatta un Dio
che hai modellato su di te, sulla tua vita1 Solo nei momenti d’estrema necessità, o di sofferenza, ti ricordavi del tuo Signore. Allora sì, t’inginocchiavi, piangevi, chiedevi,
offrivi novene, ti proponevi d’andare a Messa, ai gruppi di preghiera, domandando qualche grazia o miracolo… Quand’eri povera, quando la tua famiglia era umile, quando ancora desideravi diventare una professionista, allora sì, tutti i giorni pregavi in ginocchio, ore intere, supplicando il tuo Signore! Pregavi, chiedendomi che ti tirassi fuori da quella povertà, ti permettessi di diventare una professionista e di essere qualcuno! Quando ti trovavi nella necessità e avevi bisogno di denaro, allora sì, promettevi: Prego il Rosario, ma Tu, Signore, concedimi un po’ di soldi!.
Questa era la relazione che avevi con il tuo Signore! Mai, hai mantenuto una promessa fatta, neanche una! E oltre a non mantenere le promesse, non mi hai mai ringraziato!”
E il Signore insistette su questo: “Tu davi la tua parola, facevi una promessa al tuo Signore, ma mai la mantenevi!”
Il Signore mi mostrò una delle tante mie preghiere: quando Gli chiesi la grazia di avere la mia prima auto, pregavo, e molto umilmente chiedevo che per favore, mi concedesse anche solo una macchinina, perfino vecchia, non importava…purché funzionasse. Ma appena ottenni quello che desideravo, non dissi nemmeno un “grazie” al Signore; e 8 giorni più tardi, oltre a non averLo ringraziato, già Lo rinnegavo e Lo maledicevo. Egli mi mostrò come, in tutte le grazie che mi concedeva, non solo mancavo alle promesse fatte, ma nemmeno rendevo grazie.
Vedevo il Signore in un modo veramente triste. Sapete, la mia relazione con Dio era tipo “BANCOMAT”: mettevo un Rosario, e Lui doveva darmi denaro…e se non me lo dava, mi ribellavo. Il Signore mi mostrò tutto questo. Non appena mi permise di avere la mia professione, -e di conseguenza, iniziare ad avere un certo prestigio e anche il denaro-, il nome di Dio già mi stava stretto… Cominciai a sentirmi grande, senza avere mai per Lui una minima espressione di amore, o di gratitudine.
Essere riconoscente? Mai! Neppure un grazie per il nuovo giorno che mi donava, o per la mia salute, o per avere un tetto dove abitare…Oppure una preghiera di compassione per quei poveretti che non hanno casa, né di che mangiare…Niente!!! Ingrata al massimo! Oltre tutto, diventavo sempre più incredula nei confronti del mio Signore, mentre credevo in venere e mercurio per la fortuna, andavo ciecamente dietro all’astrologia, dicendo che gli astri dirigono la nostra vita. Cominciai a credere in tutte le dottrine che il mondo mi offriva. Credevo, per esempio, nella reincarnazione: mi convinsi che, semplicemente, si moriva e si ricominciava daccapo…e dimenticai di essere costata un prezzo di Sangue al mio Signore Gesù.
Il Signore continuò: “Tutto quello che avevi, non ti era stato dato perché lo avevi chiesto, ma era una benedizione che ricevevi dal Cielo: tu, invece, dicevi di aver ottenuto tutto da te, perché eri lavoratrice, lottatrice… Che ogni cosa l’avevi conquistata con le tue mani, e a forza di studiare. No! Guarda: quanti professionisti ci sono, più qualificati di te, che lavorano quanto o più di te?”
Il Signore mi fece l’esame dei 10 Comandamenti, mostrandomi quella che ero: che cioè a parole dicevo di adorare e amare Dio, ma al contrario adoravo satana. Nel mio ambulatorio, era solita venire una signora che leggeva le carte, e faceva delle magie per liberare da cattivi influssi, e io dicevo: “Non credo a queste cose… Ma faccia pure, perché non si sa mai…”. E lei faceva le sue diavolerie. In un angolo dove nessuno vedeva, mise un ferro di cavallo e una pianta di aloe, per allontanare la sfortuna, e altre cose del genere. Sapete cosa feci, permettendo questo?
Aprii le porte ai demoni, perché entrassero a piacimento, e circolassero liberamente, allegramente, nel mio ambulatorio e nella mia vita. Guardate che tutto questo è vergognoso. Dio mi fece l’analisi di tutta la mia vita, alla luce dei 10 Comandamenti, mi mostrò quella che ero nei miei rapporti col prossimo, e con Lui.
Criticavo tutto e tutti… E tutti puntava con l’indice, la “santa Gloria”…! Mi mostrò quando dicevo di amare Dio e il prossimo, ma al contrario ero molto invidiosa. Adesso vedevo che, quando ingannavo qualcuno o mentivo, era come spergiurare, perché nel momento in cui dicevo: “Sono cattolica”, dichiaravo che Gesù Cristo era il mio Signore e allo stesso tempo davo testimonianza di menzogna e inganno!
Quanto male feci a tanta gente! Come del resto non fui mai riconoscente ai miei genitori, per tutto il loro sacrificio e l’impegno affinché potessi avere una professione e trionfare
nella vita; per tutti i sacrifici e gli sforzi che fecero… Ma io non lo vidi, lo ignorai, e appena ebbi il mio lavoro, perfino loro diminuirono ai miei occhi: al punto di vergognarmi di mia madre, per la sua umiltà e povertà.
Gesù continuò, mostrandomi che sposa ero: passavo tutto il giorno a brontolare, fin dal risveglio. Mio marito mi diceva: “Buona giornata!”. E io: “forse lo sarà per te!!
Guarda che pioggia!”. Sempre brontolavo e contraddicevo tutto.
Quanto a santificare i giorni di festa? Che spavento! Che dolore sentii! Gesù mi fece vedere come dedicassi 4 e anche 5 ore al mio corpo con la ginnastica, e neanche 10 minuti al giorno per il mio Signore, né un ringraziamento, o una bella preghiera…no, niente! Anzi, a volte addirittura recitavo il Rosario cominciandolo a tutta velocità, durante l’intervallo della telenovela. Pensavo di riuscire a pregarlo mentre andava in onda la pubblicità. Iniziavo rapidamente, senza prestare attenzione a quello che dicevo, preoccupata piuttosto se la telenovela fosse già cominciata o no, e a che punto era arrivata. Insomma, senza elevare il cuore a Dio.
Gesù continuava a mostrarmi come non fossi per niente riconoscente nei Suoi confronti, e la pigrizia che avevo nell’andare a Messa. Quando ancora vivevo con i miei genitori, e mia madre mi obbligava ad andarci, le dicevo: “Ma, mamma, se Dio è dappertutto, che bisogno ho di andare in chiesa per la Messa?”. Chiaro, per me era molto comodo dire così… E Gesù me lo mostrò. Avevo il Signore 24 ore al giorno per me, tutta la mia vita Dio si prese cura di me, e io così pigra a dedicarGli un po’ di tempo la Domenica, a mostrarGli la mia gratitudine, il mio amore per Lui… Ma la cosa peggiore fu sapere che, frequentare la chiesa, significava andare a nutrire la mia anima. Io, invece, mi dedicai totalmente alla cura del mio corpo, divenni schiava della mia carne, e mi dimenticai di questo particolare: che avevo un’anima! E mai mi curai di essa.
Della Parola di Dio, dicevo perfino, sfacciatamente, che chi leggeva molto la Bibbia, diventava pazzo. Arrivai al punto d’essere blasfema, e l’incoerenza della mia vita mi portò a dire: “Ma quale Santissimo? E Dio sarebbe presente lì? Nella pisside e nel calice? …I preti ci dovrebbero aggiungere acquavite, per dargli un buon sapore!”.
Fino a che punto arrivò il degrado della mia relazione con Dio! Lasciai la mia anima senza nutrimento, e come se non bastasse, non facevo altro che criticare i sacerdoti. Se voi sapeste, fratelli, come rimasi male riguardo a questo, davanti a Gesù! Il Signore mi mostrò come si ridusse la mia anima a causa di tutte queste critiche. Oltre tutto, pensate che dichiarai omosessuale un sacerdote, e l’intera Comunità lo venne a sapere… Non immaginate il male che feci a quel prete! No, non potete immaginarlo!
Non posso raccontarvelo, perché sarebbe troppo lungo. Vi dico soltanto che, una sola parola, ha il potere di uccidere e distruggere le anime. Adesso vedevo tutto il male che avevo fatto! La mia vergogna era così grande, che non ci sono parole per descriverla!
Posso solo supplicarvi di non fare lo stesso: non criticate! Pregate! Vidi che le mancanze più gravi di cui si macchiò la mia anima, e che attirarono più maledizioni nella mia vita, furono il parlar male dei sacerdoti!
PREGARE PER I SACERDOTI
La mia famiglia ha sempre criticato i sacerdoti. Da quando eravamo piccoli, mio padre, e tutti in casa, criticavano e dicevano: “Questi preti sono dei donnaioli, e hanno più soldi di noi… E sono questo, e sono quello…”, e noi ripetevamo.
Nostro Signore mi diceva quasi gridando: “Chi pensavi d’essere, per farti dio e giudicare i miei consacrati?! Essi sono di carne, e la santità è loro data a beneficio delle comunità in cui li ho posti come dono. E le comunità hanno il dovere di pregare per lui, d’amarlo e sostenerlo”. Sappiate, fratelli, che, quando un sacerdote cade, sarà la comunità a
rispondere della sua santità. Il demonio odia i cattolici, immensamente di più i sacerdoti.
Odia la nostra Chiesa, perché dove c’è un sacerdote che consacra…
Apro una parentesi: dovete tutti sapere che il sacerdote, pur rimanendo un uomo, è un consacrato del Signore, riconosciuto dall’Eterno Padre, così che in un pezzo di pane avviene un miracolo, una transustanziazione: per le mani del sacerdote, esso diventa il Corpo e il sangue di Nostro Signore Gesù Cristo… E queste mani, il demonio le odia intensamente, terribilmente. Il demonio detesta noi cattolici a causa dell’Eucaristia, perché l’Eucaristia è una porta aperta per il Cielo, ed è l’unica porta! Senza l’Eucaristia, nessuno entra in Cielo. Quando una persona sta agonizzando, Dio le si pone accanto, indipendentemente dalla religione a cui appartiene o dalle sue credenze; il Signore si rivela e le dice affettuosamente, con tanto Amore e Misericordia: “Io sono il tuo Signore!”. E se la persona chiede perdono e accetta questo Signore, accade qualcosa che è difficile da spiegare: Gesù porta immediatamente quest’anima dove si sta celebrando la Messa in quel momento, e la persona riceve il Viatico, che è una comunione mistica.
Perché solo chi riceve il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, può entrare in Cielo. E’ qualcosa di mistico, è una grazia immensa che abbiamo nella Chiesa cattolica, una grazia che Dio ha dato alla nostra Chiesa; e molta gente parla male di questa Chiesa,eppure attraverso di Essa riceve la salvezza e va in Purgatorio, e lì continua a beneficiare della grazia dell’Eucaristia. Si salvano. Vanno in Purgatorio, ma si salvano!
Per questo il demonio odia tanto i sacerdoti: perché dove c’è un sacerdote, ci sono delle mani che consacrano il pane e il vino, facendoli diventare per noi il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo. Perciò dobbiamo pregare tanto per i sacerdoti, perché il demonio li attacca costantemente.
Nostro Signore mi fece vedere tutto questo.
I SACRAMENTI
Solo attraverso il sacerdote abbiamo il sacramento della riconciliazione, per esempio! Solo tramite lui otteniamo il perdono delle nostre colpe. Sapete cos’è il confessionale? E’ un “lavacro d’anime”! Non con acqua e sapone, ma con il Sangue di Cristo! Quando la mia anima si trovava sudicia, nera a causa del peccato, se mi fossi confessata, essa sarebbe stata lavata con il Sangue di Cristo, inoltre avrei rotto i lacci che mi tenevano legata al maligno. Non avrebbe dunque ragione, il demonio, di detestare i sacerdoti?! Anche quelli che fossero grandi peccatori, hanno il potere di assolvere i peccati. E il Signore mi mostrò come: nella Ferita del Suo Cuore… Si!
Sapete, ci sono cose che sorpassano l’intelligenza dell’uomo perché sono realtà spirituali, eppure si tratta di verità ancora più reali delle nostre… Attraverso questa Ferita, dicevo, un’anima sale al livello Divino, al livello della Misericordia Divina, alla porta della Misericordia, sale fino nel Cuore di Gesù, eterno Sacerdote; e lì, Gesù pone la Sua Croce, sanguinando nel Suo Eterno Presente… E quell’anima torna pulita.
Adesso vedevo come la mia anima tornò pulita nella confessione, e in ogni peccato che confessai, Nostro Signore ruppe il laccio che mi univa a satana. (E io, purtroppo, mi allontanai dalla confessione!)
Ma tutto questo avviene solo attraverso il sacerdote. Perciò abbiamo l’obbligo e il dovere di pregare per loro, perché Dio li protegga, li illumini, e li guidi.
Per tutti questi motivi il demonio odia terribilmente la Chiesa Cattolica e i sacerdoti.
IL MATRIMONIO
Mi piacerebbe parlarvi della grande grazia che è il sacramento del matrimonio.
Quando entriamo in chiesa il giorno delle nostre nozze, al momento in cui diciamo il nostro “sì”, promettendo di essere fedeli sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, ecc., sapete a Chi promettiamo? Niente più, niente meno che a Dio Padre!
Il nostro Dio è affascinato dal matrimonio! E’ l’unico Testimone, quando diciamo queste parole. Ognuno di noi, quando morirà, vedrà questo momento nel proprio Libro della Vita. Allora scorgerà una luce dorata indescrivibile, un intenso splendore: Dio Padre scrive queste parole nel Libro con lettere d’oro, bellissime.
Nel momento in cui riceviamo il Corpo e il Sangue di Gesù, stringiamo un patto con Dio, e con la persona che abbiamo scelto per condividere insieme una vita. Quando pronunciamo queste parole, le diciamo alla Santissima Trinità.
Vidi che nel giorno del mio matrimonio, quando io e mio marito ricevemmo la S. Eucaristia, non eravamo più due, ma tre! Noi due, e Gesù! Infatti, appena ci comunichiamo con Gesù, Egli ci unisce come una cosa sola! Ci pone nel Suo Cuore e diventiamo UNO, formando con Gesù una trinità santa! “L’uomo non separi ciò che Dio ha unito”.
Ora io domando: chi separa quest’UNO? Nessuno! Nessuno, fratelli, può separarlo! Nessuno, dopo che il matrimonio è stato consumato! E se i due sposi arrivano vergini al matrimonio, non immaginate le benedizioni che si riversano su questo matrimonio!
Vidi anche il matrimonio dei miei genitori. Quando mio padre infilò l’anello al dito di mia madre, e il sacerdote li dichiarò marito e moglie, Nostro Signore consegnò a mio padre un bastone di legno, splendente di Luce, che sembrava un po’ curvo. Si tratta di una grazia che Dio dà all’uomo: è un dono d’autorità di Dio Padre, affinché quest’uomo possa guidare il piccolo gregge che sono i figli, nati nel matrimonio, e anche per difendere il matrimonio e i figli da tanti mali che attaccano le famiglie.
A mia madre, Dio Padre depose nel cuore qualcosa che pareva una sfera di Fuoco, bellissima: essa sta a significare l’Amore di Dio, lo Spirito Santo. Conobbi che mia madre era una donna molto pura. Dio era felice, gioioso. Non immaginate quanti spiriti immondi s’impadronirono di mio padre in quel momento. Questi spiriti sembrano larve, sanguisuga. Sapete, quando qualcuno ha delle relazioni fuori dal matrimonio, immediatamente gli spiriti maligni si attaccano a tutte le parti della persona; cominciano dai suoi organi sessuali, s’impossessano della carne, degli ormoni; occupano il cervello, prendono l’ipofisi e tutta la parte neurologica dell’organismo della persona, e cominciano a produrre una quantità di ormoni che portano agli istinti più bassi. Trasformano un figlio di Dio in uno schiavo della carne, dei propri istinti, del suo appetito sessuale, ciò che porta la persona ad essere di quelle che, come si dice, “si godono la vita”.
Quando una coppia è vergine, dà gloria a Dio. Avviene un patto sacro con Lui, che santifica questa sessualità. Infatti la sessualità non è peccato! Dio l’ha data come benedizione, perché la sessualità è Dio e la coppia. Dove c’è il sacramento del matrimonio, (anche se gli sposi non vi sono arrivati vergini), Dio è presente in questo letto sacramentale! Perché nel letto nuziale, benedetto dal sacramento del matrimonio, c’è lo Spirito Santo; perfino nei pasti di questa coppia c’è la presenza del Signore Dio, che benedice il cibo. Dio rimane incantato davanti al matrimonio, è felice di accompagnare gli sposi nella loro nuova vita, in quest’inizio di una nuova vita insieme.
La coppia e il Signore formano una Trinità. Purtroppo molti sposi non lo sanno, non hanno questa nozione… E nemmeno pensano a Dio: si sposano unicamente per tradizione, e non per fede… Pensano solo ad uscire dalla chiesa per andare a festeggiare, a mangiare, bere, partire in luna di miele… Badate che in questo non c’è alcun male: il male sta nel lasciare il Signore fuori da tutto ciò. Come feci io, che lasciai il Signore sulla strada; non mi passò neanche per la testa d’invitarLo nella mia nuova vita, nella nostra nuova casa. Egli, infatti, ha piacere che Lo invitiamo ad entrare e a stare con noi sempre, nelle gioie e nei momenti meno buoni; desidera che sentiamo la Sua presenza
Certo, nel sacramento del matrimonio il Signore è presente anche senza essere invitato… Ma quanto più bello sarebbe se di questa Presenza fossimo coscienti…
Nel matrimonio dei miei genitori, la cosa più bella fu che Dio restituì a mio padre i doni e la Grazia che aveva perduto: questo perché sposava mia madre, che era una donna molto pura di sentimenti, e vergine. Guarì mio padre, la sua sessualità disordinata e sudicia. Ma poiché era molto “macho”, e avendo i suoi amici cominciato a mettergli veleno, dicendogli che non permettesse alla moglie d’incantarlo e di dominarlo, e che doveva continuare la vita di prima, ecco che due settimane dopo il matrimonio finì in un bordello, per dimostrare agli amici che continuava ad essere lo stesso, che non si lasciava dominare dalla moglie…
Sapete che fine fece il suo bastone d’autorità e protezione, che Dio gli aveva dato?
Il demonio glielo portò via! E tutti quegli spiriti maligni, quegli esseri immondi, tornarono a prenderselo. Da pastore del suo gregge, mio padre si trasformò in lupo della propria famiglia e della sua casa!
Quando qualcuno è infedele alle sue nozze, è infedele a Dio. Manca alla sua parola, al giuramento che fece, a Dio e alla persona che sposò, nel giorno del suo
matrimonio. Non compie ciò che ha promesso. Se qualcuno ha intenzione di non essere fedele al proprio matrimonio, è meglio che non si sposi. Il Signore ci dice: se sei infedele, ti condannerai! Se non sarai fedele, non sposarti! Figlio, figlia, chiedimi la grazia di essere fedele alla tua sposa, al tuo sposo, e a Dio.
Quanti mali vengono in un matrimonio, a causa dell’infedeltà?! Un marito, per esempio, va in un bordello, o è infedele con la segretaria. Nonostante le precauzioni, contrae un virus; e pur lavandosi dopo, quel virus non muore… Così, quando più tardi ha relazioni con la moglie, il virus entra nella vagina della donna e vi rimane nel fondo, o arriva all’utero. Col tempo forma un’ulcera, di cui spesso la donna non s’accorge. E quando, anni dopo, la moglie va molto sofferente dal medico, le viene diagnosticato un cancro.
Sì! Cancro! E allora, chi dice che l’adulterio non uccide? Inoltre, quanti aborti si fanno a causa dell’adulterio? Per esempio, quante donne, che sono state infedeli e sono rimaste incinte, ricorrono all’aborto perché il marito non lo scopra? Uccidono un innocente che non può parlare, né difendersi! E questi sono solo alcuni esempi. L’adulterio uccide in tante e diverse forme! Poi, abbiamo ancora il coraggio di protestare contro Dio, quando le cose non vanno bene, quando abbiamo problemi, quando arrivano le malattie: mentre siamo noi che ce le procuriamo con i nostri peccati, attirando il male sulla nostra vita.
Dietro al peccato, c’è sempre il maligno! Apriamo le porte a lui, quando pecchiamo così gravemente! E poi ancora ci lamentiamo che Dio non ci ama. Dov’è Dio, che permette questo o quello?! Una bella faccia tosta, la nostra! Sappiate che Dio è la roccia che protegge il matrimonio. Guai a chi tenta di distruggere un matrimonio! Quando qualcuno ci prova, si scontra con questa Roccia che è Gesù. Dio difende il matrimonio, non dubitatelo mai!
Desidero anche avvisarvi di stare molto attenti a quelle suocere che s’intromettono nel matrimonio dei figli, per turbarli, causando problemi nella loro relazione. Anche se il genero o la nuora, a torto o a ragione, non fossero di suo gradimento, ormai sono sposati, e non c’è più niente da fare. L’unica cosa è pregare per loro: preghino per quel matrimonio, e si mettano da parte! Molte donne si sono condannate per essersi intromesse nel matrimonio dei figli! Questo è un peccato grave!
Se vedete che qualcosa non va, che uno di loro o entrambi stanno peccando, supplicate Dio per loro, chiedete aiuto a Dio. Potete anche chiamare la coppia e parlare ai due, invitandoli a salvare il matrimonio, a pensare ai figli, e ricordando loro che il matrimonio è per amare, donare e perdonarsi reciprocamente. Si deve combattere in favore del matrimonio, questo sì: ma mai interferire in altro modo, tanto meno prendere posizione a favore di uno o dell’altro.
ONORA IL PADRE E LA MADRE
Gesù continuava a mostrarmi tutto…Vi ho già raccontato come fui ingrata verso i miei genitori, come mi vergognavo di loro, li maledicevo e li rinnegavo perché erano poveri e non potevano darmi tutto quello che le mie amiche ricche avevano. Fui una figlia ingrata, al punto di dire che quella non era mia madre, perché mi sembrava inferiore a me. Fu spaventoso vedere il riassunto di una donna senza Dio. Distrugge tutto ciò che le si avvicina. Oltretutto, e questa è la cosa più grave, mi sentivo e mi credevo una brava persona!
Pensavo che al 4° comandamento sarei passata bene, perché i miei genitori mi erano costati cari: spesi molto denaro per essi, a causa delle loro malattie, (tutte le analisi, infatti, si facevano a pagamento), perché entrambi ebbero gravi malattie prima di morire. Fu mio marito ad accollarsi le spese, e io dicevo: “Guarda un po’ questi due
svergognati, non lasciano un centesimo in eredità e in più bisogna spendere una fortuna per loro. I genitori delle mie amiche, invece, lasciano beni e…”. E il Signore mi mostrò come analizzavo tutto attraverso il denaro, perché manipolai perfino i miei genitori quando avevo denaro e potere, perfino di loro mi approfittai.
Con i soldi mi feci dio, e calpestai persino i miei genitori. Sapete ciò che più mi addolorò? Vederli lì… Mio padre piangeva, vedendo che era stato un buon padre, che
aveva insegnato alla figlia ad essere lavoratrice, lottatrice, imprenditrice, a farsi rispettare, perché solo chi lavora va avanti… Ma dimenticò un particolare: che io avevo un’anima, e che lui era il mio evangelizzatore, con la sua testimonianza. La mia vita cominciò ad affondare, con l’esempio che egli mi diede. Vedeva ora, con profondo dolore, la responsabilità che aveva davanti a Dio, poiché era un donnaiolo, e si diceva felice, vantandosi con mia madre e con tutti, d’essere molto “macho”, perché aveva molte donne e poteva conquistarle tutte. Inoltre beveva troppo e fumava. Era anche una brava persona, ma aveva questi vizi, che secondo lui non erano tali, anzi li credeva virtù.
Era molto orgoglioso. Io, che ero appena una bambina e vedevo come mia madre piangeva quando lui parlava delle altre donne, cominciavo a riempirmi di collera, di risentimento e di rabbia. Il risentimento comincia con la morte spirituale: io sentivo una rabbia spaventosa nel vedere come mio padre umiliava mia madre davanti alla gente, e come le causava tante lacrime… E lei, non diceva niente. Lì cominciò la mia ribellione.
Quand’ero adolescente, dicevo a mia madre: “Io non farò mai come te. Tu getti la dignità delle donne sotto i piedi. Per questo noi donne non valiamo niente: tutta la colpa è delle donne come te, senza dignità, senza orgoglio, che si lasciano calpestare e umiliare dagli uomini!”. E a mio padre, dicevo: “Papà, fa’ bene attenzione: io mai permetterò a un uomo di farmi ciò che tu fai alla mamma! Mai! Se un giorno un uomo mi fosse infedele, io mi vendico! Faccio la stessa cosa, perché lui impari!”. Mio padre mi picchiò sgridandomi: “Come ti permetti, ragazzina?!”. Non so perché mio padre fosse tanto maschilista. Gli dissi: “Va bene, puoi anche picchiarmi… Ma se un giorno mi sposerò, e mio marito mi tradisse, io mi vendicherò, lo ripagherò con la sua stessa moneta, perché gli uomini capiscano e provino come soffre una donna, quando un uomo la calpesta e la umilia in tal modo!”. Mi riempii di tutto quest’odio e risentimento.
Sapete, sentivo tanta rabbia, che questo fece della mia vita una ribellione: cominciai a vivere con il desiderio di difendere la donna. Cominciai a sostenere l’aborto, l’eutanasia, il divorzio, e consigliavo a tutte le donne che conoscevo, di vendicarsi qualora il marito le avesse tradite! Io non sono mai stata infedele fisicamente, ma feci male a tanta gente con questi consigli.
Quando ormai stavo bene economicamente, cominciai a dire a mia madre: “Mamma, separati da papà, , perché è impossibile sopportare un uomo così! Abbi un po’ di dignità, fatti valere, mamma!”. Anche se era così, mio padre mi piaceva: sapete perché lo amavo, nonostante tutto? Perché mia madre era una donna veramente buona, che mai, mai, c’insegnò a odiare, né mio padre, né alcun altro! …E io, immaginatevi un po’! Volevo far divorziare i miei genitori! Ma mia madre diceva: “No, figlia mia, non posso; soffro, è vero, ma mi sacrifico per voi, miei figli. Voi siete 7 e io sono una sola.
Mi sacrifico perché il tuo è un buon padre: sarei incapace di separarmi da lui e lasciare voi senza padre. E poi, se mi separassi, chi pregherebbe perché tuo padre si salvi? Sono io che posso supplicare il Signore per lui, perché trovi salvezza: infatti, il dolore e la sofferenza che mi procura, li unisco ai dolori che Gesù soffrì sulla Croce. Ogni giorno vado in chiesa, e davanti al tabernacolo dico: “Signore, questa sofferenza non è niente, la unisco a quella della Tua Croce, perché si salvino mio marito e i miei figli.”. Affido tuo padre a Gesù, unitamente al Rosario. Il demonio lo spinge verso il basso facendolo peccare, ma io lo spingo in alto con il Rosario, lo porto davanti al Santissimo nel tabernacolo e dico a Gesù: “ Signore, è qui: confido che non mi lascerai morire senza vederlo convertito. Signore, non ti prego solo per mio marito, ma anche per tutte le donne che sono nella mia stessa situazione; specialmente per quelle che, invece di stare in ginocchio a supplicarti per il proprio marito e per i figli, si mettono nelle mani dei maghi e degli indovini, oppure anche loro tradiscono, consegnando la propria anima e la famiglia nelle grinfie del maligno. Signore, ti prego per queste donne, per queste famiglie.”
Sapete: 8 anni prima di morire, mio padre si convertì! Si pentì, chiese perdono a Dio, e il Signore lo perdonò. Stava in Purgatorio, nella parte più in basso, in grandi sofferenze, perché non riparò il suo peccato. Riparare il peccato è qualcosa che prendiamo molto poco sul serio, non ci pensiamo. Certo, spesso non è possibile, ma proprio per questo il Signore ci concede la grazia di riparare i nostri errori attraverso l’Eucaristia. Ogni volta che partecipiamo ad una Messa, il Signore ci dà la grazia di riparare il male che abbiamo commesso. Dio ci mostra, nell’aldilà, la conseguenza dei nostri peccati, del male che abbiamo fatto al prossimo. Perfino di uno sguardo cattivo, di una brutta parola… Se vedeste com’è terribile! E come piangiamo, là , tutti questi errori!
Nel caso di mio padre: mia madre gli diceva di consigliare ai miei fratelli che abbandonassero la vita di peccato che conducevano. Infatti, seguivano le orme del padre, nell’infedeltà, nel bere… Erano la sua copia. Se avesse fatto quanto gli diceva la moglie, questa sarebbe stata riparazione. Ma lui sempre le rispondeva di lasciare che i ragazzi si divertissero, che erano solo fidanzati, e che poi avrebbero avuto tempo per cambiare!
Diede un cattivo esempio ai miei fratelli, e non riparò il suo peccato. Piangeva, là in Purgatorio, e diceva: “Mi sono salvato grazie ai 38 anni di preghiera di questa santa donna, che Dio mi diede come sposa!”. Mia madre passò 38 anni della sua vita a pregare per lui!
SATANA E LA SUA STRATEGIA
Chi ha visto il film della Passione di Cristo, si ricorderà che mentre flagellano Gesù, si vede un demonio con un bambino piccolino, (anch’esso un demonio), che guarda Gesù e sorride. Ebbene, sappiate che oggi non è più un bebé, ma un genio malefico, enorme e perverso, che tiene schiava molta gente, con i piaceri della carne, con la magia, con teologie errate, come per esempio quelle che affermano che il demonio non esiste. Immaginate l’astuzia del demonio, che nega se stesso! Ci fa credere che non esiste, per poter agire indisturbato! Sì, guida l’istruzione degli uomini per farci credere di non esistere, e così portarci alla distruzione. Trova modo di confondere perfino coloro che credono in Dio; quando ci sono apparizioni vere, per esempio, fa credere che siano false. Confonde il popolo in mille e una maniera, approfittando del lato debole di ciascuno. Molti cattolici, credenti e praticanti, vanno a Messa e dal mago allo stesso tempo. Perché il maligno ci fa credere che non c’è niente di male, e che in Cielo ci andiamo lo stesso, perché la magia non la usiamo mica per fare del male a qualcuno! Il demonio guida, usa e dirige tutto ciò con una strategia molto ben preparata.
Sappiate dunque che, quando ci rivolgiamo alla magia, non importa per fare cosa, la bestia c’imprime il suo sigillo. Quando andiamo da qualche mago, o cartomante, o indovino, o astrologo, o da chi evoca gli spiriti, in tutti questi luoghi il demonio ci pone il suo sigillo, il suo timbro.
Io mi trovai in uno di questi posti quando andai con un’amica, che mi portò da una maga per consultarla, per indovinare il mio futuro: lì fui marcata dalla bestia. Il maligno mi pose il suo sigillo. La cosa peggiore fu che, a partire da quel giorno, in cui attraverso quella signora ricevetti il timbro del male, cominciai ad avere disturbi: agitazione notturna, incubi, angosce, paure, e persino un profondo desiderio di suicidio! Non capivo il perché di questi desideri! Piangevo, mi sentivo infelice, e mai più mi sentii in pace. Pregavo, ma sentivo il Signore lontano da me: mai più avvertii quella vicinanza con Lui, che invece avevo quand’ero piccola. Pregare mi costava sempre di più, mi era ogni volta più difficile. Per forza! Avevo aperto le porte alla bestia, e il maligno era entrato con forza nella mia vita.
LE MENZOGNE E LA PRIMA CONFESSIONE MAL FATTA
Quand’ ero ancora piccolina, imparai purtroppo che, per evitare i castighi di mia madre, piuttosto severi, le bugie erano perfette: così cominciai ad andare con “il padre della menzogna”, mi alleai con lui, e diventai tanto bugiarda che, nella misura in cui crescevano i miei peccati, aumentava anche la grandezza delle bugie… Sapevo, per
esempio, che mia madre aveva un grande rispetto per il Signore. Per lei, il nome del Signore era sacro, era santissimo, perciò pensai d’avere l’arma perfetta! Le dicevo:
“Mamma, per Cristo bello, giuro che non ho fatto questo!”. In questo modo riuscii finalmente ad evitare i castighi. Con le mie bugie, mettevo il Nome Santissimo di Cristo nella mia spazzatura, nelle mie cattiverie, nella mia immondizia, riempiendomi di tanto sudiciume e di tanti peccati… Imparai che le parole se le porta via il vento, e quando mia madre insisteva molto, dicevo: “Mamma, ascolta! Mi colpisca un fulmine se quello che dico è una bugia!”. Queste parole le usai molte volte… E vedete! Trascorse parecchio tempo, ma davvero finì per cadermi un fulmine addosso! E se ora sono qui, è solo per la Misericordia di Dio.
Un giorno, la mia amica Estela mi disse: “Ma guarda un po’, tu hai già 13 anni e ancora non hai perso la verginità?!”. Io la guardai spaventata! Come sarebbe…? Cosa vuol dire con quella frase?!
Mia madre mi parlava sempre sull’importanza della verginità, diceva che si trattava dell’anello del Matrimonio con il Signore. Ma la mia amica, con aria di superiorità, mi disse: “Mia madre, appena mi sono comparse le mestruazioni, mi ha portato dal ginecologo, e ora prendo la pillola!”. Io nemmeno sapevo cosa fosse, a quel tempo! Allora lei mi spiegò che si trattava di pillole contraccettive per non avere gravidanze, e aggiunse che già aveva dormito col cugino, con l’amico, con questo e con
quello… Una lista enorme! Affermava che era una cosa bellissima! Le mie amiche mi dicevano: “Davvero non sai niente?”. Poiché rispondevo di no, mi promisero di portarmi in un posto dove tutte avevano imparato. Io rimasi preoccupata: sapevo dove mi avrebbero portato! Cominciò ad affacciarsi un mondo nuovo per me; nuovo e completamente sconosciuto.
Mi portarono in un cinema, piuttosto brutto, che stava in centro, a vedere un film pornografico. Immaginate voi lo spavento?! Una bambina di 13 anni, che al tempo non aveva nemmeno la televisione in casa! Figuratevi cosa fu vedere un tale film! Quasi morii di spavento! Mi sembrava d’essere all’inferno! Avrei voluto fuggire di corsa, da lì… Non lo feci, per vergogna delle mie amiche… Ma avrei tanto voluto uscire da lì, ero spaventatissima!
In quello stesso giorno andai a Messa con mia madre. Ero così spaventata, che volli confessarmi. Lei restò davanti al tabernacolo a pregare. Nel confessarmi, dissi i miei soliti peccati: che non avevo fatto i miei doveri a casa, a scuola, che ero stata disobbediente… Questi erano più o meno i miei peccati abituali. Mi confessavo sempre dallo stesso sacerdote, perciò conosceva più o meno già le mie mancanze; ma quel giorno, dissi anche che ero andata al cinema di nascosto da mia madre. Il sacerdote, sorpreso, quasi gridò: “Di nascosto da chi?! Dove sei andata?!”. Avvilita, guardai verso mia madre e vidi che era tranquilla, al suo posto… Per fortuna non si era accorta di
niente! Figuratevi se avesse sentito…! Mi alzai dal confessionale, arrabbiata con il sacerdote, e naturalmente non dissi che genere di film avevo visto! Se solo per aver detto di essere andata al cinema di nascosto, il prete si scandalizzò tanto, figuriamoci se gli avessi detto quello che avevo visto, cosa mi avrebbe fatto…! …Mi avrebbe picchiata?!
Fu allora che iniziò l’astuzia di satana! Infatti, da quella volta, cominciarono le mie confessioni mal fatte. Da lì in poi, selezionavo ciò che avrei detto in confessione:
“Questo lo confesso, ma questo no; questo peccato lo dico al prete, quest’altro no!”…Cominciarono le mie confessioni sacrileghe! Andavo a ricevere il Signore sapendo di non aver confessato tutto! Lo ricevevo indegnamente! Il Signore mi mostrò come nella mia vita fu terribile il degrado della mia anima, come questo processo di morte spirituale fu grave… Al punto che, alla fine della vita, non credevo più al demonio, né a niente. Mi mostrò come, nell’infanzia, camminavo mano nella Mano con Dio; avevo con Lui una relazione profonda, e il peccato fece sì che io lasciassi, a poco a poco, la Sua mano. Ora il Signore mi diceva che, chi mangia e beve il Suo Corpo e il Suo Sangue, mangia e beve la sua condanna: io mangiai e bevvi la mia condanna! Vidi, nel Libro della Vita, come il demonio era disperato perché a 12 anni credevo ancora in Dio, ancora andavo all’adorazione Eucaristica con mia madre… Era terribilmente disperato, nel vedere ciò.
Quando cominciò la mia vita di peccato, il Signore mi fece sentire che stavo perdendo la pace del cuore. Iniziò una lotta con la mia coscienza, e cosa mi dicevano le mie amiche? Mi dicevano: “Che cosa?! Confessarsi?! Tu sei scema, sei fuori moda! E con chi, poi? Con questi preti, più peccatori di noi?!”.
Nessuna di loro si confessava, io ero l’unica che ancora lo faceva. Cominciò una guerra tra quello che mi dicevano le amiche e quello che mi dicevano mia madre e la mia coscienza… Poco a poco, la bilancia cominciò a inclinarsi, e le mie amiche vinsero. Così decisi di non confessarmi più: non mi sarei più confessata da quei vecchi, che rimanevano scandalizzati solo per essere andata al cinema!
Vedete l’astuzia di satana! Mi allontanò dalla confessione a 13 anni. E’ un esperto, sapete? Mette idee sbagliate nella nostra mente! A 13 anni, Gloria Polo era già un cadavere vivente, nello spirito. Ma per me era importante, era motivo di orgoglio, appartenere a quel gruppetto di amiche, di bambine raffinate ed esperte… Quando abbiamo 13 anni pensiamo di sapere tutto, e che tutto quello che ha a che fare con Dio sia fuori moda, o sia idiozia. Quello che va di moda, invece, è sfruttare…
Non vi ho ancora raccontato che, quando si udì la Voce di Gesù, e i demoni uscirono da lì perché non sopportavano quella Voce, uno di loro restò. Aveva l’autorizzazione dal Signore per rimanere. Questo demonio, enorme, gridava con urla orribili: “E’ mia! E’ mia! E’ mia!”. Rimase solo lui, perché fu quello che condusse, manipolò, e con la sua strategia guidò, le mie debolezze affinché io peccassi! Fu lui che mi allontanò dalla confessione! Per questo, il Signore gli permise di rimanere accanto a me, ed ecco perché quell’orribile demonio gridava che io gli appartenevo, e mi accusava.
Aveva il permesso di rimanere, perché io morii in peccato mortale! Dai 13 anni che non mi confessavo, fino allora, molte volte mi ero confessata male.
Appartenevo dunque a quel demonio, e lui poteva rimanere durante il mio giudizio! Immaginate la mia vergogna, nel vedere con orrore i miei peccati così numerosi, e per di più con quella cosa orribile ad accusarmi e a dire che io ero sua! Era orribile!
Il demonio mi tirò via dalla confessione, così come mi tolse la cura e la pulizia dell’anima, perché ogni volta che peccavo, non era gratuito il peccato che commettevo.
Sul candore della mia anima, il maligno pose il suo marchio, un marchio di oscurità… E quest’anima bianca cominciò a riempirsi di tenebra. Mai ricevetti bene la Comunione: solo per la Prima Comunione feci una buona confessione. Da allora in poi, mai più: e ricevevo il mio Signore Gesù Cristo indegnamente.
Quando andiamo a confessarci, dobbiamo sempre, sempre, chiedere allo Spirito Santo che c’illumini e mandi la Sua santa Luce sulle tenebre della nostra mente: perché una cosa che fa il maligno, è oscurare la nostra mente, affinché pensiamo che nulla è peccato, che tutto è bene, che non c’è bisogno di andare dal sacerdote a confessarsi, -oltretutto, loro sono più peccatori di noi-, che la confessione è fuori moda. Chiaro, era più comodo per me non confessarmi.
ABORTO DELL’AMICA
A 13 anni, la mia amica Estela rimase incinta. Quando me lo disse, le chiesi: “Ma tu non prendevi la pillola?”. “Sì -mi rispose- ma non ha funzionato!”. “ E adesso…?
Come farai? Chi è il padre?”. Mi disse che non lo sapeva. Non sapeva se fosse successo in quella festa, o in quella passeggiata, o con il fidanzato!
Nel mese di giugno andò in ferie con la madre. Era già al 5° mese di gravidanza.
Quando ritornò, rimasi sorpresa: non aveva un minimo di pancia, e sembrava un cadavere! Era pallidissima, e di quella bambina estroversa che si divertiva con tutto, non era rimasto niente. Ormai non era più la stessa.
Sapete, a nessuna di noi piaceva andare a Messa. Ma, essendo la nostra scuola tenuta da religiose, dovevamo andarci con loro. C’era un sacerdote anziano, che si tratteneva molto nella celebrazione, e a noi queste Messe sembravano eterne, non finivano più. Per tutta la durata della Messa, rimanevamo a giocare, a ridere, senza prestare la minima attenzione alla celebrazione… Ma un giorno arrivò un nuovo sacerdote, molto giovane e di bell’aspetto. I nostri commenti furono che un giovane così attraente era sprecato a fare il sacerdote… Ci mettemmo d’accordo per vedere chi di noi l’avrebbe conquistato! Immaginatevi un po’!
Le suore erano le prime a fare la Comunione, e subito dopo c’eravamo noi, tutte
senza esserci confessate! Ci andammo come scommessa, per vedere chi avrebbe conquistato il prete! Dovevamo sbottonarci la camicia davanti a lui, al momento in cui ci avrebbe dato la Comunione, e quella che fosse riuscita a fargli tremare la mano, sarebbe stata colei che aveva il miglior seno. Era quello il segno per capire che aveva attirato l’attenzione del sacerdote.
Le cose diaboliche che ci faceva fare il maligno! …E noi a credere che fossero scherzi! A che punto eravamo…!
Ebbene, quando la mia amica Estela ritornò da quelle ferie, non era più la scherzosa, giocherellona e allegra di sempre. Adesso aveva lo sguardo spento, triste, molto triste. Non voleva raccontarmi nulla; ma un giorno che mi trovavo a casa sua, mi disse, abbassandosi la gonna: “Quando mia madre seppe che ero incinta, s’infuriò tanto, ma così tanto, che mi afferrò immediatamente per mano, mi mise in macchina, e mi portò dal ginecologo. Arrivate là, disse al medico: …E’ incinta! Mi faccia il favore, mi chieda pure il prezzo che vuole, ma ho bisogno che la operi subito e mi risolva questo problema!”. La mia amica aprì l’armadio di camera sua, e vidi un fiasco di vetro, col tappo rosso, pieno di liquido… Lì dentro c’era un bambino completamente formato!
Non lo dimenticherò mai! Sopra il tappo del fiasco, la scatola delle pillole anticoncezionali! Immaginatevi…
Vedete come il peccato acceca una persona malata, e una madre inferma spiritualmente, al punto da portare la figlia ad abortire, e per di più a mettere il feto in un fiasco perché mai più si dimentichi di prendere la pillola… E lasciarlo nell’armadio, così che, appena apre l’anta, veda subito quel macabro contenitore, e sopra il tappo, la scatola con le pillole! Semplicemente macabro e assurdo! E’ciò che fa il demonio, quando gli apriamo le porte con il peccato, e non ci laviamo nella confessione! Quando chiesi alla mia amica se non ne aveva sofferto, e se non fosse triste, lei mi rispose ironicamente: “E perché dovrei essere triste? Anzi, meno male che mi hanno liberato da questo problema!”.
Ma era una bugia, perché mai più tornò la stessa! Poco tempo dopo, entrò in depressione! Una depressione terribile!
Poi cominciò a fare uso di LSD, e naturalmente, essendo io la sua migliore amica, me ne offrì, ma mi spaventai. Da una parte, mi sarebbe piaciuto provare, perché lei diceva che la droga ti fa sentire molto bene, che ti sembra di volare, di stare sulle nuvole, e tante altre meraviglie che m’invogliavano a provare… Ma non potevo! Rimasi spaventata e le dissi di no, perché certamente mi sarebbe rimasto addosso l’odore della droga; così mia madre, che aveva un odorato finissimo, mi avrebbe scoperto…e mi avrebbe ammazzata!
Fatto sta che non ci provai! Il Signore mi mostrava, ora, che non fu per paura di mia madre che non feci la prova, ma per la Grazia di Dio, perché avevo una madre che pregava, e la sua preghiera col Rosario mi sosteneva, e m’impediva di scendere tanto in basso.
Ma le mie amiche non gradirono, si misero a discutere con me, strillarono, e rimasero disgustate per il mio rifiuto… Però io non potevo, non potevo! Questa fu una delle tante grazie che ricevetti per merito di una madre piena di Dio, che pregava per me, che viveva unita al Signore.
PERDITA DELLA VERGINITA’. COS’E’ L’ABORTO
Passarono i 13 anni, i 14, 15, e arrivai ai 16. Purtroppo, a quest’età conosco il mio primo fidanzato e mi metto con lui! Cominciò la pressione delle mie amiche.
Ero considerata la pecora nera, per il fatto di essere ancora vergine. Adesso che avevo il fidanzato, iniziava la pressione psicologica! Avevo loro promesso che, quando avessi avuto il ragazzo, allora sì, avrei avuto rapporti; ma prima, no! …Adesso, non avevo più scuse! Dissi alla mia amica Estela: “Ma… E se rimanessi incinta come te?”. Mi rispose che no, non andassi a raccontarle questo, perché ormai c’erano altri metodi, come per esempio i preservativi.
All’epoca sua esisteva solo la pillola, ma adesso non avrei avuto problemi. Mi disse che mi avrebbe dato 5 pillole da prendere tutte lo stesso giorno, e di usare il preservativo… E non mi sarebbe successo niente.
Io mi sentivo male al pensiero di dover mantenere questa promessa, ma non volevo fare brutta figura con loro.
Quando avvenne… Mi resi conto che mia madre aveva ragione, quando diceva che una bambina che perde la verginità si spegne. Io sentii proprio questo, che qualcosa si spegneva in me… Come se avessi perso qualcosa, che non potevo più recuperare.
Questa fu la sensazione che mi rimase, insieme ad un’enorme tristezza. Non so perché dicano che il sesso è bello! Non so perché i giovani dicano di provarne piacere! Io penso che non sia così buono! Nel mio Paese, la Colombia, si vede alla TV tanta pubblicità che parla del sesso sicuro, con il preservativo, e ne incoraggia l’uso. C’è tanto sfruttamento della sessualità… Sento tanta tristezza nel vedere questo! Se sapessero! Se sapessero…
Nel mio caso, vi assicuro che mi sentii molto triste, e avevo una paura tremenda di tornare a casa, e che mia madre si accorgesse di ciò ch’era successo! Mai più la potei guardare negli occhi, con il timore che lei vedesse, nei miei, quello che avevo fatto! Sentivo rabbia e ribellione, nei miei confronti e verso le mie amiche, per essere stata debole, per aver fatto qualcosa che non desideravo, e che feci solo per far loro piacere.
Dovete poi sapere che, nonostante i consigli della mia amica, e malgrado tutte le precauzioni, nel mio primo rapporto rimasi incinta!
Provate a immaginare lo spavento di una ragazzina di 16 anni incinta! (Piange).
Cominciai a notare molti cambiamenti nel mio corpo… Pur in mezzo alla paura, iniziai tuttavia a sentire tenerezza per questa creatura che portavo in grembo!
Parlai col mio fidanzato e gli raccontai la cosa. Si meravigliò. Io speravo mi dicesse che ci saremmo sposati! Avevo 16 anni e lui 17. Ma mi disse che non potevamo stravolgere la nostra vita, e che dovevo abortire! Preoccupatissima, triste, molto triste, andai dalla mia amica Estela, che mi disse: “Non ti preoccupare! Non è niente!
Ricordati che io ci sono già passata varie volte! Rimasi un po’ triste la prima volta, la seconda è stata già più facile, e la terza ormai non si sente più niente!”. “Ma t’immagini quando arrivo a casa, e mia madre mi vede una ferita del genere? Mi ammazza!”. “Non preoccuparti, adesso non fanno ferite così grandi. Il taglio che vedesti a me era enorme perché anche il bambino era già molto grande, ma nel tuo caso è ancora piccolino, sta’ tranquilla! Non ti succederà niente, tua madre neanche se ne accorgerà!”.
Oh, fratelli, che tristezza! Che dolore grande! Come il demonio ci fa vedere le cose! …Come se non fosse nulla, come se fosse qualcosa senza importanza! …Come se un aborto provocato fosse la cosa più naturale del mondo! Anzi, è da stupidi sentirsi male! Che il sesso è per essere consumato, senza rimorsi, senza colpa! Ma sapete perché il maligno fa questo? Perché porta le persone a questo? Perché, fra le altre ragioni, ha bisogno di sacrifici umani! Infatti, ad ogni aborto provocato, satana acquista sempre più potere.
Nessuno può immaginare lo sgomento, la paura e il senso di colpa quando arrivai in quell’ospedale, (ben lontano da casa mia), per abortire! Il medico mi fece l’anestesia.
Ma quando mi risvegliai, non ero più la stessa! Ammazzarono quella creatura, e io morii con lei! (Piange).
Sapete, il Signore mi mostrò nel Libro della Vita quello che non vediamo con gli occhi del corpo, e che avvenne quando il medico mi praticò l’aborto. Vidi il medico che, con delle specie di tenaglie, afferra il bambino e lo fa a pezzi. Questo bambino grida, con tanta, tanta forza! Sebbene non sia trascorso neanche un minuto dalla fecondazione, è già un’anima adulta. Possiamo usare la pillola del giorno dopo, o qualunque altro mezzo, ma si tratta sempre di uccidere un bambino con un’anima adulta, completamente formata: perché essa non cresce come il corpo, ma è creata da Dio nel medesimo istante in cui l’ovulo e lo spermatozoo s’incontrano, in quel preciso momento! Vidi infatti, nel Libro della Vita, come la nostra anima, appena le due cellule si sono toccate, forma una scintilla di luce bellissima, e questa luce sembra essere un sole, che proviene dal Sole di Dio Padre. In un istante, l’anima creata da Dio è adulta, matura, a immagine e somiglianza di Lui! Quel bebé è immerso nello spirito Santo, che esce dal Cuore di Dio!
Il grembo d’una madre, subito dopo la fecondazione, s’illumina improvvisamente dello splendore di quest’anima, e della sua comunione con Dio. Quando Gli strappano questo bebé, questa vita… Vidi come il Signore sussulta, quando Gli strappano dalle mani quest’anima. Quando lo uccidono, il bimbo grida tanto, che tutto il Cielo trema!
Nel mio caso, quando uccisi il mio bambino, lo sentii gridare tanto, ma tanto forte! Vidi anche Gesù sulla Croce che gridava e soffriva per quest’anima, e per tutte le anime che vengono abortite! Il signore grida sulla Croce, con tanto dolore, tanto dolore…!!! Se voi aveste visto, nessuno avrebbe il coraggio…di provocare un aborto… (Piange)
Ora vi chiedo: quanti aborti si fanno nel mondo? Quanti in un giorno? In un mese? …Capite le dimensioni del nostro peccato? Il dolore, la sofferenza, che procuriamo al nostro Dio? …E quanto Egli è misericordioso, quanto ci ama, nonostante la mostruosità dei nostri peccati? Capite la sofferenza che procuriamo a noi stessi, e come il male s’impossessa della nostra vita?
L’ABORTO E’ IL PECCATO PIU’ GRAVE, E IL PIU’ TERRIBILE DI TUTTI
Ogni volta che il sangue di un bimbo viene sparso, è un olocausto a satana, che acquista così ancora più potere. E quest’anima grida.
Vi ripeto, si tratta di un’anima matura e adulta, benché non abbia ancora occhi, né carne, né un corpo formato… E’ già completamente adulta.
E questo suo grido tanto grande, mentre l’uccidono, sconvolge tutto il Cielo. Al contrario, è un grido di giubilo e di trionfo nell’inferno.
L’unico paragone che mi viene in mente è la finale di un mondiale di calcio: immaginate tutta quella euforia, ma in uno stadio enorme, immenso fino a perderne di vista i confini, pieno di demoni che gridano come pazzi il loro trionfo.
Essi, i demoni, mi gettavano addosso il sangue di quei bambini che abortii o che contribuii ad uccidere, e la mia anima diventò nera, completamente nera.
Dopo gli aborti, pensavo ormai di non avere più peccati… La cosa più triste fu, invece, vedere che Gesù mi mostrava come, anche nella mia pianificazione familiare, avevo ucciso… Sapete perché? Usavo la spirale come anticoncezionale. Dai 16 anni, fino al giorno in cui il fulmine mi colpì! La toglievo solo quando volevo rimanere incinta, (una volta sposata), per poi rimetterla subito dopo.
Voglio dire a tutte le donne che usano questi dispositivi intra-uterini: sì, provocano aborti! So che a molte donne succede, -perché è successo anche a me-, di vedere spesso dei grumi di sangue piuttosto grossi durante il periodo mestruale, e di sentire dolori più forti del normale. Andiamo dal medico, che non dà molta importanza al fatto: ci prescrive un analgesico, un’iniezione se i dolori sono troppo forti, dicendoci di non preoccuparci, che è normale, perché si tratta di un corpo estraneo, ma non c’è alcun problema. Sapete cos’è, invece? Un micro-aborto!!! Sì! Micro-aborto!
I dispositivi intra-uterini provocano micro-aborti, perché appena l’ovulo e lo spermatozoo si uniscono, come vi ho già detto, fin da quel momento si forma un’anima, che non ha bisogno di crescere, essendo già adulta: questi dispositivi, non lasciano impiantare nell’utero l’ovulo fecondato, che quindi muore.
Quell’anima viene espulsa! Per questo si tratta di micro-aborti. Un micro-aborto è un’anima adulta, completamente formata, cui non è stato permesso vivere.
Fu dolorosissimo vedere quanti bebé erano stati fecondati, ma poi espulsi. Questi piccoli soli, provenienti dal Sole di Dio Padre, queste scintille divine, non si potevano aggrappare all’utero per via della spirale.
Come gridavano, mentre si staccavano dalle mani di Dio Padre perché non potevano impiantarsi!!! Era uno spettacolo agghiacciante…! E il peggio è che non potevo dire di non sapere!
Quando andavo a Messa, non prestavo attenzione a ciò che diceva il sacerdote.
Nemmeno ascoltavo, e se mi avessero chiesto quale brano del Vangelo era stato letto, non avrei saputo rispondere. Dovete infatti sapere che i demoni sono presenti perfino nella Messa, per distrarci, per farci addormentare, per impedirci di ascoltare. Bene, in una di queste Messe nelle quali ero completamente distratta, il mio Angelo Custode mi diede uno scossone e mi stappò le orecchie, affinché ascoltassi ciò che il sacerdote diceva in quel momento: lo udii parlare proprio dei dispositivi intra-uterini!
Diceva che provocavano l’aborto, e che tutte le donne che ne facevano uso per il controllo delle nascite, in pratica abortivano; che la Chiesa difende la vita, e che chiunque non difende la vita non può ricevere la Comunione! Quindi, tutte le donne che usano questo metodo, non possono fare la Comunione!
Come udii quelle parole, m’infuriai con il sacerdote! Ma cosa si mettevano in testa questi preti? Con che diritto?!
Per questo la Chiesa non va avanti! E’ per questo e per quello che le chiese sono vuote! Chiaro, perché non sta con la scienza! Ma chi credono di essere, questi preti? Ci pensano loro a dare da mangiare a tutti i figli che avremmo?… Uscii di chiesa furiosa!
Il bello è che, mentre venivo giudicata davanti a Dio, non potevo dire di non sapere! Infatti, nonostante le parole del sacerdote, non ci feci caso, e continuai ad usare la spirale!
Quanti bambini avrò ucciso? …Ecco il motivo per cui vivevo così depressa! Perché il mio grembo, anziché essere fonte di vita, si era trasformato in un cimitero, in un “mattatoio” di bambini! Pensate: una madre, cui Dio ha concesso il dono immenso di dare la vita, di prendersi cura del proprio bebé, di proteggerlo da tutto e da tutti, proprio quella madre, con tutti questi doni, uccide il suo figliolino…!
Il demonio, con la sua strategia malefica, ha portato l’umanità ad uccidere i propri figli. Adesso comprendo per quale ragione vivevo in continua amarezza, depressa, sempre di malumore, maleducata, con brutti modi di fare, con una cattiva faccia, frustrata con tutto e con tutti. Per forza! Mi ero trasformata, senza saperlo, in una macchina per ammazzare bambini, e per questo sprofondavo sempre più nell’abisso.
L’aborto è il peggiore di tutti i peccati (quello provocato, non quando è spontaneo), perché uccidere i figli ancora nel grembo della madre, uccidere una creaturina innocente e indifesa, è dare il potere a satana. Il demonio comanda dal fondo dell’abisso, perché stiamo spargendo sangue innocente! Un bambino è come un agnello innocente e senza macchia… E Chi è l’Agnello senza macchia? E’ Gesù! In quel momento, il bambino è ad immagine e somiglianza di Gesù! Il fatto che sia la madre stessa ad uccidere il proprio figlio, determina un profondo legame con le tenebre, permettendo che escano più demoni dall’inferno per distruggere e strangolare l’umanità.
E’ come se si aprissero dei sigilli… Sigilli che Dio ha messo per impedire al male di uscire, ma che, ad ogni aborto, si aprono… Allora escono delle larve orribili, che sono più e più demoni…
Escono per inseguire e perseguitare l’umanità, e poi farci schiavi della carne, del peccato, di tutte le cose cattive che vediamo, e che vedremo sempre più. E’ come se dessimo la chiave dell’inferno ai demoni, per farli uscire.
Così escono sempre più demoni, della prostituzione, delle aberrazioni sessuali, del satanismo, dell’ateismo, del suicidio, dell’indifferenza… Di tutti i mali che vediamo attorno a noi.
E il mondo va peggiorando ogni giorno… Pensate a quanti bambini sono uccisi ogni giorno: è tutto un trionfo del maligno! Sappiate che a prezzo di questo sangue innocente, cresce sempre più il numero di demoni fuori dell’inferno, che circolano liberi in mezzo a noi!
Ripariamo! …Noi pecchiamo anche senza saperlo! E la nostra vita si trasforma in un inferno, con problemi d’ogni tipo, con malattie, con tanti mali che ci affliggono: tutto questo non è che pura e semplice azione del demonio nella nostra vita.
Ma siamo noi, e noi solo, che apriamo la porta al male, con il nostro peccato, e gli permettiamo di circolare liberamente nella nostra vita. Non è solo con l’aborto che pecchiamo! …Ma è tra i peccati più gravi. E poi abbiamo la faccia tosta d’incolpare Dio per tanta miseria, tante disgrazie, tante malattie e tanta sofferenza!
Ma Dio, nella Sua infinita Bontà, ci dà ancora il sacramento della Riconciliazione, e abbiamo l’opportunità di pentirci e di lavare il nostro peccato nella confessione, rompendo così i lacci che ci legano a satana, e la sua influenza nella nostra vita. In questo modo possiamo lavare la nostra anima. …Ma nel mio caso, non lo feci!
I CATTIVI CONSIGLI
Quante volte uccidiamo, anche spiritualmente?! Quanti di noi si preoccupano perché i propri figli abbiano di che vestirsi, si nutrano adeguatamente, possano studiare…?
E se si ammalano, corriamo subito dal medico… Ma quanti di noi, spesso, uccidiamo i nostri figli? Tanti sono tristi, o pieni di rabbia, amareggiati, perché non hanno vicino il padre o la madre, non hanno l’amore dei genitori. Immaginatevi una donna che si presenta in chiesa, per esempio, e dice: “Ti ringrazio, mio Dio, per questi figli così bravi che m’hai dato; sono tanto buoni, ma tanto buoni, che da quando il padre mi lasciò, lo odiano, e amano solo me!”. Sapete cos’ha fatto questa madre?
Ha ucciso i suoi figli spiritualmente. Perché odiare è uccidere! Quante volte avveleniamo i nostri figli?!
Voi non immaginate quanto addolora Dio il nostro indisporre, avvelenare i figli contro il padre o la madre! Dio non lo permette!
Gesù mi mostrò che ero un’assassina spaventosa, perché non solo peccai quando abortii, ma finanziai anche molti aborti.
Ecco il potere che mi diede il denaro! Mi feci complice! Dicevo, infatti: la donna ha il diritto di rimanere incinta o no! …Guardai il Libro della mia vita… E quanto mi addolorò vedere quello che feci anni dopo, quando ormai ero adulta! Quando abbiamo il veleno dentro di noi, non possiamo dare agli altri nulla di buono, e tutti coloro che si avvicinano a noi vengono rovinati.
Alcune ragazzine, tre mie cugine e la fidanzata di un mio cugino, frequentavano molto la mia casa.
Essendo quella che aveva i soldi, le invitavo, e parlavo loro di moda, di “glamour”, di come esibire il loro corpo per essere attraenti, e prodigavo consigli. Vedete come le prostituivo! Prostituivo dei piccoli! Questo fu un altro peccato orribile, dopo l’aborto. Le prostituivo, perché davo loro questi consigli: “Non siate sciocche, ragazze, non date retta alle vostre madri, che vi parlano di castità e di verginità: è roba passata di moda.
Parlano della Bibbia, che è vecchia di 2000 anni… E poi, questi preti, che non vogliono aggiornarsi, vi parlano di quello che dice il Papa, ma il Papa è anche lui fuori moda”.
Figuratevi il veleno che trasmisi a quelle ragazzine. Dicevo loro che potevano disporre del proprio corpo, soltanto dovevano fare attenzione per non avere gravidanze… E insegnai con quale metodo.
La fidanzata di mio cugino, che aveva 14 anni, arrivò un giorno al mio ambulatorio, piangendo molto. Mi disse: “Gloria, sono una bambina, sono una bambina, e sono incinta!”. Io quasi le gridai: “Stupida, non ti ho insegnato come fare?!”. E lei rispose: “Sì, sì, ma non ha funzionato!”.
Sapete cosa Dio voleva da me, in quel momento? Che io appoggiassi quella ragazza perché non cadesse nell’abisso, non abortisse. L’aborto è una corrente che trascina, che fa soffrire, perché sempre sentirai il vuoto, il dolore, di essere stata l’assassina di tuo figlio. Il peggio, per questa ragazza, fu che, invece di parlarle di Gesù e aiutarla, confortandola e appoggiandola, le diedi il denaro per abortire! Certo, in un posto sicuro, per non essere compromessa fisicamente… Ma lo restò spiritualmente, e per tutta la vita.
Come questo, finanziai tanti altri aborti. Ma avevo ancora il coraggio di dire che non ammazzavo, che ero buona, che ero cattolica, che non era giusto, che non potevo
stare in quel luogo orribile…!
In più, le persone che mi erano antipatiche, le odiavo e le detestavo, e parlavo male di loro. Ero falsa, ipocrita, e anche assassina: perché non è solo con le armi che si uccide una persona. Odiare, calunniare, invidiare, deridere, fare del male, anche questo è uccidere!
RIPARARE I NOSTRI PECCATI
Come vi ho già detto, l’aborto è il peccato più grave agli occhi di Dio. Tante persone mi chiedono come riparare l’aborto. Infatti, non possiamo restituire la vita al bambino; ma nella Chiesa Cattolica abbiamo una benedizione tanto grande! Il sacramento della Riconciliazione. Nella confessione, Dio ci perdona, e ciò che il sacerdote scioglie sulla terra, è sciolto anche in Cielo. Gloria a Dio, per questo!
Benedetto sia il Signore per la Sua Bontà! …Il Signore ci perdona, ma ricordate quello che Gesù disse alla donna adultera: che andasse in pace, ma non tornasse a peccare! “Va’ in pace e non peccare più”.
Un altro atto di riparazione è il “Battesimo d’intenzione”. Battezzare i bambini, come il sacerdote ha fatto oggi, in questa celebrazione, così che essi possano uscire dal Limbo. Vedete la saggezza della Chiesa Cattolica!
Questi bambini entrano nella Gloria di Dio! Ora sono Angioletti, che pregano e intercedono per la nostra salvezza. Vedete la bellezza dell’“economia” di Dio! Vedete come Dio trasforma tutto per il nostro bene!
Niente viene perduto! E quando una persona evangelizza sull’aborto, e un bebé si salva, anche questa è riparazione! Quando una donna abortisce, oltre a chiedere perdono a Dio nella confessione, e non abortire mai più, può anche contribuire a evitare altri aborti, di altre donne: facendo questo, ripara il suo peccato, enormemente! Questa è riparazione!
LA MIA MANCANZA D’AMORE A DIO
La mia relazione con Dio era tristissima. Per me, Dio era Colui che cercavo solo se avevo problemi. Molte volte, quando ciò accadeva, correvo a chiderGli aiuto. Quasi sempre si trattava di problemi economici! Era una relazione totalmente economica, quella fra me e Dio! Era tipo “Bancomat”! Io mettevo la preghiera e la supplica, perché Dio mi mandasse il denaro! Volevo che Dio mi amasse e mi desse tutto, ma proprio tutto, però alla mia maniera!
E che nessuno venisse a dirmi che facendo così peccavo, perché non lo gradivo! Il demonio mi addormentò la coscienza! Spesso, quando mi trovavo in difficoltà economica, passavo davanti ad un’immagine di Gesù Bambino, mentre uscivo di chiesa, e toccavo la sua manina dicendoGli: “Ascoltami! Dammi soldi, che ne ho bisogno!”.
Come alcuni fanno con Budda: gli sfregano la pancia, dicendogli di dar loro denaro! Così facevo io con Gesù Bambino! Figuratevi la mia faccia tosta! Che grande mancanza di rispetto! E il Signore mi mostrò come Lo addolorò il mio disamore e la mia mancanza di rispetto! Quanto dolore e vergogna sentivo, adesso!
I soldi poi arrivavano, sì, ma sparivano subito! Era come se, quanto più depressa arrivavo, tanto più depressa rimanevo senza niente! Alla fine mi ritrovavo in una situazione economica sempre peggiore!
Stando così le cose, una signora mi raccontò di aver attraversato anche lei una situazione simile, ma era andata da un pastore protestante che qualcuno le aveva raccomandato, e tutto era migliorato! Appena udii questo, le chiesi immediatamente dove fosse, perché volevo andarci subito! …Guardate la mia infedeltà!
Andai dunque da quel pastore, che mi fece una preghiera imponendomi le mani, e mi fece comunicare alla loro maniera. Pensate, io ricevevo il Corpo e il Sangue del Signore, nella mia religione cattolica. Vado là, e mi fanno fare la comunione come se fosse la prima volta!
Le loro celebrazioni erano molto animate: saltavano, applaudivano… Mi dicevo: che strazio quei preti cattolici così spenti e disgustosi, quelle Messe così noiose… Non c’è paragone con queste, che ci fanno sentire così bene, così gioiosi!
Là non credono nelle immagini, e dicono che quella delle immagini è idolatria.
Perciò, non m’inginocchiavo più davanti al Crocifisso, perché era idolatria. Quando cominciai a frequentare queste chiese evangeliche, avevo una vicina, una vecchina assai povera, che abitava di fronte a casa mia; io l’aiutavo dandole i soldi per pagare la bollette della luce, dell’acqua, e a volte le facevo un po’ di spesa, perché potesse mangiare. Come potete immaginare, questa vecchietta era molto affezionata a me!
Ma quando non abbiamo Dio dentro di noi, anche le opere buone diventano luride, come i nostri peccati.
Dicevo, quando cominciai a frequentarle, le chiese evangeliche mi piacevano molto; infatti, oltre ad essere gioiose le loro celebrazioni, dicevano di legare gli spiriti di rovina, e cose simili.
Ora, quella vecchietta era cattolica, ma io usai l’amicizia che lei sentiva per me, e riuscii a convincerla, cominciando così a distruggere la sua fede. Per farla breve: a causa dei miei consigli e delle idee che le misi in testa, morì senza ricevere i sacramenti.
Non li volle ricevere, perché non dava più importanza ad essi. Vedete come influenziamo quelli che sono vicino a noi! Quando dentro di noi c’è il male, finiamo per condurre gli altri, quelli che si avvicinano a noi, nei nostri stessi errori. Basta vedere ciò che feci io con quella vecchietta!
Quando però quel pastore protestante mi chiese la decima, m’infuriai; infatti, in quel periodo ero già in bancarotta e loro, per completare la mia rovina, mi chiedevano pure il 10% dei miei guadagni! …Fu così che mi passò completamente la “cotta” per il protestantesimo!
SESTO COMANDAMENTO: ADULTERIO
Su questo comandamento pensavo, ancora piena di superbia: qui non mi colgono in fallo, perché mai ho avuto un amante, sono stata sempre fedele!
In effetti, dopo il matrimonio, non ho mai dato nemmeno un bacio ad altri. Solo a mio marito. Ma il Signore mi mostrò che esibivo troppo il mio corpo, quando andavo in giro con il seno scoperto, con le calze aderenti al corpo, con l’abbigliamento che usavo… Io pensavo che gli uomini che mi guardavano, semplicemente mi ammirassero… Ma il Signore mi mostrò come essi peccavano con me: perché non si trattava di ammirazione, come credevo, ma di una provocazione, e loro peccavano a causa mia. Commisi adulterio, per aver esibito il mio corpo. Non capivo la sensibilità maschile. Credevo che loro pensassero come me, che cioè guardandomi dicessero: “Che bel corpo!”. Invece peccavano per colpa mia. Mai fui infedele per essermi gettata nelle braccia di un uomo, ma era come se fossi una prostituta nello spirito. Oltre tutto, pensavo di vendicarmi, qualora mio marito mi fosse stato infedele, e consigliavo altre donne a farlo, quando scoprivano che il marito le aveva tradite. “Non essere sciocca!
Véndicati, non perdonare. Fatti valere! E’ per questo che noi donne siamo così sottomesse agli uomini, così calpestate!”. Sapete, con questi consigli, io e le mie amiche siamo riuscite a far separare una nostra amica. Aveva sorpreso il marito in ufficio mentre baciava la segretaria. Noi, con i nostri consigli, non la lasciammo riconciliare, nonostante lui le chiedesse perdono, veramente pentito. Lei voleva perfino perdonare, perché lo amava: ma noi non glielo permettemmo. Alla fine divorziarono, e due anni dopo lei si risposò civilmente, con un argentino. Capite…?
Quando consigliavo in questa maniera, ero dentro l’adulterio. Gesù mi mostrò, e io vidi bene, come i peccati
della carne sono abominevoli, perché la persona si condanna, anche se il mondo afferma che tutto è bene.
Da quando mi sposai, ebbi un solo uomo nella vita, mio marito; ma i peccati stanno anche nei pensieri, nelle parole, nelle azioni: fu veramente triste vedere come il peccato e l’adulterio di mio padre ci fece tanto male. Nel mio caso, mi trasformò in una persona risentita, sprofondai nel rancore contro gli uomini, mentre i miei fratelli sono diventati copie fedelissime di mio padre. Pensano di essere felici nel sentirsi molto maschi? Sono donnaioli, bevono, e non si accorgono del male che fanno ai propri figli.
Per questo mio padre piangeva con gran sofferenza, in Purgatorio, vedendo le conseguenze del suo peccato e dell’esempio che diede loro.
Ci condanniamo, con la promiscuità, perché è vivere come fossimo animali: topi, cani…qui e là…
SETTIMO COMANDAMENTO: NON RUBARE
Anche calunniare è rubare. Figuratevi che io dicevo di non aver mai rubato. Mi consideravo onesta: ma rubai a Dio! Sì, rubai a Dio. Sono stata creata e sono nata per aiutare a costruire un mondo migliore, per contribuire ad estendere il Regno dei Cieli sulla terra. Ma, oltre a non aver adempiuto questa missione, diedi cattivi consigli e danneggiai molta gente. Non seppi usare i talenti che Dio mi diede. Quindi rubai, chiaro che rubai! A quante persone rubai il buon nome, sollevando calunnie o spargendole?
Voi non potete immaginare quanto sono terribili i peccati della nostra lingua! …E in che modo si riparano…!
Come riparare l’onore di qualcuno, dopo averne sparso il pettegolezzo, o la calunnia?! Come restituire il buon nome a quella persona?! Questo sì che è difficile! Ecco perché in Purgatorio, chi ha fatto del male a qualcuno con le sue parole, ha molto da soffrire. Quasi tutta la gente usa la lingua per criticare, per distruggere, per offendere, per devastare il buon nome delle persone. Queste lingue, laggiù, sono causa di grande sofferenza! Bruciano!!! Come bruciano! Non potete immaginare! Il Signore mi mostrò come c’inganniamo, nei giudizi che facciamo sugli altri. Mentre noi, per esempio, guardiamo con disprezzo una prostituta, Il Signore la guarda con infinito Amore, con infinita Misericordia. Vede dentro di lei, conosce tutta la sua vita, e sa cosa l’ha portata a prostituirsi. Sappiate che molte di loro fanno questa vita a causa dei nostri peccati.
Anche per il nostro disprezzo e per la nostra mancanza di amore al prossimo. Qualcuno ha mai steso la mano per aiutare una prostituta? O verso qualcuno sorpreso a rubare?
Passiamo la vita a giudicare e a vedere i difetti degli altri, i loro errori, e a condannare.
Ma quando vediamo qualcuno fare qualcosa di sbagliato, almeno chiudiamoci la bocca, pieghiamo le ginocchia e preghiamo per quella persona. A volte non possiamo fare niente di più: ma Dio può. Non giudichiamola, non critichiamola, altrimenti pecchiamo più di lei. Non possiamo assolutamente sollevare false testimonianze, o collaborare perché si divulghino, né giudicare, né mentire, perché così facendo rubiamo la pace del prossimo.
E attenzione, perché la menzogna è sempre menzogna, non ce n’è di grandi o piccole, verdi o gialle, o color rosa: mentire è sempre grave, e il padre della menzogna è satana.
Nel mio caso, tante bugie per che cosa? La mia vita fu messa allo scoperto, alla Luce di Dio. E voi? …Ma sappiate che dall’altra parte, nessuno si fa avanti per litigare o reclamare… Là c’è solo la vostra coscienza e Dio!
Nel mio giudizio, per esempio, i miei genitori stavano lì a vedere le mie menzogne, ma mia madre non mi accusò. Soltanto, mi guardava con infinita tenerezza.
La mia peggiore menzogna, poi, fu mentire a me stessa quando dicevo che non uccidevo, non rubavo, che ero una brava persona, che non avevo mai fatto del male a nessuno, e che Dio non esisteva; e che sarei andata in Cielo lo stesso! Che vergogna tremenda, provavo ora!
Il Signore continuò a mostrarmi che, mentre in casa mia si sprecava il cibo, in altre case del mondo c’era la fame, e mi disse: “Osserva: avevo fame, e guarda cosa ne facesti di quello che ti avevo dato, lo sprecasti. Avevo freddo, e guarda cosa facevi, schiava della moda, o di quel che si diceva di te, delle apparenze: compravi le cose di marca, i gioielli, arrivavi a spendere 150.000 pesos per ogni iniezione, per essere snella, schiava del tuo corpo… Fino a fare di esso un dio. Guarda quanti non hanno di che vestire, o di che mangiare, o non sanno come pagare le bollette”.
Gesù mi mostrò la fame dei miei fratelli, e come anch’io fossi responsabile della fame e delle condizioni in cui versava il mio Paese e il mondo intero… Perché tutti siamo responsabili! Mi mostrò come io avevo a che fare con tutto questo, perché quando avevo parlato male di qualcuno, questa persona aveva perso il lavoro e il sostentamento per la sua famiglia, e gli avevo rubato l’onore e il buon nome. E dopo, come avrei potuto restituirglielo?! Mi mostrò che era più facile restituire denaro rubato, perché si poteva rendere, e quindi riparare il peccato. Ma quando si ruba il buon nome di una persona, dopo che la calunnia si è ormai propagata, chi può rendere l’onore di questa persona? Si fa tanto male ad essa, nel lavoro, o nelle relazioni con le altre persone! I matrimoni si distruggono! Tanto male! Tanto male!
Ancora, rubavo ai miei figli la grazia di avere una madre in casa, una madre tenera, dolce, che li amasse e accompagnasse! Invece…! La madre via, i bambini soli, con “mamma” televisione e “papà” computer, e i videogiochi… E mi credevo la mamma perfetta. Uscivo alle h. 5.00 del mattino e non rientravo prima delle h. 23.00.
Per stare a posto con la coscienza, poi, compravo loro le cose firmate e tutto quello che volevano.
Restai atterrita, quando vidi mia madre interrogarsi dove avesse sbagliato… Cosa avesse dovuto fare e non fece, riguardo alla mia educazione! Era una santa donna, che ci dava e seminava in noi i principi secondo il Signore; e mio padre fu un uomo buono, con noi. Perciò mi dissi: che sarà di me, che non feci niente di tutto questo per i miei figli?
Agghiacciata, mi chiedevo: cosa sarà, quando Dio mi giudicherà rispetto ai miei figli?
Che spavento! Che dolore immenso! Rubavo la pace ai miei figli: adesso lo vedevo, nel Libro della Vita. Provai una gran vergogna! …Nel Libro della Vita vediamo tutto, tutta la vita come un film. Che pena fu vedere i miei figli che dicevano: “ Speriamo che mamma tardi ad arrivare! Speriamo che ci sia molto traffico e arrivi più tardi! Perché è così noiosa, antipatica, e quando arriva sta sempre a brontolare e a gridare, tutto il giorno!”. Che tristezza, fratelli! Un bimbo di tre anni, e l’altro un po’ più grandicello, a dire queste cose! A sperare che la madre non arrivi! Io rubai a questi bambini una madre, rubai loro la pace che avrei dovuto dare in casa, non feci in modo che conoscessero Dio attraverso di me, e amassero il prossimo.
Ma, del resto, non potevo dare quello che non avevo: non amavo il prossimo! E se non amo il prossimo, non amo
nemmeno il Signore. Perché Dio è Amore…
Anche mentire è rubare. In questo ero esperta, sapete? Perché satana diventò mio padre. Infatti, tu puoi avere per padre Dio, o satana. Se Dio è Amore, e io ero odio, chi era mio padre?
Se Dio mi parla di perdono e di amore a coloro che mi fanno del male, mentre io dicevo che “chi me la fa me la paga”, ero vendicativa, bugiarda; e se satana è il padre della menzogna, allora chi era mio padre? Le menzogne son menzogne, e satana ne è il padre. I peccati della lingua sono terribili! Vedevo tutto il male che avevo fatto con la mia lingua, quando criticavo, quando deridevo, quando davo nomignoli a qualcuno. Come si sentiva, quella persona! Come le faceva male il soprannome con cui la deridevo, creandole complessi d’inferiorità tremendi, capaci di distruggerla!
Per esempio, chiamai grassa una persona che lo era, facendola soffrire; e a causa di questa parola, finì per distruggersi.
Vi racconto meglio. A 13 anni, facevo parte di quel gruppetto di amiche, al quale era un onore, per me, appartenere…
Un gruppetto di ragazzine raffinate ed esperte. Il Signore mi mostrò come questa compagnia di “bravissime”, uccise spiritualmente una compagna di scuola. C’era in classe una bambina grassa, obesa. Le mie amiche cominciarono a tormentarla, a prenderla in giro, chiamandola con nomi offensivi, come foca, elefante, e altri. Ci prendevamo gioco di lei. Lo facevo anch’io, per non fare brutta figura con loro.
Ora, nel Libro della Vita, vedevo come questa poveretta aveva sempre più complessi per la sua obesità. Si guardava allo specchio, e ogni volta si vedeva più brutta. Così cominciò ad odiarci, e ad odiare se stessa; e quanto più si guardava, tanto più si odiava.
E l’odio è morte, è morte per l’anima. In preda a questa disperazione, la ragazza un giorno bevve una bottiglia di iodio, per vedere se fosse dimagrita! Ma sapete quello che successe? Sapete come finì, per colpa dello iodio? Quasi cieca! Ebbe una forte intossicazione, e restò quasi cieca! Per questo non tornò a scuola! A noi non importò saperlo! Non la vedemmo più, e non c’interessò sapere il perché!
Per questo vi dico, fratelli, che i peccati collettivi sono molto gravi, gravissimi. Perché sono peccati nostri, personali! Il peccato di quella ragazzina, fu il nostro peccato.
Il peccato della comunità, è anche il tuo peccato, perché non hai fatto niente per evitarlo!
E ciò non vale solo per il peccato individuale, ma anche per quelli dell’umanità, per i quali non hai fatto nulla affinché si potessero evitare.
Il potere della parola…! Distruggemmo quella ragazzina, mettendole dei soprannomi; il demonio entrò e la rovinò, e adesso lei può a sua volta distruggere altri, con il suo odio, così vanno formandosi le correnti del male. Dove c’è odio, là c’è il maligno. Ecco come assassinammo una compagna di scuola. Uccidemmo la sua anima!
Vent’anni dopo… Avevo una cugina molto carina; le insegnavo, le consigliavo come vestirsi, come valorizzare il suo corpo, truccarsi, ecc. Un giorno si ustionò gravemente, oltre il 70% del corpo. Solo la faccia non si bruciò. Ma era molto grave, poteva morire.
Io m’infuriai, m’infuriai con Dio, andai nella cappella dell’ospedale, e dissi: “Dio, se esisti, provamelo! Dimostrami che esisti, salvala!”. Figuratevi la mia superbia!
Ebbene, mia cugina si salvò. Ma rimase completamente ustionata, con gravi cicatrici.
Le mani restarono deformate… Una tristezza. A quell’epoca stavo già bene economicamente, e la portavo a passeggio, a volte in piscina. Ma quando la mettevo in acqua, tutta la gente usciva protestando e diceva: “Che schifo! Ma perché esce di casa con questa creatura? Viene qui a rovinarci le ferie!”
Questo dicevano, le persone che la vedevano! La gente è cattiva, perversa, egoista, quando parla così, vedendo la disgrazia degli altri. Di conseguenza, mia cugina cominciò a non voler uscire di casa. Arrivò al punto di aver paura delle persone! Ed infine ad odiarle! (Piange). il Signore mostra, a ciascuno di noi, quando abbiamo messo in ridicolo un fratello, senza una goccia di compassione.
Che diritto hai di far soffrire qualcuno, mettere soprannomi, e chiamare con nomi offensivi, senza sapere quello che la persona prova? Che diritto hai d’essere tanto crudele? Dio ti mostrerà quante persone hai assassinato solo con una parola! Vedrai il potere terribile che ha la parola, di uccidere le anime.
Eppure, se io andassi davanti al Santissimo, a chiedere la grazia di riparare i miei peccati, Dio risanerebbe nell’anima mia cugina. Perché il nostro è un Dio innamorato, e nella misura in cui chiudiamo le porte al male, ci apre le porte della benedizione.
Quando il Signore mi fece l’esame dei 10 Comandamenti, mi mostrò che dicevo di amare e adorare Dio, a parole, ma in realtà adoravo satana. Criticavo tutto e tutti; e tutti puntava col dito, la “santa Gloria”!… Mi mostrò quando dicevo di amare Dio e il prossimo, ma ero falsa e invidiosa… Mi mostrò come non fui mai riconoscente ai miei genitori, né mai li ringraziai del loro impegno per darmi una professione e potermi realizzare nella vita, tutti gli sforzi e i sacrifici che fecero… Tutto questo non lo vedevo.
Appena iniziai la mia professione, perfino essi diventarono inferiori ai miei occhi… Tanto da avere vergogna di mia madre, per la sua umiltà a povertà. Guardate che tutto questo è ignobile.
Dio mi fece un’analisi di tutta la mia vita, alla luce dei 10 Comandamenti: mi mostrò com’ero nei confronti del prossimo, e nei confronti di Lui.
AMARE IL PROSSIMO
Mai, mai, ebbi amore, né compassione, per il prossimo, per i miei fratelli di fuori.
Non pensai mai, nel modo più assoluto, ai malati, alla loro solitudine, ai bambini senza la mamma, agli orfani… Con tanti bambini che soffrono, tanta sofferenza, potevo dire: Signore, concedimi di accompagnarli nel loro dolore…
E invece no. Niente! Il mio cuore di pietra, mai si ricordò della sofferenza altrui. La cosa più terribile era che non feci mai niente per amore al prossimo! …Per esempio, pagavo la spesa del supermercato a molta gente, che non aveva i soldi e si trovava in necessità, ma non lo facevo per amore: avevo il denaro, e non mi costava niente. Io davo perché mi piaceva che tutti vedessero il gesto, e dicessero che ero buona, che ero una santa. E come sapevo approfittare delle necessità delle persone!
Non davo niente gratuitamente! Infatti dicevo:
“Io ti faccio questo, ma tu in cambio fammi il favore di andare, al mio posto, al collegio dei miei figli, alle riunioni, perché io non ho tempo… Portami le buste della spesa alla macchina… Fammi questo, fammi quello…”.
Così, manipolavo tutti: facevo le carità per avere in cambio dei favori, e mai perché la persona aveva bisogno. In più, adoravo avere dietro di me un sacco di gente, che dicesse quant’ero buona e generosa, perfino santa: perché c’era chi diceva addirittura questo, ed era gente che mi conosceva bene!
Nell’esame che Gesù mi fece dei 10 Comandamenti, vidi come dall’avidità uscivano tutti i miei mali. Fui accecata da questo desiderio d’avere denaro, molto denaro, perché pensavo che sarei stata felice quanto più ne avessi avuto. Peccato che, proprio il periodo in cui avevo molti soldi, fu quello peggiore per la mia anima, al punto da volermi suicidare. A dispetto della mia ricchezza, mi sentivo sola, vuota, amareggiata, frustrata
Quest’avidità, questo desiderio di denaro, fu la strada che mi condusse, per mano del maligno, ad allontanarmi e a staccarmi dalla mano del Signore. Egli mi disse: “Tu avevi un dio, e questo dio era il denaro, e a causa sua ti condannasti. Per colpa sua, sprofondasti nell’abisso, e ti allontanasti dal tuo Signore”.
Quando mi disse “dio denaro”… Noi eravamo arrivati, sì, ad avere molti soldi, ma ultimamente eravamo in rosso, pieni di debiti, e non avevamo più un centesimo. Allora gridai: “Ma quale denaro?! Quello che ho lasciato sulla terra, non sono altro che debiti!…”
Nel mio esame sui 10 Comandamenti, non ne passai uno! Terribile!!! Che spavento!!! Vivevo in un autentico caos! …Ma come? …Io?! Io, che mai avevo ucciso?! Che non facevo male a nessuno?! Ecco quello che pensavo… E invece sì, avevo ucciso tanta gente!
IL LIBRO DELLA VITA
Dopo l’esame dei 10 Comandamenti, il Signore mi mostrò il “Libro della Vita”.
Mi piacerebbe poter avere le parole per descriverlo. Che meraviglia! Vediamo tutta la nostra vita, le nostre azioni e le loro conseguenze, buone o cattive che siano, su noi e
sugli altri. I nostri sentimenti e pensieri, e quelli degli altri. Tutto come un film.
Comincia dal momento della fecondazione: vediamo la nostra vita a partire da questo momento, e da qui veniamo presi per mano da Dio, che ci mostra tutta la nostra esistenza. Nell’istante stesso della nostra fecondazione, c’è come una scintilla di Luce Divina, un’esplosione bellissima, e si forma un’anima, bianca… Ma non come il bianco che conosciamo!
Dico questo colore perché è il più simile, ma è così stupendo che è impossibile descriverne a parole la bellezza, lo splendore… L’anima è talmente bella, piena di luce, incantevole, raggiante e piena d’Amore di Dio…
Un Amore di Dio impressionante. Non so se avete mai notato come i neonati, spesso, ridono da soli, ed emettono quei suoni e balbettii. Sapete? Stanno parlando con Dio! Si, perché sono immersi nello Spirito Santo. Anche noi vi siamo immersi, ma la differenza è che essi, nella loro innocenza, sanno approfittare di Dio e della Sua Presenza.
Voi non potete immaginare che cosa meravigliosa fu vedere il momento in cui Dio mi creò, nel grembo di mia madre. La mia anima portata nella Mano di Dio Padre!
Scopro un Dio Padre così bello, meraviglioso, tenero, premuroso e affettuoso, che ha cura di me 24 ore al giorno; che mi amò, mi protesse, e sempre venne a cercarmi quando mi allontanavo, con infinita pazienza.
Io vedevo solo castigo, mentre Lui non era che Amore, solo Amore, perché Egli guarda non la carne ma l’anima, e vedeva come io mi andavo allontanando dalla salvezza.
Sapete, mia madre era sposata da 7 anni e ancora non aveva figli. In quel momento era molto turbata, a causa della vita d’infedeltà di mio padre: fu molto preoccupata e angosciata, quando si accorse di essere incinta. Piangeva con grande afflizione. Ciò ebbe una conseguenza tale, che mi segnò interiormente, tanto che nella vita non mi sentii mai amata da mia madre! Eppure lei fu sempre tanto affettuosa, tanto buona con me; mi diede sempre amore e affetto, ma io dicevo e insistevo che lei non mi amava, e vissi sempre con questo complesso. Per questo, solo i Sacramenti sono la Grazia di Dio che ci cura. Quando mi battezzarono, dovete vedere la festa che ci fu in Cielo! E’ una creaturina che riceve sulla fronte un sigillo, il Sigillo dei figli di Dio! E’ un fuoco! Il fuoco d’appartenenza a Gesù Cristo.
Ma vidi nel Libro della Vita come, già da piccolina, cominciai a riempirmi delle conseguenze del peccato di mio padre nel matrimonio, dei peccati che iniziai a conoscere, per esempio le sue bugie, il vizio del bere, l’infedeltà, e la sofferenza di mia madre. Tutto questo mi segnò, e causò in me cattivi sentimenti, limiti emotivi e comportamentali.
I TALENTI
Il Signore mi disse: “Che ne facesti dei talenti che ti diedi?
Non li all’esterno, profumava meravigliosamente, con profumi costosi, con abbigliamento usasti mai!”…Talenti?! Io venni al mondo con una missione: quella di difendere il regno dell’Amore. Ma dimenticai d’avere un’anima, tanto più d’avere dei talenti, e più ancora d’essere le Mani Misericordiose di Dio. Non sapevo nemmeno che tutto il bene che avevo tralasciato di compiere, aveva causato tanto dolore a Nostro Signore.
Vidi i talenti davvero meravigliosi che Dio aveva messo nella mia vita. Tutti noi, fratelli, valiamo molto per Dio. Egli ci ama tutti, e ciascuno in particolare. Tutti abbiamo una missione in questo mondo.
Vidi il demonio preoccupatissimo perché questi talenti, che Dio ha posto in noi, erano al servizio del Signore.
Sapete ciò di cui più mi chiedeva conto il Signore? Della mia mancanza d’amore e carità al prossimo, e mi disse: “La tua morte spirituale cominciò quando non ti lasciasti commuovere dalla sofferenza; eppure anche tu l’avevi provata. Eri viva, ma morta”.
Se vedeste cos’è la morte spirituale! Un’anima che odia, è spaventosamente orribile, brutta, amareggiata, disgustosa, dà fastidio e fa male a tutti.
E’ doloroso vederela nostra anima, quand’è piena di peccati… Io vidi la mia: firmato… Ma dentro, una puzza tremenda, e sprofondata nell’abisso. Ecco perché tanta depressione e amarezza. Il Signore mi disse: “La tua morte spirituale cominciò quando non ti lasciasti prendere dalla compassione per i tuoi fratelli. Era un avviso, quando vedevi le tribolazioni dei tuoi fratelli da ogni parte, o quando sentivi dai mezzi di comunicazione d’uccisioni, sequestri… Ma tu rimanevi di pietra! Solo dicevi, con la bocca: oh, poverini. Ma non ti addoloravi, nel cuore non sentivi niente, avevi il cuore di pietra, e fu il peccato a indurirtelo”. Ora vi racconto come il Signore mi mostrò i talenti.
Dovete sapere che alla TV non guardavo mai i notiziari, perché non mi andava di vedere tanti morti, tante cose spiacevoli… M’interessava solo la parte finale: diete, oroscopo, potere mentale, energie, e servizi su questo genere di cose… Tutta roba che usa il demonio per distoglierci, per confonderci… Ora il Signore mi mostrava, nel Libro della Vita, come un giorno, nella Sua strategia Divina, ritardò i programmi, e io accesi la TV quando ancora le notizie non erano terminate: vidi un’umile contadina, che piangeva sopra il cadavere del marito.
Devo dirvi, fratelli, che il demonio ci abitua al dolore degli altri, a vedere la sofferenza altrui pensando che quel problema non ci riguarda: chi sta male, si arrangi, perché il problema non è mio. Ebbene, il Signore mi mostrò come Gli fa male quando i giornalisti sono preoccupati solo che la notizia impressioni, senza commuoversi; pensano solo a vendere la notizia, senza preoccuparsi, in quel caso, di quella donna!
Quando accesi la TV e vidi quella contadina piangere, provai un profondo dolore per la sua sofferenza; mi addolorò realmente, quella povera donna. Era il Signore che permetteva così! Prestai attenzione a ciò che si diceva, e mi accorsi che il luogo dove accadevano quei fatti era nel Venadillo, Tulima: la mia terra natale…! Ma subito dopo, cominciò la parte delle rubriche, dove si parlava di una dieta fenomenale, ed io mi dimenticai completamente della contadina, perché m’interessava più la dieta.
Non pensai mai più a lei!
Chi non dimenticò la contadina, fu Nostro Signore! Egli mi aveva fatto sentire il dolore e la sofferenza di quella donna, perché voleva che fossi io ad aiutarla. Era quello il momento di usare i talenti che Lui mi aveva dato. Mi disse: “Il dolore che provasti per lei, ero Io, che ti gridavo di aiutarla. Fui Io a ritardare le notizie, perché tu potessi vedere: ma non fosti capace di piegare le ginocchia e pregare per lei, neanche per un minuto! Ti lasciasti annebbiare dalla dieta, e non ti ricordasti più di lei!”.
Il Signore mi mostrò la situazione di quella donna. Si trattava di una famiglia d’umili contadini. Per prima cosa, avevano chiesto al marito di abbandonare la casa in cui vivevano. Al che, lui rispose di no, che non se ne sarebbe andato da lì.
Allora vennero degli uomini, per cacciarlo via. Quel contadino li vide venire verso di lui, per mandarlo via, e si accorse che erano armati e avevano intenzione di ucciderlo.
Vidi tutta la vita di quell’uomo: vidi e sentii lo spavento e l’angoscia che provò; vidi come corse a nascondere i suoi bambini e la moglie sotto delle cose, che sembravano enormi pentole di terracotta. Lo vidi allontanarsi da lì correndo, ma quegli uomini lo inseguirono.
Sapete quale fu la sua ultima preghiera? “Signore abbi cura di mia moglie e dei miei figlioli: te li raccomando!”. E l’uccisero! Cadde steso al suolo. Quando spararono, il Signore mi fece sentire il dolore di quella donna e dei suoi bambini, che non potevano gridare. (Piange).
Così il Signore ci mostra il dolore che Lui prova, e la sofferenza degli altri. Ma noi, spesso, c’interessiamo solo delle nostre cose, e non ci preoccupiamo neanche un po’ dei nostri fratelli e delle loro necessità! (Continua a piangere). Sapete cosa voleva il Signore? Voleva che m’inginocchiassi e Lo supplicassi per quella famiglia, per quella mamma e i suoi bambini! Dio mi avrebbe ispirato come avrei potuto aiutarli! E sapete come?
Bastava fare qualche passo e andare da un sacerdote, che viveva di fronte a casa mia, e dirgli quello che avevo visto in TV.
Questo sacerdote era amico del parroco di quel villaggio, (Venadillo, Tulima), e aveva una casa di accoglienza a Bogotà; avrebbe aiutato quella donna.
Sapete, la prima cosa di cui rendiamo conto a Dio, prima ancora dei peccati, sono le omissioni! Sono tanto gravi! Non immaginate quanto! Un giorno lo vedrete, come l’ho visto io!
Questi peccati fanno piangere Dio! Sì, Dio piange, vedendo i suoi figli soffrire per la nostra indifferenza e mancanza di compassione del prossimo; per il fatto che tanti soffrono, e noi non facciamo niente per loro! Il Signore ci mostrerà, mostrerà a tutti, le conseguenze del peccato della nostra indifferenza davanti alla sofferenza altrui. Tanto dolore, nel mondo, è dovuto alla nostra indifferenza, disinteresse, e cuore duro.
Per riassumere un po’: quella contadina, vedendosi perseguitata, (infatti, cercarono di uccidere anche lei), scappò con i suoi bambini, e cercò aiuto presso il sacerdote di quel villaggio. Il parroco, desolato, le disse: “Figlia mia, devi fuggire, perché se ti trovano ti ammazzano!”
In tutta fretta, fece ciò che gli sembrava meglio per lei: la mandò molto preoccupato a Bogotà, le diede un po’ di denaro, e alcune lettere di raccomandazione!
Lei andò via di corsa; si presentò, con queste lettere, nei vari posti che il parroco le aveva indicato, ma nessuno la ricevette!
Sapete dove andò a finire? Sapete chi aiutò, alla fine, quella donna? Quelli che la costrinsero alla prostituzione!!!
Il Signore mi diede ancora un’opportunità per aiutarla, quando anni dopo la rividi!
Fu un giorno che dovevo andare in centro. Io detestavo andarci, perché è il posto dove si vede più miseria, e siccome mi sentivo superiore, non mi piaceva vedere povertà, indigenza, e cose del genere. Ma in quel giorno dovevo proprio andarci, e mentre passavamo di là, mio figlio mi chiede: “Oh! …Mamma, come mai quella signora si veste così, e porta la gonna tanto corta?”. Io gli risposi: “Non guardare, figlio mio! Queste sono donne spregevoli, che vendono il loro corpo per piacere, per denaro: sono prostitute, sono delle immonde”. Figuratevi! Parlare così, e per di più avvelenando mio figlio! Classificai senza pietà una sorella, caduta in questa condizione a causa dell’indifferenza di un popolo.
Il Signore mi disse: “Gli indifferenti sono i tiepidi, e Io li vomito! Un indifferente non entrerà mai in Cielo! L’indifferente è colui che passa nel mondo e niente gli importa, niente lo riguarda, se non la sua casa e i suoi interessi! La tua morte spirituale cominciò quando smettesti d’interessarti di quello che accadeva ai tuoi fratelli. Quando pensavi solo a te e al tuo benessere!”.
I TESORI SPIRITUALI
Io fui chiamata all’esistenza per aiutare a costruire un mondo migliore, e usare i talenti, che il Signore mi aveva dato, per contribuire ad estendere il Regno dei Cieli sulla terra. Ma non lo feci! …Anzi! Quanti cattivi consigli diedi, e quanta gente trascinai e rovinai, con i miei cattivi consigli e cattivi esempi! Non seppi usare mai i talenti che Dio mi diede, non li usai mai! Il Signore mi chiese anche: “Che tesori spirituali mi porti?”
Tesori spirituali?! Le mie mani erano vuote! Allora mi disse: “A cosa ti servono i due appartamenti che avevi, le case che possedevi, gli ambulatori, che tu consideri di una professionista, con grandi soddisfazioni? Forse hai potuto portarne qui un solo mattone? A che ti è servito tanto culto al tuo corpo, tutto il denaro speso per lui, tutte le preoccupazioni per stare in forma? A cosa ti è servito sottoporlo a tante diete che ti portarono a soffrire d’anoressia, bulimia, torturando il tuo corpo?
Facesti del tuo corpo, di te stessa, un dio! E a che ti serve tutto ciò, adesso, qui? Eri molto generosa, è vero, ma lo facevi perché ti ringraziassero, per essere lodata, perché dicessero che eri buona.
Manipolavi tutti, con i soldi, perché in cambio ti facessero favori. Dimmi: cos’hai portato qui? Quando ti visitai con la rovina economica, non fu un castigo come tu pensasti, ma una benedizione. Sì, quella bancarotta era per spogliarti di quel dio, quel dio che servivi! Era per farti tornare a Me! Ma tu ti ribellasti, ti rifiutasti di scendere dal tuo livello sociale, e imprecavi, schiava di questo tuo dio denaro! Pensavi di aver ottenuto tutto da sola, con le tue forze, con lo studio, perché eri lavoratrice, lottatrice…
Invece no! Guarda quanti professionisti ci sono, con studi accademici migliori dei tuoi; quanti che nel lavoro s’impegnano come o più di te: osserva le loro condizioni…
A te fu dato molto, ed è per questo motivo che molto ti viene chiesto; di molto devi rispondere”.
Pensate, d’ogni chicco di riso che sprecai, dovetti rendere conto a Dio! Per tutte le volte che buttai il cibo nella spazzatura!
Nel mio Libro della Vita, vidi quand’ero piccola e la mia famiglia era povera. Mia madre cucinava spesso i fagioli; e io li odiavo, li detestavo. Dicevo: “Ancora questi maledetti fagioli? Un giorno sarò tanto ricca, che non li mangerò mai più”. Vidi che una volta gettai via i fagioli che mamma mi aveva servito, senza che lei se ne accorgesse, e quando si sedette per mangiare notò il mio piatto vuoto. Pensò che avessi mangiato in fretta perché avevo molta fame, e mi servì un’altra volta, dandomi la porzione riservata a lei: così rimase senza mangiare.
Sapete, il Signore mi mostrò che tra le persone a me più vicine, chi soffrì spesso la fame a quel tempo, fu mia madre. Avendo sette figli, molte volte rimaneva senza mangiare perché mangiassimo noi, poiché eravamo molto poveri.
Ebbene, quel giorno rimase affamata per darmi, senza saperlo, ciò che io avevo buttato nella spazzatura. Ma accadeva anche, spesso, che non mangiasse perché bussava qualcuno alla porta per chiedere cibo, e lei dava quello che stava per mangiare.
Soffriva la fame, ma non lo fece mai notare, non aveva mai la faccia amareggiata, tanto meno triste, né alcun altro segno.
Anzi, era sempre col sorriso e non le si notava niente. Vi ho già raccontato che gioiello di figlia ero?! Chiamavo mio padre “Pietro spacca-pietra”(Fred dei “Flintstones”), e a mia madre dicevo che era fuori moda! Che era una vecchia antiquata, e altre cose del genere. Fino la punto di negare che lei era mia madre, perché ne avevo vergogna. Figuratevi!…
Eppure, non immaginate le grazie, le benedizioni che si spargevano su di me e sul mondo intero, per merito di mia madre! Pensate la grazia di avere una madre che va in chiesa e, davanti al tabernacolo, offre le sue sofferenze e il suo dolore a Gesù, e per di più confida! Confida in Lui!
Il Signore mi disse: “Mai nessuno ti amò, e ti amerà, come tua madre! Mai!
Nessuno ti amerà così teneramente come lei!”. Poi il Signore mi mostrava tutte le feste che davo ( dopo il cambiamento della mia condizione sociale)… In quei banchetti, in quei buffet, metà del cibo finiva nella spazzatura, senza pensarci su.
Il Signore continuò: “Guarda i tuoi fratelli, soffrire la fame! Io avevo fame!”, mi disse quasi gridando. Sapeste come addolora il Signore la fame, il bisogno, e la sofferenza dei Suoi figli! Come Lo rattrista il nostro egoismo e la nostra mancanza di carità verso il prossimo!
E continuò a farmi vedere come in casa mia c’erano tante cose raffinate e costose. In effetti, a quel tempo, avevo in casa roba molto costosa, vestiti molto eleganti, costosissimi. Il Signore mi disse: “ Io ero nudo, e tu avevi gli armadi pieni d’abiti costosi, che non usavi…”. Vidi anche che, quando vivevamo in un livello sociale alto, se le mie amiche compravano abiti firmati, io dovevo acquistarne di migliori; se una si comprava una bella auto, io dovevo prenderla migliore… Volevo sempre qualcosa di meglio rispetto a loro, perché ero invidiosa.
Il Signore mi disse: “Fosti sempre altezzosa, facevi i paragoni con quelli che stavano meglio di te! Persone ricche! E non guardasti mai a quelli che stavano economicamente più in basso di te. Quand’eri povera, camminavi sulla strada della santità, perché davi persino quello che ti mancava”. E mi mostrò quanto gradì il mio gesto, una volta che mia madre, nonostante la nostra povertà, riuscì a comprarmi delle scarpe da tennis di marca.
Io ero contentissima, ma incontrai un bambino di strada che era scalzo, e sentii una tale pena per lui, che mi tolsi le scarpe e gliele diedi. Tornai a casa senza calzature, e mio padre quasi mi ammazzò!
E non senza ragione: con la povertà in cui eravamo, tanto sacrificio per comprarle, e io le regalai per via, appena acquistate!
Ma il Signore ne fu contento! Come gli piaceva la strada per cui camminavo! Nonostante fossimo una famiglia complicata e povera, Dio spargeva su noi molte grazie e benedizioni per merito di mia madre, della sua bontà e delle sue preghiere.
Il Signore continuò mostrandomi che, se non mi fossi chiusa alla Grazia e allo Spirito Santo, avrei potuto aiutare molta gente, con i talenti che mi aveva dato. Mi mostrò tutta l’umanità, e come noi rispondiamo a Dio, a causa di ciò che abbiamo vissuto, tenendo il cuore chiuso a Lui e allo Spirito Santo, e alle loro ispirazioni divine.
Mi disse: “Io ti avevo ispirato di pregare per queste persone: se l’avessi fatto, il male non sarebbe entrato in esse, causando tanto danno”. Per esempio: una bambina fu violentata dal padre: se io non mi fossi chiusa allo Spirito Santo, avrei ascoltato le Sue ispirazioni Divine, e avrei pregato per loro: così il maligno non sarebbe entrato in quel padre, protetto dalla preghiera, e quella violenza non ci sarebbe stata, né avrebbe causato tanta sofferenza. Oppure, quel giovane non si sarebbe suicidato.
Il Signore continuò dicendomi: “Se tu avessi pregato, quella ragazza non avrebbe abortito, quella persona non sarebbe morta sentendosi abbandonata da Me, in un letto d’ospedale. Se avessi pregato, Io ti avrei consigliato, affinché tu cominciassi ad aiutare i tuoi fratelli. Io ti avrei guidato! Ti avrei condotto a queste persone. Tanto dolore nel mondo, e tu avresti potuto aiutare!”.
Mi mostrò quante persone soffrono al mondo, e quante avrei potuto aiutare. Mai permisi che Lo Spirito Santo mi toccasse, né mai mi lasciai commuovere per la sofferenza degli altri. Il Signore mi disse: “Guarda la sofferenza del mio popolo, guarda come avesti bisogno che Io ferissi la tua famiglia con il cancro, perché tu ti commovessi per quanti soffrono la stessa malattia! Ti commuovesti per i sequestrati, solamente dopo che tuo marito stesso fu sequestrato”. E quasi gridando: “Ma tu, di pietra!!!
Incapace di sentire amore!”.
Per concludere, tenterò di spiegare come ci si vede nel Libro della Vita.
Io ero molto ipocrita, falsa. Ero di quelli che davanti alla persona fanno gli elogi, ma alle spalle ne parlano male; che fuori parlano bene, ma dentro non si sente ciò che dicono. Per esempio, elogiavo qualcuno dicendo: “Sei carina, che vestito delizioso, ti sta benissimo”. Ma dentro pensavo: fai schifo, sei brutta, e ti credi di essere la regina!
Nel Libro della Vita si vede tutto questo, con la differenza che vediamo anche i pensieri.
Tutte le mie bugie vennero allo scoperto, al “rosso vivo”, così evidenti che tutti potevano vedere. Quante volte uscii di nascosto da mia madre, perché non mi lasciava andare da nessuna parte, quante bugie inventavo: “Mamma, ho un lavoro di gruppo in biblioteca”. Lei ci credeva, e io me ne andavo a vedere un film pornografico, o al bar a prendere una birra con le mie amiche. Ed ecco mia madre lì, adesso, a vedere tutto nel Libro della Vita… Adesso niente era nascosto.
Che vergogna sentii! Che vergogna! Al tempo in cui i miei genitori erano poveri, portavo a scuola, per merenda, del latte e una banana. Mangiavo la banana e buttavo la buccia dove capitava; non mi venne mai in mente che qualcuno potesse farsi male a causa di quella buccia di banana.
Il Signore mi fece vedere, in effetti, le conseguenze: chi cadde, chi si fece male… Avrei perfino potuto uccidere qualcuno, con la mia incoscienza e mancanza di misericordia.
Vidi, con gran dolore e vergogna, come solo una volta feci una buona confessione, da adulta. Fu quando una signora mi diede di resto 4.500 pesos in più, in un supermercato di Bogotà. Mio padre ci aveva insegnato ad essere onesti, e mai toccare neanche un centesimo di alcuno; mi accorsi in macchina dell’errore, mentre andavo al mio ambulatorio, e dissi fra me: “Ma guarda un po’ quella stupida, quell’animale (era così che parlavo), mi ha dato 4.500 pesos in più! Adesso mi tocca tornare indietro! …Ma guardando nello specchietto retrovisore, vidi il traffico congestionato, e dissi: “No! Non torno indietro, non voglio far tardi e perdere tempo!
Peggio per lei ch’è stata così idiota!”. Ma rimasi col rimorso di quei soldi. Da questo lato, mio padre ci aveva educato bene. La Domenica mi confessai, e dissi: “Mi accuso di aver rubato 4.500 pesos, non avendoli restituiti; me li sono tenuti!”. Non prestai attenzione a ciò che il sacerdote mi disse, però il maligno non poté accusarmi d’essere ladra!
Ma il Signore mi disse: “Fu una mancanza di carità non restituire il denaro, perché per te 4.500 pesos era niente, ma per quella donna era l’alimentazione di tre giorni”. La cosa più triste fu vedere come quella donna soffrì la fame per un paio di giorni, per colpa mia, insieme ai suoi due bambini; così mi mostrò il Signore.
Quando faccio qualcosa, ci sono le conseguenze dei miei atti, e chi soffre a causa di essi: perché i nostri atti hanno sempre le loro conseguenze. Quello che facciamo, ma anche quello che non facciamo, porta conseguenze per noi e per gli altri! Tutti vedremo queste conseguenze nel Libro della Vita. Quando arriverà il momento di comparire davanti a Dio per il giudizio, lo vedrete, come l’ho visto io. Quando si chiuse il mio Libro della Vita, immaginate la mia tristezza, la mia vergogna, il dolore immenso…
Il Libro della mia vita si chiuse nel modo più bello. Nonostante il mio comportamento, nonostante i miei peccati, la mia immondizia, la mia indifferenza, e i miei orribili sentimenti, il Signore mi cercò fino all’ultimo istante: m’inviava sempre strumenti, persone, mi parlava, mi gridava, mi prendeva le cose, mi lasciò cadere in disgrazia per cercarmi, e perché io Lo cercassi.
M’inseguì sempre, fino all’ultimo istante.
Sapete Chi è, il nostro Dio e Padre? E’ un Dio potente, innamorato, che mendica presso ciascuno di noi, perché ci convertiamo. Invece, quando le cose andavano male, io dicevo: “Dio mi ha punito, mi ha condannato!”. Chiaro che non è così! Mai Egli ci condanna: infatti, di mio libero arbitrio, scelsi liberamente chi fosse mio padre, e non era Dio. Io scelsi satana come mio padre!
Quando fui colpita dal fulmine, prima di portarmi al “Seguro Social” mi condussero in un ospedale pubblico, dove c’erano tanti malati, tanti feriti, tanta sofferenza, e non si trovava una barella disponibile per me. E quando coloro che mi portavano, chiesero ai medici dove potessero mettermi, quelli dicevano soltanto: “Laggiù, laggiù!”. E i miei soccorritori: “Ma laggiù, dove?”. “Laggiù, sul pavimento!”.
Ma essi non volevano lasciarmi per terra, perché ero molto ustionata, e se avessi contratto un’infezione, sarei certamente morta… Mentre stavo in un angolo, durante queste ore, i medici mi guardavano con una faccia… E’ che non potevano lasciare qualcuno che aveva l’infarto, per esempio, o era in condizioni molto gravi, ma con più possibilità di sopravvivere rispetto a me, che invece ero tutta bruciata come un “toast”, e con ogni probabilità sarei morta.
Io però ero cosciente, e parecchio irritata, mormorando perché i medici non venivano da me. Ma ci fu un momento in cui ero calma, senza brontolare, perché vidi Nostro Signore Gesù Cristo, che stava chinato e si teneva vicinissimo a me, mi toccava la testa con le Sue mani e mi consolava. Riuscite a immaginarlo?!
Riuscite a immaginare la tenerezza?! Io pensai: sarà una allucinazione? Com’è possibile vedere Nostro Signore qui?! Chiusi gli occhi, poi li riaprii, e continuavo a vederlo lì! Mi disse, con grande tenerezza: “Vedi, piccolina, tu stai per morire! Séntiti bisognosa della Mia Misericordia”.
Immaginatevi…! Così dissi: “Misericordia! Misericordia!”, ma nel frattempo pensavo: misericordia perché? Cos’ho mai fatto di male? Non avevo coscienza dei miei errori, ma mi fu chiaro che stavo per morire, questo sì! Ne rimasi rattristata… “Ahimè, sto per morire!!! …Ahimé, i miei anelli di diamanti!!!”.
Mi ricordai subito dei miei anelli. Guardo, e vedo tutta bruciata la carne delle dita, come se fossero esplose. Ma dicevo tra me: “Devo toglierli, costi quel che costi! Altrimenti li dovranno rompere, e perderanno il valore”. Non pensavo ad altro; vedevo le mie dita gonfiarsi, e pensavo solo a togliermi gli anelli perché non li rompessero!
Voi non immaginate che odore sgradevole ha la carne bruciata. E quanto più muovevo quegli anelli, tanto più questa puzzava. Sentivo che sarei impazzita dal dolore, ma insistevo e dicevo a me stessa: “No! No e no! Io devo riuscirci! Devo riuscirci, perché a me, nessuno mi vince, e questa carne non mi si ingrosserà, nossignore! Io tolgo questi anelli da qui, costi quel che costi, non morirò con essi”.
Quando alla fine riesco a sfilarli, mi ricordo improvvisamente: “Oh, no!!! Sto per morire, e queste infermiere ruberanno i miei anelli!”. Nel frattempo arriva mio cognato.
Io, tutta contenta: “Salva i miei anelli!!!”. Li consegnai a lui, che è medico, e non poteva essere diversamente: perché altrimenti non li avrebbe toccati, ma li avrebbe buttati via, e ben lontano! Infatti erano bruciati, e con brandelli di carne attaccati. Gli dissi di consegnarli a Fernando, mio marito, aggiungendo: “Dì alle mie sorelle che prendano i miei figli perché, poverini, resteranno senza mamma.
Infatti, non me la caverò!”. La cosa peggiore fu che non approfittavo di quei momenti che Gesù mi offriva, per chiederGli Misericordia e perdono. Ma come potevo chiedere perdono, se pensavo di non avere peccati?! Mi credevo una santa! Quando ci sentiamo “santi”, è allora che ci condanniamo.
Quando ebbi tolto gli anelli e li affidai a mio cognato, perché li consegnasse a mio marito, mi dissi sollevata: “Ecco, adesso posso morire!”, e l’ultimo pensiero fu: “Ahimè, con quali soldi mi seppelliranno, visto il mio conto bancario in rosso?…”
Dio Padre ama tutti e ciascuno, indipendentemente dal fatto che siamo buoni o cattivi; e con tale intensità che, sino all’ultimo istante, viene fino a noi con tanta tenerezza, ci abbraccia con tutto il Suo Amore…
Egli vuole salvarci, ma se non Lo accogliamo, se non Gli chiediamo perdono e misericordia, riconoscendo le nostre colpe, ci lascia liberi di seguire quello che abbiamo scelto. Se la nostra è stata una vita senza Dio, molto probabilmente in quel momento Lo rifiuteremo, e Lui ci rispetterà.
Non ci obbliga ad accettarLo. Così si chiude il mio Libro della Vita.
IL RITORNO
Ma quando il mio Libro della Vita si chiuse, non potete immaginare come mi sentivo: ero veramente terrorizzata. Mi vedo con la testa in giù, e sento di precipitare verso una fossa. Poi si apre quella cosa che sembra una bocca, vi cado dentro, e terrorizzata comincio a gridare a tutti i santi di salvarmi. Non credereste la quantità di santi che arrivai a nominare: S. Ambrogio, S. Isidoro, S. Agostino, ecc. Neanche sapevo di conoscerne tanti, cattiva cristiana com’ero! Ma quando finì la lista dei santi, restò il silenzio… Sentivo un vuoto immenso, un dolore e una vergogna enormi, e mi accorsi che nessuno poteva fare niente per me! E mi dissi: “…E tutta la gente, sulla terra, a pensare che io sono una santa… A sperare che morissi, per chiedermi una grazia. Dove vado, adesso?”. Alzai gli occhi, e incontrai quelli di mia madre. Sentii tanta tristezza, un dolore profondo, perché lei avrebbe tanto voluto portarmi nelle mani di Dio.
Con grande confusione e sofferenza, le gridai: “Mamma, che vergogna! Mi sono condannata! Dove vado, non ti vedrò mai più!”
Ma in quel momento, Gesù le concede una grazia bellissima: mia madre stava immobile, e Dio le permette di muovere le dita, puntandole verso l’alto, e invitandomi a guardare lassù: guardo, ed ecco uscirmi dagli occhi delle croste, spaventosamente dolorose. Era la cecità spirituale che se ne andava, e in quell’istante ci vidi: un momento meraviglioso.
Un giorno, una mia paziente, mi disse: “Dottoressa, io provo molta, molta pena, molta tristezza, per lei.
Perché lei è troppo materialista. Ma un giorno che si trovasse in qualche afflizione, o fosse in una situazione di pericolo, qualunque sia, chieda a Gesù Cristo che la curi con il Suo Sangue, e Gli chieda perdono: perché mai, mai, Egli l’abbandonerà, avendo pagato il prezzo del proprio Sangue per lei”.
Allora, con grande vergogna e immenso dolore, cominciai a gridare: “Signore! Gesù Cristo, abbi compassione di me! Perdonami, Signore, perdonami! Dammi una seconda opportunità!”
Fu il momento più bello, più meraviglioso! Non ho parole per descriverlo. Perché Gesù si chinò e mi tirò fuori da quella fossa!
Mi sollevò e mi portò in un luogo piano, e mi disse, con molto amore: “Sì, tu tornerai, e avrai la tua seconda opportunità…
Non per la preghiera della tua famiglia, perché è normale che piangano e gridino per te, ma per l’intercessione di tutte le persone estranee alla tua carne e al tuo sangue, che hanno pianto, pregato, ed elevato il proprio cuore con tanto amore per te”.
Sapete cosa vidi?
Vidi il grande potere della preghiera d’intercessione, fratelli! Sapete come potete stare sempre alla presenza del Signore? Pregate tutti i giorni per i vostri figli, ma pregate anche per i figli delle persone del mondo intero! Pregate per gli altri! In questo modo starete alla presenza di Dio, tutti i giorni.
Vidi come salivano migliaia e migliaia di fiammelle di luce, bellissime, alla presenza del Signore; erano piccole fiamme bianche, stupende, piene di amore. Erano le preghiere di tante, tante persone, che pregavano per me, che si erano commosse dopo aver visto in TV e sui giornali quello che mi era successo, e che pregavano e offrivano Messe.
Il più gran dono che si può offrire a qualcuno, è la S. Messa. Non esiste niente di più efficace, che possa aiutare qualcuno, di una S. Messa. E’ anche ciò che Dio gradisce di più: vedere i Suoi figli intercedere per il loro prossimo, e aiutare il proprio fratello. La S. Messa non è opera dell’uomo, ma di Dio.
Tra quelle piccole luci, però, ce n’era una enorme, bellissima: una luce molto più grande di tutte le altre. Sapete, fratelli, perché ora sto qui? Perché sono tornata? Perché nella mia terra esiste un santo. Guardai con curiosità, per sapere chi fosse quella persona che mi amava tanto, e il Signore mi disse: “Quell’uomo che vedi lì, è una persona che ti ama, molto, e neanche ti conosce”. Mi mostrò che si trattava di un povero contadino, che viveva in montagna, nella Sierra Nevada di Santa Marta.
Quest’uomo era veramente povero, non aveva di che mangiare. Tutto il suo raccolto era bruciato, perfino le galline che aveva, gli erano state rubate dagli uomini della “guerriglia”. Questi ultimi, volevano prendersi addirittura a loro servizio il figlio maggiore.
Questo contadino, scende fino al villaggio per andare a Messa. Il Signore mi fece prestare attenzione alle parole con cui pregava: “Signore, ti amo! Grazie per la salute, grazie per i miei figli! Grazie per tutto quello che mi dai! Sii lodato! Gloria a Te!”.
La sua preghiera era solo lode e rendimento di grazie a Dio! Il Signore mi fece vedere come nel portafogli avesse una banconota da 5.000 pesos, e una da 10.000, e questo era tutto ciò che possedeva! Sapete cosa fece…? Diede il biglietto da 10.000 all’offertorio!
Io ne mettevo solo uno da 5.000, e ciò quando me ne davano qualcuno falso, al lavoro! Lui, invece, non diede quella da 5.000, ma quella da 10.000, nonostante questi soldi fossero tutto ciò che aveva! E non era di malumore, né brontolava per la sua povertà, ma ringraziava e lodava Dio! Che esempio, fratelli! Dopo, uscito di chiesa, andò a comprare un pezzo di sapone azzurro (da bucato); glielo incartarono in un foglio di giornale (“O espectador”), del giorno prima.
Lì c’era la notizia del mio incidente, e la fotografia dove apparivo tutta ustionata.
Quando quest’uomo vede la notizia, man mano che legge, piange commosso; tanto, come se io fossi qualcuno molto caro per lui, e prostrato con la faccia a terra, supplica Dio con tutto il suo cuore, dicendo: “Padre, mio Signore, abbi compassione di questa mia sorellina, salvala, salvala Signore! Signore, se Tu la salverai, se salverai la mia sorellina, ti prometto di andare al “Santuario de Buga” a sciogliere il voto, ma salvala. Per favore, Signore, salvala!”. Pensate, quell’uomo così povero, che non imprecava, né stava a lamentarsi di soffrire la fame con la sua famiglia, ma anzi lodava e ringraziava Dio…
E con una capacità d’amore al prossimo così grande che, pur non avendo di che mangiare, era disposto ad attraversare il Paese per adempiere una promessa, in favore di qualcuno che nemmeno conosceva!
Il Signore mi disse: “Questo è il vero amore al prossimo!
E’ così che devi amare il prossimo…”. E fu lì che mi diede questa missione: “Tu tornerai indietro, per dare la tua testimonianza, che ripeterai non 1000 volte, ma 1000×1000. Guai a chi, ascoltandoti, non cambierà, perché sarà giudicato con più severità.
E questo vale anche per te, nel tuo secondo ritorno, per i consacrati che sono i miei sacerdoti, e per chiunque altro che non ti darà ascolto: perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, né peggior cieco di chi non vuol vedere”.
Questa, miei cari fratelli, non è una minaccia, tutt’altro! Il Signore non ha bisogno di minacciarci. Questa è la seconda opportunità che io ho, e lo è anche per voi. Ciò dimostra che Dio è innamorato di noi, e mette davanti ai vostri occhi questo specchio che sono io, Gloria Polo. Perché Dio non vuole che ci condanniamo, ma piuttosto che viviamo con Lui, nel Paradiso. Ma per questo, dobbiamo lasciarci trasformare da Lui.
Quando arriverà la vostra ora, di partire da questo mondo, anche a ciascuno di voi verrà aperto il “Libro della Vita”; quando morirete, tutti passerete per questo momento, così come ci sono passata io. Là, vedremo tale e quale come adesso, con la differenza che vedremo anche i nostri pensieri e i nostri sentimenti, i nostri atti e le loro conseguenze, le nostre omissioni e le conseguenze di esse… Tutto alla presenza di Dio.
Ma la cosa più bella è che ognuno vedrà il Signore faccia a Faccia, che ci chiede di convertirci: fino all’ultimo istante ci chiede questo, affinché in verità cominciamo ad essere nuove creature con Lui, perché senza di Lui non lo potremmo!
RECUPERO FISICO
Quando il Signore mi fece ritornare, i miei reni non funzionavano, né mi facevano la dialisi perché non ne valeva la pena, dal momento che stavo per morire…
Ma improvvisamente, essi ripresero a funzionare; lo stesso i polmoni, e anche il cuore ricominciò a battere con forza. Potete immaginare lo stupore dei medici! Ormai non avevo più bisogno delle macchine!
Cominciò il mio recupero fisico, ma non sentivo niente dalla vita in giù, e dopo un mese i medici mi dissero: “Gloria, Dio sta facendo un miracolo con lei, perché le è già ricresciuta la pelle fine su tutte le ferite… Ma per le sue gambe non possiamo fare più niente. Dobbiamo amputarle!” Quando mi dissero questo, io, che ero una sportiva, mi ricordai: 4 ore di aerobica quotidiana, per che cosa? …Pensai solo di fuggire da lì, ma non ci riuscii, perché le gambe non mi reggevano, e caddi. Ero ricoverata al 5° piano, e mi portarono al 7° per rimanervi fino all’intervento; lì trovo una signora che aveva le gambe già amputate, ma a cui dovevano amputarle nuovamente, più in alto.
Vedendola, pensai che neanche tutto il denaro del mondo era sufficiente per comprare quella meraviglia che sono le gambe. Quando mi dissero che me le avrebbero amputate, sentii una grande tristezza! Mai avevo ringraziato Dio per le mie gambe, anzi: con la tendenza che avevo ad ingrassare, soffrivo la fame come una sciocca e spendevo fortune per essere elegante… E adesso, vedo le mie gambe nere, bruciate, senza carne, ma per la prima volta ringrazio Dio di averle ancora. “Signore, ti ringrazio per le mie gambe, e ti chiedo la grazia di lasciarmele, perché possa camminare. Ti prego, Signore, lasciami le gambe!”.
E comincio immediatamente a sentirle: erano nerissime, senza circolazione, e dal venerdì al lunedì, quando arrivarono, i medici rimasero sorpresi, perché erano rosse e la circolazione si era ripristinata! Stupefatti, mi toccavano e non volevano credere.
Io dissi loro: “Dottori, le mie gambe mi fanno terribilmente male, ma credo non ci sia nessuno al mondo, così felice di sentire dolore alle gambe, come lo sono io in questo momento!”. Il medico del 7° piano mi rispose che mai, in 38 anni di servizio, aveva visto un caso simile.
Gli altri due miracoli che il Signore mi fece, furono il seno e le ovaie. Il medico mi aveva detto che non avrei più potuto avere bambini. Io ne fui contenta, perché pensai che Dio mi aveva dato un metodo naturale per non rimanere incinta.
Ma, un anno e mezzo dopo, vedo che il mio seno comincia a crescere, a gonfiarsi e a riformarsi.
Rimasi meravigliata, e quando andai dal medico, mi disse che aspettavo un bebé! E con questo seno allattai mia figlia!!!…
A Dio nulla è impossibile !
CONCLUSIONE
Che il Signore vi benedica tutti, immensamente. Gloria a Dio e gloria a Nostro signore Gesù Cristo. Dio vi benedica!
Vi presento mia figlia. Questa bambina è il miracolo! E’ la figlia che Dio mi diede, con le ovaie bruciate! Ciò che per i medici era totalmente impossibile! Ma per Dio, nulla è impossibile!!! Eccola qui, si chiama Maria José!…
Gloria Polo vive attualmente in Colombia, e continua a esercitare la sua professione. E’ rimasta con enormi cicatrici, ma conduce una vita normale; e adesso è una donna di grande fede!
Viaggia molto, trasmette la sua testimonianza a migliaia di persone, e adempie la missione che Dio le ha affidato. (Ha l’autorizzazione della Chiesa per farlo).Questa è la traduzione di un CD, in cui è incisa la testimonianza che ha dato in una chiesa di Caracas (Venezuela), il giorno 5 maggio 2005. E’ tradotto dallo spagnolo.
E’ tutto vero!