L’Associazione Matera2019 ha presentato in mattinata al Comune di Matera l’iniziativa “Per una amministrazione condivisa della città. Convincersi che conviene prenderci cura dei luoghi in cui viviamo, perché dalla qualità dei beni comuni materiali e immateriali dipende la qualità della nostra vita”. All’icontro con i giornalisti hanno partecipato Francesco Porpora, Maria Rosaria Salvatore, Francesco Salvatore e Vito Epifania, tutti componenti del direttivo dell’Associazione Matera2019 e il vice sindaco Giovanni Schiuma.
L’incontro è in programma sabato 12 marzo a partire dalle ore 9,30 presso l’Aula Sassu dell’Università della Basilicata in via San Rocco a Matera.
I lavori prenderanno il via alle 9.30 con l’introduzione del presidente dell’Associazione Matera2019 Francesco Salvatore, il saluto della rettrice dell’Università della Basilicata Aurelia Sole e l’intervento dal titolo “Una idea, tre proposte” del vicepresidente dell’Associazione Matera2019 Vito Epifania.
Prevista una serie di interventi programmati utili a effettuare una prima e parziale analisi delle esigenze:
– “Oltre i Sassi. Riviviamo i Borghi” Erminia D’Adamo – AIDE Matera
– “La piazza, la gente e i grandi eventi” Sergio Galante – Minibasketinpiazza Matera
– “Open data, open democracy, open future” G. Tragni – già amministratore comunale
– “Il territorio come soggetto corale” Mariavaleria Mininni – Unibas
– “Cittadinanza attiva e partecipazione al governo della città” Piergiuseppe Pontrandolfi – Unibas
Sarà quindi la volta di Pasquale Bonasora, responsabile Labsus Puglia, per quello che è l’intervento centrale dell’incontro: “Verso il regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni per la città di Matera”.
Le conclusioni saranno affidate all’avvocato Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera.
Il percorso, travagliato ma significativo, che ha trasformato Matera da vergogna nazionale a Capitale europea della cultura offre l’occasione per innescare processi e metodologie per una amministrazione condivisa. In una prospettiva ampia, che va ben oltre le sfide più immediate poste dalla designazione di Matera a Capitale europea della cultura, si vuole così proporre alle varie associazioni, ai diversi “produttori culturali”, a enti e a istituzioni un modello in grado di garantire trasparenza, partecipazione, condivisione nel governo della città e protagonismo dei suoi abitanti riportando nel contempo alla città quel ruolo di guida autorevole di un percorso di crescita e sviluppo per tutta la regione e di esempio per tutto il sud d’Italia.
Di seguito il programma dell’evento, una scheda di Labsus e il documento con le proposte che saranno illustrate nel corso dell’incontro.
Programma
09.30/09.40 Introduzione – Francesco Salvatore, presidente Associazione Matera2019
09.40/09.50 Saluto – Aurelia Sole, Magnifico Rettore dell’Università della Basilicata
09.50/10.10 Una idea, tre proposte – Vito Epifania, vice presidente Associazione Matera2019
10.15/11.10 (interventi programmati):
Per una prima analisi delle esigenze
– “Oltre i Sassi. Riviviamo i Borghi” – Erminia D’Adamo – AIDE Matera
– “La piazza, la gente e i grandi eventi” – Sergio Galante – Associazione Pielle Matera
– “Open data, open democracy, open future” – G. Tragni – già amministratore comunale
– “Il territorio come soggetto corale” – Mariavaleria Mininni – Unibas
– “Cittadinanza attiva e partecipazione al governo della città” – Piergiuseppe Pontrandolfi – Unibas
11.15/11.35
Un modello di amministrazione condivisa come asset di pianificazione strategica per la città di Matera
Giovanni Schiuma – assessore alla pianificazione strategica del Comune di Matera
11.40/12.00
Verso il regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni
Pasquale Bonasora – resp. Labsus Puglia
(interventi)
12.30
Conclusioni
Governare la vittoria. Una grande sfida condivisa
Raffaello De Ruggieri – Sindaco di Matera
Una idea, tre proposte
Coerentemente all’ispirazione originaria che dal 2008 a oggi ha portato la città di Matera alla designazione a Capitale Europea della Cultura, la molla che spinge ancora oggi l’Associazione Matera2019 è l’idea di cementare l’impegno e la partecipazione dei cittadini intorno a quella che abbiamo definito una “sfida generazionale”: per la sua portata storica e per le implicazioni sul piano sociale, economico, culturale. Di questa sfida l’essere “capitale” rappresenta un vettore essenziale e formidabile, ma non sufficiente se non vogliamo rischiare, dopo un faticoso percorso, di ritrovarci con le sole macerie di un grande evento e senza alcun beneficio durevole per i cittadini.
Ecco perché oggi, in un momento delicato e cruciale di quel percorso, vogliamo sollecitare e stimolare la città, e chi la amministra, a creare una “infrastruttura” adeguata per garantire e mantenere nel tempo – secondo norme e regole condivise e trasparenti – questo tipo di partecipazione e questo stile di protagonismo “civico”; una infrastruttura che nella nostra visione prevede, in estrema sintesi:
– l’adozione, da parte dell’Amministrazione comunale, del “Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni” secondo il modello e l’esperienza di Labsus – Laboratorio per la Sussidiarietà, che da tempo, in varie parti di Italia, sta promuovendo e applicando questo modello attraverso quella intuizione straordinaria che sono i “patti di collaborazione”, snodo tecnico-giuridico su cui si fonda l’alleanza fra i cittadini e l’istituzione che governa la città;
– la costituzione di un forum, o consulta oppure rete, delle associazioni e dei produttori culturali presenti nel territorio, normato da un regolamento riconosciuto dalle amministrazioni, che costituisca quel corpo intermedio necessario a ottimizzare e rendere trasparenti i rapporti fra i vari mondi legati alla produzione della cultura e fra di essi e le istituzioni, e incentìvi una necessaria “alleanza” e non una rovinosa conflittualità fra “pubblico” e “privato”;
– la stesura e la condivisione di un “codice etico”, formalmente accettato da istituzioni, enti, imprese, associazioni, che garantisca trasparenza, sostenibilità ed eticità all’interno di tutte le operazioni e i programmi in vista di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
One more thing…
Non è difficile immaginare che la portata di una simile “infrastruttura” va ben oltre l’episodicità di un evento o di una occasione e anzi può essere il principio ispiratore di tutta la visione e la pianificazione strategica necessaria ad un territorio per progettare il proprio futuro. Ecco perché ci piace immaginare che, nella misura in cui queste nostre proposte fossero accolte e condivise, esse possano costituire il presupposto per un obiettivo ancora più ambizioso, ovvero quello di portare tutto il territorio a un modello di governance “certificato” in funzione di un concetto globale di responsabilità sociale e di sostenibilità. Un obiettivo troppo ambizioso? Noi crediamo di no, perché siamo convinti che l’idea di Matera Capitale Europea della Cultura o è ambiziosa molto oltre il 2019 o non è la sfida che ci interessa.
Cos’è Labsus
Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà, ha un obiettivo ben preciso, fondato su una certezza. La certezza è che le persone sono portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità e che è possibile che queste capacità siano messe a disposizione della comunità per contribuire a dare soluzione, insieme con le amministrazioni pubbliche, ai problemi di interesse generale.
Questa certezza ha trovato conferma nella legge di revisione costituzionale che nel 2001 ha introdotto nella Costituzione il principio di sussidiarietà orizzontale, con questa formulazione: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà” (art. 118, ultimo comma). La nuova norma, riconoscendo che i cittadini sono in grado di attivarsi autonomamente nell’interesse generale e disponendo che le istituzioni debbano sostenerne gli sforzi in tal senso, conferma appunto sia che le persone hanno delle capacità, sia che possono essere disposte ad utilizzare queste capacità per risolvere non solo i propri problemi individuali, ma anche quelli che riguardano la collettività.
Se questa è la certezza di fondo che ci ispira, allora è chiaro anche il nostro obiettivo: far sapere al maggior numero possibile di persone che nella nostra Costituzione c’è questa grande novità rappresentata dal principio di sussidiarietà e che questa novità può cambiare il loro modo di stare, come cittadini, in questa società. Pochi, infatti, si sono accorti delle enormi potenzialità di questo nuovo principio. E, fra quei pochi, ce ne sono alcuni che ne danno un’interpretazione riduttiva, in negativo, secondo la quale se i privati si attivano il pubblico deve ritrarsi, come se la presenza dei soggetti pubblici in certi settori fosse un male da sopportare in mancanza di meglio.
Non è questa la nostra idea di sussidiarietà. Non solo perché, sia pure con tutti gli aggiustamenti necessari, il ruolo dei soggetti pubblici nel garantire i diritti civili e sociali riconosciuti dalla Costituzione rimane essenziale. Ma soprattutto perché la vera essenza della sussidiarietà non sta tanto nel fungere da principio regolatore dei confini fra una sfera pubblica ed una privata considerate fra loro ineluttabilmente confliggenti, quanto nell’essere la piattaforma costituzionale su cui costruire un nuovo modello di società caratterizzato dalla presenza diffusa di cittadini attivi, cioè cittadini autonomi, solidali e responsabili, alleati dell’amministrazione nel prendersi cura dei beni comuni.
E’ un modo di essere cittadini del tutto nuovo e finora irrealizzabile, perché l’ordinamento non consentiva ai cittadini comuni di occuparsi della cosa pubblica pur continuando ad essere semplici cittadini. Anzi, era considerata assurda la sola idea che un cittadino, senza iscriversi ad associazioni di volontariato o similari, potesse in quanto tale avere la voglia e le capacità per prendersi cura dei beni comuni insieme con altri cittadini e con l’amministrazione.
Oggi questa assurda idea sta nella Costituzione. E noi vogliamo che il maggior numero possibile di cittadini italiani si mobiliti, sulla base di una idea di “sussidiarietà responsabile”, per contribuire alla rinascita del Paese.
Per questo abbiamo creato Labsus, che è un vero e proprio Laboratorio per l’attuazione del principio di sussidiarietà, dove elaboriamo idee, raccogliamo esperienze e materiali di ogni genere, segnaliamo iniziative. E tutto questo lo facciamo da volontari, anzi, meglio, da cittadini attivi, impegnando tempo ed energie senza ricevere compensi di tipo materiale ma traendone invece molte soddisfazioni sul piano della realizzazione personale.
Sappiamo infatti che quello che stiamo facendo, sia pure con le nostre forze limitate, è utile ed è destinato a cambiare radicalmente le forme della cittadinanza in Italia, con effetti al momento imprevedibili ma sicuramente incisivi dal punto di vista della realizzazione di una maggior democrazia sostanziale, del miglioramento della convivenza civile, delle condizioni materiali di vita. Chi vuole battersi con noi per questi obiettivi è benvenuto in Labsus.