“Vien da sorridere, se non fosse tragico, a sentir parlare di sprechi in un’Azienda che da alcuni anni ha letteralmente azzerato il deficit e risparmia, tentando di non intaccare i livelli essenziali di assistenza, pur ottenendo ogni anno meno risorse regionali, ben 20 milioni di euro all’anno”. E’ la prima impressione a caldo resa dal Direttore Sanitario Andrea Sacco all’ennesimo scandalistico dossier ripreso da alcuni organi di informazione in merito a presunti sprechi che avrebbero riguardato in passato anche la Asm.
Secondo la ricostruzione giornalistica, il dossier presentato a Roma da Cittadinanzaattiva metterebbe in luce tante ombre, fra le quali, la realizzazione di una piscina mai entrata in fuzione, la presenza di macchinari imballati e quindi inutilizzati e la carenza di personale.
Poiché la confusione regna sovrana, occorre, ancora una volta, ristabilire un minimo di chiarezza:
1) il dossier nazionale di Cittadinanza attiva non contiene alcuna relazione dedicata alla Basilicata. Basta leggere il rapporto pubblicato sul Quotidiano Sanità On line di oggi. Appare perciò stupefacente parlare di Basilicata quando il dossier non ne parla. Se ne è l’occasione, ed è giusto, almeno occorre verificare prima di lasciarsi andare a dichiarazioni di qualsiasi tipo;
2) la piscina terapeutica è stata inaugurata il 13.12.2008 dall’allora Direttore Generale della Asl n. 5 Pietro Quinto, nell’ambito di un più ampio e variegato polo riabilitativo i cui lavori furono avviati nel lontano 2007 quando in provincia di Matera c’erano due distinte aziende: la Asl 5 di Montalbano Jonico e la Asl 4 di Matera. Il 1.1.2009 nacque la Asm, che accorpò le vecchie aziende ex 4 e 5 in un’unica azienda provinciale. L’allora Direttore Generale Asm Vito Gaudiano ritenne di effettuare una riflessione sul polo riabilitativo di Tinchi, considerato che la Asm nasceva con un centro di riabilitazione già strutturato e funzionante, ubicato a Tricarico e gestito in collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi. Nel frattempo la Regione Basilicata si era impegnata ad emanare specifiche linee guida regionali in tema di riabilitazione, circostanza questa, che ha impedito una scelta definitiva anche al successivo Direttore Generale ASM Rocco Maglietta. In seguito, per effetto dei nuovi e più rigidi criteri antisismici adottati dall’Italia dopo i fatti dell’Aquila, oltre all’attesa delle linee guida regionali è sopraggiunta la necessità di eseguire lavori di messa in sicurezza di tutto il plesso ospedaliero di Tinchi, cosa che avverrà come noto a brevissimo con una spesa di complessivi 2,6 milioni di euro. Ciò che però rileva è che la piscina non è rimasta inutilizzata, poiché grazie ad alcuni interventi l’intera struttura è stata trasformata in una palestra, dove centinaia di persone ogni mese vengono regolarmente sottoposte a riabilitazione dai medici e dai fisioterapisti dell’Azienda. La piscina sarà operativa nel momento in cui sarà attivato il polo riabilitativo di Tinchi.
3) non è vero che a Tinchi “…risultano…” macchinari inutilizzati. Il Direttore del Dipartimento Ospedale Territorio Gaetano Annese e quello della Unità Operativa di Riabilitazione Eustachio Pisciotta hanno già attestato mesi fa e confermato anche oggi con ulteriore nota (che si allega) richiesta ad horas dal Direttore Quinto, che l’apparecchio per stabilometria (baropodometro) presente a Tinchi viene regolarmente utilizzato nell’ambito delle attività di fisiatria. “Periodicamente -spiega Sacco- il Direttore Generale Pietro Quinto richiede a tutti i direttori sanitari di presidio di verificare e certificare che non vi siano macchinari inutilizzati di qualunque tipo. Per sapere se c’erano o meno apparecchi inutilizzati, bastava chiedere prima alla Asm. E’ tempo di responsabilità -aggiunge Sacco- perché è noto che dire che “…forse…” o “…risulta…”o ambiguità similari crea in chi legge la indottamente falsa convinzione che vi sia un uso sconsiderato di risorse dei cittadini. Quando è vero il contrario, numeri alla mano”;
4) surreale poi, il riferimento alle assunzioni di personale. “Con ogni probabilità -spiega Sacco- non si conoscono o non si riesce a comprendere bene il significato delle norme regionali e nazionali che fissano paletti rigidissimi alle assunzioni da parte delle aziende sanitarie. E’ del tutto inutile strillare sulle carenze organiche fingendo di non sapere che il turn over è quasi bloccato e che una legge nazionale prevede un fortissimo decremento della spesa del personale entro il 2020 e che se questo decremento non si attua la responsabilità è esclusivamente e personalmente di una sola persona: il Direttore Generale. Continuare a gettare allarmi inventati a giorni alterni quando c’è una disposizione scritta nero su bianco in leggi, commi, circolari, articoli di giornale non è giusto”.
“E’ bene che se ne facciano una ragione -conclude Sacco-, alla Asm si risparmiano somme ingenti e si lavora col bilancino tutti i giorni. Ed i numeri, unico dato certo, inconfutabile, sono lì a dimostrarlo. Ciò che non facciamo e ciò che le norme o superiori disposizioni regionali non consentono. Il resto sono chiacchiere”.