Uilm Basilicata su rinnovo CCNL: ritrovare l’unità sindacale senza dimenticare la propria natura. Di seguito la nota integrale.
Quella di martedì 15 marzo, per il mondo sindacale rimarrà una giornata da ricordare. A fronte di una trattativa, quella per il rinnovo del Contratto Nazionale dei metalmeccanici, che come previsto si sta rivelando faticosa per la netta ed intransigente posizione di Federmeccanica, il mondo sindacale italiano compie una generosa operazione di ritrovata unitarietà che mette in luce, come nonostante le divergenze ideologiche, un sindacato è chiamato ad un unico compito: tutelare i lavoratori.
E il Contratto Nazionale, che pure qualcuno cerca ormai di delegittimare e privare di qualsiasi valenza, rappresenta, invece, l’ultima reale e concreta forma di tutela per i lavoratori, costretti a barcamenarsi in un mondo del lavoro sempre più selvaggio e inospitale, in cui è difficile entrare, ma in alcune circostante è più difficile sopravvivere. Basti pensare all’iter normativo che mira ad indebolire sempre di più il rapporto contrattuale fra datore di lavoro e lavoratore, finendo col considerare quest’ultimo al pari di una qualsiasi forma di componentistica sostituibile piuttosto che come una persona.
La Uilm, dal canto suo, non ha mai nascosto la speranza che si giungesse alla presentazione di una piattaforma condivisa e condivisibile da tutte e tre le organizzazioni sindacali che siedono al tavolo della trattativa, con la convinzione che le divergenze di opinione tra sindacati, mera attività di politica autoreferenziale e di contrapposizione per partito preso, non facessero altro che indebolire i lavoratori alimentando una guerra fra poveri che in questo momento il nostro paese non può assolutamente permettersi.
Per questa ragione, oltre che per l’andamento della trattativa in sé, durante la quale l’organizzazione degli imprenditori sta alzando sempre più la posta, proponendo una serie di innovazioni organizzative, formative e culturali, ma non lasciando nessuno spiraglio al reale tema di contrattazione che tocca nel vivo la sopravvivenza delle famiglie dei lavoratori, ossia il salario, in un paese in cui il costo della vita aumenta ma le possibilità di spesa irrimediabilmente si assottigliano, la ritrovata unità sindacale si prospetta come una salvifica possibilità di riprendere il cammino di conquista dei diritti dei lavoratori, che purtroppo anni di crisi economica e morale avevano rallentato. Le tre organizzazioni, concordi, hanno finalmente ritrovato la forza per portare il settore metalmeccanico alla mobilitazione generale alzando il volume delle richieste dei lavoratori, cui nemmeno Federmeccanica potrà evitare di prestare ascolto.
Anche noi, celebriamo la giornata di martedì come storica per la nostra organizzazione. In Basilicata la Uilm è pronta ad intraprendere tutto il percorso che porterà alla mobilitazione generale, a partire dagli attivi unitari durante i quali si rappresenterà ai lavoratori il percorso da compiere. Già lunedì 21 marzo alle ore 15 presso l’Hotel vittoria a Potenza, con la partecipazione di
Gianluca Ficco della Segreteria Nazionale della UILM, informeremo i nostri iscritti sulla trattativa, sulle azioni previste e sui risultati che vorremmo ottenere, consapevoli che solo da una corretta informazione possa scaturire l’adesione alla causa che vogliamo portare avanti.
Ma tuttavia, non possiamo fare a meno di fare una riflessione. Il dialogo tra organizzazioni, non può infatti, a nostro avviso, essere inteso come una spugna che cancella le differenze di vedute o i caratteri specifici di ogni organizzazione. Il lavoro di un sindacato è quello che si svolge ogni singolo giorno in ogni singola azienda. E se a livello nazionale e ideologico è giusto sposare insieme la causa del rinnovo del CCNL che si ricorda non è il contratto di una sigla ma è il contratto di ciascun metalmeccanico, a livello quotidiano, se oggi chiedessimo ai nostri delegati di azzerare tutte le dinamiche interne alle aziende che ci vedono contrapposti alle altre sigle per questioni di ordine pratico e gestionale, ci saremmo sicuramente giocati la fiducia dei lavoratori, che oggi come oggi, stanchi, vessati ed impoveriti trovano poche motivazioni per avvicinarsi ai sindacati e ne troverebbero ancor meno se cedessimo all’ipocrisia di rappresentare loro il mondo sindacale come un bluff in cui siamo pronti a dire tutto e il contrario di tutto.
Plaudiamo pure, alla ritrovata energia per scendere in piazza, ma non dimentichiamo mai, che la scelta di aderire ad una compagine sindacale piuttosto che un’altra rappresenta per un lavoratore una scelta ideologica da non tradire. Scenderemo in piazza se sarà necessario e lo faremo tutti insieme, ma continueremo ad essere noi stessi, continueremo ad essere il sindacato riformista che crede nel dialogo e nelle azioni costruttive invece che nella delegittimazione degli altri, che crede che il lavoro vada difeso e non combattuto.