Riceviamo e pubblichiamo la nota Gianni Fabbris, coordinatore del Movimento Riscatto sulla
risposta negativa del Commissario all’agricoltura Philip Hogan sull’applicazione delle clausole di salvaguardia previste negli accordi Europa-Marocco.
Le dichiarazioni negative del Commissario all’agricoltura europeo Hogan fanno chiarezza: serve in campo il più vasto, determinato, plurale movimento per salvare le nostre aziende e i diritti dei cittadini sapendo che è proprio in Europa che si è consumata la scelta di far chiudere le nostre aziende.
Il Ministro Hogan ha dato una risposta negativa ad una delle richieste avanzate dai sindaci siciliani e sostenuta dalle mobilitazione degli agricoltori di queste settimane.
Noi non lo abbiamo mai pensato ma se qualcuno pensava che bastasse fare una istanza al Commissario Europeo per l’Agricoltura per avere risposte positive, si sbagliava; l’Europa ha scelto e pianificato gli effetti della crisi nelle campagne meridionali mettendo in atto una serie di scelte negli ultimi decenni che puntavano a tre effetti: ridimensionare la sua agricoltura mediterranea spostandola dal Sud Europa al resto del Bacino Mediterraneo, ridurre il numero e la capacità delle nostre aziende agrozootecniche trasformando la nostra agricoltura in
agroalimentare dell’industria e del commercio, usare l’Italia come una grande piattaforma commerciale nel mezzo del mediterraneo con il nostro made in Italy in mano alla speculazione senza il lavoro dei nostri produttori. Non basterà che un Ministro o un Assessore all’Agricoltura di una sola Regione chiedano un po’ di ragionevolezza: serve un forte ed
ampio movimento generale che coinvolga tutto il Paese per pretendere quello che ci spetta di diritto. Salvare le aziende agrozootecniche italiane è obiettivo strategico di
tutto il Paese e tutti devono prendere coscienza di come questro obiettivo si può realizzare solo aprendo in Europa una forte iniziativa per cambiare le scelte fin qui fatte.
Scelte, peraltro, determinate anche con il consenso dei Governi di diverso orientamento politico che si sono fin qui alternati in Italia e con il generale coinvolgimento della politica nazionale che ha, nella migliore delle ipotesi, abbandonato qualsiasi interesse a quanto accade
nelle aree rurali, ai pesantissimi effetti che quelle scelte politiche hanno determinato, al disastro della nostra agricoltura produttiva mentre si celebra il Made in Italy.
A maggior ragione si impone una fase nuova negli obiettivi e nelle forme della mobilitazione che in questi anni si sta sviluppando in Italia contro la crisi agricola.
Gli obiettivi che si stanno sviluppando nella mobilitazione che sta unificando le vertenze siciliane con quelle lucane e pugliesi e che si sta espandendo alle altre aree rurali del Paese sono chiari: Stato di crisi e misure per salvare le aziende indebitate, Misure di salvaguardia
del reddito, del lavoro e della salute dei cittadini, Riorientamento della spesa regionale a favore dei produttori e dei cittadini e non dell’agroindustria e della speculazione commerciale.
Nessuno di questi obiettivi, in tutto o in parte, può essere risolto senza cambiare le regole Comunitarie o, almeno, ottenendo misure in deroga come permette il Trattato e come l’Italia ha già saputo fare con Alitalia o in tante altre occasioni.
La politica nazionale deve guardare in faccia il disastro che ha compiuto guardando la sofferenza di chi lavora la terra e i gravi problemi dei cittadini con la salute a rischio e la sempre maggiore di difficoltà di comprare il cibo.
Il Movimento Riscatto e la Rete dei Municipi Rurali (che associa sindaci di tutte le parti politiche in alleanza con cittadini, agricoltori e associazioni) ne sono assolutamente consapevoli e ripartono dall’alleanza con i Sindaci non perché sono di questo o quel partito ma
perché sono i rappresentanti democraticamente eletti delle Comunità Rurali.
E’ con questo spirito che sindaci di tutti i diversi orientamenti politici si troveranno ancora una volta e questa volta a Vittoria il 24 marzo per decidere le modalità e i tempi dello Sciopero Per la Terra ed è per questo che noi saremo con loro per accelerarne i tempi ed
estenderne la forza.
Il 24 adotteremo e lanceremo le proposte e un appello a tutti e tutte;
fin d’ora, una cosa è certa: sarà un percorso di lotta e mobilitazione fino a quando avremo risultati e non semplicemente una passeggiata ma nemmeno l’avventura di chi cerca di cavalcare e strumentalizzare la rabbia. In questi anni abbiamo avuto sempre una regola: sulla sofferenza non si specula; non ci serve il gioco chi grida di più e mostra la faccia più truce, cerchiamo la via della speranza e del futuro per quanti lavorano la terra e consumano il cibo e non hanno più tempo da perdere. Noi avanziamo proposte e indichiamo percorsi di soluzione ma non ci spaventa la battaglia anche quando e se dovesse essere dura.