Archiviata la due giorni che il 17 e 18 marzo 2016 a Policoro ha fatto registrare un inedito confronto fra i maggiori protagonisti dei comparti ortofrutticoli fragole e berries, è già tempo di guardare avanti.
Obiettivi del workshop e del business forum – organizzato dall’Associazione LA.ME.T.A. in collaborazione con il Club Candonga®, ALSIA Regione Basilicata e l’ASF “Biagio Mattatelli”, patrocinato da Regione Basilicata e dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Matera e con PLANITALIA SRL come main sponsor – sono stati infatti quelli di tracciare per il prossimo futuro delle linee guida per la creazione di una brand strategy ispirata al Club Candonga® per Candonga Fragola Top Quality®, in grado di cogliere le opportunità offerte da questo settore oggi in forte espansione, in termini di produzione e domanda dei mercati sia nazionali che esteri.
Il bilancio dell’evento resta molto positivo e di estremo interesse. “Con questo appuntamento – così Berardino Marchitelli (L.A.ME.T.A.) – abbiamo raggiunto un obiettivo cardine: quello di aprire un confronto sui comparti fragole e berries non solo dal punto di vista agronomico ma anche da quello del marketing e commerciale. È stato importante affrontare questi temi ora perché l’introduzione di una varietà di lamponi in Basilicata mostra grandi potenzialità. Si può immaginare di percorrere la stessa strada per valorizzarla come ha fatto il Club Candonga® per la sua fragola”.
Nella giornata del 17 marzo tenuta presso la Sala Convegni del Castello di Policoro, dopo il saluto introduttivo di Berardino Marchitelli (L.A.ME.T.A.), Carmine Cocca (Ordine Agronomi MT) e Vincenzo Montesano (ASF) ha avuto inizio il Workshop moderato da Carmelo Mennone dell’Azienda Sperimentale Pantanello – ALSIA, Regione Basilicata.
L’intervento che ha aperto il workshop è stato quello di Tomas Bosi del CSO-Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara che ha evidenziato alcuni trend di sviluppo del settore, le ottime performance di inizio stagione del Sud Italia e in particolare della piana del Metapontino che ha raccolto a oggi il 22% del totale della produzione (+2% rispetto allo scorso anno alla stessa data) contro il 18 e il 10% rispettivamente della provincia di Salerno e Caserta. Dal fronte dei consumi invece si registra il passaggio dal 5 al 15% del totale della produzione di inizio stagione rispetto agli ultimi dati disponibili.
Secondo Gianluca Baruzzi di CREA-FRF (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) che nella sua relazione ha preso in esame oltre 370 selezioni, la chiave di questo trend positivo del Metapontino risiede nella scelta di alcune varietà che si sono mostrate vincenti sia in termini di gusto che di shelf-life.
“Gianluca Baruzzi – integra successivamente Carmelo Mennone – nel suo intervento ha affermato che se negli anni ‘70/’80 avevamo 7/8 varietà da valutare oggi ne abbiamo 22. Man mano che il cerchio si stringe nel corso della sperimentazione ne restano 3 o 4 che possono avere storia. Ma oggi significa che quelle varietà fanno da corollario alla Sabrosa che è il termine di paragone più alto. Oggi non c’è una varietà che possa raggiungerla. La Sabrosa non offre grandissimi risultati dal punto vista quantitativo ma rimane la migliore in termini di qualità. E qui è entrata in gioco la bravura dei fragolicoltori del Metapontino che hanno saputo sviluppare la varietà dal punto di vista agronomico”.
Partendo dall’analisi di due macroaree di consumi, quella “salutistica” ed “edonistica” – in cui si inseriscono a pieno titolo i prodotti freschi come fragole e berries – oggi in forte crescita, Claudio Scalise di SG Marketing di Bologna sottolinea l’importanza strategica per i produttori di “sviluppare politiche di marca in grado di aggiungere valore all’offerta, aumentare il livello di servizio connesso al prodotto per incrementarne i margini relativizzando la percezione del prezzo, segmentare il prodotto individuando così fasce di mercato profittevoli e distintive”. Perché sviluppare politiche di marca significa, continua Scalise “diventare interlocutore privilegiato della distribuzione moderna internazionale, distinguersi dalle commodities e costruire strategie di prezzo proprie”. Tutto questo in un contesto di settore, quello dei frutti rossi, che solo in Italia ha triplicato la domanda da 9 anni a questa parte e ancora in forte e continua espansione.
Carmelo Sigliuzzo (Check Fruit/NSF) ha infine chiuso il workshop illustrando le novità del panorama delle certificazioni volontarie per i mercati internazionali in particolare riguardo la nuova GlobalGap, obbligatoria a partire dal prossimo 1° luglio. Sigliuzzo ha inoltre evidenziato l’importanza delle certificazioni non solo in ambito B to B ma anche e soprattutto nei confronti del consumatore finale.
A tal proposito l’esperto sostiene che “spesso le aziende acquisiscono certificazioni che sono richieste dai loro clienti ma che risultano pressoché invisibili agli occhi del consumatore. Esistono però degli strumenti che gli operatori possono adottare, mettendoci anche il proprio marchio, per distinguere e valorizzare il prodotto, soprattutto quello italiano che, tra gli altri, può fregiarsi oggi anche del marchio SQNPI relativo al Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata nel quale il nostro Paese è leader”.
Il secondo momento della giornata del 17, quello dedicato al business forum su temi quali redditività degli investimenti in fragole e piccoli frutti e strategie future da mettere in campo per la conquista dei mercati, ha visto la moderazione di Rossella Gigli di FreshPlaza e l’apertura da parte di Carmela Suriano, Ceo del Club Candonga®, che ha ribadito la grande opportunità offerta dalla creazione di una Newco per dare maggiore affermazione ai comparti fragole e berries, sul modello dello stesso Club Candonga®: la case history di successo che in pochissimi anni dalla creazione del marchio ha portato (al contrario di quanto avviene in Spagna, principale competitor) all’incremento dei redditi dei produttori Soci del Club, del prezzo del prodotto, dei terreni coltivati a Candonga Fragola Top Quality® e al conseguente aumento della produzione.
Tutti elementi che hanno contribuito in modo determinante alla conquista del primato tutto lucano di prima regione produttrice di fragole in Italia nel 2016. Un successo dovuto anche alle innovative tecniche colturali introdotte dal rigido Manuale di Qualità del Club, dall’uso di certificazioni e dal know how dei produttori lucani. Il risultato è una fragola “che oggi raggiunge quotazioni del +40% rispetto ad altre cultivar prodotte in Italia e del +50% rispetto a quelle prodotte in Spagna.”
A proposito di questi temi si inserisce la dichiarazione di Carmelo Mennone dell’Azienda Sperimentale Pantanello – ALSIA, Regione Basilicata – secondo cui “nella storia della fragolicoltura della Basilicata si sono registrati alti e bassi ciclici in termini di superfici. Raggiunto il traguardo dei 900 ettari si è registrata subito dopo una contrazione delle superfici. A rompere lo schema in questo momento potrebbe essere il grado di competenza raggiunto dai produttori lucani. Tuttavia occorre tenere alta la guardia per evitare scivolate verso il basso della qualità. In altre parole, la Candonga Fragola Top Quality® registra un notevole successo, i fragolicoltori ‘fanno reddito’ e questo potrebbe spingere anche agricoltori inesperti a coltivare la fragola senza le dovute attenzioni”.
È stata un’iniziativa, ha dichiarato successivamente Carmela Suriano, che “ha evidenziato come i comparti fragole e berries siano mercati fortemente appetibili. Attualmente infatti l’Italia importa oltre il 50% di questi prodotti. È auspicabile dunque che nella prossima programmazione – PSR 2016-2020 – venga inclusa la filiera di fragole e berries e che le istituzioni tengano quindi conto delle istanze dei produttori. Tutto ciò in un contesto in cui il settore delle drupacee, e in particolare il comparto delle albicocche, registra un momento piuttosto critico dovuto a tre fattori principali: la sharka o vaiolatura, problemi legati alle scelte varietali che non rispondono pienamente alle richieste dei mercati e, infine, la forte concorrenza spagnola”.
A riconoscere il valore del lavoro svolto dal Club Candonga® è Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit Italia, che già da tempo ha introdotto la varietà Sabrosa tra i prodotti d’eccellenza a marchio Solarelli con un fatturato annuo di 5 milioni di euro, un terzo del fatturato totale del marchio Solarelli. In tema di piccoli frutti, Zanelli ha rimarcato come prodotti quali lamponi e mirtilli possano rappresentare comparti fortemente remunerativi e alternativi a produzioni oggi in difficoltà. Ha sottolineato inoltre l’importanza di selezionare le varietà più adatte alle varie aree climatiche. Vista la natura fortemente “impulsiva” dell’acquisto di piccoli frutti, è in corso in Apofruit infine lo studio di packaging in grado di stimolare l’acquisto.
Per impegni istituzionali non è riuscito a esserci il Presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini che ha comunque realizzato un video-intervento in cui dichiara di apprezzare molto l’iniziativa: un vero modello per la crescita dell’agricoltura italiana. Dopo aver presentato la neonata Italmercati quale realtà pensata per mettere in rete i grandi mercati agroalimentari italiani, Pallottini sottolinea la validità del progetto appena sviluppato con il Club Candonga®, quello cioè delle tre tappe speciali dell’Operazione Lovers nei mercati generali di Milano (dal 23 al 25 marzo), Roma (dal 6 all’8 aprile) e Verona (dal 13 al 15 aprile) quale strumento per avvicinare i grandi mercati ai produttori. Notevole apprezzamento infine riserva al modo originale e innovativo in cui il Club Candonga® riesce a comunicare il proprio marchio in un settore, in particolare nel Mezzogiorno, dove difficilmente si mettono in campo questo tipo di strategie.
Significativo anche l’intervento di Nicola Vallinoto, Quality Manager del Club Candonga®, che ribadisce l’importanza del percorso di valorizzazione attraverso una politica di marca che “per il futuro delle produzioni della Basilicata è senza ombra di dubbio quella da seguire. Ciò che è stato fatto e si continuerà a fare per Candonga Fragola Top Quality® che è il modello vincente da applicare anche ad altri prodotti di pregio del settore agroalimentare lucano e di quello ortofrutticolo in particolare”.
L’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, Luca Braia, concludendo il business forum “Fragole e Berries ha dichiarato: “E’ di importanza strategica, in questo momento, dedicare attenzione agli scenari futuri della fragolicoltura e alle opportunità offerte dalla coltivazione e commercializzazione di piccoli frutti in Basilicata, prima tra le regioni italiane per produzione. E’ il nostro oro rosso, con circa 850 ettari investiti a fragola di cui l’80% della varietà Sabrosa, che continua a raccogliere successi sui mercati nazionali ed internazionali e la cui buona pratica, anche organizzativa, può essere presa a modello da replicare. Proprio nel Metapontino – ha aggiunto Braia – abbiamo il cuore della nostra produzione ortofrutticola e dobbiamo investire adeguatamente anche in infrastrutture legate alla manutenzione del territorio.
Gli operatori della fragolicoltura devono continuare a dimostrare la capacità di lavorare puntando a una politica della qualità del prodotto che arriva al consumatore con notevoli benefici in termini di reddito e di commercializzazione in nuovi e più qualificati mercati. Stiamo lavorando a strategie di marketing che mirano alla creazione di marchi per i prodotti ortofrutticoli d’eccellenza della Basilicata, oggi più che mai necessari per aggiungere valore, riconoscibilità e per offrire ai consumatori garanzie di originalità, qualità e provenienza.
Con il PSR Basilicata 2014-2020 puntiamo – ha continuato l’assessore – a sostenere i processi di aggregazione e cooperazione tra produttori, così come le filiere, anche sperimentali.
Parallelamente abbiamo avviato un percorso di rinnovamento della gestione della risorsa forestale, provando a studiare quale possa essere il potenziale di sviluppo della filiera dei piccoli frutti di bosco quali lamponi, mirtilli e altri berries, in una regione che potrebbe essere particolarmente vocata con i suoi 355mila ettari di foreste. La filiera dei frutti di bosco, insieme alle filiere dei prodotti forestali (castagno, miele, funghi, tartufi, erbe officinali, cinghiale ecc.) potrebbero diventare le vere occasioni di crescita e sviluppo economico per i produttori lucani. Nel caso dei piccoli frutti rispondendo così alla crescente domanda degli stessi sui mercati italiani ed europei.
In questo quadro positivo – ha concluso l’Assessore Luca Braia – si inserisce il progetto strategico della piattaforma logistica dell’agroalimentare a Ferrandina che ci permetterà di intercettare mercati ortofrutticoli nazionali ed esteri.”
Venerdì 18 l’appuntamento è stato per la visita ai campi di fragole e frutti rossi del Metapontino che ha avuto come guide Gianluca Baruzzi (CREA-FRF) e Carmelo Mennone dell’Azienda Sperimentale Pantanello – ALSIA, Regione Basilicata).
Il gruppo, costituito dai tecnici delle aziende Piraccini, Apofruit, Compagnia Delle Primizie, imprenditori e ricercatori delle Università di Bari, ha avuto modo di conoscere il campo sperimentale del CRA e dell’azienda Piraccini. Nei campi visitati ci sono in gran parte coltivazioni di piante fresche di varietà Sabrosa, la principale per quantità, ma anche altre come Pircinque e Jonica, varietà che pur essendo state introdotte 4-5 anni fa non hanno ottenuto un buon successo commerciale. Tra le novità di maggior interesse introdotte nel Metapontino c’è la Melissa, la varietà brevettata dalla Nova Siri Genetics, società di ricerca di nuove varietà vegetali con sede a Nova Siri.
Sono state infine visitate le installazioni di lamponi della varietà Adelita realizzate su suolo e fuori suolo dell’azienda Compagnia delle Primizie che, grazie ai risultati molto positivi ottenuti in termini di qualità, quantità e fatturato, ha in programma di triplicare le superfici dedicate a questa coltura.