A Jesce manca il collegamento ADSL
Si attende che la Telecom finanzi il progetto per l’ampliamento di rete
L’area industriale di Jesce è ancora priva del collegamento alla linea ADSL e ciò comporta notevoli disagi alle aziende ivi ubicate a causa della inevitabile lentezza del collegamento con la linea analogica.
La banda larga, infatti, è ormai diventata un’esigenza imprescindibile per le imprese che puntano sulla velocità per ridurre i costi, aumentare la produttività e diventare competitive sui mercati esteri.
Il direttore dell’API, Franco Stella, ha sollecitato gli uffici della Telecom di Napoli, competenti per territorio, ad adeguare la rete nell’agglomerato industriale di Jesce.
Qualche settimana fa, infatti, i tecnici progettisti della sede di Matera hanno inviato alla sede competente di Napoli il progetto per l’ampliamento di rete che, attraverso l’installazione di un apparato nella centrale del sito, consentirebbe il collegamento alla linea ADSL.
Pur non conoscendo l’entità del costo di tale intervento, l’API ritiene che la competitività delle imprese che operano quasi esclusivamente con l’estero e che, per questo motivo, necessitano della cosiddetta “internet veloce”, debba essere sostenuta dall’Azienda telefonica.
Si tratta, in realtà, di un’intera area industriale, composta da aziende attive sui mercati internazionali, che richiede di poter lavorare in condizioni di maggiore concorrenzialità grazie ai servizi offerti da Telecom.
Il direttore Stella, inoltre, ha rammentato la proposta lanciata nell’aprile 2007, quando l’Associazione chiese a Telecom Italia di collegare tutte le imprese di Jesce con la linea HDSL al medesimo costo della linea ADSL, in modo da superare gli ostacoli connessi alla mancata infrastrutturazione dell’area, rendere più conveniente per Telecom Italia l’investimento e, nel contempo, ridurre i costi per gli operatori.
Le banche chiudono la porta alle imprese del mobile imbottito
L’API chiede l’intervento della Banca d’Italia
“Tutto il rispetto possibile per i dipendenti dell’Alitalia e per la compagnia aerea, ma le imprese e i lavoratori del distretto del mobile imbottito meritano un’identica attenzione da parte del Governo e delle banche”.
Con queste parole il presidente dell’API disapprova il calo di interesse verso la vertenza del salotto, ma soprattutto critica l’atteggiamento di totale chiusura del sistema bancario locale nei confronti delle imprese del comparto del mobile imbottito.
Per questo motivo Nunzio Olivieri ha chiesto l’intervento del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi e del direttore della filiale di Potenza Occhinegro, del presidente dell’ABI Faissola e del prefetto di Matera Monteleone.
“La questione della crisi del distretto del mobile imbottito dell’area murgiana, che comprende cioè i territori delle regioni Basilicata e Puglia, ha assunto dimensioni tali da costituire un problema di ordine sociale, oltre che strettamente imprenditoriale”, scrive Olivieri nella sua lettera, evidenziando che “l’atteggiamento di chiusura delle banche non è solo verso le aziende in difficoltà, ma anche verso le realtà imprenditoriali sane, che mantengono le proprie fette di mercato estero e che, per il solo fatto di appartenere ad un settore in crisi, si vedono dall’oggi al domani – ex abrupto – chiudere le porte dagli istituti di credito”.
“In particolare – precisa il presidente dell’API – le banche del territorio stanno revocando gli affidamenti e non concedono più l’anticipo fatture, un contratto bancario indispensabile per operare nel settore, creando scompiglio nei rapporti con i fornitori”.
In conclusione, Olivieri chiede un comportamento più collaborativo e più responsabile da parte degli istituti di credito locali.
Esecuzione del PO FESR Basilicata 2007-2013
L’API chiede alla Regione di accelerare l’avvio degli regimi di aiuto alle imprese
Il presidente dell’API, Nunzio Olivieri, ha chiesto al presidente della Regione Vito De Filippo e all’assessore alle Attività produttive Vincenzo Folino di accelerare l’avvio delle misure di aiuto alle imprese, al fine di consentire agli imprenditori interessati di dare seguito agli investimenti programmati.
Sono ormai diversi anni che le imprese lucane non dispongono di strumenti agevolativi per i propri investimenti sul territorio.
La Commissione Europea ha approvato il Programma Operativo Regionale Basilicata FESR 2007-2013 con Decisione del 7.12.2007, a cui ha fatto seguito la presa d’atto della Giunta Regionale in data 4.3.2008.
Ad oggi, tuttavia, la Regione non ha dato ancora avvio all’attuazione operativa degli interventi programmati, ingenerando involontariamente una situazione di stallo nei progetti di investimento da parte delle imprese che avevano fatto affidamento sulle misure di aiuto del PO FESR.
Olivieri ha ricordato agli amministratori regionali che, a seguito della consultazione sulle “Linee di indirizzo per il rilancio e la competitività dell’industria lucana” e sul ddl “Legge regionale per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo lucano”, l’API di Matera ha avviato un’intensa attività di scouting nelle altre regioni d’Italia, attività che ha riscosso risultati positivi che però rischiano di essere vanificati dai ritardi nell’attuazione degli interventi.
Inoltre, per quel che concerne i Piani di Reindustrializzazione dei Siti Produttivi Inattivi (cosiddetti siti dismessi), il presidente dell’API ha evidenziato l’opportunità, al fine di rendere più attraenti tali investimenti per gli operatori, di eliminare l’obbligatorietà dell’acquisto dei siti produttivi, rendendo possibile anche l’acquisizione degli stessi in locazione. Tale correzione, infatti, potrebbe attribuire maggiore efficacia alla lodevole iniziativa della Regione.