Il ddl Cirinnà è stato approvato in Parlamento senza la stepchild adoption. Antonio Raucci invita a votare una petizione on line per il riconoscimento dei diritti civili.
Di seguito la nota e il link per firmare.
Quante sono le persone singole in Italia cento, mille, diecimila, centomila, (secondo un rapporto del CENSIS nel 2011 le persone singole erano sette milioni) non legate da alcun tipo di unione ai sensi del disegno di legge n. 2081 approvato in senato e in discussione alla camera, che anelano a vivere una vita di coppia, non basata su una relazione sessuale ma solo affettiva? Che anelano a una vita di coppia e di mutuo soccorso per affrontare le tante difficoltà esistenziali quotidiane? Perché, secondo quanto previsto dal DL n. 2081, due persone singole, per esempio zii e nipoti, non hanno diritto alla istituzione di una vita di coppia legalizzata con i relativi benefici che ne deriverebbero? Perché tale legame sarebbe ostativo e non rafforzativo ad una relazione affettiva? Perché a queste persone non si dovrebbero riconoscere i diritti previsti dagli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione?
Nel caso non troviate una motivazione valida per la negazione di tali diritti cliccate qui
RICONOSCIMENTO DI “UNIONE CIVILE” PER PERSONE DELLO STESSO SESSO O DI SESSO DIVERSO
Art. 2 della Costituzione: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale.
ART. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Un principio fondamentale dell’Unione Europea afferma: tutti i cittadini hanno
gli stessi diritti, indipendentemente dalla loro origine, nazionalità, condizione
sociale, dal loro credo religioso o orientamento sessuale. Diversi paesi
dell’Europa sono molto, molto più avanti dell’Italia sui diritti civili.
in Francia la legge n. 99-944 del 15 novembre 1999 (Du pacte civil de
solidarité et du concubinage) definisce la nuova forma di unione, distinta
dall’istituto matrimoniale, il Patto civile di solidarietà, abbreviato in PACS, come
un contratto tra due persone maggiorenni dello stesso sesso o di sesso
diverso, al fine di organizzare la loro vita in comune.
In Belgio è in vigore la legge 23 novembre 1998 sulla convivenza legale
(cohabitation légale). Sono compresi nell’istituto tutte le coppie senza
condizioni riferite al sesso. Per ottenere la convivenza legale le parti devono
non essere legate da un matrimonio o da altra convivenza legale.
Il parlamento italiano ha legiferato solo per una categoria di cittadini: i
parlamentari. Nel 1990 è stata votata una legge per i soli parlamentari che
prevede l’estensione dell’assistenza sanitaria per i partner conviventi “more
uxorio” da almeno tre anni. La legge così tratta i conviventi come legittimi
sposi (Regolamento di assistenza sanitaria integrativa dei Deputati, art. 2,
lettera “d”). Ultimamente ai partner di fatto è stato riconosciuto anche la
reversibilità della pensione. Tale vitalizio è riconosciuto anche al partner di
fatto dei consiglieri regionali.
Il 25% dei parlamentari e anche del personale della Camera usufruisce di
questi trattamenti di favore.
Per gli altri cittadini è stata da poco approvata in Senato ed è in discussione
alla Camera la Legge sulla Regolamentazione delle Unioni Civili tra persone
dello stesso sesso e Disciplina delle Convivenze.
Il CAPO I della legge riguarda le Unioni Civili. “Art. 1: Le disposizioni del
presente Capo istituiscono l’unione civile tra persone dello stesso sesso quale
specifica formazione sociale”.
Si istituisce, quindi, l’unione civile tra persone dello stesso sesso, che può
essere una relazione affettiva anche non di carattere sessuale.
“Comma 3 dell’art. 2: sono cause impeditive per la costituzione dell’unione
civile tra persone dello stesso sesso……. lettera C : ………. non possono altresì
contrarre unione civile tra persone dello stesso sesso lo zio e il nipote e la zia e
la nipote”;
Così si nega il diritto a due persone singole dello stesso sesso, non legate da
altro tipo di unione, che siano zii e nipoti o cugini o parenti ancora più lontani,
di costituire una unione civile basata semplicemente su una relazione affettiva.
Il CAPO II riguarda la disciplina delle convivenze. “Art. 11. (Della convivenza di
fatto) 1. Ai fini delle disposizioni del presente Capo si intendono per:
«conviventi di fatto» due persone maggiorenni unite stabilmente da legami
affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate
da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione
civile.
Così si nega il diritto a due persone singole di sesso diverso, non legate da
altro tipo di unione, che siano zii e nipoti o cugini o parenti ancora più lontani,
di costituire una convivenza di fatto basata semplicemente su una relazione
affettiva.
E’ una negazione di diritti costituzionali e civili impedire a due persone singole
dello stesso sesso o di sesso diverso di costituire una unione civile o una
coppia di fatto.
Con questa petizione si chiede al Parlamento Italiano di modificare il disegno di
legge n. 2081, approvato dal Senato e in discussione alla Camera nel senso di
intendere per “unione civile” sia una coppia di persone dello stesso sesso che
una coppia di persone di sesso diverso legati semplicemente da una relazione
affettiva.
Questa petizione è stata pubblicata su change.org e su facebook da Antonio Raucci
Quante sono le persone singole che vorrebbero realizzare una unione civile legalizzata, senza distinzione di sesso, per sentirsi meno soli e vivere una vita affettiva e non potrebbero farlo secondo il DL n. 2081 perché legati da vincoli parentali?
Quante sono le persone singole disoccupate, senza contributi versati e senza reddito, senza distinzione di sesso, che vorrebbero realizzare una unione civile legalizzata per sentirsi meno soli e vivere una vita affettiva e non potrebbero farlo secondo il DL n. 2081 perché legati da vincoli parentali?
RICONOSCIMENTO DI “UNIONE CIVILE” FRA PERSONE DELLO STESSO SESSO O DI SESSO DIVERSO
Breve commento alla petizione:
Il presidente del Consiglio Matteo RENZI ha annunciato che entro il mese di aprile sarà approvata la legge sulle unioni civili.
Senza le modifiche richieste da questa petizione sarà una legge monca; sarà negato il diritto a tante persone singole di costituire una unione civile.
Quante sono le persone singole in Italia cento, mille, diecimila, centomila, (secondo un rapporto del CENSIS nel 2011 le persone singole erano sette milioni) non legate da alcun tipo di unione ai sensi del disegno di legge n. 2081 approvato in senato e in discussione alla camera, che anelano a vivere una vita di coppia, non basata su una relazione sessuale ma solo affettiva? Che anelano a una vita di coppia e di mutuo soccorso per affrontare le tante difficoltà esistenziali quotidiane? Perché, secondo quanto previsto dal DL n. 2081, due persone singole, fra cui intercorre una parentela, non hanno diritto alla istituzione di una vita di coppia legalizzata? Perché tale legame sarebbe ostativo e non rafforzativo ad una relazione affettiva? Perché a queste persone non si dovrebbero riconoscere i diritti previsti dagli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione?
Quante sono le persone singole, disoccupate, senza reddito, con enormi difficoltà esistenziali, che vorrebbero realizzare una unione civile legalizzata, senza distinzione di sesso, per sentirsi meno soli e vivere una vita affettiva e non potrebbero farlo secondo il DL n. 2081 perché legati da vincoli parentali?
Consentire a queste persone l’accesso al nuovo istituto delle unioni civili sarebbe un atto di semplice, civile umanità.
PETIZIONE
RICONOSCIMENTO DI “UNIONE CIVILE” FRA PERSONE DELLO STESSO SESSO O DI SESSO DIVERSO
Art. 2 della Costituzione: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
ART. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Un principio fondamentale dell’Unione Europea afferma: tutti i cittadini hanno gli stessi diritti, indipendentemente dalla loro origine, nazionalità, condizione sociale, dal loro credo religioso o orientamento sessuale.
Diversi paesi dell’Europa sono più avanti dell’Italia sui diritti delle unioni civili diverse dal matrimonio.
In Francia la legge n. 99-944 del 15 novembre 1999 (Du pacte civil de solidarité et du concubinage) definisce la nuova forma di unione, distinta dall’istituto matrimoniale, il Patto civile di solidarietà, abbreviato in PACS, come un contratto tra due persone maggiorenni dello stesso sesso o di sesso diverso, al fine di organizzare la loro vita in comune.
In Belgio è in vigore la legge 23 novembre 1998 sulla convivenza legale (cohabitation légale). Sono compresi nell’istituto tutte le coppie senza condizioni riferite al sesso. Per ottenere la convivenza legale le parti devono non essere legate da un matrimonio o da altra convivenza legale.
Il parlamento italiano sull’argomento ha legiferato solo per una categoria di cittadini: i parlamentari. Nel 1990 è stata votata una legge per i soli parlamentari che prevede l’estensione dell’assistenza sanitaria per i partner conviventi “more uxorio” da almeno tre anni. La legge così tratta i conviventi come legittimi sposi (Regolamento di assistenza sanitaria integrativa dei Deputati, art. 2, lettera “d”). Ultimamente ai partner di fatto è stato riconosciuto anche la reversibilità della pensione. Tale vitalizio è riconosciuto anche al partner di fatto dei consiglieri regionali.
Il 25% dei parlamentari e anche dei lavoratori dipendenti della Camera usufruisce di questi trattamenti di favore.
Per gli altri cittadini è stata da poco approvata in Senato ed è in discussione alla Camera il D.L. n. 2081 sulla Regolamentazione delle Unioni Civili tra persone dello stesso sesso e Disciplina delle Convivenze.
Il CAPO I del D.L. n. 2081 riguarda le Unioni Civili. “Art. 1: Le disposizioni del presente Capo istituiscono l’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale”.
Si istituisce, quindi, l’unione civile tra persone dello stesso sesso, che può essere una relazione affettiva anche a prescindere dall’orientamento sessuale.
Per il comma 3 dell’art. 2 sono cause impeditive per la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso……. lettera C : ………. non possono altresì contrarre unione civile tra persone dello stesso sesso lo zio e il nipote e la zia e la nipote”;
Così si nega il diritto a due persone singole dello stesso sesso, non legate da altro tipo di unione, solo perché fra loro zii e nipoti di costituire una unione civile basata semplicemente su una relazione affettiva.
Il CAPO II riguarda la disciplina delle convivenze. “Art. 11. (Della convivenza di fatto) 1. Ai fini delle disposizioni del presente Capo si intendono per: «conviventi di fatto» due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”.
Così si nega il diritto a due persone singole di sesso diverso, non legate da altro tipo di unione, solo perché vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, di costituire una convivenza di fatto basata semplicemente su una relazione affettiva.
La condizione di ”persone singole” persiste anche se tra loro intercorre una parentela, certamente non dettata dalla propria volontà.
La relazione di parentela fra “persone singole” dovrebbe essere considerata un elemento rafforzativo, non certo ostativo, alla costituzione di una unione civile.
E’ una negazione di diritti costituzionali e civili impedire a due “persone singole” dello stesso sesso o di sesso diverso di costituire una unione civile o una coppia di fatto solo perché fra loro intercorre una relazione di parentela.
Con questa petizione si chiede al Parlamento Italiano di modificare il disegno di legge n. 2081, approvato dal Senato e in discussione alla Camera nel senso di intendere per “unione civile” sia una coppia di persone dello stesso sesso che una coppia di persone di sesso diverso, non vincolati da altro tipo di unione legalizzata, legati semplicemente da una relazione affettiva, anche se fra loro intercorre una relazione parentale.
Fino a questo momento hanno sottoscritto la petizione: Antonio RAUCCI – primo firmatario; Rosa DE BONIS – pensionata ; Lucio PORCARI – dipendente pubblico; Giuseppe TRISTANO – laureato; Francesco LAMANNA – lavoratore dipendente; Rosa RIVELLI – dipendente pubblica; Giuseppe MIOLLA – avvocato; Alessandro PICCIOTTO – lavoratore dipendente; Veronica RIVELLI – lavoratrice dipendente; Philomene MARCHETTI – dipendente pubblica; Michele RAUCCI – studente universitario; Rocco RIVELLI – laureato in giurisprudenza; Gianna BASILE – laureata; Margherita PALOMBA – dipendente pubblico; Gianni PERRINO – consigliere regionale; Michele PATERINO – dipendente pubblico; Angelo Raffaele COTUGNO – dipendente pubblico; Aldo CHIETERA – dipendente pubblico; Andrea GURRADO; Gino TARASCO – dipendente pubblico; Roberta FERRARA – lavoratrice dipendente; Luigi MALACARNE – laureato; Angela VIZZIELLO – Laureata.
Questa petizione è stata inviata a: Presidente del Consiglio Matteo RENZI; Presidente della Camera Laura BOLDRINI; Presidente della II Commissione Giustizia della Camera Donatella FERRANTE.
Link per firmare la petizione:
https://www.change.org/p/antonio-raucci-riconoscimento-di-unione-civile-per-persone-dello-stesso-sesso-o-di-sesso-diverso?recruiter=39748661&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink