Interrogatori, agenda da riempire e un ricorso da depositare: la settimana che comincia lunedì 4 aprile sarà per i pm di Potenza impegnati nell’indagine sul petrolio molto importante per il futuro dell’inchiesta stessa, che ha portato 6 persone agli arresti domiciliari e all’iscrizione di 60 persone nel registro degli indagati. Gli interrogatori di garanzia e l’agenda dei pubblici ministeri sono collegati: prima cominceranno quelli degli arrestati, ma l’attenzione generale è concentrata sugli interrogatori dell’ex ministra Federica Guidi e della ministra Maria Elena Boschi, citata dalla sua collega quando era prossimo l’inserimento nella legge di stabilità di un emendamento necessario a far procedere i lavori a Corleto Perticara (Potenza), dove la Total sta costruendo il secondo centro petrolifero lucano. riguardo al premier Renzi, che in tv ha dichiarato “l’emendamento e’ mio, se vogliono i pm mi ascoltino”, in ambienti vicini alla procura si apprende che i pubblici ministeri di Potenza “non pensavano” di sentirlo.
Dalla Basilicata alla Sicilia, passando per Roma e i Palazzi della politica: si allarga l’inchiesta sul petrolio della Procura di Potenza e della Dna.
Dopo i due filoni lucani – sull’inquinamento del centro oli dell’Eni, a Viggiano (dove la produzione è sospesa) e sulla realizzazione di “Tempa Rossa” della Total, a Corleto Perticara – emerge ora anche quello siciliano, sull’attività dell’Autorità portuale di Augusta, in cui è indagato l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Il capo di Stato maggiore della Marina dice di “non conoscere sulla base di quali fatti” il suo nome “venga associato a questa vicenda” e di essere “sorpreso e amareggiato”.
I magistrati potentini – l’indagine, che ha portato a sei arresti domiciliari, è coordinata dai pm Francesco Basentini e Laura Triassi – hanno lavorato per molte ore anche di sabato e nei prossimi giorni andranno a Roma per sentire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, e l’ex Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, che, in una lettera al Corriere della Sera, dice: “non ho favorito mio marito”. Le sue dimissioni, due giorni fa, sono state rassegnate in seguito al clamore provocato dall’ormai nota intercettazione di una telefonata con il compagno Gianluca Gemelli, in cui si parlava del via libera a un emendamento che avrebbe favorito la Total. Lo scorso 22 marzo il gip di Potenza Michela Tiziana Petrocelli ha rigettato l’istanza di arresto per Gemelli (che nelle scorse settimane ha chiesto, attraverso il suo legale, di essere ascoltato dagli inquirenti) ma la Procura di Potenza ci riproverà e presenterà quindi appello per ottenere la misura cautelare nei confronti del compagno dell’ex ministro.
(aNSA)