Si apprende dai media locali che la Provincia di Potenza avrebbe multato le compagnie petrolifere per inquinamenti e sforamenti di valori limite per oltre 2,4 milioni di euro per i pozzi Pergola 1 a Marsico Nuovo, CF7 S.Elia a Marsicovetere e per il Progetto Tempa Rossa. Ma si apprende anche che ENI e Total avrebbero contestato i verbali della Provincia di Potenza.
C’è da chiedersi se tale annuncio sia conseguente all’indagine della Procura potentina o piùttosto ne abbia indotto gli sviluppi. Una vicenda che assume sempre più risvolti oscuri che vanno chiariti, sulla quale la Ola chiede massima trasparenza, in considerazione che le attività presso i pozzi proseguono senza che siano note le attività di controllo successive in assenza delle quali potrebbero esservi state contaminazioni ben più vaste dei bacini idrici di superficie e di profondità.
Per il pozzo Pergola 1 è stato pubblicato di recente l’avviso VIA per la messa in produzione del pozzo e la realizzazione di 8,5 Km di oleodotti ma non si conoscono però gli studi e le analisi dei monitoraggi non ancora pubblicati sul sito del Ministero dell’Ambiente. Mentre per la località Civita di Marsicovetere sono iniziati i lavori per la nuova postazione dei pozzi CF7 S.Elia 1, nonostante l’area presenti problematiche e potenziali impatti già rilevati nelle osservazioni prodotte dalla Ola e che non sia noto il motivo del trasferimento della postazione più a valle in località Civita di Marsicovetere, delocalizzata dalla località Case Marinelli.
Si chiedono in proposito alla Provincia di Potenza chiarimenti e all’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata di sospendere le attività presso i tre pozzi petroliferi in Val d’Agri e presso i pozzi della concessione Gorgoglione risultati contaminati in base ai verbali della Provincia di Potenza, dove si stanno però effettuando prove di produzione.
INCHIESTA PETROLIO, ASSEMBLEA DI TAVOLO VERDE
L’ultimo scandalo del petrolio in Basilicata che coinvolge anche il Governo Nazionale dimostra come la Regione Basilicata sia stata soltanto luogo di sfruttamento e non terra da salvaguardare e valorizzare per le sue vocazioni naturali. L’attività estrattiva infatti ha portato inquinamento non solo nella Val D’Agri e nella Val Basento; ha ridotto le superfici agricole utilizzabili a colture agro-alimentari e conseguentemente ha costretto centinaia di produttori agricoli ad abbandonare i terreni. L’immagine della Lucania ridente, ricca di acque, di boschi, di pianure ad alta vocazione agricola, di spiagge basse ed accoglienti, è stata lesa da scellerate politiche di sfruttamento e trasferimento di ricchezze nelle mani di pochi.
È giunto il momento di fermare la mano devastante della politica che ha favorito e favorisce l’industria petrolifera e quella chimica condannando il territorio, l’ambiente, l’agricoltura e il turismo al depauperamento con disastri ambientali ( inquinamento di corsi fluviali, terreni, ecc.), con rischi gravissimi anche per l’incolumità pubblica. Il nostro territorio ha bisogno di ben altro.
Domenica 10 aprile 2016 alle ore 18:30 nell’auditorium della Casa Canonica di San Giovanni Bosco Marconia è in programma una pubblica assemblea di Tavolo Verde per discutere i temi legati all’inchiesta sul petrolio.
DC-LIBERTAS: PASSARE DALLA “RABBIA” ALLA RIVENDICAZIONE DI UN VERO PROTAGONISMO POPOLARE
“C’è bisogno che la rabbia, da tipica e passionale reazione alla frustrazione, dovuta ad una sorta di impotenza rispetto all’eccezionalità dei fatti di questi ultimi giorni, si trasformi in lucidità di un disegno partecipato e condiviso per uscire dalla palude in cui è piombata la politica (e la Regione) con le inchieste sul petrolio e lo smaltimento dei rifiuti”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza. “Il Presidente Pittella alla direzione nazionale del suo partito oltre alla rabbia ha consegnato – aggiunge – una prima analisi chiara e puntuale individuando nel sistema dei controlli ambientali il vero nervo scoperto. Può essere da qui la ripartenza della politica e dell’istituzione regionale con l’obiettivo prioritario di recuperare la fiducia dei cittadini che non sanno più se credere alle notizie che filtrano sui giornali dalle inchieste della magistratura, alle denunce urlate di disastro ambientale, alle rassicurazioni di esponenti del Governo e dell’Eni e Total, alle mezze verità diffuse sinora dall’Arpab. Credo perciò che sulla rabbia debba avere prevalenza un’indignazione basata sulla rivendicazione di un vero protagonismo popolare come base per un nuovo concetto di democrazia, che metta al centro i grandi valori di giustizia, di trasparenza e di solidarietà, che garantisca realmente i diritti di cittadinanza, nel lavoro e nella tutela della salute e del territorio. La regione che dà di più al Paese per il suo fabbisogno energetico pagandone un prezzo altissimo – continua Potenza – ha diritto di avere più attenzione dal Governo. E non mi pare proprio che il Premier Renzi abbia manifestato questa consapevolezza”.