“Abbiamo spostato la visita a Matera per evitare ulteriori polemiche”. E’ il presidente del consiglio Matteo Renzi nel corso della diretta web su twitter #matteorisponde che si è svolta nel pomeriggio a confermare che la visita prevista nella città dei Sassi nella giornata di mercoledì 6 aprile è rinviata a data da destinarsi. Un rinvio che era nell’aria alla luce delle polemiche scoppiate dopo l’inchiesta sul petrolio in Basilicata.
Prima l’annuncio a Porta a Porta, poi quello sulla personale enews. Senza dimenticare la promessa di un arrivo senza data precisa ma comunque entro la fine dello scorso mese di gennaio da parte della deputata materana e renziana Maria Antezza. Ma Renzi non sarà a Matera neanche mercoledì 6 aprile. Il tempo intanto scorre e gli accordi per le infrastrutture chieste dal sindaco De Ruggieri in vista di Matera 2019 non vengono ancora siglati. Perchè non bastano gli impegni, servono atti concreti. Ed invece siamo sempre alla politica degli annunci, con il rischio che Matera arrivi impreparata all’appuntamento storico in cui sarà la capitale europea della cultura.
Michele Capolupo
Sul nuovo rinvio della visita a Matera da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi si registra questa nota del consigliere regionale Nicola Benedetto.
Nicola Benedetto, consigliere regionale Centro Democratico: ennesimo rinvio visita Renzi a matera non ha alibi ma è fuga da responsabilità
L’ennesimo rinvio della visita del Premier Renzi a Matera (in attesa di conferma ufficiale) non ha attenuanti ed alibi nelle vicende relative alle inchieste della magistratura su petrolio e smaltimento illecito dei rifiuti ed invece rappresenta l’ennesimo tentativo di fuga da responsabilità. Non può bastare la slide presentata ieri alla direzione nazionale del Pd con l’annuncio, insieme ad altre 19 slide, dei lavori di collegamento stradale “Bari – Matera” e l’investimento infrastrutturale più ampio (di circa 200 milioni di euro) per Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019. Alla “politica degli annunci” almeno noi preferiamo quella dei fatti e pertanto il Premier avrebbe dovuto spiegare agli amministratori comunali di Matera come a quelli della Regione e a tutti i consiglieri regionali come pensa di reperire i finanziamenti (non certo spiccioli), quando apriranno i cantieri, presentando un preciso cronoprogramma con i relativi atti ufficiali. Il gap infrastrutturale, purtroppo non si limita alla viabilità, perché come ha ammesso ieri lo stesso Renzi Matera è pure Capitale Europea della Cultura 2019 ma non è facile da raggiungere e pesa come un macigno sul presente e sul futuro dei progetti di attrazione turistica, sviluppo e lavoro. La Regione in decenni ha mancato molto e lo Stato non ha dimostrato grande attenzione. Se ci colleghiamo a grandi progetti, con il ricorso alla cartolarizzazione di parte dei proventi delle royalties per iniziative di alcuni miliardi finalizzate a completare le reti ferroviarie e stradali necessarie, in pochi anni il problema potrebbe essere risolto con benefici enormi per la Basilicata. Bisogna avere, però, una visione di prospettiva, saper usare i proventi del petrolio per investimenti infrastrutturali di lungo periodo. Lo aspettavamo a Matera inoltre perché siamo curiosi di conoscere “le idee dirompenti che consentano di sognare un futuro diverso” per Matera e la Basilicata, oltre che per il Paese. E soprattutto perché ripetesse in diretta e non più in streaming, guardando in faccia la classe politica della regione, la sua strategia per le risorse petrolifere lucane e i controlli da effettuare sui fattori ambiente, territorio e salute. Dico al Premier di non aver paura a venire a Matera. Il popolo lucano è e rimarrà ospitale ma ricordiche non sopporta di essere preso in gira sia pure dal Presidente del Consiglio.