Il Sindaco di Policoro Rocco Leone commenta le vicende legate all’inchiesta sul petrolio in Basilicata con una lettera aperta inviata al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella. Di seguito il testo integrale.
Lettera aperta del sindaco di Policoro: io sindaco di Policoro, tradito dal Presidente Pittella.
“La questione sul petrolio, che vede in questi giorni coinvolta la nostra Regione è una vicenda che mi rattrista sia come sindaco di una delle città più importanti della Basilicata ma soprattutto come lucano perchè mi sento tradito, come del resto lo è tutto il popolo lucano, dal Presidente Marcello Pittella per il quale provo un profondo rammarico e una profonda delusione.
Il Presidente non ha rispettato gli impegni presi, in mia presenza e in presenza dei Presidenti della Regione Puglia e Calabria durante la manifestazione, da me voluta, con la quale si affermava la netta contrarietà alle trivelle.
In quell’occasione, il Presidente della nostra Regione, definì la nostra battaglia una battaglia non solo delle tre Regioni in questione ma di tutto il Meridione.
Una battaglia che andava a toccare punti importanti come il nostro sviluppo regionale e la nostra proiezione verso il futuro.
Tutto questo non l’ho visto, anzi ho visto il contrario.
Come lucano, mi sento, infatti, mortificato quando in una trasmissione così popolare, quale Ballarò, sento definire la nostra Regione, la nostra amata Basilicata, una Regione disastrata, desolata, povera intellettualmente, incapace di governare che non ha diritto alla sua autodeterminazione.
Parole gravi, parole pesanti che non offendono solo la nostra coscienza civile ma offendono la nostra storia. E la offendono perchè questo Sorgi, questo Sorgio, che ricorda il nome di un topolino, di un animaletto disgustoso, non sa che la mitologia dice che qui, in questi mari così importanti, sbarcò una giovane donna, rapita da Zeus, chiamata Europa, non sa che da qui l’Europa Moderna ha cominciato a muovere i suoi primi passi, che su questi territori, si è sviluppata una delle civiltà più importanti dell’Europa moderna, cioè la Magna Grecia, non sa che in questa città sono state partorite le Tavole di Heraclea, che sono la base del rapporto tra gli uomini, tra cittadini e l’ ambiente, tra cittadini e Stato, tra i rapporti sociali, tant’è che il diritto privato, costituzionale e quello diritto romano nascono dalle Tavole di Heraclea, non sa che abbiamo una serie di borghi antichi che rappresentano a pieno la storia dell’Italia meridionale.
Lo stesso Federico II di Svevia passò molto del suo tempo in questa Regione, buona parte della sua vita paragonando i dolci colli lucani ai colli della sua Normandia.
E allora non dovremmo sentirci traditi?
La questione petrolio, non ha portato alcuna ricchezza al nostro territorio, l’ho detto e lo ribadisco.
Come ebbi modo di ribadirlo qualche mese fa, in una lettera pubblica ai quotidiani, con la quale rispondevo ad un consigliere regionale dell’Emilia Romagna sul perchè del No alle trivelle nel mare, specificando che noi lucani abbiamo accolto con grande spirito di apertura la scoperta del petrolio sul nostro territorio.
Ma 20 anni fa, avevamo il più basso tasso di natalità e il più alto tasso di migrazione e questi dati con l’avvento delle trivelle non si sono per niente invertiti ma ahimè sono rimasti identici.
Da qui la protesta, da qui l’opposizione alle perforazioni che a questo punto deturpano solo il nostro territorio, lo violentano.
Da qui la battaglia per liberare la Basilicata dalle trivelle, lotta che parte proprio da Policoro, il 17 Dicembre del 2012 con una grande manifestazione alla quale erano presenti, il presidente del Consiglio Regionale pugliese, il dott. Introna, tutti i sindaci dei comuni dell’arco jonico, a partire da Gallipoli per giungere fino a Crotone. Erano presenti il Presidente del Consiglio della Regione Calabria, i Presidenti delle province calabresi.
Unica grande assente, fu proprio la Regione Basilicata, guidata all’epoca da Vito de Filippo.
Una battaglia che non si è mai interrotta ma che anzi ho voluto personalmente riportare in essere con il mio sciopero della fame, intrapreso dopo un viaggio a Roma nel quale non fui per niente rassicurato sul destino del nostro mare.
Il Presidente della Regione, Marcello Pittella, si precipitò in quel caso nella sala del palazzo del Comune di Policoro, dove attuavo tale manifestazione. Mi disse, che questa non era solo la battaglia della città di Policoro ma di tutto il popolo lucano, prendendo impegni precisi. E fu in quell’occasione che gli chiesi di organizzare una manifestazione nella quale fossero presenti i presidenti delle Regioni Puglia e Calabria, e nella quale gli stessi prendessero impegni ben precisi per scongiurare il pericolo Trivelle in mare.
Durante quella manifestazione che ebbe tante luci ed ombre , fui contestato dalle associazioni ambientaliste che in maniera giusta o sbagliata, andarono contro le istituzioni. Ma anche in quel caso e sono qui a ribadirlo, il passaggio istituzionale per me che rappresento un’istituzione fu d’obbligo. Ed è d’obbligo evidenziare che fu proprio da quella manifestazione che partì l’iter che ha portato al referendum del 17 Aprile, dove per la prima volta nella storia della repubblica Italiana un referendum viene chiesto dalle Regioni.
Ed ecco perchè ora posso dire di essere stato tradito dal Presidente Pittella che non ha contestato la richiesta assurda del suo partito, il Partito democratico, a non recarsi alle urne il 17 Aprile.
Lo immaginavo andare,paese per paese, per invitare i lucani a votare Si al referendum che diventa in questo particolare momento un Si Simbolico. Un Si che non significa solo dire No alle trivelle in mare alla distanza delle 12 miglia, ma è un Si che ribadisce a gran voce il sacrosanto diritto dei territori all’autodeterminazione.
Ecco perchè sono deluso, non ho visto il Presidente rappresentare gli interessi del popolo lucano, di quel popolo abituato da sempre a soffrire ma che da sempre ha saputo conquistarsi quella sua identità culturale e sociale che lo contraddistingue.
Il nostro Si al referendum rappresenta il passaggio del Guado di questa Regione. Il Guado della capacità di riprendere in mano il proprio destino, un destino che finora è stato sempre nelle mani degli altri che hanno purtroppo favorito giochi di partito e interessi economici al bene della comunità.
Ed è qui che la mia delusione è maggiore perchè la storia, quella storia che il nostro territorio ha maturato, dice invece che la politica nasce per il popolo, nasce come espressione più alta dell’uomo.
E’ inammissibile per questioni di partito abbandonare al proprio destino la propria terra e a malincuore dico che il Presidente Marcello Pittella la propria terra l’ha abbandonata.”
Il Sindaco di Policoro Rocco Luigi Leone