“Le produzioni di qualità dell’agroalimentare di Basilicata non ci stanno! L’attacco mediatico in atto che mette in relazione i nostri prodotti con l’inquinamento è una vera calunnia a cui intendo a difesa del nostro sistema produttivo e dell’agroalimentare lucano, rispondere con grande determinazione.”
Lo ha comunicato alla stampa questa mattina l’assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata Luca Braia.
“Ad oggi non ci sono elementi che possono consentire ai media nazionali di far passare il messaggio strumentale, cinico e oltremodo dannoso per l’economia dell’agricola lucana che la Basilicata sia inquinata e che le nostre produzioni siano a rischio.
Tutto questo poi alla vigilia della cinquantesima edizione del Vinitaly in cui la Basilicata tutta come sistema si mostra al mondo con la sue eccellenze nel comparto vitivinicolo e che vuole quindi valorizzare e incrementare il proprio ruolo, conquistato con grande fatica, nei mercati nazionali ed internazionali.
Al netto delle evoluzioni che la vicenda legata alle estrazioni petrolifere potrà avere in termini di responsabilità che sarà la magistratura ad accertare, intendo assolutamente contrastare in ogni modo ed evitare che avvenga l’associazione automatica nell’immaginario collettivo con effetto potenzialmente negativo rispetto alle produzioni di qualità e alle vendite conseguenti della intera produzione lucana.
Sono molteplici i prodotti, a volte in rilevanti quantità come vino, olio, ortofrutta, latte, miele ecc. che vengono invece quotidianamente apprezzati dai mercati nazionali e internazionali e che sono costantemente controllati e certificati da organismi privati ed istituzionali, anche terzi, oltre che internazionali, a questo deputati.
Voglio dare qualche elemento a tutela della qualità riconosciuta delle produzioni agricole regionali per le quali, ad oggi, non si riscontra nessun tipo di effetto se non quello del danno di immagine ed economico che potrebbe generarsi e che spero non si riveli costituito ad arte per rovinare la positività conquistata negli ultimi anni anche grazie alla visibilità determinata dalla nomina di Matera a Capitale Europea della cultura 2019.
Il messaggio che deve arrivare al mercato deve essere pertanto molto chiaro. La Basilicata produce qualità e questa qualità è attestata e inconfutabile dai dati, dalle certificazioni e dai controlli che continueremo e incrementeremo a fare in quantità e qualità.
Sottopongo all’attenzione pubblica una serie di indicatori e dati che delineano un quadro e dovrebbero farci riflettere tutti.
La Basilicata è tra le regioni d’Italia che produce più biologico con il 23,9% delle superfici ortofrutticole condotto con questo metodo che non prevede l’uso di fitofarmaci.
Le aziende biologiche hanno mostrato una crescita del 15% nell’ultimo triennio e ad oggi sono ben 1.314 che lavorano i circa 55.000 ettari distribuiti su tutto il territorio regionale. Queste aziende si sottopongono ai controlli di enti certificatori terzi per mantenere la certificazione e quindi i parametri di qualità richiesti, annualmente.
Sul biologico il nuovo PSR continuerà ad investire in maniera massiccia con 87 milioni di euro e con bandi in uscita nelle prossime settimane a sostegno di chi questa pratica la attua o la vuole cominciare a praticare.
Le certificazioni di qualità non sono certificazioni regionali ma vengono effettuate da organismi accreditati a livello nazionale.
L’eccellenza del miele lucano sul mercato è uno dei primi indicatori di qualità ambientale riconosciuta e anche in questo caso le produzioni arrivano da tutte le aree della Basilicata. Sono circa 29.000 alveari ed il valore in termini di produzione lorda vendibile (considerando solo il prodotto miele e non i sottoprodotti) si stima in circa 3,4 milioni euro/anno.
Il vino lucano, alla vigilia del Vinitaly dove sarà mostrato in tutta la sua eccellenza, mantiene ovviamente alto da tanti anni il livello delle certificazioni dei diversi riconoscimenti DOC, IGT, DOCG per produzioni provenienti dall’intera Basilicata, con in testa il Vulture ed il materano ma anche dall’area della Val D’Agri quali il vino Alta Val D’Agri e il Grottino di Roccanova, ad esempio.
Per non parlare degli allevamenti zootecnici spesso allo stato brado in tutti gli areali regionali con una produzione di latte e formaggi di cui la Basilicata è straordinariamente ricca.
Latte che è venduto per il 33% a grandi marchi nazionali che proprio con il latte lucano fanno il loro latte di qualità superando test rigorosi ed identici a tutti quelli dei produttori nazionali ed internazionali.
La qualità degli oli extraveègini di oliva è pluripremiata, abbiamo ben 10 oli inseriti nella guida del Gambero Rosso ed è lucano, di Matera il vincitore del Concorso Internazionale Sol D’Oro di Sol&Agrifood.
Una attestazione di qualità per l’ortofrutta lucana viene anch’essa da organismi nazionali ed internazionali: i nostri kiwi e i nostri agrumi proprio dell’area del metapontino dove si concentrano le produzioni maggiori hanno superato solo qualche mese fa gli strettissimi controlli fitosanitari e riconquistato la possibilità di esportare sul mercato cinese. Così come la nostra uva da tavola che accede nuovamente dopo anni al mercato canadese per non parlare delle fragole, frutta e ortaggi che accedono alla grande distribuzione del Nord Europa, compresa la rigida Germania, e sono tra i prodotti, soprattutto biologici, più apprezzati.
I peperoni cruschi di Senise conquistano nicchie di notorietà e varcano quotidianamente i mercati extra regionali andando su tutti i mercati compresi la GDO e che oggi sono utilizzati come snack di accompagnamento di una produzione cinematografica distribuita in tutte le sale italiane dedicata alla nostra Regione che sta avendo grande successo.
Con dati e numeri alla mano, nei prossimi giorni con il presidente Pittella forniremo la panoramica dettagliata dell’agroalimentare certificato e di qualità della nostra regione. Al netto delle aree che sono state già dichiarate non a destinazione agricola, ribadisco che la produzione esistente in Basilicata è una produzione di altissima qualità certificata e controllata nei diversi comparti quotidianamente. Siamo sino ad oggi risultati immuni anche da patologie più importanti, quali ad esempio la Xylella che monitoriamo sistematicamente.
La nostra regione ha sicuramente un problema endogeno: il produttore lucano in generale si caratterizza per la conduzione aziendale frammentaria e di tipo prevalentemente familiare. Stiamo lavorando per l’aggregazione e questo staticamente fa diminuire negli anni il numero delle aziende. A ben leggere i dati la riduzione del numero delle imprese agricole è assolutamente in linea (9,9%) col dato nazionale del 9,2% ma contemporaneamente registra l’aumento dell’unità minima di superficie per azienda che oggi supera i 10 Ha medi di SAU.
Quindi faccio appello a tutti i lucani e chiedo ai media locali e nazionali il massimo rispetto per la Basilicata tutta e per l’agricoltura in particolare che, oltre alle difficoltà generali del mercato, certo non può e non deve pagare un ulteriore prezzo per operazioni mediatiche che appaiono spesso strumentali e poco responsabili, a volte generate da dichiarazioni mai verificate né istituzionalmente né scientificamente e che sembrano costruite ad arte, incuranti degli effetti che le stesse possono determinare su tutto il sistema.
Continueremo ad affermarlo con forza e a difendere la nostra dignità, quella di un popolo che con Matera Capitale della Cultura 2019 è riuscita a riscattarsi tanto da raddoppiare i dati del turismo nel 2015 e che deve assolutamente continuare con orgoglio a difendere la propria identità e mostrarsi al mondo per l’eccellenza, la cultura, la storia, i paesaggi e i prodotti di qualità.”