La Coldiretti di Basilicata esprime soddisfazione per la nota dell’Assessore all’Agricoltura Braia, nella quale dichiara che l’ufficio competente negli ultimi mesi, cioè da quando le competenze sono passate dal Dipartimento Ambiente al Dipartimento Agricoltura, ha istruito e evaso tutte le richieste pendenti per danni alle produzioni zootecniche causate da fauna selvatica o inselvatichite relativamente agli anni 2012, 2013, e 2014 proponendone la relativa liquidazione per circa 200mila euro per 366 istanze.
Positiva l’accelerazione delle procedure e dei pagamenti, l’avvio della procedura online per il risarcimento dei danni causati alle produzioni zootecniche dalla fauna selvatica o inselvatichita (lupi) e il nuovo disciplinare che definisce la tempistica e le modalità operative del controllo numerico della popolazione di cinghiale.
I provvedimenti erano stati anticipati dal Presidente Pittella in occasione del Tour Confederale Coldiretti “Le Raegioni del cuore”, tenutosi a Bari lo scorso 23 marzo, davanti a oltre tremila imprenditori agricoli.
L’Assessore Braia ha mantenuto così l’impegno preso con i vertici della Coldiretti lucana, impegnata da tempo su tale fronte con proposte e sollecitazioni, di approfondire la tematica e di avviare tutte le possibili procedure per un più celere ristoro dei danni subiti dagli imprenditori agricoli da un lato, e di ricercare le possibili soluzioni per la prevenzione e il controllo dei selvatici dall’altro.
Secondo il Presidente della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto “Positivi gli impegni mantenuti dall’Assessore Braia, perché contribuiranno ad alleviare le conseguenze di una situazione grave, se si considera ad esempio che gruppi di cinghiali guidati da animali fino di oltre 150 chili di peso arrivano oramai fino dentro le case. La sicurezza nelle aree rurali e periurbane è in pericolo per il proliferare di animali selvatici che invadono campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le persone e le cose. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l’attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Un pericolo che riguarda anche gli amanti dei boschi per passeggiare o raccogliere funghi. Negli ultimi dieci anni gli animali selvatici si sono quasi decuplicati e l’aumento di cinghiali e altri ungulati ha messo in allarme non solo le imprese agricole, ma anche la società e l’ambiente”.
Apr 10