Giovedì 14 aprile 2016 alle ore 19.30 presso la sala convegni di Padre Minozzi a Policoro si terrà un’iniziativa del Comitato Referendario a favore del SI al referendum del 17 Aprile.
L’incontro ha lo scopo di sensibilizzare e sostenere la partecipazione al voto per il SI, al fine di dare un messaggio chiaro e netto sulla necessità di modificare le politiche energetiche nazionali in un’ottica ecologica e sostenibile e ribadire la contrarietà alle estrazioni in mare.
Saranno presenti il membro Nazionale del Comitato Referendario Piero Lacorazza, i consiglieri regionali Roberto Cifarelli e Achille Spada, il Segretario Provinciale PD Pasquale Bellitti, il Capogruppo PD in consiglio comunale Gianluca Marrese e la presidente di Legambiente Policoro Stella Bonavita, in veste di moderatore il segretario dei giovani democratici Mariano Mele.
L’invito, rivolto a tutta la cittadinanza è a partecipare numerosa, per informarsi e sostenere la più ampia e consapevole partecipazione a favore del SI al referendum di domenica prossima.
Ugl Giovani Basilicata su politica del petrolio.
“Il prossimo 17 aprile recarsi alle urne per esprimere parere concorde all’abrogazione dell’ art.6 c 17 del DLgs 152/2006 è un atto moralmente necessario per ogni cittadino lucano che voglia opporsi alla gestione finora condotta in materia, da parte degli enti predisposti e dal governo per fermare le trivellazioni in mare”.
Lo dichiarano il segretario regionale dell’Ugl Giovani Basilicata, Giulio Salvatore che unitamente ai segretari provinciali Ugl Giovani di Potenza e Matera, Giovanni Russo e Domenico Giordano hanno riunito a Potenza il direttivo Regionale presso la sede dell’Ugl Basilicata.
Per i sindacalisti, “la politica del petrolio ha recato gravi danni all’economia e allo sviluppo locale, rischiando di mettere ulteriormente in pericolo i territori interessati, la salute dei suoi cittadini e lo sviluppo di altri settori redditizi quali quelli turistico e agroalimentare. Ancor più non c’è stato alcun riscontro positivo degno di nota in termini di aumento di posti di lavoro o di entrate nelle casse regionali mediante la corrispondenza delle royalties. Dalla piattaforma approvata dal direttivo Regionale Ugl Giovani – proseguono Salvatore, Russo e Giordano – l’Ugl è pienamente convinta che bisogna cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. La norma attualmente in vigore consente di costruire nuove piattaforme, in quanto il divieto riguarda solo il rilascio di nuovi permessi e concessioni per cercare ed estrarre idrocarburi entro le dodici miglia marine facendo dunque, salvi i ‘titoli abilitativi già rilasciati’ e nell’ambito dei titoli già rilasciati è sempre possibile costruire nuove piattaforme. La politica del petrolio – concludono i segretari – ha recato gravi danni all’economia e allo sviluppo locale, rischiando di mettere ulteriormente in pericolo i territori interessati, la salute dei suoi cittadini e lo sviluppo di altri settori redditizi quali quelli turistico e agroalimentare. Ancor più non c’è stato alcun riscontro positivo degno di nota in termini di aumento di posti di lavoro o di entrate nelle casse regionali mediante la corrispondenza delle royalties. Alla luce di quanto discusso ed emerso, l’Ugl Basilicata invita la cittadinanza ad esprimersi favorevolmente, votando ‘Si’’ al prossimo referendum”.
Referendum trivelle, le compagnie petrolifere hanno operato anche a concessioni scadute, i NoTriv chiedono la rimozione dei responsabili. Di seguito la nota integrale.
«Il Governo Renzi deve rispondere al Paese di quanto è accaduto. Davanti a un fatto di tale gravità è doverosa la rimozione del responsabile della direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche, Franco Terlizzese». Commenta così, Enrico Gagliano del Coordinamento Nazionale dei No Triv, la notizia sulle concessioni scadute e sulle proroghe mai concesse dal Mise, dove però le compagnie petrolifere continuavano a trivellare senza alcun titolo.
Nove delle quarantaquattro concessioni oggetto del Referendum erano infatti scadute. Alcune addirittura da anni. Erano state presentate le istanze di proroga, ma il Ministero dello sviluppo economico non si era ancora espresso. E allora le compagnie, tralasciando il piccolo dettaglio, hanno continuato a operare indisturbate.
«Il Mise non ha effettuato le necessarie verifiche – continua Gagliano – quindi di base c’è un’adempienza, perché il provvedimento amministrativo deve essere espresso, non può essere tacito».
A sanare la situazione è arrivata, guarda caso, la legge di Stabilità entrata in vigore il 1 gennaio 2016 con effetto retroattivo. Non si parla più di concessioni, ma della vita utile del giacimento. «Una norma spuntata dal nulla, di cui nessuno ha voluto parlare. La legge serviva forse a rimettere in carreggiata le concessioni quasi tutte targate Eni?», chiosa Gagliano.
Ora è proprio su questo che gli Italiani sono chiamati a votare con il Referendum del 17 Aprile: ristabilire una data di scadenza certa per la fine della concessione, come previsto anche dalla normativa Ue.