Realizzare un Urban Center in cui far dialogare amministratori, associazioni, imprenditori, professionisti e cittadini per contribuire attivamente a delineare il futuro delle città di Matera e Potenza. E’ questo il prossimo obiettivo del progetto CAST, Cittadinanza Attiva per lo Sviluppo sostenibile del Territorio, cofinanziato dalla Regione Basilicata nell’ambito del Programma Visioni Urbane. Un passaggio dal virtuale al reale che arriva dopo l’esperienza dell’ Urban Center Virtuale, realizzato attraverso la piattaforma web www.castlab.it, utilizzato per promuovere dibattiti e processi di partecipazione online per interventi di rigenerazione urbana nei due capoluoghi lucani. Un’esperienza che ha permesso alle associazioni Circolo culturale La Scaletta di Matera, Culture & Territori e Art Park di Potenza e Ateliermob di Lisbona, promotrici del progetto, di lavorare in sinergia con l’ Università degli studi di Basilicata per la realizzazione di proposte progettuali per il recupero e riuso di edifici e spazi pubblici dismessi, a partire da esigenze e fabbisogni della cittadinanza. Per Matera le proposte partite dal basso, grazie alla collaborazione del Dicem ( Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo) dell’ateneo lucano, si sono arricchite della creatività e competenza degli studenti del quinto del corso di studi di architettura. I futuri architetti hanno studiato e immaginato una nuova vita per sette edifici pubblici abbandonati o sottoutilizzati della città, mettendosi alla prova anche con proposte per la modalità di gestione delle attività previste e con valutazioni preliminari circa la sostenibilità economico-finanziaria. I progetti sono stati presentati alla cittadinanza e al vicesindaco Giovanni Schiuma nel corso di un incontro pubblico, che si è svolto lo scorso 12 aprile nell’Aula Magna della facoltà di Architettura,a conclusione dell’attività di laboratorio degli studenti. L’avvio di una collaborazione tra amministrazione comunale e università è stata condivisa dall’assessore che ha apprezzato in maniera particolare le proposte in grado di integrare la funzionalità dell’edificio con i fabbisogni del quartiere e della città. “La vera sfida dell’amministrazione è quella di riuscire ad avere una visione ampia nella progettazione degli spazi e nel recupero di edifici pubblici dismessi – ha sottolineato Schiuma nel corso dell’incontro- in grado di creare sinergie tra i vari contenitori. andando oltre il singolo intervento, nel rispetto delle peculiarità di ogni spazio o edificio”.
Una sfida colta da alcuni progetti presentati, come nel caso del complesso monastico di Santa Lucia vecchia, nel cuore dei Sassi; un edificio da destinare a spazio espositivo da utilizzare come “vetrina” per promuovere le attività della città, lavorando in rete con associazioni e altri spazi culturali limitrofi come Casa Noha, Palazzo Viceconte, il Musma, museo della scultura contemporanea e la Cattedrale. Un luogo da rendere vivo e partecipato attraverso laboratori e workshop e valorizzare attraverso interventi che rispettano il paesaggio, ripristinando antichi elementi architettonici, come il campanile, di grande valore simbolico.
Recupero delle periferie, rispetto dell’ambiente e integrazione sociale sono le parole chiave contenute nella proposta di rigenerazione urbana del rione San Giacomo. Le strutture analizzate dagli studenti sono Casino Dragone, in via Fermi da destinare a centro di educazione ambientale e l’ex biblioteca in via Conversi, da recuperare come centro socio-assistenziale. Queste destinazioni d’uso sono state individuate partendo dalle esigenze delle associazioni e dei cittadini intervistati e dal piano pluriennale d’investimenti presentato dal Comune. Le due strutture dovrebbero fornire una serie di servizi e attività rivolte a bambini, anziani e disabili.
L’ edificio ex formazione del PAIP, nella zona industriale, sarebbe il luogo ideale per ospitare un istituto d’arte cinematografica con due auditorium, un teatro di posa e spazi dedicati alla post produzione dei prodotti audiovisivi. Un edificio in stato di abbandono, da dedicare alla settima arte, in grado di fornire nuove opportunità e rispondere alle esigenze di una città, sede di numerosi set cinematografici.
Luoghi di socializzazione e spazi per la cultura sono le priorità emerse per il centro di Matera, dove vi sono tre ampi contenitori pubblici dismessi, l’ex scuola A. Volta, in via Lucana, da far rivivere come spazio di coworking, un luogo dove lavorare e confrontarsi su arte e tecnologia., destinando alcune sale al vicino Museo Ridola. Negli uffici dell’ex Genio civile, angolo tra via Torraca e via Passarelli, gli studenti hanno proposto un caffè letterario, dove leggere e chiacchierare. Un luogo pensato per cittadini e turisti, in grado di fornire informazioni e ospitalità grazie all’infopoint e a alla realizzazione di un ostello. Infine si rivolge allo stesso tipo di utenza anche il progetto di recupero degli ex uffici veterinari, in via L. Battista, un tempo caserma dei vigili del fuoco, da trasformare in un luogo di ristoro e degustazione di piatti tipici, in cui è possibile partecipare anche ad attività culturali.
In tutti i progetti attenzione particolare è stata rivolta non solo al recupero e riuso di spazi ed edifici dismessi, ma anche ai temi della gestione degli stessi, con particolare riferimento al coinvolgimento di imprenditori privati, associazioni ed enti no profit e amministrazioni pubbliche.
Apr 14
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