Dall’inizio dell’inchiesta sul petrolio, “per vicende ascritte a responsabilità individuali e non collettive”, la Basilicata “è stata messa sotto attacco mediatico” e “pochi” sono intervenuti in sua difesa: lo ha detto il presidente della Regione, Marcello Pittella (Pd), parlando oggi a Potenza. “Mi rifiuto – ha aggiunto – di fare di tutta l’erba un fascio, perché non è corretto per nessuno. Ci sono stati titoli che hanno dipinto la nostra regione come la Terra dei fuochi. Ho letto di percentuali di incidenza di malattie oncologiche che non hanno nulla di scientifico”
Inchiesta petrolio: De Giorgi in Procura risponde all’interrogatorio davanti ai Pm di Potenza.
“Sarebbe un Paese strano se un Capo di una forza di difesa si dimettesse dopo quello che hanno detto i corvi”: lo ha detto l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo l’interrogatorio davanti ai pm di Potenza.
L’ammiraglio “ha reso dichiarazioni spontanee ai pubblici ministeri di Potenza”: lo ha detto ai giornalisti il suo avvocato, Pietro Nocita, precisando di aver presentato un’istanza di archiviazione. “L’unica accusa nei confronti di De Giorgi – ha aggiunto Nocita – è quella di abuso d’ufficio”.
Resta il divieto di dimora per l’ex vicesindaco di Corleto Perticara, Giambattista Genovese, e per l’ex dirigente della Regione Basilicata, Salvatore Lambiase, indagati nell’inchiesta sul petrolio in Basilicata. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame, rigettando le istanze presentate dai difensori dei due indagati martedì scorso.
Oggi è stato presentato anche il ricorso dell’Eni per chiedere il dissequestro di due vasche nel centro oli di Viggiano e di un pozzo di reiniezione, a Montemurro, fondamentali per riprendere la produzione di petrolio in Val d’Agri (75 mila barili al giorno).
Gianni Leggieri, consigliere regionale Movimento 5 Stelle: “Togliamo ossigeno alla politica fossile, al malaffare petrolifero, e al sistema PD, domenica 17 aprile votiamo sì al referendum contro le trivellazioni in mare”. Di seguito la nota integrale.
Le carte dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata stanno portando alla luce un sistema sempre più inquietante e allarmante, soprattutto se si pensa alle ripercussioni che si potrebbero avere nei prossimi 20-30 anni, o si stanno già avendo in questo momento sulla salute dei cittadini lucani, che subiscono alle loro spalle le angherie e i soprusi perpetrati da una classe dirigente dedita solamente a conseguire guadagni personali.
Leggendo i giornali di oggi, emerge la figura di Pasquale Criscuolo, imprenditore impegnato nel settore del petrolio e indagato dalla Procura di Potenza, che avrebbe svolto un ruolo di “trait d’union” tra ENI e Pittella, tessendo i rapporti tra la Regione Basilicata e la multinazionale del petrolio, con l’obiettivo di massimizzare i profitti a tutti i costi, anche stringendo alleanze con gli amministratori locali e nazionali, rendendosi disponibile “per il conseguimento di utilità varie”. Se tutto ciò venisse confermato, la posizione di Marcello Pittella si aggraverebbe ulteriormente e non potrebbe far altro che dimettersi e andare a casa, come abbiamo già chiesto con la mozione di sfiducia del 5 aprile presentata nei confronti del Governatore Pittella e della sua Giunta e che verrà discussa nell prossimo Consiglio Regionale in programma il 19 aprile.
Chiediamo ai cittadini lucani di dare un segnale forte contro questa politica fossile, e contro il malaffare petrolifero, andando a votare sì domenica 17 aprile al referendum contro le trivellazioni in mare. Chiediamo ai lucani di riflettere anche sulle parole pronunciate nei giorni scorsi dal vescovo Orofino, allarmato e preoccupato dall’inchiesta sul petrolio lucano, “il monocolore che dura da 80 anni. Perché alla fine il sistema Colombo è uguale al sistema Pd di oggi. É il fallimento del PD. Il sistema Colombo non è mai tramontato.”, inoltre, Orofino ha annunciato il suo sì al referendum di dominca 17. Ricordiamo anche l’appello alla libertà di coscienza di ciascuno arrivato dai vescovi lucani che invitano ad usare come faro gli insegnamenti della Chiesa sulla salvaguardia del creato, che Papa Francesco ha racchiuso nell’enciclica Laudato si’, perché allo sfruttamento delle risorse naturali in Basilicata, ha rocordato la Conferenza episcopale della regione, non sempre è stata riservata la giusta attenzione in tema di salute e ambiente.
Votando sì possiamo dare una spallata forte anche a questo sistema che ha portato la Basilicata sull’orlo di un disastro ambientele, e a diventare una delle regioni più povere d’Italia e con i più alti tassi di emigrazione soprattutto giovanile.