Pio Abiusi, a nome dell’associazione Ambiente e legalità”, interviene sulla questione che riguarda l’inquinamento della discarica del borgo La Martella e l’area circostante con una nota che riportiamo di seguito.
Abiusi: “Salvate il soldato Ryan”
Non siamo al D-Day dello sbarco in Normandia ma in un putrido campo minato. Il nostro soldato Ryan è l’avvocato Raffaello De Ruggieri Sindaco di Matera, persona integerrima e che ama profondamente la sua città ma è incapace di governarla. Ha messo in campo una squadra di governo debole ma, quel che è peggio, sembra vi siano anche franchi tiratori. Anche la squadra dei dirigenti che si è scelta non risulta adeguata e per quello che riguarda il suo staff è anche costosa rispetto a quella della precedenti Amministrazioni. I punti di maggior debolezza sono rappresentati dal capo di gabinetto e dal dirigente, ancora sub judice, preposto all’ambiente. Tralasciamo di inquadrare la gestione dei Rifiuti Solidi Urbani nel suo insieme perchè la trattazione sarebbe troppo lunga pur se disastrosa; soffermiamoci, invece, solo sulla gestione della Discarica e l’inquinamento delle falde acquifere presenti nell’area. Già l’A.I.A. scaduta nel 2011 prevedeva la presenza di piezometri atti a monitorare le acque sotterranee. Fu Arpab nel suo sopralluogo del 29-9-2011 a sollevare il caso della mancanza di una rete piezometrica. Si dovette attendere la primavera del 2013 per averla composta da sei piezometri. Arpab contestò la inadeguatezza dei punti monitorati e la scarsa profondità alla quale erano stati sistemati i piezometri, una profondità inferiore a quella delle vasche dove sono deposti i rifiuti. Arpab non disdegnò di monitorare per quello che era possibile e già così, in due dei sei dove fu possibile attingere l’acqua si ebbe a constatare il superamento del CSC- Coefficiente della Soglia di Contaminazione- per il Boro ed i Solfati, un classico delle discariche che percolano e quella di La Martella ha percolato da vendere. Fu necessario un anno e mezzo affinchè il Comune di Matera convocasse la conferenza dei servizi di cui all’art 242 del d.lgs 152/06- il tempo indicato dalla normativa è di 30 gg.- per l’approvazione del piano di caratterizzazione. In quella sede il nostro dirigente inamovibile parlò di monitoraggi e controlli a breve e lungo termine, tutte cose che stavano nella sua fantasia, Arpab pretese l’adeguamento della rete con l’installazione di 15 piezometri ed impose la giusta profondità. Si è dovuto attendere altro tempo e solo nella primavera del 2015 ad Arpab è stato permesso di fare il primo monitoraggio nella nuova rete e che si protrasse fino al 28-5-15. Sempre Arpab aveva evidenziato che gli elementi raccolti non erano ancora sufficienti per formulare una Analisi di Rischio necessaria ad approvare un piano di bonifica.
Il monitoraggio non permise di addivenire a conclusioni precise perchè molti piezometri risultarono essere privi di acqua; si decise nella conferenza dei servizi convocata il 6 Agosto 2015- l’unica volta che il Montemurro affrettò i tempi perchè aveva in mente un piano risultato cervellotico che di fatto non venne autorizzato- di rinviare ogni valutazione ad un monitoraggio delle acque sotterranee da fare nei periodi piovosi. E’ quello che è accaduto, Arpab si è recata in discarica dal 9 al 16 -12-2016 ha fatto i prelievi che poi ha analizzato mentre le analisi in contraddittorio del Comune di Matera non sono mai pervenute, troppo presi da che? , e questa volta il quadro è risultato essere devastante, i superamenti sopra soglia sono risultati per: Solfati e Boro ma anche per Alluminio, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel. Arpab ha avuto ragione a volerci vedere chiaro e sono occorsi oltre 4 anni grazie alla solerzia del dirigente comunale, pluriconfermato anche se sub judice. Arpab ha scritto come si conviene a Comune, Provincia, Regione ed ASM il 23 Febbraio 2016 solo L’autorità sanitaria ha dato riscontro il 3 Marzo scrivendo al S indaco del Comune di Matera e per conoscenza a Provincia e Regione e chiedendo” che venga emanata ordinanza contingibile ed urgente, ai fini della tutela della salute pubblica, tendente al divieto di utilizzo delle acque sotterranee e di falda, per qualunque scopo, eventualmente impiegate da insediamenti umani, produttivi e zootecnici presenti nella zona interessata o in altre zone del territorio in cui sono presenti,sulla scorta dei rilievi idrogeologici a disposizione di codesto Ente, altre falde che potrebbero essere eventualmente interessate da questo tipo di inquinamento. La durata dell’efficacia di questa ordinanza è subordinata all’acquisizione di analisi successive che escludano tale forma di inquinamento, previo intervento di bonifica”. Nessun riscontro! Sono passati oltre 40 giorni. Il Comune non da corso alla raccomandazione e Provincia e Regione non applicano i poteri sostitutivi. Va da se che quanto è accaduto ha grossa rilevanza penale e che il responsabile sia il Sindaco di Matera ma crediamo che di tutto quanto è accaduto egli non sia stato portato conoscenza. Conclusione: si smonti la baracca e si ritorni al voto, solo così sarà possibile salvare il soldato Ryan.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità