Il Sindaco di Policoro Rocco Leone traccia un bilancio sul risultato eccezionale ottenuto in Basilicata, unica regione a raggiungere il quorum in occasione dell referendum per le trivelle in mare. Di seguito la nota integrale.
La vittoria del Si in Basilicata, è la dimostrazione che finalmente il popolo lucano ha preso consapevolezza delle enormi potenzialità della propria Regione e chiede al governo Regionale di cambiare rotta.
Non si può non notare, che l’unica Regione dove si sia raggiunto il quorum sia stata la Basilicata, un segnale importante che la nostra Regione, che sa bene cosa vuol dire avere le trivelle, ha voluto dare all’intera Nazione, che ha deciso purtroppo di trincerarsi dietro il non voto, agevolando così le politiche lobbystiche di Renzi e del suo governo che sin dall’inizio ha fatto di tutto per boicottare la consultazione referendaria.
“La Basilicata invece ha fatto la sua scelta, ha scelto di andare a votare, cosa che invece non fece alle scorse regionali, regalando la presidenza a Pittella il quale adesso invece non può più far finta di nulla.
Non può non valutare che dopo Potenza e Matera città, il Metapontino intero abbia dato la sferzata per il raggiungimento del quorum.
Non può non notare che proprio dal Metapontino arriva quella lezione che la Regione fa finta di non vedere, ossia che si può creare produzione, ricchezza, senza petrolio, senza industria, senza inquinamento ma solo sfruttando ciò che la natura ha regalato, creando così quel indotto agroalimentare tra i più importanti in Italia, diventando una delle mete turistiche più ricercate, “sfruttando” le sue risorse culturali e artistiche. Questo fa il Metapontino che ha il Pil più alto della Basilicata, che continua a popolarsi, che progetta il futuro.
Il Presidente della Regione dunque deve necessariamente resettare tutto il discorso che riguarda il Petrolio, perchè lo abbiamo visto tutti, non ha prodotto altro che malaffare e corruzione perchè. quella ricchezza che si chiama petrolio va presa con cautela e rispetto verso il territorio cercando di spendere bene quei soldi per non lasciare a chi verrà dopo di noi un territorio saccheggiato e inquinato. Non è eticamente corretto, non possiamo e non dobbiamo permetterlo. Per questo chiedo a tutta la classe politica, senza distinzione di partito, di sedersi a tavolino e riprogrammare le sorti della Basilicata, partendo anche dal petrolio ma attraverso una programmazione, attraverso controlli, tutela ambientale.
Perchè non possiamo accettare, da amministratori che l’immagine della nostra terra venga calpestata nel modo in cui lo è stata.
E’ inammissibile che al di fuori, si possa solo concepire che la nostra Regione sia desolata, inquinata. Chi ripaga per questo enorme danno d’immagine i nostri produttori?
Quando Renzi parlava dei posti di lavoro che si sarebbero persi se avesse vinto il Si al referendum perchè non ha pensato anche a quei reali posti di lavoro messi in serio pericolo dalla vicenda petrolio. Renzi mentiva sapendo di mentire e Pittella non può ancora nascondersi dietro il suo capo, perchè è arrivato il momento di definire cosa la Regione vuole fare con il cosìdetto Oro nero.
Si incominci per questo dalla sicurezza e dal controllo cambiando la gestione dell’ Arpab che oggi non offre nessun tipo di garanzia avendo perso ogni credibilità di fronte all’opinione pubblica.
Non è accettabile tutto ciò e quel Si, espresso dal popolo lucano, vuol dire proprio questo.
Quel Si è il Si di una Regione che vuole l’autodeterminazione e che vuole contribuire allo sviluppo dell’intero mezzogiorno. Il Metapontino può rappresentare un modello importante per la crescita di di questa regione anche per le aree interne che sono aree di grande fascino e specificità storico culturali, non è con l’assistenzialistica forestazione che si fa crescere la Basilicata, tale sistema ha contribuito solo ad addormentare e ad impigrire buona parte dei paesi del nostro entroterra facendo perdere loro quelle caratteristiche di microeconomia che hanno permesso a tali piccole entità di sopravvivere nel tempo. Questo modello di sviluppo che il partito Regione ci ha propinato e che fuori dalla Basilicata voleva essere anche un modello da esportare , vedi l’elezione di Speranza a capogruppo della Camera, ci ha portato a tutto questo, allora l’invito e la sfida che lancio al Presidente Pittella è quella di rivedere il modello di sviluppo e di gestione del petrolio, perchè tale problema o risorsa a seconda di come lo vogliamo guardare, non può essere isolato alla Val d’ Agri ma è un problema che riguarda l’intera Basilicata perchè se il problema della tutela ambientale non diventa il primo tema quando parliamo di petrolio, non è solo la Val D’Agri a morire ma è tutta la Basilicata. “