Nonostante il referendum 17 aprile sia passato, con un risultato importante per quanto riguarda la Regione Basilicata ed in particolare la città di Matera, non viene meno l’impegno del Circolo di Legambiente Matera sulla questione energetica. Abbiamo partecipato con forza ed interesse ad una mobilitazione complessa, ben consapevoli che l’obiettivo centrale non fosse solo quello di dare un immediato parere sulle estrazioni in mare, quanto quello di esprimere una posizione netta sul dibattito riguardante l’approvvigionamento energetico nazionale.
E’ per questo che intendiamo ripartire subito, facendo sentire la nostra presenza sulla questione Tempa Rossa, il giacimento petrolifero che prevede la messa in produzione di un nuovo “centro di trattamento idrocarburi”, esteso su 190.000 mq, all’interno del quale, dice Total, si tratterà la metà dei barili che si possono trattare a Viggiano, nonostante il nuovo centro sia addirittura più grande del COVA, che si estende invece su 180.000mq.
Crediamo che attualmente, la messa in produzione di un nuovo giacimento petrolifero non convenga a nessuno, come dimostra il prezzo del petrolio mantenuto intorno ai 45$ al barile, più simile al dato del 2004 (39$ al barile) che alla media degli ultimi 10 anni (86$ al barile, con una media di oltre 100$ al barile tra 2011 e 2014).
Non conviene alle compagnie petrolifere (è forse per questo che la stessa Total inciampa ripetutamente nel completamento delle opere), proprio a causa del costo del petrolio, non conviene alla Regione, alla quale verrà pagato un ammontare di royalties sempre minore, come dimostrano i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, che vedono passare le stesse royalties dai 150milioni di Euro degli anni 2011, 2012 e 2013 ai circa 60 milioni del 2015 (stando alle previsioni del Governatore Pittella). Non conviene ai circa 350 operai che lavorano nel “Texas italiano”, come lo definisce imprudentemente qualcuno, perché si alimenta quel ricatto occupazionale che ha già fatto tanto male nella vicenda ILVA di Taranto. Non conviene ai cittadini lucani, che già pagano i costi ambientali legati alle estrazioni petrolifere.
Il Circolo di Legambiente Matera si schiera contro un aumento delle estrazioni petrolifere, contro il ricatto occupazionale, contro una politica energetica dipendente dalle decisioni prese (o non prese, come nel caso dell’ultima riunione a Doha) nei meeting dell’OPEC, nei quali, siamo sicuri, la Basilicata e l’Italia non siano neanche lontanamente menzionate. Discutiamo di transizione alle rinnovabili, di riduzione dei consumi, di efficientamento energetico e di riduzione dei rischi, soprattutto per quanto riguarda l’inquinamento e il ricatto occupazionale. Auspichiamo, inoltre, che le associazioni ambientaliste tutte vogliano perseguire l’obiettivo comune della tutela della salute dei cittadini e della salvaguardia ambientale, tra le altre cose costituendosi parte civile contro chi inquina la nostra terra e mette in pericolo la salute dei nostri concittadini.
Apr 22