Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale: “Arpab e Governo regionali corresponsabili di gravi mancanze in materia di monitoraggio ambientale”.
Negli ultimi due anni le nostre denunce sull’inefficienza e sulle mancanze dell’Arpab sono state numerose e incalzanti. Il cambio di direttore non è bastato per far riacquistare credibilità all’Agenzia regionale deputata all’attività di controllo e monitoraggio ambientale in Basilicata. Al contrario, ne esce un quadro sempre più allarmante. Del resto le parole del Presidente della Commissione Bicamerale d’inchiesta sulle Ecomafie sono solo la conferma di quanto noi sosteniamo da sempre: “Enormi responsabilità a carico prima dell’Ente di via Anzio e poi dell’ARPAB, quest’ultima considerata solamente un braccio strumentale, un oggetto scassato e mal funzionante”.
E che la responsabilità non sia solo dell’Agenzia regionale per l’Ambiente lucana, ma soprattutto di chi dovrebbe controllare è emerso anche nel corso di un’audizione in II commissione, il 10 marzo scorso, del Direttore Iannicelli il quale ha ammesso che l’ARPAB non riesce a portare a compimento tutte le attività di controllo, monitoraggio e ispezione imposte dalla leggee che rientrano nella sfera di competenza dell’Agenzia. Stiamo parlando di attività obbligatorie che l’Agenzia è tenuta a garantire per legge e invece, come apprendiamo, non riesce ad espletare.
Ma in Regione qualcuno se ne sarà accorto? Abbiamo presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta, in cui chiediamo quali sono le attività di controllo obbligatorie, attinenti ai compiti dell’Agenzia e, di queste, quali sono quelle eseguite e quali quelle non espletate dal 2014 ad oggi. Abbiamo inoltre chiesto se l’Agenzia ha sopperito, anche attraverso soggetti terzi, alle attività non garantite direttamente e, infine, i provvedimenti che la Giunta regionale intende adottare affinché sia garantito l’espletamento di tutte le attività obbligatorie pertinenti ai compiti dell’Agenzia.
La gravità di questa mancanza richiede tempi stretti e rigore per vagliare la portata del problema e porvi rimedio. Rigore da parte dell’Arpab, ma anche e, soprattutto, del Governo regionale, che ha, irresponsabilmente e troppo a lungo, sottovalutato la questione. L’assenza di controlli, soprattutto in aree sensibili e con attività a forte impatto ambientale, crea delle ricadute, in termini di tutela del territorio e della salute pubblica, dalle conseguenze difficilmente quantificabili.
In assenza di rilevazioni e analisi periodiche come può essere accertato lo stato di salute del nostro territorio? Chi ci allerterebbe in caso di problemi ed anomalie? Nessuno. Perché, allo stato attuale, l’Agenzia deputata alle attività di monitoraggio non riesce a garantire nemmeno il minimo sindacale.
E il Governo regionale, “sordo e cieco” lo definisce il Presidente della Commissione sulle Ecomafie, è corresponsabile di questo grave deficit perché non ha vigilato a tempo debito e perché, tuttora, non ha consapevolezza della portata di queste mancanza, non essendosi premurato di analizzare, punto per punto, quanto sfuggito alle attività di controllo previste.
Se il controllore non è all’altezza non possiamo pretendere che lo sia il controllato. Forse ancor prima che cambiare il Direttore dell’ARPAB sarebbe indispensabile cambiare la guida della Regione.
“Dopo la Procura nazionale antimafia che parla di criminalità ambientale ora la Commissione nazionale sul ciclo dei rifiuti che stigmatizza il fallimento del sistema di monitoraggio ambientale in capo alla Regione ed all’Arpab, una agenzia definita inadeguata che avrebbe ampiamente sottovalutato la questione di un corretto monitoraggio ambientale” . E’ quanto dichiara l’on. Cosimo Latronico (Cor). “ Le parole del Procuratore nazionale antimafia ed ora quelle del Presidente della Commissione parlamentare speciale sul ciclo dei rifiuti , consegnano ai poteri regionali e nazionali una diagnosi allarmate che non può essere affrontata con superficialità aspettando che passi la tempesta senza assumere immediati atti riparatori. Se non c’è un sistema di monitoraggio affidabile in Basilicata , come sostiene la Commissione parlamentare, questo vale non solo per il centro oli di Viggiano , ma per tutte le attività industriali ad alto rischio ambientale che si svolgono in Basilicata. Da Viggiano a Fenice, i lucani hanno il diritto di sapere chi controlla sul rispetto dei codici ambientali: nelle discariche, negli impianti di trattamento dei rifiuti , nelle aree industriali, negli opifici della nostra regione. Chi verifica le matrici che alimentano la vita di centinaia di migliaia di persone, la salubrità dei bacini idrici, gli scarichi nel mare e nei fiumi, gli impianti di trattamento. Leggere che Arpab è ”una macchina scassata e malfunzionante ”, lascia senza parole e non può fare stare tranquillo neanche il più collaborativo tra noi. Il Presidente della Regione Basilicata farebbe bene ad assumere immediati provvedimenti per rimediare, a chiedere al governo nazionale un supporto immediato con strumenti e competenze attrezzate a gestire le responsabilità dei controlli su tutti i territori lucani, anche tramite il superamento dell’Arpab se questa agenzia non è in grado di assolvere le funzioni ed i compiti che le sono attribuite dalla legge . Non è consolante ascoltare dalla Regione, solo ora, che saremmo stati lasciati soli difronte a compiti per i quali non eravamo attrezzati, una ammissione di responsabilità imperdonabile e gravissima. Chi ha costruito i sistemi di monitoraggio in questi venti anni, quante risorse sono state impiegate, cosa non ha permesso che siano effettivamente funzionanti? Sono domande per le quali i lucani attendono risposte non per fare la storia, ma ripristinare una reputazione senza la quale i poteri regionali perdono definitivamente la loro credibilità. Chiederemo in Parlamento l’assunzione di una responsabilità straordinaria da parte del governo di fronte ad una emergenza ambientale che rischia di assumere contorni inquietanti. Un modo per riparare e’ che ognuno svolga con lealtà e tempestività il proprio compito”.