Con la presentazione del libro “Omaggio a Gerardo Guerrieri- Riscoperta di un grande intellettuale del ‘900”, edizioni Magister, a cura di Selene Guerrieri, figlia del grande regista, drammaturgo, sceneggiatore, traduttore, critico teatrale Gerardo Guerrieri sono partite al Circolo La Scaletta di Matera le celebrazioni promosse dall’Amministrazione Comunale di Grottole per ricordare il grande regista, scrittore, traduttore, critico teatrale e drammaturgo. Il volume è una raccolta di appunti, fotografie, lettere, programmi e contributi di docenti e amici di Guerrieri, il primo saggio organico su uno dei protagonisti della cultura italiana del dopoguerra. Nel volume sono riprodotte le lettere scritte da alcuni amici e ammiratori di Guerrieri, tra cui Giorgio Albertazzi, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Arthur Miller, Salvatore Quasimodo, Rocco Scotellaro, Giorgio Strehler e Luchino Visconti. Nel corso dell’incontro sono intervenuti la curatrice del libro, Selene Guerrieri, Ivan Franco Focaccia, presidente del Circolo La Scaletta, Francesco De Giacomo, presidente della provincia di Matera e sindaco di Grottole, Raffaello de Ruggieri, sindaco di Matera e autore del libro “Una prova di futuro il “Guerrieri” di Matera”, pubblicato nel 2014 da Giuseppe Barile editore. Un testo che descrive la struttura polivalente, di alta qualità architettonica, che sarà intitolata a Gerardo Guerrieri. L’edificio polifunzionale diventerà il luogo della sperimentazione e creatività culturale e sarà realizzato a Matera, presso la Cava del Sole. Lo scrittore e storico del teatro Ferruccio Marotti parlerà della sua amicizia con il drammaturgo di origine lucane, seguiranno gli interventi di Francesco Vitelli, docente universitario, Tommaso Strinati, direttore MUSMA, museo della scultura contemporanea di Matera, il regista Fabio Segatori e l’attore Giovanni Capalbio presenteranno il documentario “Gerardo Guerrieri”.
In apertura della serata il sindaco Raffaello de Ruggieri, già autore di una pubblicazione che aveva celebrato la figura di Gerardo Guerrieri è intervenuto sottolineando: “Il ricordo di Gerardo Guerrieri non è occasionale, è quasi un appuntamento storico che unisce la sua personalità al momento vigoroso e autorevole di Matera. Viviamo un corto circuito culturale, una città considerata miserabile è diventata capitale europea della Cultura, così come un lucano ha insegnato al mondo cos’è la cultura. Tre anni fa – ha aggiunto il sindaco – La Scaletta pubblicò un mio pamphlet in cui si parlavo di creare uno spazio destinato alla comunicazione culturale; scrissi, all’epoca, sulla costruzione di uno spazio capace di rappresentare un luogo complesso in cui ospitare i fecondi rapporti dell’interdisciplinarietà culturale, in cui scambiare progetti artistici di respiro europeo. In quello scritto, sottolineavo il fatto che servisse una struttura rivoluzionaria, attuale, polifunzionale, da dedicare a Gerardo Guerrieri”. Soffermandosi ancora una volta sulla necessità di donare un luogo culturale di questo genere alla città, il sindaco ha poi ricordato alcuni degli elementi di spicco della figura di Gerardo Guerrieri.
Nella giornata di domenica 24 aprile la famiglia di Guerrieri e i rappresentanti istituzionali di Matera e Grottole hanno partecipato alla Santa Messa in Cattedrale in suffragio di Gerardo Guerrieri e intorno alle 12,30 in via San Francesco 33 è stata scoperta una targa dedicata a Gerardo Guerrieri posta sulla facciata di Palazzo Giura Longo, il luogo in cui è nato il 4 febbraio 1920.
Alla cerimonia hanno partecipato Annie D’Arbeloff, moglie di Gerardo Guerrieri e la cognata Natalie, scrittrice a pittrice molto apprezzata a livello internazionale e Selene, autrice del volume “Omaggio a Gerardo Guerrieri”. Presenti il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri e Francesco De Giacomo, sindaco di Grottole e presidente della Provincia di Matera, il presidente del Circolo La Scaletta Ivan Focaccia, il presidente del Musma Tommaso Strinati, il professore Ferruccio Marotti, l’attore Giovanni Capalbio, già a Matera per interpretare il centurione romano Cassio nel film The passion of Christ di Mel Gibson, il giornalista e docente universitario Rocco Brancati, autore del documentario “Gerardo Guerrieri un antropologo dietro le quinte” e del volume sulle critiche teatrali scritte da Guerrieri per il quotidiano L’Unità, dal 1940 al 1945 e il regista Fabio Segatori, che dopo aver realizzato un documentario su Gerardo Guerrieri intende avviare un progetto in multivisione della Cappella Sistina per portare il Giudizio Universale di Michelangelo nei Sassi di Matera.
Annie D’Arbeloff, la moglie di Gerardo Guerrieri, racconta le sue emozioni in occasione di questa giornata memorabile per suo marito, che potrà finalmente essere apprezzato anche dalle nuove generazioni sia attraverso questa targa fissata sul palazzo dove è nato il 4 febbraio del 1920 e sopratutto attraverso la pubblicazione realizzata da sua figlia Selene: “Mio padre era un principe russo, mia madre era francese. Io lavoravo in America e nel 1953 sono arrivata in Italia per intervistare i personaggi più interessati della cultura italiana. Ho conosciuto Gerardo e non sono andata più via anche se oggi vivo tra Roma e Parigi. A Roma ho creato il Teatro Club, un’istituzione culturale che si proponeva di portare tutti i personaggi più importanti del mondo della cultura e dello spettacolo e della capitale. E’ stato un periodo molto bello quello che abbiamo vissuto. Con Gerardo abbiamo avuto due figlie Selene ed Indira, nome che ho scelto dopo aver conosciuto la figlia di Gandi”. Una curiosità: Annie era molto amica di Giulietta Masina ed è stata lei a farla incontrare con Federico Fellini: un incontro d’amore molto importante per entrambi.
Selene Guerrieri racconta con entusiasmo il weekend a Matera in onore di suo padre. “Prima di scrivere questo libro mi sono chiesta perchè nessuno a Matera conosceva mio padre, che era un uomo generoso. Ha scritto sceneggiature per lavori teatrali da esportare in America, ha lavorato come direttore per la collana Einaudi ed è ricordato come un grande regista, scrittore, traduttore, critico teatrale e drammaturgo. Sono felice di poterlo ammirare anche nella grande opera pittorica Lucania 1961 di Carlo Levi, un suo grande amico. Mio padre amava la cultura e cercava di diffonderla al popolo con grande generosità. Gli aneddoti che riporto nel libro sono tanti e mi auguro che tanti materani possano apprezzarlo attraverso questa pubblicazione, resa possibile da Edizioni Magister”.
Le celebrazioni proseguono a Grottole dove a partire dalle ore 18 sarà inaugurato in Viale della Resistenza il Centro della Creatività intitolato a Gerardo Guerrieri. Un luogo di riferimento per la comunità, fortemente voluto dall’amministrazione comunale, che ospiterà convegni e mostre, laboratori di scrittura creativa e cineforum, in collaborazione con la Scuola Holden e la Lucania Film Commission. Alla cerimonia partecipano il giornalista e docente universitario Rocco Brancati, autore del documentario “Gerardo Guerrieri un antropologo dietro le quinte” e del volume sulle critiche teatrali scritte da Guerrieri per il quotidiano L’Unità, dal 1940 al 1945,Giuseppe Barile editore, che farà parte di una collana dedicata al grande regista. Seguiranno gli interventi di Ferruccio Marotti, Fabio Segatori, Tommaso Strinati, con letture di brani a cura dell’attore Giovanni Capalbo. Saranno presenti Anne d’Arbeloff, moglie di Guerrieri, la figlia Selene Guerrieri e la cognata, la scrittrice e pittrice Natalie D Arbeloff.
Michele Capolupo
La fotogallery della cerimonia per la targa dedicata a Gerardo Guerrieri (Foto www.SassiLive.it)
Presentazione del libro “Omaggio a Gerardo Guerrieri. Riscoperta di un grande intellettuale del teatro del Novecento” a cura di Selene Guerrieri, Edizioni Magister, Matera 2016 (in vendita dal 23 aprile nelle librerie della Basilicata e disponibile in vendita, senza spese di spedizione, sul sito dell’editore Magister – www.edizionimagister.it )
Sono trascorsi trent’anni da quando Gerardo Guerrieri, mio padre, è scomparso. Un lungo periodo in cui non ho voluto, in un certo senso, aprire la porta della “stanza” dei ricordi.
Non volevo riguardare e rivivere, o giudicare, quello che per me era stato mio padre e per gli altri uno degli intellettuali più importanti e significativi del mondo del teatro e della cultura italiana e internazionale. Carte, lettere, fotografie, videocassette, nastri registrati. Tutto era custodito, chiuso a chiave, raccolto. Ma era una chiave che non mi sentivo di girare.
Il 10 gennaio scorso ho ricevuto un messaggio da Giovanni Quaranta, del Comune di Grottole, che annunciava a me, a mia madre Anne d’Arbeloff e a mia sorella Indira la prossima inaugurazione della Casa della Cultura dedicata a mio padre Gerardo Guerrieri. Quaranta mi chiedeva se avessi dei materiali da fargli avere per preparare dei pannelli che illustrassero ai visitatori del Centro culturale chi fosse Guerrieri.
Dovevo per forza tornare indietro e riguardare il passato. Attraversare quella porta. Ed è stato un viaggio meraviglioso.
Ogni giorno mia madre apriva dei contenitori e mi mostrava lettere, foto, quaderni di quando mio padre era piccolo, documenti, scritti bellissimi. Ho scoperto un mondo. Ho riguardato lettere splendide, divertenti, piene di riflessioni acute e coinvolgenti, che mi hanno fatto riscoprire le doti di grande narratore che aveva mio padre, e mi hanno fatto conoscere un’epoca.
Il libro è nato a poco a poco. Io guardavo tutto questo materiale prezioso, pensando a come riordinarlo e riuscire a pubblicarlo un giorno. Poi mi sono chiesta cosa fosse stato fatto in questi trent’anni per far conoscere Gerardo Guerrieri ai giovani appassionati di teatro e anche agli studiosi. Quando parlavo con le persone, distribuendo un piccolo fascicolo con articoli e notizie che aveva preparato inizialmente mio cugino Piergiorgio Corazza, mi rendevo conto che pochi sapevano chi fosse Gerardo Guerrieri. Eppure, è stato detto che nessun intellettuale ha esercitato sul teatro italiano dagli anni ’40 agli anni ’80 un’influenza più determinante di lui.
Alcuni amici mi dicevano: “basta che chi è interessato vada a leggere i suoi scritti, sono stati pubblicati, c’è tanto”. Ma mancava a mio avviso uno scritto generale, agile e di facile consultazione, che desse l’idea di cosa avesse fatto Gerardo Guerrieri, stimolando la curiosità e la voglia di approfondire nel lettore.
In questi mesi è scomparso un caro amico, Stefano Guglielmotti, che aveva lavorato con mio padre ad un ultimo progetto per una multivisione sugli Anni Santi, di cui mio padre aveva realizzato, assieme al prof. Claudio Strinati, una prima parte sul Giudizio di Michelangelo. Guglielmotti era convinto che per far conoscere Guerrieri al grande pubblico si dovesse creare un raccordo fra tutti i luoghi dove erano conservati i suoi documenti, sfruttando internet. Aveva creato un sito all’interno del quale sperava poter far confluire tutti i materiali di Guerrieri custoditi nei vari archivi : La Sapienza, la Biblioteca Baldini, la Biblioteca Teatrale del Burcardo, la Siae con i copioni conservati alla Dor – la Sezione della Siae che si occupa di teatro, l’Archivio Diaristico Nazionale a Pieve di Santo Stefano che conserva diverse lettere che mio padre ha scritto alla famiglia, l’Archivio d’arte Guerrieri ora al Museo di Castel Sant’Angelo, gli scritti conservati da mia madre nell’Archivio di Famiglia.
Io non sono una studiosa di teatro, e allora ho pensato: va bene, al momento tutto ciò che posso fare entro l’anniversario del trentennale ad aprile, è scrivere un’opuscolo di qualche pagina con l’elenco di tesi scritte su Gerardo Guerrieri, aggiungendo i titoli dei suoi lavori: così forse qualcuno avrà gli strumenti per poter forse riuscire a scrivere la “Biografia” che ancora manca.
Sono andata all’Università “La Sapienza” dove si trova l’Archivio Guerrieri, con i tantissimi materiali inediti e importantissimi che Anne d’Arbeloff ha donato nel 1988 all’allora responsabile del Dipartimento Spettacolo, il prof. Adriano Magli. E sono andata alla Biblioteca Baldini dove sono conservate fotografie, locandine, lettere, copioni che illustrano l’attività del Teatro Club che Gerardo Guerrieri ha creato con mia madre e che è stata una realtà fantastica e unica nel panorama italiano tra gli anni ’50 e ’80. Alla Baldini è stato pubblicato un catalogo che illustra i materiali dell’Archivio Teatro Club: un libro bellissimo e per me fondamentale, che ha curato Paola Columba assieme a Giustina Castoldi. In questi mesi ed ancora oggi, se devo avere notizie su quel che hanno fatto al Teatro Club i miei genitori, prendo il catalogo e trovo tantissime informazioni preziose, oltre a foto e documenti che raccontano una serie di stagioni formidabili nel mondo del teatro e della cultura italiana. Ho pensato che sarebbe stato bello pubblicare un catalogo anche per l’Archivio a “La Sapienza”, e di creare un raccordo fra i vari archivi per promuovere e valorizzare l’opera di Gerardo Guerrieri.
Insomma, all’opuscolo avrei aggiunto notizie sui vari archivi e non solo sulle tesi.
Poi è arrivato il consiglio del giornalista Rocco Brancati: “ma se fai una brossura, sarebbe bello includere qualche testimonianza di amici e docenti che scrivano qualcosa su tuo padre, un omaggio, vista la ricorrenza”. Rocco Brancati mi ha aiutata ed accompagnata in tutti questi mesi: sta preparando un documentario per il Centro Gerardo Guerrieri di Grottole, come me sta scrivendo un libro su Guerrieri, il primo di almeno un paio che sta pensando di dedicare a lui – abbiamo praticamente camminato in parallelo… e si è aggiunta un’altra sezione del libro. Ho avuto la gioia di ricevere le testimonianze affettuose di tanti amici e docenti che hanno voluto scrivere su mio padre. Al libro hanno dato un contributo anche i due Sindaci che hanno in un certo senso fatto nascere questo progetto di libro, il Sindaco di Grottole Francesco De Giacomo e il Sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri, che da anni sta progettando anche lui di intitolare un luogo a nome di Gerardo Guerrieri, a Matera.
Piano piano l’opuscolo si faceva più ricco, più corposo. L’amico Andrea Bolognini mi incitava ad andare a trovare nell’Archivio di famiglia, all’Università e alla Baldini lettere e documenti dei grandi compagni di viaggio che hanno scritto, collaborato e sono stati amici di mio padre: ed ecco che sono riuscita a scovare le lettere di Vittorio Gassman, Arthur Miller, Salvatore Quasimodo, Rocco Scotellaro, Luchino Visconti ed altri. Intanto mia madre continuava a portarmi nuovi documenti, fotografie, registrazioni, tutti bellissimi e pensavo: come non includere questo o quell’altro? Scegliere non è stato facile.
Insomma, “l’opuscolo” cresceva. Mia zia Natalie, pittrice e scrittrice, che inizialmente si era offerta di aiutarmi a creare la grafica del libretto, iniziava a preoccuparsi. Ogni giorno le pagine aumentavano.
A un certo punto si è unito anche il regista Fabio Segatori, che da anni sta progettando di realizzare un film su Guerrieri, e che mi ha detto che avrebbe aiutato me e mamma a riordinare l’archivio di famiglia, a trovare altri documenti per il mio opuscolo e a digitalizzare i film che abbiamo a casa perché forse erano maturi i tempi per riuscire a fare il suo documentario. E’ venuto a casa, ha fatto delle lunghe e belle interviste a mia madre, e spero che riesca a portare a termine il suo progetto quest’anno. Finalmente, anche una “Biografia” filmata di Gerardo Guerrieri per il grande pubblico.
Continuavo a far girare le bozze dell’opuscolo ai miei collaboratori, che a un certo punto credo non abbiano più letto le mie mail. L’opuscolo stava diventando un’opera impegnativa. Mi faceva arrabbiare che nessuno conoscesse veramente Gerardo Guerrieri. Ogni volta che ne parlavo anche con persone che dicevano di conoscerlo, capivo che non era così. Mentre sapevo che era una persona troppo importante e significativa per essere dimenticata. E, d’altra parte, ero sempre più convinta che si dovesse scrivere qualcosa da portare a Grottole e Matera.
Un giorno è venuto un amico editore a trovarmi, Stefano Tabolli della Officine Edizioni. Ha passato un pomeriggio a riguardare le bozze dell’opuscolo e mi ha detto che a suo avviso pubblicarlo con una tipografia sotto casa e lavorare da sola con mia zia Natalie sarebbe stata un’impresa ardua. Aveva ragione: in questi mesi continuavo ad andare al lavoro, ad occuparmi della famiglia, a vedere e scegliere i documenti e le carte con mia madre, a trascrivere le lettere con mia figlia Mariam di giorno e con mia sorella Indira di notte, ad andare per Biblioteche nei weekend e nei pomeriggi con mio marito Gian Luca, a consultarmi con mio figlio Emanuele sulla scelta delle foto, e praticamente lavoravo di notte sul libro. Diverse volte ho guardato l’orologio e la finestra accanto al computer, con il sole che iniziava a sorgere alle 5 di mattina, e mi sono detta: ok questa notte inutile dormire due ore, dormo la prossima.
Insomma, ho deciso che era indispensabile trovare un editore. E mi sarebbe piaciuto che fosse stato Lucano. Grazie al consiglio di Giovanni Quaranta, ho avuto la fortuna di conoscere Teo Papapietro, della Magister di Matera, che subito si è entusiasmato del progetto. Nei giorni intensi di lettura dei testi, di correzione di bozze, e di impaginazione, mi ha affiancato una grafica, Grazia Lospennato, che mi ha aiutata a non perdermi, perché le pagine e i documenti continuavano ad aumentare. Ho sentito da parte di Teo Papapietro un grande amore per mio padre, una grande partecipazione. Fino all’ultimo mi ha incoraggiata ad inserire nuovi materiali, anche nella parte bibliografica, aggiungendo gli indici dei libri pubblicati ed inserendo nuove notizie nella biografia schematica sulla quale avevo lavorato con Rocco Brancati. In questo modo il saggio sarebbe diventato uno strumento utile anche per gli studiosi che avessero voluto cercare in un solo luogo le informazioni biografiche e bibliografiche su Guerrieri, prima di iniziare a lavorare su di lui.
Ed ecco che l'”opuscolo” è diventato un libro. Un libro che spero sia uno stimolo per conoscere, per approfondire, per incuriosirsi, per ricordare. Per riscoprire quanto sia stata importante e fondamentale la figura di Gerardo Guerrieri nel mondo del teatro e della cultura italiana e internazionale.
Nel libro, a bozze ultimate e controllate, ho deciso di includere una lettera che mi ha scritto uno degli studiosi che ha contribuito al volume, il prof. Ferruccio Marotti, amico di mio padre, sulla morte. Un velo che non avrei voluto sollevare.
Nella biografia, alla fine del libro e nel libro stesso, non ho voluto che si parlasse delle circostanze della morte di mio padre, che si è tolto la vita per una grave forma di depressione e che per me sono ancora molto dolorose, ma di cui si è scritto tanto nelle pagine di cronaca dei giornali e in libri su Gerardo Guerrieri, in maniera anche sbagliata. Ne ho parlato con alcuni fra coloro che hanno scritto nel libro, chiedendo loro di evitare di parlare di questo argomento, per dare una luce nuova alla figura di Guerrieri.
In una lettera molto bella che ha scritto Ettore Zocaro a proposito del Teatro Club, che ho incluso nel volume, il giornalista sottolinea quello che è stato uno dei motivi, anche secondo me, dell’oblio in cui è finita la figura di Gerardo Guerrieri: la coltre di “affettuoso pietismo” che ha “sepolto e archiviato” la “grandiosa attività da lui svolta” – il senso di colpa, di imbarazzo e di disagio che ha suscitato la sua morte fra amici e conoscenti. Come se le circostanze della sua scomparsa avessero oscurato il suo valore.
Vorrei che, nel 2016, si andasse avanti, che a partire dalle celebrazioni per Guerrieri si parlasse del “futuro” e non di quel che è accaduto 30 anni fa. Vorrei che finalmente si sollevasse il velo che ha oscurato la sua memoria e che si parlasse del ricordo di Gerardo Guerrieri non come senso di colpa e di condanna, ma di un ricordo in senso positivo e attivo, perché qualcosa di bello e importante può essere fatto in suo nome per le generazioni future. E lui, da grande divulgatore che era, ne sarebbe contento.
Con tanti materiali bellissimi e preziosi che restano da scoprire, con tante cose che si possono fare, vorrei che si voltasse pagina e davvero si ridesse il “sorriso” a mio padre, restituendogli la collocazione che merita di avere nel panorama degli intellettuali della sua generazione. Le sue lettere, i suoi saggi e i suoi diari sono bellissimi, profondi, illuminanti. Aveva una capacità di divulgare argomenti ostici in maniera splendida e possedeva una generosità che non è stata abbastanza riconosciuta: in fondo si è eclissato, nascondendosi dietro alla sua macchina fotografica e al suo registratore, prendendo appunti e scrivendo per permettere agli altri di conoscere gli argomenti che studiava, o che traduceva, o che commentava : nella sua curiosità insaziabile lavorava per noi, per farci conoscere, apprendere, migliorare.
Selene Guerrieri