Le nuove produzioni della scrittrice Elena Marotta, emiliana di adozione e materana di nascita, si affermano ancora nelle competizioni letterarie.
L’inedita opera “Superbia”, ambientata nel contesto del famoso Carnevale di Cento, ha riscosso la Menzione Speciale al Primo Concorso Letterario “Il Narratore” indetto dal Centro Studi “Tindari Patti”, la cui cerimonia di premiazione si è tenuta a Patti (Messina) il 24 aprile 2016.
L’inedito racconto, che comunque sarà oggetto di prossima pubblicazione unitamente ad altre opere in una raccolta che avrà come filo conduttore i sette peccati capitali, si inserisce nell’ormai consolidato filone della scrittrice, incentrato sulla valenza dei sentimenti e dell’approfondimento introspettivo e fortemente caratterizzante dei personaggi dell’opera di Elena Marotta, pure – per quanto riguarda “Superbia” ambientato in un contesto inusuale (ovvero il Carnevale) ma che nei fatti è solo un “pretesto” per l’autrice onde affrontare l’argomento che da sempre l’ha caratterizzata, ossia il difficile rapporto dell’essere umano con i propri sentimenti.
Ovviamente soddisfatta l’autrice, che dopo un periodo di riflessione e di concentrazione necessario per la realizzazione di altre opere, tra le quali questa oggi premiata, riscuote nuovamente riconoscimenti per quanto, in questi mesi, ha prodotto e che presto sarà dato alle stampe.
Curiosa la genesi dell’opera premiata: “Il Racconto – svela l’autrice – mi è stato ispirato da un caro amico, ovvero Ivano Manservisi, Patron del Carnevale di Cento. Seppur in un primo tempo ero un poco incerta sulla possibilità di legare il mio modo di scrivere al contesto, particolarmente allegro e spensierato, del Carnevale in generale e di quello di Cento in particolare, ho poi di buon grado accettato di prestarmi a quello che, probabilmente nelle parole di Ivano indirizzatemi in una serata d’estate, era stato poco più che uno scherzo. Ringrazio Ivano e anche Stefania Ognibene (sua inseparabile assistente) per il consenso che mi hanno dato alla diffusione del racconto nella sua versione originale, che, da principio, doveva solo essere un regalo e una opera indirizzata a pochi intimi”.