Lo spettacolo “Allegro, un po’ troppo” del trasformista Arturo Brachetti ha chiuso nel migliore dei modi al teatro Duni di Matera la rassegna “Matera in musica” 2016 di Festival Duni e Istituzione Concertistica Orchestrale “Magna Grecia”.
Uno spettacolo concepito per grandi e bambini nel quale l’eclettico protagonista dello show è accompagnato sul palco dai musicisti dell’Orchestra Ico Magna Grecia diretta da Piero Romano.
Si comincia con“Pierino e il lupo” di Sergej Prokof’ev, la celebre favola musicale proposta in una versione multimediale da Arturo Brachetti in collaborazione con i disegni realizzati da Andrea Asta, che aveva già divertito il pubblico prima di cominciare lo spettacolo spacciandosi per “Andrei”, un povero che chiedeva l’elemosina. Arturo anima i vari personaggi della fiaba e coinvolge il pubblico in un gioco fantastico che affascina non solo il pubblico dei bambini ma anche il target più adulto presente al Duni. Davanti ai loro occhi prendono vita l’uccellino, l’anatra, il gatto, il lupo, il nonno, Pierino e il lupo con Brachetti pronto a stupire il pubblico con i suoi travestimenti.
Nella seconda parte Brachetti fa emergere “l’animale da palcoscenico” e tutte le sue qualità artistiche. Nella prima scena è un violinista piuttosto goffo e imbarazzante, quindi il pubblico può ammirarlo in un video in cui fa il verso ad un “Carosello” degli anni Settanta in cui diventa testimonial di Sidosol, un detersivo per pulire un trombone”. Quindi veste i panni di tre direttori d’orchestra molto particolari. Il primo è un raffinato francese: 55 anni, tinto e palestrato, pronto a spendere quello che guadagna in vestiti firmati e auto di lusso, il secondo è un autoritario tedesco o russo, un personaggio che ha il dna della musica classica nel sangue, sempre in divisa grigio-verde. Un tipo molto duro, che si arrabbia con tutti i musicisti. Un direttore d’orchestra sposato con una moglie molto timida e schiva, che di notte lo lega ad una sedia per fargli ascoltare la discografia di Nino D’Angelo…uno che quando dirige Wagner gli viene voglia di invadere la Polonia. E che va su tutte le furie quando scopre che un musicista preferisce la lettura di un giornale di calcio che parla di Balotelli invece di concentrarsi sullo spartito salvo poi dimenticare la suoneria del suo telefonino che squilla mentre dirige la sua orchestra. Il terzo direttore d’orchestra è un contemporaneo alternativo, un ex sessantottino americano, uno che ascolta un madrigale del ‘400 suonata con il liuto e che si lascia andare a curiosissimi esperimenti musicali. Con finale a sorpresa perchè il direttore d’orchestra americano si trasforma improvvisamente in Freddie Mercury, il leader dei Queen. Arturo Brachetti si rivela anche un talentuoso sand artist e sul maxischermo regala al pubblico i segni zodiacali disegnati con la sabbia e poi si scatena per la gioia dei più piccoli raccontando i diversi stili musicali sul ritornello di “Oh che bel castello” vestendo i panni Beethoven, Mozart, Rossini, Verdi e Offerbach.Il bis è un omaggio ad un’altra dote che Arturo Brachetti ha sempre sperimentato con successo, quella delle ombre cinesi. In questo caso i protagonisti sono tutti gli animali. Genio assoluto.
Michele Capolupo
La fotogallery dello spettacolo con Arturo Brachetti (foto www.SassiLive.it)