L’analisi del sistema degli appalti del Servizio sanitario regionale della Basilicata evidenzia “diffuse criticità” sotto il profilo “normativo, programmatorio, organizzativo e operativo”, e mostra che nel periodo 2008-2015 “una parte rilevante degli acquisti di servizi strumentali è stata gestita al di fuori delle prescrizioni” del Codice degli appalti, senza indire gare e con continue proroghe degli affidamenti sempre agli stessi soggetti. E’ quanto emerge dell’attività di vigilanza condotta l’Autorità nazionale anticorruzione. La delibera firmata dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, è stata inviata agli organi competenti, e quindi al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità; ed è stata trasmessa, “per eventuali profili di competenza”, alla Procura della Repubblica di Potenza e alla procura generale della Corte dei Conti.
Antonio Flovilla, presidente ANISAP Basilicata: la “lezione” dell’autorita’ anticorruzione. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
I pesanti rilievi mossi dall’Autorità per l’Anticorruzione su appalti e gare nella sanità lucana, che fanno seguito a precedenti azioni della Corte dei Conti che ha aperto numerosi procedimenti per accertare eventuali sprechi di risorse pubbliche nella sanità (il caso più eclatante è il progetto di nuovo ospedale di Lagonegro), squarciano il velo del modello “virtuoso” della sanità lucana specie in materia di spesa.
C’è dunque una conferma autorevole di quanto sosteniamo da tempo: gli sprechi si annidano nel sistema della sanità pubblica e pertanto ci sono ampi margini di recupero di risorse da utilizzare decisamente in maniera efficace.
Dunque c’è una “lezione” da cogliere dal rapporto-dossier dell’Anticorruzione. Noi tentiamo di leggerla. E lo possiamo fare dall’osservatorio del privato accreditato, che incide sulla spesa sanitaria regionale appena per il 2,4%, e che l’unico comparto che è stato chiamato negli anni a ridurre i propri tetti di spesa, l’unico comparto sul quale si è abbattuta pesantemente la mannaia della spending review.
Parliamo di un settore che, a fronte di un tetto assegnato, ha assorbito molto meno in termini di spesa, dal momento che non appesantisce di ulteriori costi il servizio sanitario (cosa che non può dirsi per altri settori della sanità convenzionata sempre bisognevoli di risorse aggiuntive, puntualmente erogate). Inoltre, la maggior parte delle strutture rappresentate sono state più volte penalizzate da contrazioni di budget e consistenti riduzioni tariffarie che, in molti casi, ne hanno compromesso o ne stanno compromettendo la sopravvivenza.
Abbiamo indicato e continuiamo ad indicare la strada di autentico virtuosismo da percorrere nell’interesse della sostenibilità della spesa contestando la scelta dell’esternalizzazione di servizi e prestazioni che come si legge dall’analisi severa del Presidente Anac Raffaele Cantone è il terreno che più di ogni altro si sottrae alla trasparenza e che contrasta con i principi della spending review e del controllo della spesa che da tempo sono agitati a livello di Governi nazionale e regionale per giustificare i nuovi e pesanti tagli imposti anche al nostro sistema sanitario ( una ventina di milioni di euro in meno nelle casse regionali). E temiamo che con lo stop dell’Eni all’attività del Centro Oli di Viggiano e all’estrazione di petrolio minori entrate di royalties si possano scaricare sulla sanità. La nostra proposta di integrazione pubblico-privato, in grado di affrontare il tema della riduzione di risorse finanziarie e quello nuovo che ci richiede di affrontare l’Autorità per l’Anticorruzione, si muove invece su altri binari: pur in presenza di vincoli di spesa molto stringenti, come riconosce il Governo Renzi senza trovare sintonia con quello Regionale, appare come una delle poche strade percorribili per rispettare il principio di garantire a tutti il diritto di cure appropriate in modo efficace, nel contempo alimentando un sistema, quello della white economy, che può rappresentare un driver per lo sviluppo e l’occupazione del sistema Paese. Solo da una virtuosa integrazione pubblico-privata, unita alla valorizzazione dell’economia della salute, dell’assistenza e del benessere della persona, può scaturire un forte cambiamento di tipo produttivo e occupazionale utile al rilancio economico e sociale della nostra regione e del Paese.
La sanità è materia complessa e delicata e, pertanto, ha bisogno di essere governata con attenzione, competenza e nel rispetto di una visione politica che abbia al centro la persona ed il territorio. E’ urgente un cambio di passo!
Antonio Flovilla, presidente ANISAP Basilicata
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: “Scandalo appalti sanità lucana: Pittella, come sempre, non si assume responsabilità”. Di seguito la nota integrale.
Il Presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione ha svolto la ‘prognosi’ sulla modalità con cui sono stati affidati gli appalti della Sanità lucana degli ultimi 10 anni: “diffuse criticità normative, organizzative ed operative” ed il 50% degli affidamenti avvenuti “senza gara d’appalto”.
Era il 4 dicembre scorso quando, per primi, abbiamo denunciato che l’ANAV indagava sugli appalti della sanità della nostra Regione e che la situazione era veramente grave: proroghe su proroghe, sempre agli stessi soggetti, poca trasparenza.
Era il 4 dicembre quando abbiamo presentato un’interrogazione urgente a Pittella per capire la portata di tali ‘accuse’ dell’ANAV.
Ancora non ci hanno risposto. L’interrogazione, a risposta immediata, doveva essere discussa nella prima seduta del mese dedicata all’attività ispettiva. Prima o poi Pittella risponderà e dovrà spiegare a tutti i Lucani la sua completa inerzia aggravata dal fatto che, in totale continuità con il passato, non ha cambiato neanche uno dei manager della nostra sanità li ha fatti semplicemente ruotare.
Indubbie le responsabilità regionali per i mancati controlli. Pittella si nasconde dietro l’istituzione della Stazione unica appaltante come se il rispetto del Codice degli Appalti pubblici fosse un accessorio. Si difende scaricando le responsabilità sui precedenti Governi, come se nel 2014 e 2015 non fosse stato il Presidente della Regione. I suoi Direttori sanitari sono quelli dei precedenti Governi regionali. Pittella si dimostra inadatto, non è quel Presidente forte di cui la Basilicata ha bisogno, non riesce a tenere sotto controllo le sue amministrazioni, non ha l’autorità per imprimere una svolta seria.
Siamo una Regione, oramai, allo sbando per colpa di signorotti che non hanno le capacità per ricoprire ruoli di governo. In Basilicata non si è mosso nulla; del resto non si può cambiare il Sistema’ con chi ‘è il Sistema’. Abbiamo perso altri due anni e tre mesi per ottenere la rinascita della nostra Terra.
Non vi è settore di assessorati, dipartimenti, società o enti collegati alla Regione Basilicata che sia interessato dalla magistratura, forze dell’ordine, organismi ispettivi. Ora è il turno della Sanità. Qui ci sarebbe da scrivere una enciclopedia di “cazzate” effettuate e, poi metterle in ordine alfabetico. Non è un caso che (per quel che conosco) quando emergono oppure i vari presidi sanitari si convenzionano con eccellenze queste ultime misteriosamente vengono “fatte fuori”? Non è un caso che dipartimenti (ad esempio odontoiatria con fornitura di protesi), che se potenziati porterebbero risorse finanziarie al comparto ed invece si cede ai poteri forti degli Odontoiatri? E’ vergognoso…!!!!! Ma l’atroce verità è che quando i politici lucani vengono presi con le mani nella “marmellata” dalle forze dell’ordine ed affidati alla magistratura, riescono sempre (o quasi) a farla franca in barba alle forze dell’ordine, della magistratura e del popolo lucano. Forse godono di una certa “immunità” che per lo stesso reato di cui si sono macchiati, altri “normali” cittadini starebbero nelle Patrie Galere. !! Questi politici lucani non solo dovrebbero essere allontanati da incarichi politici ma, addirittura, vengono premiati con incarichi che hanno dei costi che gravano alle tasche dei cittadini onesti. Il tempo è galantuomo. Se non daranno conto alla giustizia terrena sicuramente ne daranno a quella Divina.
nino silecchia