Il politico, giurista e professiore universitario Giuliano Amato, oggi giudice della Corte Costituzionale e grande protagonista nel secolo scorso della politica italiana, ha svolto in mattinata la prima lezione a Matera sui 70 anni della Repubblica nell’ambito degli appuntamenti previsti dalla Prima Biennale delle memorie organizzata da Italiadecide e dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani in collaborazione con Regione Puglia, Regione Basilicata, Comune di Matera, Comune di Martina Franca, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Università degli Studi di Basilicata e Fondazione Matera-Basilicata 2019.
Ad accogliere Giuliano Amato all’istituto Pentasuglia il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri e il dirigente scolastico Antonio Epifania.
Antonio Epifania introducendo i lavori ha sottolineato il valore del tema affrontato nel corso delle due lezioni speciali e aggiunto: “La scuola non è solo composta dalle discipline ma rappresenta anche un’occasione per diventare cittadini attivi”.
Nelle parole del sindaco Raffaello de Ruggieri è stato descritto l’attuale momento storico che la città di Matera sta vivendo dal momento della sua designazione a Capitale europea della Cultura nel 2019. “Sentiamo la responsabilità della testimonianza del valore italiano della cultura. Un miracolo avvenuto perché questa città ha una lunga tradizione di laboratorio testato attraverso la presenza di personaggi simbolo del panorama nazionale, da Carlo Levi a Mario Rossi Doria, da Togliatti a De Gasperi. Accanto a queste presenze stimolanti – ha aggiunto il sindaco – Matera ha vissuto un miracolo: la questione culturale si è trasformata in questione politica. Il recupero dell’autostima è diventato responsabilizzazione nel futuro della città, in cui la comunità si è sentita investita da questo ruolo”. Salutando Giuliano Aamato, de Ruggieri ha assunto: “La Costituzione è stato il frutto di una sintesi mirabile, nata da spiriti liberi che riuscirono a modellare questo disegno di assoluta modernità”.
Più che una lezione, quello tenuto da Giuliano Amato è stato un racconto avvincente dell’Italia nata dalle macerie della guerra e che guardò avanti, dandosi regole e leggi che hanno fatto la Repubblica. Parlando oggi agli studenti Amato ha descritto un’epoca storica che oggi è scritta nella Costituzione e che è il risultato del lavoro non solo di uomini e donne, ma anche dei partiti che contribuirono in modo significativo e profondo alla nascita del nostro Paese.
“Sono felice innanzitutto di essere qui oggi a Matera – ha dichiarato in apertura Giuliano Amato – perchè ho il piacere di vedere per la prima volta una splendida città. E’ vero che tutti mi ricordato per la mia esperienza in politica ma io sono un professiore, mestiere che ho fatto per oltre 40 anni e quindi vi vedo con gli occhi del professore. Nelle due lezioni previste qui a Matera dobbiamo parlare di due temi incrociati, il 70° anniversario della Repubblica, arrivata due anni più tardi dalla scrittura della Costituzione. Repubblica e Costituzione sono due valori della nostra Nazione. La Repubblica nacque il giorno in cui venne eletta l’assemblea costituente. In questa giornata proverò a ripercorrere alcuni fatti salienti che riguardano i tratti della nostra Costituzione mentre domani proveremo ad illustrare i guai in cui ci siamo cacciati di recente e a ipotizzare le possibili soluzioni ai problemi difficili per noi ma anche per i nostri Paesi vicini. Oggi voglio racchiudere questa lezione in tre punti. Il primo riguarda un concetto che può sembrare retorico ma che risulta sempre attuale: la Costituzione è figlia della Resistenza. A Torino per il 25 aprile una signora di 94 anni mi raccontava di aver preparato documenti falsi per tantissimi partigiani che dovevano sfuggiere ai controlli dei tedeschi per non finire nei campi di concentramento e i rischi che aveva corso in queste operazioni. Il legame tra Repubblica e Costituzione è pieno di elementi da conoscere al di là degli impegni che si assume. Nella Costituzione ci sono i principi ai quali l’Italia si deve ispirare. Il regista Bertolacci di recente ha dichiarato in occasione del film “I miei 25 aprile”: da una parte c’era chi faceva la guerra, dall’altra c’è chi faceva la guerra alla guerra.” La storia della seconda guerra mondiale, che sicuramente dovete studiare, è fondamentale per comprendere come si è arrivati alla nascita della Repubblica. L’altro concetto che voglio rimarcare è questo: i valori della Repubblica passano dai partiti che diventano i soggetti fondatori. Oggi nel lessico corrente il partito è quasi una parolaccia e chi fa campagna elettorale tiene a precisare che è fuori dai partiti”. Il terzo punto che non sempre viene valutato riguarda questa riflessione: senza la Repubblica avremmo perso la sovranità nazionale e sarebbe accaduto in Italia quello che è accaduto in Germania, una delle tre nazioni che ha perso la guerra assieme a noi e alla Francia. Ma mentre noi e la Francia siamo riusciti a sederci tra i vincitori pur avendo perso la guerra, in Germania il territorio è stato diviso in due: da una parte i russi, dall’altra gli anglo-americani. Noi invece sotto la supervisione del goerno militare alleato abbiamo scritto la Costituzione grazie alla Resistenza, grazie a ragazzi che a 16 anni guidavano un gruppo di militari con il grado di colonnello e a 18 anni compandavano un’intera vallata. Non solo. Grazie anche a tanti civili che rischiavano la pelle per proteggere qualche ebreo, un marito, un fratello, una donna, o per aiutare partigiani che erano stati torturati. Certo, è doveroso ricordare che anche i partigiani dopo la fine della seconda guerra mondiale hanno ucciso persone che non avevano collaborato. Ci sono stati episodi molto gravi come donne incinte sventrate e i loro bambini fatti a pezzi”.
L’incontro con Giuliano Amato è proseguito nella descrizione di un periodo storico che ha costruito l’Italia attuale: “Quando sbarcarono gli alleati in Sicilia, cominciò a diventare attivo il governo alleato che riconobbe funzioni al Governo italiano. Nell’Italia del nord, il Comitato di Liberazione nazionale, governava già. Nacque da qui la legittimazione effettiva. L’assemblea Costituente fu eletta il 2 giugno che fu ricordato come la prima elezione in cui votarono le donne e fu un grande atto di sovranità nazionale in cui gli italiani scelsero la repubblica”.
Nel percorso storico e politico descritto da Amato, inoltre, il valore svolto dalla resistenza è stato illustrato alla luce di ciò che, da quel momento in poi, avvene in Italia fino alla nascita vera e propria della Repubblica.
Michele Capolupo
Il programma della Biennale prosegue nel pomeriggio a partire dalle ore 16 a Casa Cava. Alberto Conte, professore emerito di Geometria superiore all’Università di Torino e presidente emerito dell’Accademia delle Scienze parlerà di “Giuseppe Luigi Lagrande: dal sistema metrico decimale al volo dei satelliti artificiali”.
Alle 18 il musicologo Dinko Fabris docente di Storia della Musica dell’Università di Basiliata e presidente della International Musicological Society di Basilea, insieme a Giorgio Pestelli parleranno di “Mozart europeo”. Ultimo rappresentante di una universalità della musica in senso proprio, il compositore austriaco, si legge nelle note a corredo dell’incontro in programma, “Vive in un’epoca in cui la musica cominciava a suddividersi per civiltà nazionali e linguistiche, riusciendo tuttavia a istituire una feconda convivena fra stili, gusti ed esigenze diverse: opera italiana, opera tedesca, tragedie lyrique francese, canto d’arte e canto popolare, musica strumentale da camera e sinfonica, sacra e profana. Egli si muove, così, alla confluenza di tutte queste tendenze”.
Giuliano Amato aprirà anche la terza giornata della Biennale con un’altra lezione a partire dalle 10 in cui affronterà invece il quadro recente ele prospettive di soluzione di problemi emersi nel corso del tempo.