Una manifestazione festante denominata “Scuorum, quattro firme per la scuola pubblica” in via Ridola con una raccolta firme per il Referendum per la scuola pubblica finalizzato all’abrogazione di alcune norme contenute nella legge 107 del 2015 e una raccolta firme in piazza Vittorio Veneto per contestare la riforma Jobs Act e approvare la Carta dei diritti universali del lavoro. Sono le due iniziative promosse in mattinata dalla Cgil nella città di Matera
La manifestazione in via Ridola è stata allietata dalla musica popolare offerta dal trio composto dal banditore Rino Locantore in compagnia di Natalia Bonello e Alberico Larato e dalla giovane cantante Rossella Cinque.
Di seguito il testo della Flg Cigl in cui sono illustrate le motivazioni alla base dell’iniziativa promossa a Matera
La Flc Cgil della Provincia di Matera ha attivato la raccolta firma su tutto il territorio provinciale per il Referendum per la scuola pubblica finalizzato all’abrogazione di alcune norme contenute nella legge 107 del 2015.
In ogni comune della provincia di Matera è stato costituito un comitato promotore di sostegno al Referendum per la Scuola pubblica a cui, oltre alla capofila Flc Cgil di Matera, hanno aderito Associazioni e singoli cittadini impegnati alla raccolta delle firme nelle scuole, nelle piazze, negli incontri pubblici, ecc.
Un impegno collettivo e straordinario finalizzato all’abrogazione di alcune norme della legge 107 del 2015 sulla scuola attraverso il sostegno ai quattro quesiti referendari perché vengano cancellate alcune parti fondamentali: gli ampi poteri concessi ai dirigenti scolastici, il cosiddetto bonus scuola per le private (in palese contraddizione con quanto recita la Costituzione), l’istituzione dei Comitati di valutazione e l’obbligatorietà delle ore di alternanza scuola-lavoro.
Sono i punti sostanziali e centrali di una riforma della scuola appiattita su un’ideologia del comando e della subalternità della scuola alle logiche economiche, mentre sacrifica ruolo, funzione e missione della scuola pubblica.
La cosiddetta ‘Buona scuola’ presenta numerosi profili di incostituzionalità, alcuni dei quali ledono palesemente la professionalità dei docenti e la libertà di insegnamento e mettono in discussione i cardini della Costituzione in materia di pubblico impiego.
Non ci stiamo giocando solo il modo di vivere nella scuola, ma anche qualcosa che coinvolge il concetto stesso di libertà e di regole democratiche.
Si tratta di una battaglia veramente molto importante ed è fondamentale che tutti i cittadini capiscano che ci battiamo per i valori fondanti della nostra democrazia.
La FLC CGIL ha contrastato fin dalla sua elaborazione le linee “culturali” della legge 107, insieme agli altri sindacati confederali e della scuola, fino allo sciopero straordinario del 5 maggio 2015 perché sostanzialmente la riforma prima e la legge 107 poi, hanno complessivamente trasformato la scuola da luogo di trasmissione del sapere critico e dialettico, a luogo nel quale si cerca direttamente ed indirettamente di veicolare valori che tendono a rendere preminente un modello di scuola di tipo aziendalistico.
Dal governo, tuttavia, si è deciso di proseguire ad oltranza, senza alcun confronto con i soggetti sociali e le organizzazioni sindacali.
Il Referendum sulla legge 107 del 2015 s’impone dunque, non solo come utile strumento per abrogare norme sbagliate, ma anche per riaprire un dibattito pubblico sul futuro della scuola pubblica restituendo la parola a chi nelle scuole vive, ai cittadini, territori, alle famiglie e alle tante associazioni interessate a istruzione e educazione nel nostro Paese.
Il nostro obiettivo resta quello di garantire a tutti il diritto al sapere riconsegnando ai tanti soggetti che vi operano, una scuola pubblica democratica, aperta e laica, in coerenza con i valori repubblicani e costituzionali.
La fotogallery dell’iniziativa della Cgil a Matera (foto www.SassiLive.it)