Sui centri accreditati Asm si registra l’intervento di Vito Cilla, dirigente responsabile delle attività sanitarie territoriali e Mariantonietta Petruccelli, funzionario responsabile del pagamento dei centri accreditati.
Nessuna fuga in avanti. Nessun caso di mala amministrazione. È’ vero il contrario. “Sui pagamenti delle prestazioni erogate ad utenti extra regionali dai centri accreditati – dichiarano Vito Cilla dirigente responsabile delle attività sanitarie territoriali e Mariantonietta Petruccelli funzionario responsabile del pagamento dei centri accreditati – l’ASM si sta comportando esattamente, identicamente, all’ASP, in piena uniformità regionale. In attesa che la Regione Basilicata dia risposta ad un quesito avanzato dalle aziende sanitarie e della adozione di una delibera regionale sull’applicazione dei tetti di spesa alle prestazioni rese ad utenti di altre regioni. Poiché la presa di posizione diffusa ieri e ripresa oggi da alcuni organi di informazione non spiega benissimo la vicenda , occorre un minimo di chiarezza. La legge di stabilità del 2016 prevede che il budget assegnato alle strutture private accreditate per prestazioni erogate ad utenti di altre regioni non superi la spesa del 2011 ridotta del 2%. Questo significa che se ad esempio il budget del 2011 del Centro Alfa è stato di € 200.000, la ASM, a meno che non voglia incorrere in un reato, non può pagare prestazioni erogate nel 2016 che siano superiori a quel tetto di spesa ridotto del 2% (dunque non può pagare più di € 196.000 euro. l’ASM peraltro sta pagando le prestazioni ai fuori regione effettuate entro il budget nei primi mesi del 2016). Poiché, tuttavia, sono insorti dubbi interpretativi sulla diretta applicabilità della legge di stabilità 2016, le aziende sanitarie provinciali cioè ASM e ASP, hanno chiesto alla Regione un esplicito pronunciamento in merito. Allo stesso tempo la Regione sta predisponendo una delibera sui tetti di spesa per le prestazioni dei centri accreditati a residenti di altre regioni. Ora -precisa Cilla- seppure è comprensibile che un centro accreditato tuteli la salute dei cittadini di fuori regione e quindi anche i propri interessi imprenditoriali, assolutamente lecito, è altrettanto lecito rilevare che nel caso in cui la ASM paghi in anticipo centinaia di migliaia di euro oltre il budget 2011, potrebbe domani trovarsi nella condizione che la Regione di provenienza rifiuti di rimborsare il costo delle prestazioni fuori budget. E’ quindi evidente anche se scambiato per mala amministrazione -aggiunge Cilla- che l’ASM applica invece il principio di precauzione e cioè fin quando non vi sarà un preciso intervento regionale, non può pagare prestazioni di cui molto difficilmente potrebbe avere il rimborso dalle altre regioni. Naturalmente tutti gli utenti residenti in altre regioni possono continuare senza problemi ad ottenere prestazioni nei centri accreditati lucani, con la sola precisazione che fino a diversa disposizione regionale tutte le prestazioni ai fuori sede saranno liquidate entro i limiti del budget”.
ANISAP: CONDIVIDIAMO INIZIATIVE SU TRASPARENZA E “CASO ASM”
L’iniziativa promossa da Sanità Futura sulla trasparenza ci accomuna in quanto è da tempo che l’ANISAP Basilicata sostiene, come abbiamo fatto, tra l’altro, qualche giorno fa, commentando la delibera firmata dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone,che interessa generalmente tutto il comparto sanitario lucano, che la trasparenza è diventata un’emergenza. Nello specifico condividiamo la posizione nei confronti dell’Asm di Matera che nella difesa di ufficio strumentale e sicuramente non in linea con la legge vigente, diffusa in replica, di fatto aggrava il comportamento dirigenziale assunto arbitrariamente.
Lo afferma l’ANISAP Basilicata, in una nota a firma del presidente Antonio Flovilla che aggiunge: nel merito della questione relativa alle prestazioni delle strutture sanitarie private accreditate a favore dell’utenza extraregionale, il tetto di budget assegnato (e ancora da assegnare per quest’anno) ad ogni struttura non ha alcuna attinenza, in quanto si finge di ignorare che esiste un contratto tra struttura e Azienda Sanitaria che non stabilisce alcun limite per le prestazioni di cittadini di altre regioni. Quindi – si legge nella nota – o si cambia il contratto, senza alcun ricorso all’alibi della spendingreviewcon riferimento al liquidato del 2011 meno il 2%, oppure si applica il contratto in tutte le sue parti, come avviene per l’extra-budget .
A parere dell’ANISAP, se in questo caso (come in tanti altri) si fosse applicato il principio della trasparenza degli atti, vale a dire rendendo noti i riferimenti giuridici e normativi a base del provvedimento punitivo e non l’interpretazione, del tutto soggettiva, di norme di legge, non ci sarebbe alcun bisogno di ricorrere all’istituzione di un Osservatorio sulla trasparenza che come evidenzia lo stesso presidente dell’Anac Cantone registra ancora un comportamento di “non collaborazione” da parte dei responsabili delle Aziende Sanitarie locali e delle altre aziende pubbliche rispetto a continui rapporti, circolari e raccomandazioni dell’Autorità. Il richiamo dell’Anac alla situazione “confusa” in cui versa dal punto di vista gestionale ed amministrativo il servizio sanitario regionale – conclude la nota – trova dunque una nuova autorevole e gravissima conferma che chiama in causa l livello politico perché dal Dipartimento Salute nessuno può lavarsi le mani.
OSPEDALE POLICORO: CASTELLUCCIO (FI), SEMPRE APERTI PROBLEMI FUNZIONALITA’
“Un atteggiamento di maggiore responsabilità e soprattutto di cautela da parte dei dirigenti dell’Asm” è richiesto dal consigliere regionale Paolo Castelluccio (Fi) che fa riferimento ad una nota definita “eccessivamente entusiastica” relativa alla riorganizzazione di servizi dell’Ospedale di Policoro.
“A parte il fatto che è la stessa Asm a “mettere le mani avanti” annunciando che il cosiddetto piano di efficientamento richiede altro tempo (“diverse settimane”) – aggiunge – non può accontentarci l’equazione matematica meno costi uguale più efficienza, che invece è tutta da dimostrare nei fatti. A Policoro sono tante le problematiche, specie di personale e strumentazioni, che non si risolvono con una bella e nuova sede che, con il modello cosiddetto ecosostenibile, risponde sia pure in parte ad un’esigenza di riduzione dei costi. Come al semplice trasferimento della postazione del 118 non può corrispondere automaticamente una situazione miracolistica all’insegna di migliori e più efficienti servizi. Come è tutto da dimostrare che il più stretto contatto tra personale 118 e personale dell’ospedale equivale, anche in questo caso in maniera scontata, ad una migliore risposta delle esigenze che si prospettano per la stagione turistica. Per l’arrivo dei turisti nel Metapontino per la prossima stagione estiva – continua Castelluccio – più che traslochi servono provvedimenti concreti per non ripetere quanto è accaduto all’ospedale di Policoro alcune notti d’estate in occasione di eccezionale sovraffollamento al Pronto Soccorso. Il milione di euro destinato all’ospedale di Matera è l’esempio che quando si vuole i soldi si trovano e ciò deve accadere anche per Policoro che d’estate è il presidio della salute per 100 mila persone.In occasione dell’approvazione della deliberazione di Giunta (la n. 1742 del 29 dicembre scorso) con la quale si autorizza l’Asm ad utilizzare le economie derivanti dal piano investimenti per completare il programma di innovazione tecnologica del P.o. di Policoro, con una spesa di poco superiore agli 84 milioni di euro, ho avuto modo di valutare che essa è solo un passo avanti verso il potenziamento di servizi e prestazioni dell’ospedale di Policoro che necessitano di ben altri e sostanziosi interventi. Eppure – conclude – l’assessore Franconi che in più occasioni ha visitato l’ospedale di Policoro, il terzo polo ospedaliero regionale dopo quelli di Potenza e Matera, dovrebbe avere un quadro esauriente di cosa occorra e di come accogliere le sollecitazioni del personale, dei sindacati di categoria, dell’amministrazione comunale e dei consiglieri regionali”.
Se ho capito bene il vostro ufficio ha imposto un limite al numero di utenti che provengono da altre Regioni, oltre il quale gli ulteriori saranno respinti dalle strutture sanitarie ? (Ho capito bene?)
……..e se la stessa cosa venisse attuata da Ospedali di alta complessità scientifica che qui in Basilicata non abbiamo ? …….cosa accadrebbe ai poveri corregionali respinti ?
Mi spaventa tutto ciò !!!
Chi è ammalato veramente deve poter andare dove vuole a curarsi senza alcuna limitazione burocratica.
Vorrei capire meglio cosa sta succedendo !!!
Michele