Il Parlamento europeo ha anche adottato una storica risoluzione per l’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto nonché ai prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne.
Dal Parlamento europeo, oltre al no al riconoscimento della Cina come economia di mercato, viene un pronunciamento rivoluzionario anche per fermare l’inganno dei prodotti alimentari stranieri spacciati per Made in Italy, approvato con 422 voti a favore, 159 contrari e 68 astensioni.
Due prosciutti su tre venduti come italiani ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle e il concentrato di pomodoro dalla Cina i cui arrivi sono aumentati del 379% nel 2015 per un totale di 67 milioni di chili, secondo la Coldiretti. Occorre introdurre senza esitazione in Italia l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti poiché oggi – precisa la Coldiretti – quasi la metà della spesa dei cittadini italiani ed europei è anonima con prodotti importati dall’estero che vengono spacciati come italiani perché non è obbligatoria alcuna indicazione in etichetta.
La posizione del Parlamento europeo – spiega la Coldiretti – invita la Commissione a dare applicazione all’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto nonché ai prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne, e a valutare la possibilità di estendere l’indicazione obbligatoria del Paese di origine o del luogo di provenienza ad altri prodotti alimentari mono-ingrediente o con un ingrediente prevalente, elaborando proposte legislative in questi settori.
Si tratta di un cambiamento che – sottolinea la Coldiretti – incontra il favore del 96,5% dei consumatori italiani che ritiene necessario che l’origine degli alimenti debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle Politiche Agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti.
Il Presidente Regionale Coldiretti Basilicata Piergiorgio Quarto “E’ un grande giorno per il nostro agroalimentare. È fondamentale difendere la distintività del nostro cibo, per poter affrontare la competizione sui mercati e offrire garanzie certe di salubrità ai nostri consumatori, che debbono poter scegliere in perfetta consapevolezza. I nostri produttori debbono aver la certezza di un giusto reddito ma per farlo è necessario rendere obbligatoria l’etichettatura sull’origine delle materie prime. Soltanto la trasparenza nel rapporto con i consumatori può rappresentare il valore aggiunto che può salvare tante aziende dalla chiusura definitiva”.
L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n. 204 del 3 agosto 2004 grazie alla quale è diventato obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte fresco e quella della passata di pomodoro in Italia.
Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma – continua la Coldiretti – l’etichetta resta anonima per quasi la metà della spesa, dai formaggi ai salumi, dai succhi di frutta, dalla pasta al latte a lunga conservazione, dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti fino alla carne di coniglio. A livello comunitario – riferisce la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell’influenza aviaria mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
COLDIRETTI BASILICATA: ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA.CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI PER IL DIRITTO AL CIBO E LA DIGNITA’ DI CHI LAVORA LA TERRA.
Abbiamo RISO per una cosa seria è la campagna FOCSIV insieme a Coldiretti a favore dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo, contro l’abbandono della terra e lo sfruttamento che sottopaga i prodotti agricoli e costringe alla migrazione dai paesi più poveri.
Fino al 18 maggio possiamo diventare tutti protagonisti della campagna inviando un SMS da cellulare personale o chiamando da rete fissa al 45594.
Ogni singolo contributo concorrerà a sostenere i 38 interventi di agricoltura familiare nelle aree più povere del mondo a sostegno di 114.248 famiglie di contadini e il Villaggio solidale, realizzato in Puglia insieme a Coldiretti, per dare ospitalità agli immigrati sottraendoli allo sfruttamento del caporalato, garantendo loro un regolare contratto di lavoro per la raccolta stagionale del pomodoro nelle imprese agricole Coldiretti.
Per il Presidente Regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto “Occorre sostenere iniziative importanti come questa che vede insieme Coldiretti e FOCSIV a combattere la piaga del caporalato, per sottrarre i lavoratori dall’intermediazione illecita e dallo sfruttamento. La campagna di raccolta fondi vuole rappresentare un esempio di come si può intervenire e dare una risposta a questa moderna forma di schiavitù e di violazione dei diritti e della dignità dell’uomo”.
Per il diritto al cibo e la dignità di chi lavora la terra dona al 45594 un SMS da 2 euro da cellulare personale TIM, Vodafone, WIND, 3, Postemobile, CoopVoce e Tiscali oppure dalla rete fissa di casa da 2 o 5 euro TIM, Infostrada, Fastweb, Vodafone, Tiscali e TWT.