Carmine Vaccaro, Segretario Regionale UIL e Giancarlo Vainieri, responsabile Centro Studi, in una nota fanno il punto sul Rapporto annuale di monitoraggio sui Servizi per il lavoro 2015, realizzato dall’Isfol per conto del Ministero del Lavoro in attesa dell’avvio dell’Agenzia regionale per il lavoro e la transizione nella vita attiva. Di seguito la nota integrale.
In attesa dell’avvio dell’Agenzia regionale per il lavoro e la transizione nella vita attiva – Lab (Lavoro e apprendimento Basilicata), il Rapporto annuale di monitoraggio sui Servizi per il lavoro 2015, realizzato dall’Isfol per conto del Ministero del Lavoro, insieme ad alcune conferme sulle emergenze presenti soprattutto nel Mezzogiorno fornisce nuovi elementi di valutazione. E’ il commento della Uil.
Intanto dall’Isfol la conferma che negli ex uffici di collocamento del Sud c’è la percentuale più alta di utenza di disoccupati di lunga durata: quasi l’80%. Sul fronte dei servizi per il lavoro, insomma è ancora un’Italia a due velocità, dove Sud e Isole si caratterizzano anche per un più basso livello medio di istruzione degli operatori attivi nei centri pubblici: i laureati sono il 18,2%, rispetto a una media nazionale del 27,1%; il personale con al massimo la licenza media è il 18,7%, rispetto a una media del 15,6%.
Nel Rapporto di monitoraggio sui Servizi per il lavoro si analizza anche il più ampio sistema di accreditamento, che ricomprende sia il segmento pubblico – di cui fanno parte i CPI – sia quello privato. Tale sistema, operativo in 16 Regioni, è di fatto basato su due modelli: il modello paritario a canale unico, adottato dalla sola Lombardia, dove l’offerta di servizi da parte del settore pubblico è in condizioni di parità con gli erogatori privati; il modello complementare a doppio canale, adottato da tutte le altre Regioni, che vede accanto agli erogatori pubblici l’intervento di operatori accreditati per integrare l’offerta dei primi.
Un importante elemento di differenza tra i diversi sistemi adottati dalle Regioni è l’ampiezza di attività che possono essere erogate dagli operatori accreditati. Riconducendo i servizi a tre grandi categorie (orientamento al lavoro, rinvio alla formazione e intermediazione tra domanda e offerta), solo quattro Regioni hanno previsto la possibilità di affidare l’intera filiera ad operatori accreditati.
La maggior parte dei regimi regionali richiede per l’accreditamento un insieme di competenze, che riguardano innanzitutto le funzioni di primo contatto e di orientamento. Poche Regioni specificano profili professionali rivolti allo svolgimento di servizi di tipo specialistico. Scarsa rilevanza viene inoltre data al monitoraggio e valutazione delle performance, per la definizione di graduatorie di merito degli organismi accreditati.
A far funzionare la macchina del collocamento pubblico – riferisce il Rapporto – lavorano 8.798 addetti: quasi la metà ricade nelle Regioni del Mezzogiorno (48,3%, pari a 4.253 unità). Da noi l’Agenzia opererà con il personale e le professionalità già dipendenti presso Apofil, Ageforma e Centri per l’impiego, completando anche un percorso di collocazione del personale dipendente delle due Province che – sottolinea la Uil – auspichiamo rispetti i tempi previsti (31 dicembre 2016). I 125 dipendenti a tempo indeterminato delle agenzie provinciali verranno trasferiti in questa nuova agenzia e svolgeranno la loro attività nelle sedi dislocate sul territorio regionale in sinergia con il personale dei centri per l’impiego, che fino al 31 dicembre 2016 rimane attestato alle Province e sarà distaccato presso l’agenzia con l’avvio delle attività.
Per la Uil facendo “lezione” del Rapporto occorre una svolta nel governo del Mercato del lavoro regionale che può scaturire dall’attività dell’Agenzia del lavoro e inoltre dall’Osservatorio del Ml . Per noi l’Agenzia deve coordinare in modo efficace ed efficiente i Centri per l’impiego e la loro attività di orientamento e di avvio concreto dei giovani al lavoro. Pensiamo ad un’Agenzia capace di attivare strumenti di animazione territoriale, coinvolgendo enti, comuni, Asl insieme al sistema privato di supporto alla realizzazione di buoni risultati di politica attiva. Per completare la nuova strumentazione – conclude la Uil- rilanciamo la proposta di un Osservatorio del Ml come strumento di monitoraggio di fenomeni legati all’occupazione regionale, ma anche come luogo autonomo di previsione e di studio delle potenzialità dell’intero settore produttivo lucano e di supporto al “sistema” impresa lucana.