La direttiva quadro sull’acqua dell’Unione europea prevede che venga raggiunto il migliore stato ecologico e chimico possibile delle acque superficiali, e impone agli Stati membri come l’Italia di proteggere, migliorare e ripristinare tutti i corpi idrici sotterranei.
Rispetto a queste tematiche, in Basilicata ci sono gravi problemi causati dalle estrazioni petrolifere in Val d’Agri e dalla presenza del termodistruttore Fenice di San Nicola di Melfi.
In entrambi i casi emerge il cattivo stato dei corpi idrici dovuto ad attività industriali altamente impattati per l’ambiente e la salute umana.
Per capire qual è la situazione il portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea in cui chiede di sapere se la Basilicata ha adottato i piani di gestione dei bacini idrografici entro la scadenza prevista dalle direttive europee.
Oltre a ciò Pedicini chiede alla Commissione Ue di intervenire per verificare se la Basilicata sia tenuta a dotarsi di un piano di qualità dell’aria e se i dati trasmessi dall’Italia per la Basilicata, relativi al registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti, risultino essere completi e conformi al diritto comunitario in particolare per le aree interessate dalle estrazioni petrolifere e dalla presenza del termodistruttore Fenice?
Nell’interrogazione Pedicini denuncia anche che la Regione Basilicata non ha ancora predisposto un piano regionale della qualità dell’aria, così come si evince sul sito del Ministero dell’ambiente italiano www.minambiente.it/pagina/gestione-della-qualita-dellaria.
Mag 19