Gianfranco Blasi, Dirigente nazionale Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale: “Renzi chiama alle armi sul Referendum di ottobre. Vuole un plebiscito su se stesso. Anche in Basilicata tutto il Pd scappa ai gazebi del padrone…” Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Noi di Fratelli d’Italia – An siamo per il No. Un No motivato, a difesa dei valori democratici, del pluralismo e del territorio.
Notiamo un certo conformismo. Un allineamento attorno al capo. Il Pd si compatta. Renzi ha trasformato il prossimo Referendum di ottobre sulla riforma costituzionale in un plebiscito pro e contro se stesso. Un atto monocratico privo di cultura democratica.
Notiamo che anche in Basilicata nel Pd si stanno spegnendo gli ardori del primo Referendum, quello sulle trivelle. Chi è contro Renzi paga un prezzo altissimo, viene messo ai margini. Ecco, allora che impera il conformismo. Tutti zitti e tutti ai gazebo per il Si!!!
Il nostro No, quello di Fratelli d’Italia – An è noto, ma ci piace qui offrire alcuni spunti di riflessione. Partiamo da Palazzo Madama.
Continuerà a chiamarsi Senato della Repubblica, ma sarà composto da 95 eletti dai Consigli regionali, più cinque nominati dal capo dello Stato che resteranno in carica per 7 anni. Avrà competenza legislativa piena solo sulle riforme costituzionali e le leggi costituzionali e potrà chiedere alla Camera la modifica delle leggi ordinarie, ma Montecitorio se vorrà non terrà conto della richiesta. Su una serie di leggi che riguardano il rapporto tra Stato e Regioni, la Camera potrà non dar seguito alle richieste del Senato solo respingendole a maggioranza assoluta.
Avete letto? Mi faccio e rivolgo alla vostra attenzione qualche domanda.
Alla fine della giostra il Senato resiste. Più della metà degli attuali senatori vanno a casa, però, attraverso i consigli regionali, si eleggeranno a questa carica cento nuovi senatori, alcuni dei quali, per ben sette anni, staranno in carica sostanzialmente a scaldare la poltrona in perfetta devozione al capo dello stato.
Esautorati da ogni potere, svolgeranno una sorta di funzione vigilata da parte dell’altra Camera che avrà tutti i poteri.
A che serve, dunque, un Senato così?
Gli altri 95 senatori saranno ripartiti tra le Regioni sulla base del loro peso demografico. I Consigli regionali eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri componenti; uno per ciascuna Regione dovrà essere un sindaco. Un vero e proprio sistema partitocratico!!! o no?
Ah, dimenticavo … i nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l’autorizzazione del Senato.
Dopo quarant’anni di regionalismo, trenta di decentramento dei poteri verso i territori, venti di dibattito sul federalismo e sul principio di sussidiarietà verticale con questa modifica costituzionale sono riportate in capo allo Stato alcune competenze come energia, infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto.
La vicenda autorizzazioni per le estrazioni petrolifere rende esplicita la volontà del governo di sottrarre ai cittadini, alle Regioni e ai Comuni la possibilità di incidere in queste decisioni.
Non solo: su proposta del governo, la Camera potrà approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni, «quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale».
Si aggiunga la chiusura delle Province e delle funzioni delegate agli enti territoriali su politiche come le aree interne e la montagna.
Utilizzando il pretesto della spending review si stringono gli spazi della partecipazione allargata, di una democrazia matura, tornando ad un centralismo miope, accorciando gli spazi della rappresentanza a favore di relazioni più corte e centri di potere ridotti a poche persone.
Ricordiamo anche la modifica della legge elettorale con l’elezione diretta dei capi lista che non potranno essere votati dai cittadini. Non ci saranno più le coalizioni. Vincerà le elezioni il partito che prenderà più voti. Magari con un 30 per cento si potranno ottenere il 60 per cento dei parlamentari. Una legge truffa!!!!
Il prossimo passo sarà la chiusura o l’ulteriore ridimensionamento delle Regioni, a cominciare da quelle più piccole come la Basilicata
Gianfranco Blasi, Dirigente nazionale Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale