Mentre seguiamo con attenzione ed apprensione la sorte dei lavoratori del Cova di Viggiano e di tutti i lavoratori dell’indotto della Val d’Agri, si apre un nuovo “fronte lavoro” con le compagnie petrolifere. Si tratta della Total e delle imprese appaltatrici che gestiscono attività a Tempa Rossa: il dato diffuso dal sindacato – solo il 43% dei lavoratori impegnati nel Sauro è lucano – è inaccettabile. Come è inaccettabile che polacchi, rumeni e albanesi sono subentrati ai lavoratori italiani alla scadenza dei loro contratti. Nessuna intenzione di introdurre anacronistiche quote di lavoro per gli italiani ma qualcuno dovrà spiegare come è stato possibile che agli italiani e ai lucani si sia preferito l’impiego di cittadini di altri Paesi. Questo perché non risultano carenze di qualifiche professionali ai Centri per l’Impiego di Laurenzana, Villa d’Agri e Potenza. Vigilare su quanto sta accadendo e nello specifico sul reclutamento della manodopera è la risposta che le comunità del Sauro e della Val d’Agri si attendono da istituzioni e politica oltre che dal sindacato.
Mag 25